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Autore: Shyar    26/09/2012    2 recensioni
"Faccio parte della KSC, alias la Keyblader Search Company. Cerchiamo persone che abbiano il potere di maneggiare il Keyblade."
In un mondo coinvolto in una guerra contro l'oscurità, solo i due prescelti dal Keyblade, Shad ed Angelica, possono sconfiggere il male e riportare tutto alla normalità.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Capitolo 3: Terremoto
 
La ragazza si gettò contro il suo compagno, tenendo l’arma bassa, e gli sferrò un fendente, subito bloccato dalla sua chiave; le indirizzò un calcio, che riuscì a schivare per poco, stringendo i denti. Fecero entrambi forza sulle armi, guardandosi negli occhi, decisi a non cedere.
Shad si inumidì le labbra, nervoso: erano troppo vicini..
Lei colse al volo la sua distrazione: fece sparire velocemente la sua chiave, scattando verso destra e lo colpì con un calcio dietro alle ginocchia, che cedettero;  il Keyblader cadde in ginocchio e la castana gli puntò contro la propria arma, apparsa di nuovo nella sua mano.
Sight ridacchiò alla vista di quella scena, guadagnandosi un’occhiata assassina dal ragazzo, sentendosi umiliato, guardando in seguito verso la ragazza. Lei arrossii: non aveva assolutamente idea di come avesse fatto.
La castana sospirò, fece sparire il Keyblade e gli tese una mano per aiutarlo a rialzarsi, ma lui ghignò, le prese la mano e la gettò a terra, usando le proprie gambe per bloccare le sue, e le puntò la lama della sua arma contro la gola.
Angelica aggrottò le sopracciglia, osservando velocemente la loro posizione; con tutta la forza che aveva si voltò e lo fece cadere, alzandosi subito dopo e portando la lama del Keyblade davanti al suo petto.
Il moro si rialzò, correndo verso di lei e alzando la sua chiave per colpirla, ma parò il colpo e contrattaccò con un fendente basso, che venne subito bloccato. L’amico fece forza sulla propria arma, rompendo la difesa della compagna e facendola cadere all’indietro, mentre si gettò di nuovo verso di lei, che sbuffò, saltando in piedi, e prese a correre contro di lui, quando Sight mise la propria chiave blu tra il Keyblader e la castana, che, fermandosi di scatto, perse l’equilibrio, cadendo a terra.
-Quando attaccate siete troppo istintivi e non guardate con attenzione i vostri movimenti- disse, sospirando ed abbassando la propria arma. –Shad, rimettiti nella posizione in cui eri poco prima, per favore-.
Il ragazzo obbedì, alzando la propria chiave. Il Superiore diede un leggero colpetto con la spada-chiave sul fianco dell’allievo. –Angelica, aveva lasciato un’apertura. Anche prima aveva commesso lo stesso errore, e anche tu, ma nessuno dei due se n’è accorto- disse, allontanandosi di un passo e facendo sparire l’arma. I due ragazzi si guardarono, sconvolti: li aveva raggiunti in un secondo? Di meno?
L’uomo ridacchiò, divertito dalle loro espressioni. –Forse non si direbbe, ma sono abbastanza veloce- accennò, sicuro di ciò che i propri allievi stessero pensando. In fondo, non erano le prime matricole che rimanevano stupite dalla sua velocità e di sicuro non sarebbero stati gli ultimi.
Angelica si riscosse, rendendosi improvvisamente conto di essere completamente fradicia dalla testa ai piedi e che anche i suoi occhiali erano pieni di gocce d’acqua. Sospirò.
Sentì una debole voce e alzò di scatto la testa. A giudicare da come la stavano guardando, nessuno dei due aveva parlato. La ragazza aggrottò le sopracciglia e sospirò di nuovo, alzandosi.
La vista le si annebbiò di colpo e dallo spavento si lasciò ricadere a terra, terrorizzata. Non riusciva ad avvertire nulla, né la sua mano destra, che doveva ancora stringere il Keyblade, né il pavimento sotto di lei. D’un tratto si ritrovò in un corridoio oscuro, senza nemmeno una minuscola luce ad illuminarlo. Sembrò passare quella che sembrava un’eternità, quando la terra sotto di lei cominciò a tremare. Urlò, spaventata, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprii si trovò davanti Sight, con un’espressione preoccupata sul suo volto; la abbracciò, mentre lei si accorse di star tremando come una foglia.
-Fai un respiro profondo, Angelica.. calmati, non è successo nulla..- le sussurrò e la ragazza obbedì, sapendo di non poter fare altrimenti. –Se te la senti, dimmi ciò che hai visto, per favore..- le chiese in seguito, sciogliendo l’abbraccio. La guardò negli occhi, stavolta la sua espressione era rassicurante e per niente arrabbiata.
-Un corridoio.. e la terra stava tremando..- mormorò la Keyblader con voce flebile, abbassando lo sguardo sulla propria chiave, ancora stretta nella mano. Il compagno si avvicinò ai due, perplesso.
-Cos’è successo?- domandò, inarcando un sopracciglio. In un primo momento era stato preoccupato per l’amica, ma il Superiore aveva immediatamente dato segno di sapere cosa stava succedendo alla sua compagna.
-Ha avuto una visione, Shad- spiegò in fretta l’uomo, alzandosi. –Vi spiegherò il resto dopo, adesso è necessario avvertire..-
In quel momento l’allarme del complesso cominciò a suonare, assordando i tre con il rumore della sirena; l’uomo moro imprecò, mentre il paesaggio attorno a loro spariva.
