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Autore: Vitzi    27/09/2012    8 recensioni
Terza classificata al Contest 'C'è una frase per te' di Fanny_rimes.
Marron e Trunks decidono di fare un giro nel tempo, purtroppo qualcosa andrà storto. Una Marron dal cuore spezzato sarà consolata da un forte, valoroso, ma soprattutto dolce Mirai!Trunks.
[Aveva i pugni serrati e continuava a muovere le gambe freneticamente, lanciava calci all'aria con rabbia. «No, no e nooo!» strillò ancora. Ora ciò che voleva, era solo morire.]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marron, Trunks | Coppie: Marron/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'è una frase per te

NICK EFP/ FORUM : Dafne_18
TITOLO/I :
Broken Heart
PACCHETTO :
Risotto allo zafferano
GENERE/I :
Romantico/Malinconico/Drammatico
RATING :
Giallo
OPZIONE SCELTA :

AVVERTIMENTI :
What if?
N° FRASI USATE :
3 Ti prego, non lasciarmi. Io...io ti amo. (La Bella E La Bestia); Non dimenticare mai questa promessa. (Titanic); Tutto quello che fai, sconvolge i miei sentimenti con la furia di un ciclone. (Nana)
FANDOM (SE NON ORIGINALE) :
Dragon Ball

PERSONAGGI/PAIRING : Trunks/Marron, Mirai!Trunks/Marron
INTRODUZIONE:
Marron e Trunks decidono di fare un giro nel tempo, purtroppo qualcosa andrà storto. Una Marron dal cuore spezzato sarà consolata da un forte, valoroso, ma soprattutto dolce Mirai!Trunks.
NOTE (se ve ne sono) :
Questa fic è arrivata 3° al Contest 'C'è una frase per te' di Fanny_rimes. Spero che la storia sia chiara e spero di non arrivare ultima ^^


-


Broken Heart

[Il destino è diverso, ognuno al suo.

Io sono colpevole di aver provato a scrivere il mio.]


Si alzò dolorante, la testa le pulsava terribilmente.
«Che... che è successo?» sussurrò pulendosi dalla polvere posatasi sul corpetto nero.
Notò che era incrostato di sangue, ma non era il suo.
«Trunks!» gridò raggiungendo ciò che restava della navicella distrutta.
Lo vide, era a terra a pochi metri da lei, coperto di sangue. La ferita che aveva sul petto era gonfia e profonda.
«Ma... Marry...» sospirò lui, come improvvisamente sollevato.
Con le lacrime agli occhi la bionda lo sollevò da terra e gli pulì il viso pieno di polvere nera e grigia.
«Ti sei salvata...» le sorrise lui, muovendo la mano.
Lei gliela strinse.
Non può essere vero, non può essere giunta la sua ora”.
«Trunks...» sospirò Marron piangendo come una bambina.
Lui sorrise appena ed esclamò «Non disperarti piccola... e promettimi... promettimi che andrai avanti anche senza di me, torna a casa e vivi la tua vita...»
Marron singhiozzò più forte e gli strinse la mano, dondolandosi leggermente sulle ginocchia.
«... ma...»
«Shh... shh... non dimenticare mai questa promessa, Marry...» esclamò prima di chiudere gli occhi.
La ragazza si avventò sulle sue labbra e tentò di immettere un po' di ossigeno dentro esse. Poi con foga congiunse le mani sul petto del ragazzo, sfregiato dall'enorme taglio, cercando di far passare un po' di aria nei polmoni. Sapeva che era tutto inutile.
«Non lasciarmi Trunks! Ti prego, non lasciarmi. Io...io ti amo...» singhiozzò accasciandosi di fianco al corpo inerme del ragazzo.
Le lacrime le sgorgavano lungo il viso, e ciò che voleva adesso era solo piangere.
«Sei un egoista! Come posso io vivere senza di te? Come posso vivere la mia vita? Perché quella dannata navicella è esplosa? Perché mi hai gettata fuori e tu sei restato dentro? Trunks, dimmi perché!» strillò la ragazza rivolta verso il cielo.
Aveva i pugni serrati e continuava a muovere le gambe freneticamente, lanciava calci all'aria con rabbia.
«No, no e nooo!» strillò ancora.
Ora ciò che voleva, era solo morire.



