Mi sa
tanto che stavolta ci lascio le penne.
Speriamo che Matt li abbia seminati.
Quante
macchine, è qualcosa di spropositato. Mello mio caro, mi sa
tanto che non ci vedremo più.
Questa Takada è anche carina… però non è il mio tipo. Ne il tipo di Matt. Chissà come se la passa.
Strano che
non abbia paura. Beh, per ultimo penso a te, Mel. A chi
dovrei pensare se no? Sei l’unica persona che mi resta su
questo pianeta
fottuto. E poi sei il mio migliore amico, e lo sai anche se non te
l’ho mai
detto. Con te le frivolezze non vanno mai bene, capace che mi dai dei
frocio se
te lo dico a voce. Però, dai, in fondo lo sai. Lo sappiamo
tutti e due. Ti ricordi
Mel, quei pomeriggi alla Wammy?
No, non è il mio tipo decisamente. Troppo lagnosa. Comunque sia, accendiamo la radio, diranno sicuramente qualcosa di noi. Di Matt anche. E se… ma cosa vado a pensare, Matt è in gamba, se l’è cavata
di sicuro. Non c’è dubbio.
Qui
pomeriggi in cui non avevamo problemi? Di solito tu stavi sdraiato
sul letto, a studiare. Io invece stavo sempre su quella sedia a
rotelle, te lo
ricordi? E mi ripetevi ciò che studiavi. La volta che ti
dissi che non ne
potevo più di studiare mi lanciasti addosso il
libro… per te la competizione
con Near è sempre stata tutto. Ma allora eri ancora leale,
giocavate con le
stesse regole voi due. Non ti sarebbe mai venuto in mente di, che
cacchio ne
so, modificare di nascosto quella lista. Ma poi sei cambiato parecchio.
Non che
per questo io abbia smesso di volerti bene. Che strano, in questi
attimi mi
sembra quasi di pensare più in fretta.
Ok. Stanno parlando di noi, ma ancora non dicono niente che mi interessi. Che cazzo non si può sapere cosa succede?! Questa Takada è proprio noiosa, si è già messa a piagnucolare. Altro che donna forte! Bah!
Cazzo,
questi sono troppi, mi hanno già accerchiato. Beh, ora che
ci
penso però, è molto probabile ch emi trattengano
per interrogarmi. Potrei avere
una possibilità. Mentre scendo da questa macchina, per un
attimo non pensavo
alla morte. Però la traccia dei pensieri di poco prima
è impressa nella mia
memoria, e già mi vedo a raccontartele Mel. Mi sfotterai di
sicuro, ma so che poi
ci rifletterai anche tu.
Mah, io questa Takada non la reggo molto a lungo, sia chiaro.
A me
questi non piacciono per niente. Avrò almeno venti pistole
puntate
addosso. Mi sembrano tutti così uguali questi uomini,
vestiti di nero e così
freddi. Userò la mia tattica da spaccone come al solito.
Mello dove sei quando
ho bisogno di te con le tue cazzo di battute scadenti e sempre uguali,
è vero,
ma sempre con una fottuta soluzione. Dai, guardiamoci in faccia, questi
mi
fanno fuori qui e ora, è evidente. Cazzo cazzo cazzo!
Aha! Notizie alla radio decenti finalmente. Cosa? cosa vuol dire che hanno fermato uno dei due? Mi guardo istintivamente in giro, sapendo benissimo cosa vuol dire. No, cazzo no! Matt! Non è certo me che hanno fermato. Mi mordo un labbro riflettendo. Lo so che io sono quello che ha una soluzione a tutto. Lo devo essere. Lo sono sempre stato. Poi mi rendo conto che io non lo sono: io lo sembro. Ho ingannato tutti con questa mascherata, anche me. E ora mi rendo conto che non ho nessuna soluzione miracolosa tra le mani da mettere in atto come fosse una cosa normale. Non stavolta. Lo so che mi aspetti Matt, ma stavolta cosa posso fare?ma chi sono io? il classico duro? Il classico mafioso? No. Solo con Matt dicevo ciò che mi passava in mente senza preoccuparmi di cosa avrebbe detto, lo so. Ma pensavo che fosse perché lo dovevo considerare un sottomesso. Solo ora mi rendo conto che era perché Matt è il mio unico amico.
Ma è troppo tardi.
Va bene.
Sparate. Uccidetemi. Non credo proprio che ora spunterà
qualcuno a salvarmi, no? Perciò avanti, facciamolo finita.
Non posso
lamentarmi, muoio con una sigaretta in bocca da vero figone. E poi mi
piace
questo sapore in bocca. Mello, lo so che non sei onnipotente, non ti
dispiacere
di non aver fatto niente per me. Lo sapevo che c’erano questi
rischi, no?
Ti ricordi Mel, quella volta che Roger ti aveva messo in punizione e io
ero
riuscito a infiltrarmi in camera tua di nascosto con il tuo prezioso
cioccolato? Ti ricordi quando Roger entrò in camera tua per
sirti che la punizione
era finita e per nascondermi tu mi chiudesti nell’armadio?
Non sai quanto mi piaceva
quell’odore. Il tuo odore peraltro. E tutti quei vestiti di
pelle erano strani.
Quando te lo dissi, dopo che Roger fu uscito, tu mi mandasti a quel
paese. Come
sempre.
Ti ricordi Mel, quando entrasti in camera mia sbattendo la porta dopo
aver
visto una delle liste e aver trovato al primo posto Near? Prima mi
saltasti
addosso e mi prendesti a botte, per sfogarti. Poi tirasti pugni a tutta
la
stanza. Mi ricordo che ti fissavo inebetito, chiedendomi cosa
c’entrassi io con
quella lista. Mi accusasti di essere un amico pessimo, e quando ti
risposi che
non era vero e che tu eri l’amico pessimo, ti fermasti di
botto, mi fissasti e
scoppiasti a piangere come un bambino. Quale eri dopotutto. Allora ti
abbracciai istintivamente. Anche allora trovai piacevole il tuo odore.
Ti consolai
parlandoti all’orecchio, ti ricordi Mel? Non parlasti mai di
quell’avvenimento
e mai più ti ho visto piangere, se non di rabbia. E di gioia
una volta.
Quella volta che fuggi anche io dalla Wammy e ti trovai. Era da tanto
tempo
allora, che non ci vedevamo. Tu mi accolsi con una faccia da pesce
lesso, ti
facesti abbracciare e quando ti lasciai, notai una minuscola
lacrimuccia sul
tuo occhio sinistro e un sorriso. Non l’hai mai ammesso. In
quel periodo però,
non hai più sorriso molto, eh?
Ti ricordi Mel quella volta che andam-