-Seguitemi, veloci!- ordinò ai due, correndo fuori dalla stanza; il ragazzo tirò su l’amica e, tenendola per mano, lo seguì. Tutta la KSC era uscita dalle loro camere, ovunque fossero, e si ritrovava riversata nel corridoio principale. Avanzando faticosamente attraverso la folla, i due ragazzi ebbero modo di sentire le voci di corridoio dei vari soldati: c’era chi pensava fosse un’esercitazione (a quanto pareva, non ce n’erano state molte negli ultimi mesi) e chi invece sosteneva fosse un attacco nemico. Angelica tremò, era sicura non fosse nessuna di queste possibilità. Prese un respiro profondo, stringendo la propria mano sull’arma, che non era ancora scomparsa.
-Lucas, abbiamo un problema!- disse Sight, toccando il proprio auricolare. Si voltò per pochi secondi verso i due allievi, che, anche se con un po’ di difficoltà, lo stavano seguendo. –Sì sono qui con me-.
Una scossa improvvisa fece tremare l’intero corridoio; la Keyblader cadde a terra, non trascinandosi dietro per poco il compagno, e anche il Superiore si fermò, stringendo i denti. I soldati si misero in posizione d’attacco, non sapevano che cosa stesse succedendo. L’uomo raggiunse i due ragazzi, tentando di calmare un po’ Angelica, che aveva ripreso a tremare.
-Scusa, stiamo bene- mormorò il Superiore, diretto all’auricolare. –Non lo so, ma Angelica l’aveva visto..-
La Keyblader, ancora un po’ tremante, si alzò in piedi, facendo segno all’uomo di poter continuare. Quello fece un sospiro di sollievo, correndo di nuovo tra le fila di soldati; i due lo seguirono subito.
La seconda scossa arrivò pochi secondi dopo, ma non si fecero fermare; la ragazza strinse i denti, tentando di non ricordare di nuovo la visione. Shad le strinse la mano più forte, ricordandole che non era da sola, dopodiché accelerò il passo.
-Lucas, scosse stimate?- chiese velocemente l’uomo, aspettando la risposta. –Va bene, aprici!-
Si fermò di colpo davanti ad un grandissimo portone color panna, finemente decorato e dall’aria molto pesante. Lo aprì come se non pesasse più di una piuma, facendo cenno ai due ragazzi di entrare. Non appena obbedirono, entrò anche lui e si chiuse l’entrata alle spalle.
-Sight, finalmente!- lo riprese un uomo alto e muscoloso, dai corti e disordinati capelli neri,  mentre il compagno si diresse verso una seconda porta, stavolta di vetro, mentre i due apprendisti lo seguirono, come così Lucas.
Non appena entrarono, nonostante la situazione, non poterono fare altro che rimanere fermi sull’entrata, stupiti.
Tutto in quella sala era trasparente: il pavimento, il soffitto, le pareti, persino le scrivanie, disposte a cerchi concentrici su diversi livelli, a cui stavano sedute numerose persone, che stavano lavorando freneticamente. Attorno a loro ruotavano ogni tipo di ologrammi, da cartine della zona, a quelle della KSC, dall’elenco dei soldati in loco a quello delle armi disponibili in caso di attacco. Sulle grandi pareti della stanza ruotavano schede informativi su nemici e luoghi, e, al centro di tutto il locale, si trovava l’ologramma di un globo, con dei puntini rossi segnati sopra di esso.
Vennero riportati alla realtà da una terza scossa, che mandò in confusione per qualche secondo tutti i dispositivi in quella stanza, distorcendo ed eliminando ologrammi e schede. Angelica si aggrappò ad un angolo della scrivania più vicina, sentendosi girare la testa.
-Cosa sta succedendo?- domandò Sight non appena la scossa terminò, avvicinandosi a quello che sembrava il coordinatore del reparto; la sua divisa era diversa: mentre tutte le altre erano camici bianchi, il suo era grigio con alcuni riconoscimenti appuntati sulle spalle.
-A quanto pare dei nemici hanno tentato di avvicinarsi alla KSC dal sottosuolo, signore- rispose velocemente l’uomo, non fermandosi nemmeno per salutare il suo superiore, troppo preso da ciò che stava facendo alla sua postazione.
–E ci sono riusciti, dannazione!- sbottò Sight, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, scompigliandoli. –Possibile che ci abbiano già rintracciati? Siamo qui da soli tre mesi!-
L’uomo scosse il capo, ingrandendo un’immagine sulla parete di fronte al Superiore: alcuni Heartless stavano tentando di sfondare la parete protettiva della base, ma con scarso successo. Erano pochi per poterci riuscire, considerata la loro statura, considerò il Keyblader, aggrottando le sopracciglia.
-Ci hanno trovato,  ma non riusciranno mai a passare, sono troppo deboli per riuscirci- accennò infatti l’uomo, diretto al Superiore, che sospirò.
Chiuse per qualche secondo gli occhi, facendo ordine nella propria mente. Non c’era nessuno a comandarli? Magari avrebbero potuto trovare chi aveva detto loro di attaccare la base e sconfiggerlo..
-Sight!- urlò la Keyblader, facendogli aprire di scatto gli occhi. –L’ultima!-
L’uomo fece appena in tempo ad urlare di proteggersi sotto alle scrivanie che la scossa arrivò, improvvisamente, scuotendo l’intera base. Sicuramente era molto più forte delle altre, pensò, stringendo i denti.