«Mi dicevi sempre di essere forte... ma come posso esserlo ora che ti ho persa?» sussurrò Trunks cercando di trattenere le lacrime.
«Nonostante tutti gli allenamenti... è stato tutto inutile... i cyborg mi hanno sconfitto. Mamma ti chiedo perdono...» sospirò infine gettando un fiore sulla tomba di sua madre, appena conclusa.
Il suo unico pensiero era quello di sconfiggere i cyborg. E sarebbe riuscito nel suo intento, quello era poco ma sicuro.
Si alzò e camminò lentamente, con le mani in tasca verso casa. Sorrise pensando alle coccole che la madre gli aveva sempre fatto, alla premura nel costruire una macchina del tempo per fargli conoscere suo padre. Lui lo sapeva che l'aveva creata per quello, voleva andare a vivere in un altro universo, un universo passato dove tutto andava per il meglio. Trunks aveva ventiquattro anni adesso. Ripensò ai momenti passati qualche anno prima... al piccolo se stesso che sorrideva e gli tirava i capelli... alla sua mamma giovane e bella... e al suo papà...
Calciò un sasso, il quale andò a posizionarsi di fianco ad un muro distrutto. Dopo un attento esame si rese conto che quel muro un tempo era una casa abbandonata, come tante altre. Ma perché ora era distrutta? Poteva voler dire solo una cosa : i cyborg erano nei dintorni.
Lentamente si avvicinò ad un auto. C'era qualcuno che urlava in un angolo, eppure... gli sembrava di sentire il suo nome...



