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Autore: RoriStark    25/09/2012    1 recensioni
questa fic la dedico alla mia amica Lucia che non so da quanto sta aspettando di leggerla decentemente XD *hug* spero sia di vostro gradimento!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cell, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Forse aveva esagerato nel distruggere tutte quelle città, stavano volando da almeno mezz’ora e ancora non riusciva a trovare un parchetto che non aveva devastato. Magari avrebbe trovato un boschetto nelle vicinanze dato che i parchi erano tutti distrutti o occupati dagli sfollati sopravvissuti delle città che aveva attaccato. Cell si fermò dopo aver dedotto che non avrebbe trovato di meglio. Scese di quota verso il boschetto di fianco alla città che aveva distrutto il giorno prima. Appena scese a terra, lasciò scendere la giovane. La osservò per un attimo poi ghignò
“bene, se provi a scappare la tua vita terminerà prima che tu possa aver fatto due metri…non allontanarti da me per nessuna ragione o sarò costretto a usare un guinzaglio, se hai fame mangerai solamente quando lo dico io..”
Stava continuando a dettare regole quando si accorse di non essere ascoltato per nulla. Quella ragazzina i era seduta ai suoi piedi, rannicchiata. Tremava come una foglia e sembrava anche piagnucolare, un animale domestico non poteva comportarsi in quel modo
“su ragazzina, non ti piace questo posto?”
Kotori rimase immobile, ma poi alzò lo sguardo annuendo appena
“ma ha detto che non posso fare due metri…”
“ho detto che non puoi scappare”
“ma se mi muovo penserà che stia scappando…quindi…resto qui…ok?”
Sussurrò con voce tremante. Cell sospirò, si era espresso male evidentemente, o quella ragazza era davvero terrorizzata da lui da non volersi nemmeno muovere. Ma così non era divertente, voleva vederla correre e giocare come quegli animaletti che gli umani portavano in giro. Riusciva a vederlo nei ricordi acquisiti dal DNA di Goku.
“beh allora devi divertirti!”
“ma...ma signor Cell…io…io…”
Certo, non poteva obbligarla a divertirsi, doveva trovare un modo per farla calmare, magari si sarebbe sciolta in qualche modo. Sospirò sedendosi accanto alla giovane, si voltò verso di lei senza smettere di fissarla. Kotori invece non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo. Cell si voltò poi verso la distesa d’erba e fiori che li circondava, alzò lo sguardo verso il cielo e fece appello a tutta la sua umanità
“puoi allontanarti, ma non troppo, resta nell’area pianeggiante, potrebbero esserci bestie in giro”
Certo, per lui non c’era nulla da temere, ma non voleva perdere il suo animaletto proprio il primo giorno. La giovane Kotori si alzò piano, con le gambe tremanti mentre si avvicinò ad un mucchietto di fiori. Si inginocchiò di nuovo, forse perché le cedettero le gambe o forse perché le piacevano quei fiori, fatto sta che la ragazzina prese a raccogliere fiori e ad intrecciarli. Cosa voleva fare? Certo gli animali non facevano questa roba, allora cos’era? Incuriosito, Cell tornò a sedersi davanti a quella strana umana, sembrava di nuovo allegra mentre intrecciava gli steli dei fiori, ma appena lo vide di nuovo sobbalzò riprendendo a tremare
“mi…mi scusi!! Non…dovevo allontanarmi???la prego non mi faccia male..”
Cell sospirò,non sarebbe andato avanti a lungo continuando a farle paura o a minacciarla. Di certo gli animaletti non hanno paura dei propri padroni. Così prese un fiore e lo mise tra i capelli della ragazza
“non oggi uccelletto,gioca pure con i fiori”
Disse cercando di fingere un sorriso dolce. Sentiva i muscoli del viso contrarsi in modo strano,non era abituato a sorridere se non per sadismo. La giovane umana lo fissò stupita, gli occhi azzurri spalancati verso di lui. In effetti era stato gentile, anche troppo, ma non aveva altra scelta. Odiava vederla tremare in un angolo. Sarebbe stato noioso vederla ferma lì fino al giorno in cui l’avrebbe uccisa insieme agli altri. Dopo un po’ anche lei sorrise appena e riprese a giocare con i fiori.
“i tuoi genitori?”
“sono in cielo…”
Sussurrò lei mentre intrecciava i fiori con un lieve sorriso. Cell inclinò il capo mentre prese a strappare dei ciuffi d’erba con le mani, in qualche modo aveva bisogno di distruggere qualcosa, ma si contenne strappando un po’ d’erba. Avrebbe potuto distruggere la collina, ma voleva provare qualcosa di diverso.
“e come sono morti?”
“non lo so…quando tornai a casa da una gita, loro non c’erano più”
“potrei essere stato io”
“la mia città è una delle poche che non sono state sterminate”
Kotori sorrise di nuovo alzando lo sguardo, poi si mise sulla ginocchia. Cell era altissimo anche da seduto e la giovane dovette inginocchiarsi per poter mettergli in testa la ghirlanda di fiori. Beh, la cosa positiva era che il suo animaletto avesse i pollici opponibili. Cell alzò appena lo sguardo, certo che a quella ragazzina bastava un sorriso per fidarsi di qualcuno. Perfino di Cell.
“che fai ora ti fidi di me?”