-Signore, una parte dell’ala est della base è stata distrutta!- avvertì l’uomo, con voce agitata. Sugli schermi, appena riaccesi, apparve una foto: le mura dell’edificio erano scomparse, l’unica cosa che adesso negava l’accesso ai nemici era la terra e qualche grande roccia. L’uomo sconosciuto imprecò, mentre Sight uscì di corsa dalla stanza, diretto al luogo dell’accaduto.
-Feriti e morti?- domandò Lucas, calmandosi. L’uomo voltò leggermente la mano sul proprio terminale, toccandolo poi subito dopo: apparvero tre schede, che dominarono sulla grande parete a destra.
-Questi tre fanti risultano dispersi ad un primo conteggio, è possibile che li abbiano già trovati- accennò l’uomo.
Una delle foto rappresentava un uomo adulto, di 36 anni, così diceva la scheda. William Gray, capelli lunghi e scuri, una bandana in testa ed un sorrisetto sul volto. La seconda era di Nathan O’Conwell, di 24 anni, capelli biondi un po’ ribelli, un sorriso seducente.
La ragazza sgranò gli occhi alla vista dell’ultima scheda: Nexen Abey, corti capelli castani, espressione tranquilla.
-Solo diciassette anni..- mormorò il Keyblader vicino a lei, sospirando. La castana lo guardò, a quanto pare avevano pensieri molto simili.. Il lampo di un’idea gli danzò negli occhi scuri, giusto il tempo che Angelica lo vedesse, poi tornarono ad oscurarsi.
L’uomo osservò i due ragazzi per qualche secondo, inarcando un sopracciglio, per poi tornare a guardare lo schermo.
-Qualcuno li sta già cercando?-
-Io, Lucas- rispose da qualche parte una voce, quella di Sight. –Abbiamo già trovato O’Conwell, non riporta nessuna ferita; la ricerca degli altri due fanti è ancora in corso- disse, con voce affannata.
-Cosa facciamo con i Keyblader? Devono rimanere qui con me?- domandò, senza nemmeno guardarli. Il Superiore sembrò pensarci per qualche secondo, poi disse velocemente qualcosa, forse avevano trovato un secondo fante, pensò il ragazzo.
-Rimandali nelle loro camere, ormai sanno dove si trovano- disse, distratto. –Vi aggiornerò se ci saranno novità- accennò, poi chiuse di fretta la comunicazione. Con essa, scomparve anche la scheda del fante ritrovato.
L’uomo a capo del centro di controllo annuì, soddisfatto, mentre i sistemi degli altri terminali cominciavano a ripristinarsi in seguito alla scossa.
L’uomo moro sospirò, lo avevano avvertito che quei due ragazzini erano davvero cocciuti, lo avrebbero implorato in ginocchio pur di rimanere lì. ‘Ma gli ordini sono ordini’ pensò, rassegnandosi. Si voltò verso i due ragazzi, che lo guardavano, seri.
-Seguite le direttive di Sight- si limitò a dire, poi tornò ad occuparsi degli ologrammi nella sala, cominciando a dare una mano per sistemare tutto. I due ragazzi sospirarono, sicuramente non sarebbero riusciti a fargli cambiare idea, così si congedarono ed uscirono dalla stanza.
Notarono immediatamente che in quella parte di corridoio non si sentiva il minimo rumore e non vedevano passare nessuno. Tutti erano andati sul luogo dell’incidente, così pensò il ragazzo, altrimenti qualcuno sarebbe pur dovuto passare di là, era il corridoio principale, dopotutto. La Keyblader stava guardando un punto imprecisato nel vuoto,  persa anche lei nei propri ragionamenti. Nonostante quello di tornare nelle loro camere fosse un ordine, nessuno dei due ragazzi aveva davvero intenzione di seguirlo, erano troppo preoccupati per farlo.
-Ma preoccupati per cosa..?- mormorò Angelica, sospirando. Da quando aveva avuto quella specie di premonizione si sentiva strana e non sapeva spiegarsene il motivo.
Il moro si voltò verso la compagna, tentando di capire che cos’avesse. ‘Sono preoccupato per quei fanti, ovviamente’, questa era la risposta che subito gli era saltata in mente e stava per dirla, quando d’un tratto non si era sentito più così sicuro: la vera risposta doveva essere un’altra..
-Forse ci sentiamo minacciati per via di quei nemici..?- sospirò di nuovo l’amica, stavolta voltandosi verso di lui. –E’ come se potessi percepire la presenza di qualcosa, vicino a noi, ma non so cosa.. e non so nemmeno spiegarmi come..-
In quel momento, una leggera scossa fece tremare di nuovo la base. La ragazza, spaventata, indietreggiò di qualche passo; il compagno la prese per un braccio, temendo che potesse cadere. Rimasero in quella posizione per qualche minuto, osservandosi l’un l’altra; dopo un po’, Shad la liberò dalla propria stretta. Si portò un dito alle labbra, facendole segno di rimanere in silenzio, poi la invitò a seguirlo. All’inizio proseguirono camminando, ma a poco a poco il ragazzo aumentò l’andatura, finché non si ritrovarono a correre per i corridoi, oltrepassando di un bel pezzo l’ala dove si trovavano i loro alloggi. La castana continuò a seguirlo senza dire una sola parola.