Forse erano passate ore, forse minuti. Marron si sollevò piano, la spalla le sanguinava. Era un piccolo taglietto, dopo aver visto lo squarcio sul petto di Trunks, un misero graffio la infastidiva. Perché non era lei quella morta?
Si ripulì i vestiti e le guance con le maniche lunghe del vestito nero. Erano partiti per un viaggio nel loro passato, eppure erano capitati in un altro passato. Il viaggio per i vent'anni di Marron si era risolto con sangue e morte.
Tirò sul con il naso e, nonostante il dolore la schiacciasse, cercò di riordinare i pensieri. Trunks era morto. Sospirò e tentò di frenare le lacrime: doveva seppellirlo. Infilò le mani sotto le sue spalle, ma il peso era eccessivo. Si fermò e respirò un attimo.
Guardò la navicella distrutta, solo allora si rese conto di non avere via di scampo. Era bloccata in quel passato sconosciuto, senza navicella per tornare a casa.
Si sedette e tenendosi la testa fra le mani scoppiò a piangere. Le lacrime scendevano copiose, nessuno le avrebbe fermate, perché lei era sola. Guardò il corpo di Trunks a terra e dalla rabbia ci si fiondò sopra. Non le interessava sporcarsi ancora, senza di lui niente era importante.
«Perché te ne sei andato? Non capisci che io ti amo?» strillò guardando i suoi occhi chiusi e le sue mani inerti.
«Chi sei?»
Una voce. Impossibile. Eppure era così simile alla sua... Marron guardò gli occhi del suo defunto ragazzo, essi erano fermi e morti, esattamente come il resto del suo corpo.
Si alzò di scatto andando a urtare qualcuno. Due mani l'afferrarono prima che potesse cadere.
«Lasciami!» strillò dimenandosi dalla stretta.
Il ragazzo la liberò e lei poté guardarlo in faccia.
Il primo impulso fu quello di svenire, il secondo quello di scappare, e il terzo...
Marron si gettò fra le braccia di Trunks piangendo di gioia.
«Sei vivo! Lo sapevo, mi hai fatto prendere un colpo!» strillò aggrappandosi completamente al corpo del ragazzo.
Lui tossì e la staccò da sé. Un gesto così freddo che la fece rabbrividire. Gli occhi vuoti di Trunks guardavano il corpo morto del ragazzo. Non la stava nemmeno considerando. Marron osservò quello morto e poi tornò su di lui. Erano così simili. Però non erano la stessa persona, quello di fronte a lei non era il suo Trunks.
Una nuova emozione si insinuò dentro di lei, non riusciva a guardare il Trunks in piedi. Era più alto, aveva i capelli più lunghi e gli occhi erano di un azzurro più intenso. Le labbra erano rovinate e secche, il corpo perfetto, persino più muscoloso e forte di quello del suo Trunks.
«Vieni dal futuro?» chiese lui chinandosi per tastare il polso del se stesso defunto.
«È morto.» riuscì a dire la ragazza bionda, prima che la voce le si strozzasse.
Trunks alzò lo sguardo e si allontanò verso una grande casa.
«Dove vai?» strillò Marron seguendolo.
Il ragazzo si voltò «A casa mia. Ho fame.»
Lei si fermò un attimo, incerta, lo sguardo spento.
Chi era quello? Era davvero Trunks? Lo stesso ragazzo che era sempre stato innamorato di lei? Lo stesso ragazzo che aveva promesso di sposarla? No. Questo Trunks era diverso, più maturo e più responsabile.
«Portami con te, non so dove andare.» sussurrò allungando una mano, come per raggiungerlo.
Lui si fermò, e senza degnarla di uno sguardo disse «Sei libera di seguirmi, ma lascia là quell'altro
La ragazza annuì, nonostante fosse ferita dal tono che aveva usato per descrivere l'altro 'se stesso'.
La confusione la stava facendo impazzire, sembravano passati decenni da quando erano partiti. Si alzò la gonna e corse verso il suo nuovo Trunks.



Come poteva una ragazza creare un vortice di emozioni così forte in lui? Era sbagliato, lei veniva da un'altra epoca, il loro incontro avrebbe potuto cambiare le cose, per questo si era allontanato così velocemente dall'altro Trunks. Però lei... lei era speciale. Lo percepiva. Non si era mai innamorato e non aveva mai provato quei sentimenti verso qualcuno che non fosse sua madre. Ma questa volta era diverso. Eppure la conosceva da qualche ora, ma lei no. Lei aveva passato la sua intera esistenza insieme a lui, conosceva i suoi cibi preferiti e i suoi difetti. Anche se erano seduti su due sedie rotte, la casa aveva assunto un'atmosfera diversa.
«Davvero sono caduto dentro la torta?» chiese cercando di trattenere le risa.
Marron invece non ce la fece e la sua squillante risata argentina inondò la stanza.
«Avresti dovuto vederti! Eri pieno di cioccolato e panna! Proprio qui...» la ragazza non si era resa conto di essere terribilmente vicina al viso di Trunks.
Con la mano tremante toccò la sua guancia, il ragazzo sobbalzò e arrossì. Lei si sporse ancora un po'...
Erano così simili... due gocce d'acqua.
Le labbra della ragazza toccarono quelle di Trunks, il quale rispose dolcemente, come assaggiando il dolce lucidalabbra alla ciliegia. Le lingue si scontrarono lentamente, per poi agitarsi con sempre più velocità. Per Trunks era qualcosa di spettacolare, il primo bacio, ma non solo. Il bacio del suo vero amore. Lui in un qualche modo sapeva.
Sapeva che lei lo amava.
Sapeva che loro si conoscevano già.
Sapeva che lui non era il suo principe azzurro.
Quando sentì una lacrima sulla propria guancia si staccò, rendendosi conto di aver stretto la ragazza a sé con entrambe le mani, mentre due mani femminili si erano infilate fra suoi capelli viola.
«Mi dispiace...» borbottò alzandosi.
La ragazza stava piangendo, si era accasciata sul pavimento con la testa fra le mani.
«È solo... solo che siete così simili!» sussurrò maledicendosi per aver tradito il suo ragazzo.
Trunks sorrise appena e si avvicinò, facendola alzare in piedi.
«La macchina del tempo è carica da una settimana... io volevo mandare mia madre nel passato... però se vuoi usarla tu...» esclamò guardandola negli occhi.
Marron rimase immobile a fissare quegli enormi occhi blu, poi si piegò su se stessa e pianse più forte.
«Tornare per cosa? Trunks non c'è più... lui è morto!» singhiozzò.
Il ragazzo, colpito da quelle parole, sussurrò comprensivo «Lo amavi vero?»
Lei annuì e tirò su con il naso.
«Allora non credi che sarebbe felice se tornassi nel tuo mondo sana e salva? Potrai dare la notizia a tutti e seppellire il suo corpo nella sua città.» disse Trunks indicando lontano, dove il defunto riposava.
La ragazza si alzò in piedi, e strinse il ragazzo fra le sue braccia. «Grazie... Trunks...» sospirò.



