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Autore: TheMask    26/09/2012    3 recensioni
Storia uscita un po' per caso.
Parla come (lo so lo so) mille altre fan fiction, della morte di Matt, dei suoi pensieri, semplici e sinceri. E dei pensieri di Mello, che si renderà conto di una cosa molto importante.
Dedicata a Gatta Blu
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sa tanto che stavolta ci lascio le penne.

 

 

Speriamo che Matt li abbia seminati.

 

 

Quante macchine, è qualcosa di spropositato. Mello mio caro, mi sa tanto che non ci vedremo più.

 

 

Questa Takada è anche carina… però non è il mio tipo. Ne il tipo di Matt. Chissà come se la passa.

 

 

Strano che non abbia paura. Beh, per ultimo penso a te, Mel. A chi dovrei pensare se no? Sei l’unica persona che mi resta su questo pianeta fottuto. E poi sei il mio migliore amico, e lo sai anche se non te l’ho mai detto. Con te le frivolezze non vanno mai bene, capace che mi dai dei frocio se te lo dico a voce. Però, dai, in fondo lo sai. Lo sappiamo tutti e due. Ti ricordi Mel, quei pomeriggi alla Wammy?

 

 

No, non è il mio tipo decisamente. Troppo lagnosa. Comunque sia, accendiamo la radio, diranno sicuramente qualcosa di noi. Di Matt anche. E se… ma cosa vado a pensare, Matt è in gamba, se l’è cavata

di sicuro. Non c’è dubbio.

 

Qui pomeriggi in cui non avevamo problemi? Di solito tu stavi sdraiato sul letto, a studiare. Io invece stavo sempre su quella sedia a rotelle, te lo ricordi? E mi ripetevi ciò che studiavi. La volta che ti dissi che non ne potevo più di studiare mi lanciasti addosso il libro… per te la competizione con Near è sempre stata tutto. Ma allora eri ancora leale, giocavate con le stesse regole voi due. Non ti sarebbe mai venuto in mente di, che cacchio ne so, modificare di nascosto quella lista. Ma poi sei cambiato parecchio. Non che per questo io abbia smesso di volerti bene. Che strano, in questi attimi mi sembra quasi di pensare più in fretta.

 

 

Ok. Stanno parlando di noi, ma ancora non dicono niente che mi interessi. Che cazzo non si può sapere cosa succede?! Questa Takada è proprio noiosa, si è già messa a piagnucolare. Altro che donna forte! Bah!

 

 

Cazzo, questi sono troppi, mi hanno già accerchiato. Beh, ora che ci penso però, è molto probabile ch emi trattengano per interrogarmi. Potrei avere una possibilità. Mentre scendo da questa macchina, per un attimo non pensavo alla morte. Però la traccia dei pensieri di poco prima è impressa nella mia memoria, e già mi vedo a raccontartele Mel. Mi sfotterai di sicuro, ma so che poi ci rifletterai anche tu.

 

 

Mah, io questa Takada non la reggo molto a lungo, sia chiaro.

 

 

A me questi non piacciono per niente. Avrò almeno venti pistole puntate addosso. Mi sembrano tutti così uguali questi uomini, vestiti di nero e così freddi. Userò la mia tattica da spaccone come al solito. Mello dove sei quando ho bisogno di te con le tue cazzo di battute scadenti e sempre uguali, è vero, ma sempre con una fottuta soluzione. Dai, guardiamoci in faccia, questi mi fanno fuori qui e ora, è evidente. Cazzo cazzo cazzo!

 

 

Aha! Notizie alla radio decenti finalmente. Cosa? cosa vuol dire che hanno fermato uno dei due? Mi guardo istintivamente in giro, sapendo benissimo cosa vuol dire. No, cazzo no! Matt! Non è certo me che hanno fermato. Mi mordo un labbro riflettendo. Lo so che io sono quello che ha una soluzione a tutto. Lo devo essere. Lo sono sempre stato. Poi mi rendo conto che io non lo sono: io lo sembro. Ho ingannato tutti con questa mascherata, anche me. E ora mi rendo conto che non ho nessuna soluzione miracolosa tra le mani da mettere in atto come fosse una cosa normale. Non stavolta. Lo so che mi aspetti Matt, ma stavolta cosa posso fare?ma chi sono io? il classico duro? Il classico mafioso? No. Solo con Matt dicevo ciò che mi passava in mente senza preoccuparmi di cosa avrebbe detto, lo so. Ma pensavo che fosse perché lo dovevo considerare un sottomesso. Solo ora mi rendo conto che era perché Matt è il mio unico amico.

Ma è troppo tardi.

 

 

Va bene. Sparate. Uccidetemi. Non credo proprio che ora spunterà qualcuno a salvarmi, no? Perciò avanti, facciamolo finita. Non posso lamentarmi, muoio con una sigaretta in bocca da vero figone. E poi mi piace questo sapore in bocca. Mello, lo so che non sei onnipotente, non ti dispiacere di non aver fatto niente per me. Lo sapevo che c’erano questi rischi, no?

Ti ricordi Mel, quella volta che Roger ti aveva messo in punizione e io ero riuscito a infiltrarmi in camera tua di nascosto con il tuo prezioso cioccolato? Ti ricordi quando Roger entrò in camera tua per sirti che la punizione era finita e per nascondermi tu mi chiudesti nell’armadio? Non sai quanto mi piaceva quell’odore. Il tuo odore peraltro. E tutti quei vestiti di pelle erano strani. Quando te lo dissi, dopo che Roger fu uscito, tu mi mandasti a quel paese. Come sempre.
Ti ricordi Mel, quando entrasti in camera mia sbattendo la porta dopo aver visto una delle liste e aver trovato al primo posto Near? Prima mi saltasti addosso e mi prendesti a botte, per sfogarti. Poi tirasti pugni a tutta la stanza. Mi ricordo che ti fissavo inebetito, chiedendomi cosa c’entrassi io con quella lista. Mi accusasti di essere un amico pessimo, e quando ti risposi che non era vero e che tu eri l’amico pessimo, ti fermasti di botto, mi fissasti e scoppiasti a piangere come un bambino. Quale eri dopotutto. Allora ti abbracciai istintivamente. Anche allora trovai piacevole il tuo odore. Ti consolai parlandoti all’orecchio, ti ricordi Mel? Non parlasti mai di quell’avvenimento e mai più ti ho visto piangere, se non di rabbia. E di gioia una volta.
Quella volta che fuggi anche io dalla Wammy e ti trovai. Era da tanto tempo allora, che non ci vedevamo. Tu mi accolsi con una faccia da pesce lesso, ti facesti abbracciare e quando ti lasciai, notai una minuscola lacrimuccia sul tuo occhio sinistro e un sorriso. Non l’hai mai ammesso. In quel periodo però, non hai più sorriso molto, eh?
Ti ricordi Mel quella volta che andam-

  
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