Si fermarono solo quando si ritrovarono entrambi ad ansimare per la corsa, in un luogo così silenzioso e vuoto da permettere ai due di sentire l’eco del proprio respiro accelerato.
-Perché qui?- chiese Angelica, appoggiandosi contro uno dei freddi muri grigi per riposarsi qualche secondo.
-Non si sa mai, la nostra stanza potrebbe essere sorvegliata- rispose lui, calmo, guardandosi in giro. –Siamo sempre dei Keyblader, no?-
L’amica annuì, comprendendo il suo ragionamento. Dopo aver girato per un po’ nell’ambiente circostante, il moro le si avvicinò e si appoggiò anche lui al muro.
-Credo che tu l’abbia già capito, ma per sicurezza lo dirò ad alta voce- mormorò, la sua voce era a malapena percettibile. –Se entro stanotte non avranno trovato i due fanti, ho intenzione di andare io stesso a cercarli- disse, i suoi occhi scuri trasmettevano sicurezza. La Keyblader annuì, aveva intuito giusto, poco prima.
-Vengo anche io-.
-Se ci scoprono, probabilmente ci puniranno. Sei pronta a questa eventualità?- le chiese il compagno; senza esitazione, lei annuì. –Perfetto- concluse lui, cominciando ad incamminarsi verso i loro alloggi. L’amica fece per seguirlo, quando un soffio d’aria gelida attraversò il corridoio, facendola tremare di freddo. Sternutì.
-Sei ancora bagnata?- si sorprese il Keyblader, voltandosi verso la compagna tremante.
-Lo sei anche tu, se è per questo..- borbottò lei, sternutendo di nuovo. Il ragazzo ridacchiò, avvicinandosi; si tolse il maglione nero, con tanto di spalline protettive ancora attaccate, e lo porse alla compagna. Angelica arrossì immediatamente, ma non potè fare a meno di osservarlo: aveva ancora indosso una leggera canottiera nera, che gli aderiva perfettamente al petto, mostrando i suoi muscoli e la sua figura snella.
-Su, mettitela- disse, sospirando. –O farai venire un raffreddore ad entrambi- concluse, ghignando. La ragazza si riscosse e prese delicatamente l’indumento dalle mani dell’amico, lo ringraziò e infine se la mise velocemente. In quanto maglione, aveva assorbito non poca acqua, ma era quasi completamente asciutto, al contrario della sua giacchetta azzurra. Il Keyblader annuì, soddisfatto, e si girò, cominciando a camminare nella stessa direzione di poco prima. L’amica sospirò, sistemandosi per bene il colletto del maglione. Inspirò profondamente, sorridendo.
‘Che buon profumo..’
-Angelica, cosa ci fai ancora lì ferma? Su, sbrigati!- la richiamò da lontano l’amico. Lei annuì, raggiungendolo.
Camminarono per un po’, quando la ragazza si fermò davanti ad una grande porta di vetro, pensando. La indicò.
-Shad, non è questa?- chiese, non essendo sicura. Il ragazzo la osservò, inclinando la testa, poi scosse il capo.
-La nostra si trova di fronte ad un secondo corridoio, ti ricordi?- le fece notare lui, indicando una seconda porta di qualche passo più avanti. La compagna sospirò, raggiungendolo.
Camminarono lentamente per il resto del tragitto, in quanto non erano lontani, ci avrebbero messo poco.
Quando aprirono la porta della loro camera, notarono immediatamente il buon profumo nell’aria, pareva di fiori.
I letti erano stati appena rifatti e un pacchetto era stato lasciato su ognuno dei due giacigli.
-Una divisa pulita..- mormorò il ragazzo, prendendo in mano la sua. –Vai subito a farti una doccia, poi andrò io. E non metterci troppo- avvertì in seguito, mentre la compagna annuì; lei prese la divisa pulita e sparì nella stanza affianco. Dopo pochi secondi il ragazzo udì il rilassante rumore dell’acqua che scendeva dalla doccia.
Aspettò per un po’, indeciso su cosa dovesse fare nel frattempo, quando si ricordò della televisione nella loro stanza. Si sedette sul divano, sospirando di piacere, finalmente si sedeva dopo ore passate in piedi, poi prese il telecomando e accese l’apparecchio. Era parecchio strano, nessuno presentava il programma, che sembrava tanto un telegiornale, ma c’erano solo informazioni varie che passavano velocemente per lo schermo, immagini e scritte confuse tra di loro. All’improvviso lo schermo si svuotò completamente ed apparvero le foto dei tre fanti scomparsi. Su una delle tre rappresentazioni c’era una spunta, che comparve anche sul compagno, William Gray. Shad sospirò. ‘Manca solo il diciassettenne..’ Non c’erano stati altri allarmi, quindi la situazione doveva essersi calmata un po’, ma ancora c’era un disperso..
In quel momento, l’amica uscì dal bagno pulita, ma sembrava ancora infreddolita: continuava a tremare, nonostante avesse indossato gli abiti asciutti.
-Non ti sarai ammalata sul serio..- sospirò il compagno, avvicinandosi a lei, e le mise una mano sulla fronte, spostandola di poco un paio di volte. –Non mi sembri calda..- Lei scosse il capo.
-Sto bene, tranquillo, mi devo solo scaldare un attimo- mormorò, non sottraendosi però al tocco dell’amico. –Piuttosto, li hanno trovati?-
-Uno sì, manca solamente Abey- rispose piano il Keyblader, guardando la compagna, che aveva un’espressione preoccupata. Entrambi avrebbero voluto aiutare con le ricerche, ma non lo avrebbero mai permesso.