Kotori sospirò sorridendo di nuovo mentre prese un altro fiore. Si raggomitolò di nuovo osservandolo
“beh…non posso scappare, non posso nemmeno immaginare di fare resistenza…perciò l’unico modo che ho per sopravvivere è stare qui con lei..”
“piantala di darmi del lei…non sono umano, non ho bisogno di queste ridicole formalità ragazzina..”
“o…ok..ma allora lei..tu…tu cosa sei?”
“non hai mai visto la TV?”
“sì ma…dicono sempre cose diverse”
“tipo?”
“beh…alcuni dicono che sei un alieno venuto dallo spazio per  impossessarti della terra”
Cell rise scuotendo il capo, certo che gli umani erano davvero idioti. Interessato però, si voltò verso la ragazza e senza accorgersene si avvicinò un po’ a lei per ascoltarla meglio
“poi altri dicevano che eri un essere umano geneticamente modificato”
“vanno in alto mare eh..”
“altri invece hanno detto che sei un cos..co…cosplayer?...poi altri hanno detto che..”
“ok uccelletto basta così, ci manca solo che mi dici che sono un insetto caduto nelle radiazio…”
Cell non finì la frase che la giovane si coprì il volto ridacchiando ed annuendo. Cell non riuscì a trattenere una risata sentendo l’ennesima boiata inventata dagli umani.
“io, sono un essere creato da uno scienziato, con le cellule dei più potenti guerrieri dell’universo, mi sono evoluto ed ora sono un essere perfetto”
Kotori sobbalzò sorpresa. Evidentemente era davvero stupita nel sentire finalmente la verità sulle sue origini,sembrava una bambina che aveva scoperto come si faceva il gelato.
“wow! Allora sei un abitante della terra..e come mai vuoi distruggere tutto? Non è anche casa tua questa?”
“io non ho una casa...sono nato per distruggere e…vendicarmi dei Sayan”
“perché cosa ti hanno fatto?”
“beh, hanno cercato più volte di uccidermi mentre mi stavo sviluppando”
Beh certo che per svilupparsi aveva ucciso parecchi esseri umani, inoltre la sua vendetta non era proprio sua, alla fine si stava vendicando del Dottor Gelo che ad essere sinceri non gliene importava più nulla. Ora l’unica cosa che voleva fare era dimostrare a tutti la sua superiorità. Osservò di nuovo la ragazzina e le mise un altro fiore tra i capelli
“beh ora che sei perfetto non serve più uccidere gli altri no? Magari li possiamo riportare in vita con le sfere del drago e tu potresti proteggere il mondo dai cattivi!come un eroe!”
“ragazzina sei davvero una sognatrice eh?ma…io sono uno dei cattivi, posso riportarli in vita, ma non toglie il fatto che li abbia uccisi”
Kotori abbassò lo sguardo riconoscendo la verità nelle sue parole. Stava per dire altro quando dietro di lei apparve una tigre dai denti a sciabola pronta ad azzannare la ragazzina. La giovane si voltò di scatto troovandosi le fauci della tigre davanti, ma era ancora viva. Aveva le zanne della bestia a pochi centimetri dalla testa ma non si mossero da lì, quando alzò lo sguardo vide il braccio di Cell che stringeva il collo della bestia. Subito la giovane si voltò gattonando  accanto a Cell nascondendosi tra le gambe di lui. Povera ragazzina, in fondo, sarebbe stata più al sicuro tra le fauci di quella tigre. Pensò Cell lanciando la bestia morta lontano. Sentì poi qualcosa al petto, la giovane si era aggrappata a lui terrorizzata. La osservò per un paio di secondi. Quella ragazzina era indifesa, piccola. Il solo stringerla a sé l’avrebbe spezzata come un rametto secco. Eppure, stava provando una strana sensazione. Sollievo? Nel vedere quella ragazza salva. Eppure di lì a breve sarebbe stato lui il suo carnefice. Ma il pensare al vedere quella creatura morta per causa sua, si sentì una stretta allo stomaco. Quella ragazzina era stata l’unica che le aveva sorriso e non era scappata da lui, era stata l’unica che non scappava da lui. Ecco cosa succede agli umano quando si “affezionano” ad un animale. Lo comprano per il macello ma poi non riescono a fargli del male.
“è tutto ok uccelletto, sei salva”
Disse poi stringendola appena, dovette sforzarsi al massimo per rendere la presa leggera. Un solo sforzo in più e sarebbe morta. La piccola era ancora stretta a lui e tremava come un coniglietto spaurito. Come facevano gli umani a far calmare i loro animaletti? Dopo un po’ prese a dondolare la ragazzina come un bebè
“eih…in questo universo non c’è nulla e nessuno che possa eguagliare la mia forza, sono io l’essere più potente dell’universo e se non voglio la tua morte, allora puoi star certa che non ci saranno pericoli per te”
“Cell”
“che c’è?”
“un giorno…quando finirà il torneo, ci ucciderai tutti?”
“sì..”
“morirò anche io?”
“….”
“farà….male?..”
“non ti ho ancora detto di sì uccelletto…”
Sussurrò lui alzandosi di scatto. L’avrebbe uccisa fino a un ora prima, ma ora perché era diverso? Perché continuava a voler tener con sé quella ragazzina? Perché queste sensazioni così…umane… Per la prima volta,voleva tenere qualcosa per sé. 
  
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