-Vai a riposare un po’, io intanto vado a farmi la doccia- le consigliò lui, prese i vestiti dal letto e sparì nell’altra stanza. La castana abbassò lo sguardo. Si diresse lentamente verso il suo letto, lo disfò e si lasciò cadere tra le morbide coltri, coprendosi. Finalmente sentì il calore cominciare a pervaderla. Poggiò gli occhiali sul tavolino lì accanto, si sistemò per bene sul cuscino e chiuse gli occhi. Si sentiva troppo stanca..
Quando il ragazzo uscì dal bagno, asciutto e pulito, la trovò profondamente addormentata. Sospirò, ma non riuscì a reprimere un sorriso: rannicchiata sotto le coperte, sembrava così piccola e fragile, adesso che non impugnava la sua arma.. Le si avvicinò, come ipnotizzato, e si sedette sul suo letto, vicino a lei. Stette per qualche minuto ad osservarla dormire, sul viso della ragazza stava formandosi un leggero sorriso. Le spostò un ciuffo di capelli che le era finito davanti agli occhi, mettendoglielo con un tocco leggero dietro l’orecchio..
Il rumore della porta che si apriva lo fece scattare in piedi e, puntando la mano davanti a sé, evocò velocemente il Keyblade senza pensarci due volte.
-Chi va là?- disse, stringendo la presa sull’arma. Vide spuntare dietro all’uscio dei ciuffi rossi, così, quando Aaron spalancò la porta, rimase in silenzio, mentre l’uomo studiava la sua spada-chiave.
-Uhm.. hai già imparato ad evocarla, vedo- disse, sembrava soddisfatto del passo in avanti del ragazzo. Il moro la fece sparire, tornando ad osservare l’uomo.
-Già tornato dalla missione? Ce l’avete fatta?- domandò, forse un po’ troppo ad alta voce, preso dalla foga di chiedere; la ragazza dietro di lui gemette, ma non si svegliò.
-La missione è quasi completa, così ho lasciato il resto a Lloyd e sono tornato indietro non appena mi hanno avvisato delle scosse- rispose, mentre l’altro si sentì sollevato. Si chiese per un attimo chi fosse Lloyd, ma poi si disse che non aveva importanza. –Venite in mensa a mangiare, tra qualche minuto- concluse, uscendo dalla stanza. Il ragazzo sospirò, tornando a sedersi sul divano. Le ricerche erano ancora in corso. Fu ancora più sicuro della propria decisione.
 
La ragazza venne svegliata da un sommesso rumore d’acqua che scorreva. Ancora assonnata, si chiese se non stese piovendo, ricordandosi in seguito di non poter verificare questa ipotesi. Guardò l’orologio attaccato alla parete di fronte  a lei: erano le otto, molto probabilmente di sera, pensò. Si tirò lentamente a sedere per evitare capogiri e sbadigliò. Tentò in seguito di rassettarsi un po’ gli abiti, che non erano nemmeno così stropicciati come pensava. La porta del bagno si aprì improvvisamente e ne uscì Shad, a petto nudo e con solo un asciugamano a nasconderlo dal bacino in giù. La castana arrossì violentemente, voltando immediatamente la testa dalla parte opposta.
-Oh, buonasera- accennò lui, sorridendole. –Hai dormito così profondamente da mezzogiorno fino ad ora che temevo non ti svegliassi più- aggiunse, ghignando. Angelica borbottò qualcosa d’incomprensibile, ma poi lui rise, riportandole il sorriso sulle labbra. –Preparati, dobbiamo andare a cenare- concluse, facendo per togliersi l’asciugamano; la Keyblader corse nell’altra stanza, chiudendo a chiave la porta.
-Esagerata!- urlò l’amico, ridendo.
-Non si sa mai!- rispose di rimando la compagna, sicuramente stava ridendo anche lei, pensò il ragazzo. Shad si vestì velocemente. Si era già fatto due docce prima di quella, dato che aveva avuto molto, forse troppo tempo a disposizione per pensare al piano di quella sera, ed aveva bisogno di calmarsi.
-Angelica!- la chiamò, sistemandosi le protezioni sulle spalle.
-Sì?-
-Ne manca ancora uno!- riferì, sperando vivamente che non rispondesse. Infatti la ragazza rimase in silenzio, sapendo già cosa l’amico aveva voluto dirle con quella frase. Uscì poco dopo dalla stanza in ordine, i capelli pettinati alla perfezione e nessun segno del lungo riposino di quel pomeriggio. Il Keyblader schioccò la lingua in segno d’approvazione, soddisfatto, poi uscirono insieme dalla stanza.
Il corridoio era affollato da moltissimi soldati che avevano finito il loro addestramento e che, come loro due, si dirigevano verso la mensa. Sembravano migliaia, pensò la ragazza, tentata di aggrapparsi a Shad per non perdersi in quella folla. Lui invece, si trovava completamente a proprio agio tra quella fiumana di persone. Percorsero tutta la strada in poco meno di un quarto d’ora, tra gente che spingeva ed imprecava, e quando arrivarono temettero di non trovare più posto. Vagarono per qualche minuto per la sala, finché Sight non li vide e fece loro segno di sedersi con lui e lo specialista dai capelli rossi.
-Aaron mi ha riferito che sei riuscito ad evocare velocemente il Keyblade, bravo- disse il Superiore, riferito al ragazzo, che ringraziò, mentre l’amica sospirò, doveva essere accaduto mentre dormiva..
Parlarono per qualche minuto di cose inutili, di come fosse il tempo fuori dalla base (stava piovendo da quella mattina) e di come stavano invecchiando velocemente tutti gli specialisti.
-Beh, Zach e Seerin sono ancora molto giovani, però- fece notare il rosso all’amico, che rise, sapendo perfettamente che aveva ragione.
-Oh, che stupido..- esclamò in seguito, sorridendo. –Dobbiamo andare a prendere i nostri pasti, prima che finiscano i piatti migliori..-
-Ci sono anche qui le corse per i cibi più popolari?- domandò Angelica, curiosa.
-Ma certo, è normale. Di solito i primi a sparire sono le braciole di carne e i vari timballi, sono i più gettonati della società- spiegò, sembrava di buon umore. La ragazza abbassò lo sguardo, persa nei propri pensieri: sembrava una scuola, sembravano persone normali, non soldati..
Quando finalmente riuscirono ad arrivare al lungo tavolo dove servivano le pietanze, era rimasto solamente qualche piatto poco popolare. Shad decise di prendere del curry dolce col riso, l’amica un’insalata con tonno e uova, mentre i due uomini alcuni sandwich.
-Con cosa l’hai preso?- chiese il Keyblader, curioso, diretto al Superiore, che sorrise.
- Salmone e maionese- rispose, appoggiando il piatto sul tavolo. Aaron arrivò per ultimo e Sight cominciò a ridere di tutto cuore.
-Di nuovo?- domandò, tentando di calmarsi, senza tanto successo. I due amici si guardarono, perplessi, non avendo mai immaginato che il Superiore potesse ridere in quel modo. Lo specialista rimase in silenzio, sedendosi. –Sei lo stesso ragazzo di tanti anni fa!-
-Oh..- esclamò la Keyblader, avendo capito. Sorrise.
Un panino alla nutella.
 
Uscirono dalla mensa che era quasi notte, la maggior parte dei soldati se n’era già andata. Sight e Aaron tornarono nei loro alloggi, quasi lamentandosi di quanto fossero stanchi, ma non prima di aver raccomandato loro di non girovagare per la base, di andare immediatamente nella loro stanza. Loro, ovviamente, promisero, ma non ci fu bisogno di guardarsi per capire che il loro piano era ancora valido.
Appena furono certi di essersi allontanati di un bel po’ dai due uomini, cominciarono a correre veloci per i corridoi.
-Potrebbe esserci un meccanismo nascosto che bloccherà la porta della camera fino a domattina- ipotizzò Angelica, sospirando. L’amico ci pensò un po’ su.
-E’ possibile..-
-Voglio prima prendere un paio di cose- accennò poi la ragazza. –Una torcia, prima di tutto: non possiamo vagare al buio come ieri, dobbiamo avere qualcosa del genere in caso di bisogno. E poi anche.. delle bende. Mi pare di averne viste alcune in bagno- mormorò, persa per qualche secondo nei propri pensieri.
-Quando arriveremo, non dobbiamo chiudere la porta alle nostre spalle: se c’è qualcosa, sigillerò la stanza solo quando saranno certi che ci sia qualcuno all’interno-. Lei annuì, mostrandosi d’accordo.
Appena arrivati, Angelica si fiondò subito dentro, mentre il ragazzo tenne la porta aperta. Trovò immediatamente le bende, erano dove ricordava, e prese anche del disinfettante, ma ancora non era riuscita a trovare la torcia.
-Hai provato nei nostri comodini, o sotto ai letti?- ipotizzò Shad e la Keyblader accettò il consiglio.
-Eureka!- esclamò, tornando da lui, portando in man un piccolo sacchetto di carta in cui aveva riposto tutti gli oggetti. Uscirono velocemente dalla stanza e chiusero la porta. Preso dalla curiosità, il Keyblader provò a tirare giù la maniglia: la porta era completamente bloccata. Sospirò, era proprio come avevano immaginato, poi fece segno all’amica di seguirlo.
Data l’ora tarda, nessuno era ancora in giro per i corridoi; corsero velocemente fino alla stessa sala che avevano usato quella mattina per l’addestramento. Il ragazzo sperò che funzionasse ancora, non gli avrebbe fatto piacere ritrovarsi in una sala spoglia.
Appena entrarono, si trovarono sulla cima di quello che sembrava un grattacielo, a giudicare da come tutti gli altri palazzi parevano bassi. La città era illuminata di mille altre luci provenienti da abitazioni limitrofe, più quella un po’ più fiacca delle stelle e della luna nel cielo. Si sentivano molti dei rumori che collegavano quel luogo virtuale alle loro vecchie città, come continui rombi di motori, o di aerei od elicotteri che volavano sopra alle loro teste. Da qualche parte, un locale aveva acceso della musica a tutto volume.
Shad si sedette, senza smettere però di osservare.
-Probabilmente- accennò in seguito, tentando di distrarsi da quella visione così familiare, -qualcuno ha usato questa sala durante il pomeriggio, mentre noi non c’eravamo-. La ragazza annuì, ma sembrava sovrappensiero. Con lo sguardo fisso nel vuoto, continuava a giocherellare con i manici del suo piccolo sacchetto. Il moro tacque, indeciso se dirle qualcosa o meno. Nessuno dei due si mosse per minuti interi, quando Angelica, improvvisamente, si avvicinò al basso parapetto del terrazzo dove si trovavano. Guardò giù.
Per un attimo si sentì girare la testa, quell’altezza la faceva stare male, però voleva vedere. Avrebbe voluto lasciarsi cadere giù, solo per provare come sarebbe stato se l’avesse fatto.. ‘In questo caso’ pensò, sospirando e facendo un passo indietro. ‘Credo che farei solo terminare la simulazione’.
Il ragazzo si alzò in piedi, tirando un sospiro di sollievo, per un attimo aveva seriamente temuto che lei stesse pensando di buttarsi giù. Le si avvicinò.
-Andiamo- le disse, prendendola per mano, con un dolce sorriso sulle labbra. Lei sorrise a sua volta, tranquillizzata dal contatto con la sua mano. La strinse.
Quando uscirono dalla sala, notarono immediatamente che era scattato il coprifuoco; Angelica prese dal sacchetto, adesso in mano all’amico, la torcia, qualora avessero dovuto controllare un passaggio.
Procedevano molto lentamente, entrambi temevano di poter essere scoperti immediatamente e di essere rimandati nella loro stanza.
Trovarono il luogo dell'accaduto pochi minuti dopo: dappertutto erano state lasciate delle pale e macchinari di ogni tipo. Seduto su una sedia ed appoggiato alla parete, addormentato, si trovava uno dei soldati della società. 
Shad si raccomandò con l'amica di non fare rumore, bastò un solo gesto della sua mano a farglielo capire, poi, un passo dopo l'altro, si addentrarono nel corridoio.
La Keyblader era stata convinta fino a pochi minuti prima che avrebbero continuato le ricerche tutta la notte, ma non l'avevano fatto. 'Forse è perché i suoi compagni l'hanno visto e sanno che sta bene? Non sono preoccupati per lui?' pensò, abbassando lo sguardo. Nel frattempo il ragazzo si bloccò, stringendo un pugno.
-Dannazione..- mormorò: il passaggio era bloccato completamente da un cumulo di macerie. La compagna accese la torcia, puntandola dappertutto. C'era solamente uno stretto passaggio sulla destra.
-Forse io ci passo..- accennò con un fil di voce Angelica, deglutendo. Tremava leggermente, spaventata.
-E' rischioso- le fece notare il ragazzo, non molto entusiasta di quell'imprevisto.
-Ci vado lo stesso- disse lei; prese dal sacchetto le bende e lasciò giù la torcia, arrivò all'apertura e, senza nemmeno guardare il compagno, ci si infilò.
Era molto più stretto di quanto pensasse, ma era ancora possibile passarci attraverso. Ci mise qualche minuto ad uscire, sia a causa del poco spazio a disposizione, sia perché, al contrario di quanto avevano pensato fino ad allora, il muro era davvero spesso.
Angelica, tutto bene?- la chiamò il ragazzo, un po’ in pensiero. Lei aspettò qualche secondo per rispondere, schiacciata com’era le mancava il respiro. Appena si tirò su, tossì leggermente, riprendendo fiato.
-Sto bene- gli rispose, a voce bassa. –Vado a cercarlo-. Non aspettò la risposta del compagno, era sicura che avesse sentito.
In quella parte di corridoio alcune delle luci erano state rotte dalle macerie e quelle poche rimaste erano a malapena sufficienti ad illuminare il passaggio. Angelica tremò, pentendosi di non aver portato con sé la torcia, ma continuò ad avanzare lentamente, col cuore in gola. Un alito di vento proveniente da qualche parte davanti a lei la fece sussultare: se c’era dell’aria, voleva dire che i nemici..
Avvertì un rumore vicino a lei; trasalì, stringendo forte nella sinistra le bende e facendo apparire nella destra il suo Keyblade che, con la sua luce, illuminò per qualche secondo il tratto di corridoio circostante. Non vide nulla.
Un mostriciattolo nero si lanciò improvvisamente contro di lei, che bloccò rapida l’attacco con la sua arma, respingendolo. Ansimò, si era dovuta mordere la lingua per non urlare dallo spavento; strinse la presa e si avventò sul nemico, che non fece in tempo a spostarsi: sparì subito, ucciso dalla spada-chiave. La ragazza prese a correre per il corridoio.
Continuava a girarsi febbrilmente da una parte e dall’altra, terrorizzata dall’idea di poter incontrare altri Heartless, quando andò a sbattere contro qualcosa; cadde all’indietro, lanciando un debole gridolino, e lasciando la presa sulle bende e sull’arma, che sparì.
-Uh..?- mormorò una persona: la voce sembrava appartenere ad un giovane uomo. –Cosa ci fa qualcun altro, qui..?-
Non sembrava spaventato, ma sicuro di sé, tranquillo.. –Non sarai mica rimasta bloccata anche tu..?!-
-N-no..- balbettò la ragazza, agitata. Non riusciva a vedere con chi stesse parlando, e se fosse stato qualcuno della squadra di ricerca? –Sono venuta a cercare un ragazzo..-
-Allora sei qui per me?- domandò lui, mormorando, e si abbassò alla sua altezza. Angelica sorrise, vedendo finalmente il suo interlocutore: Nexen Abey.
-Sì. Sei ferito?- gli chiese immediatamente, preoccupata. Il castano scosse il capo, tranquillizzandola.
-Ero molto lontano dal luogo del crollo, non sono rimasto coinvolto, ma non sono riuscito ad uscire da solo- spiegò, bloccandosi poi di colpo. -Io non ti ho mai vista prima.. chi sei?- le domandò, scettico.
-Ah, scusa.. il fatto è che sono qui solo da un giorno..- balbettò, imbarazzata. –Mi chiamo Angelica Skyheart, sono una Keyblader..- si presentò, arrossendo. Il ragazzo lanciò un verso di sorpresa, poi s’inginocchiò.
-Nexen Abey, fante, al suo servizio- disse, formale, chinando il capo.
-N-non darmi del lei.. sono una ragazza normale e sono anche più giovane..- mormorò la Keyblader, imbarazzata; il fante sembrò un po’ indeciso, ma alla fine annuì.
-Va bene, ti chiamerò semplicemente Angelica- concluse, sorridendo. Si alzarono entrambi da terra, raccogliendo le bende, e cominciarono a tornare indietro. Lei sperò che nel frattempo nessuno si fosse accorto della loro assenza.
Camminarono in silenzio, rimanendo in ascolto: Nexen non aveva la propria arma con sé, perciò, nel caso, la ragazza avrebbe dovuto combattere per difendere entrambi.
Raggiunsero in poco il punto in cui i due Keyblader si erano separati; la ragazza vide un raggio di luce gialla apparire e sparire in continuazione da una fessura in basso: Shad stava indicando il punto esatto.
-Ecco, sono entrata da laggiù- mormorò la castana a Nexen, che annuì. –Shad, spegni la torcia!- disse in seguito al compagno, che udì la voce dell’amica; la luce non si riaccese. Il fante si infilò subito nell’apertura, seguito dalla Keyblader; una volta che si ritrovarono entrambi dall’altra parte del muro, la ragazza ringraziò il cielo di non dover tornare di nuovo indietro.
-E così tu sei Nexen, giusto?- domandò Shad, guardandolo. –Io mi chiamo Shad Quinn, piacere- si presentò, tendendogli la mano. Il castano esitò, non gli era mai capitato di essere trattato come un pari, non sapeva cosa fare.. sospirò e gliela strinse.
-Nexen Abey, fante, piacere mio- rispose, sorridendo. –Perché siete venuti a cercarmi?- domando poi, curioso.
Il Keyblader scambiò una rapida occhiata con la compagna: sicuramente lui non immaginava che fossero venuti lì di nascosto.. sospirarono.
-Volevamo aiutarti- rispose la ragazza, abbassando lo sguardo. –Anche se ce lo avevano proibito..- ammise, sorridendo in seguito. Il ragazzo arrossì, imbarazzato, era la prima volta che qualcuno si preoccupava così per lui..
-Allora, vi ringrazio davvero..- mormorò, felice. I due Keyblader gli sorrisero.
Si separarono poco dopo, raccomandandosi con il fante di non dire a nessuno che erano stati loro a trovarlo. Si salutarono con un sorriso, sperando di rivedersi presto.
I due ragazzi, appena furono certi di essersi allontanati abbastanza, si concedettero un sospiro di sollievo: tutto era andato come previsto. Sorrisero di nuovo l’un l’altra, erano davvero di buon umore.
 
Appena li vide sospirò, si spostò dalla colonna a cui stava appoggiato da ormai mezz’ora e si diresse a passo di carica verso i due ragazzi che, muti e silenziosi, si stavano avvicinando.
Si piantò loro davanti senza che nemmeno l’avessero visto, per poco non gli andarono a sbattere contro e la ragazza trattenne a stento un grido.
-Allora?- domandò Aaron, incrociando le braccia. –Dove siete andati nel cuore della notte?-
I Keyblader si guardarono, il ragazzo che almeno tentava di rimanere calmo, mentre l’amica sembrava parecchio agitata. Sbatté un paio di volte le palpebre, poi si rivolse all’uomo.
-D-Dovevamo andare in bagno!- disse, velocemente, arrossendo all’istante. Lo Specialista si trattenne a stento dal battersi una mano sulla fronte, mentre Shad si impedì di ridere mordendosi la lingua: adorava quel suo lato un po’ ingenuo ed infantile..
-Vi ho aperto la porta- si limitò a dire l’uomo, sospirando. -Buonanotte- si congedò, lasciandoli di nuovo da soli. Il Keyblader si concesse una risata, aprendo la porta.
‘Missione compiuta’ pensò, soddisfatto: la sua ricompensa sarebbe stata una notte ristoratrice al caldo nel suo nuovo letto.
 
 
Note dell’autrice:
Dunque, dunque, dunque.. Dunque.
Ehm.. Mi dispiace davvero tanto di questi due mesi di ritardo, il fatto è che sono successe tante cose, tra vacanze ed altro, e non sono riuscita a scrivere nulla.. Cercherò di essere un po’ più veloce, d’ora in poi, vi chiedo davvero scusa.
Parlando del capitolo.. è molto più lungo di quelli precedenti, non avrei mai pensato di scrivere così tanto ^^” Ho inserito parecchi nuovi personaggi, di cui per ora conoscete solo i nomi: cercate di ricordarli, torneranno presto a farci visita u__u
Spero che vi sia piaciuto, se avete consigli e critiche ditemele, sarò felice di ascoltarle. Scusate ancora per il grandissimo ritardo! >.<
 
Shyar
   
 
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