Marron si stava cambiando. I vestiti di Bulma le stavano stretti, possibile che quella donna fosse sempre stata in forma smagliante? Si fermò a osservare una foto, in essa erano ritratti Trunks e la madre.
«È stata scattata prima che partissi...» sospirò lui entrando.
Marron sorrise ed esclamò «Siete bellissimi...»
Era in mutande, con una maglietta troppo stretta. Non ci fece nemmeno caso, era abituata agli occhi del suo ragazzo su di sé. Sussultò quando vide la strana impressione imbarazzata di Trunks, già lui non era il suo ragazzo...
«Scusa...» sussurrò mettendosi il primo paio di pantaloni trovato.
Lui abbassò lo sguardo e non appena il rossore sparì si avvicinò.
«La prima volta che ci siamo baciati quand'è stata?» chiese sorridente.
Marron non poté fare a meno di notare la nota di invidia nella sua voce.
«Proprio mezz'ora fa, ti sono saltata addosso.» sospirò.
Il ragazzo sorrise, poi tornò serio. Allora la ragazza si decise a parlare «Eravamo a casa tua... in piscina nella grande Capsule Corporation. Era il compleanno di tua sorella Bra, compiva dieci anni. Tu mi hai presa per mano... - Marron strinse la mano al ragazzo - ...e mi hai portata via dalla cerimonia, che si teneva dentro il grande salone. Siamo usciti e io... io ti ho gettato dentro la piscina con una scusa.»
La ragazza sorrise fissando gli enormi occhi blu di Trunks.
«E poi?» chiese lui.
«Poi mi hai inseguita e quando mi hai presa, ci siamo trovati l'uno di fronte all'altra... - si avvicinò sempre di più al suo viso - …tu ti sei avvicinato e mi hai baciata...»
Un vortice di emozioni la colpì, gli occhi del ragazzo la fissavano, spostavano lo sguardo dalle sue labbra a lei. Erano così simili... eppure così diversi...
Si allontanò e sorrise «Scusa, vorrei stare un po' da sola...»
Il ragazzo annuì «Certo... la cena sarà pronta fra poco...»
«Non ho fame.» disse lei ferma.
Il ragazzo la guardò un'ultima volta prima di sussurrare «Buonanotte allora...»
«'Notte...» rispose lei chiudendo la porta della sua stanza.



Trunks era tormentato dagli incubi. Si svegliò di scatto vedendo il sorriso di C-18 sfumare lentamente. Li aveva sognati di nuovo. Si alzò sentendo degli strani rumori.
Non appena in corridoio non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Marron singhiozzava disperata.
«Posso entrare?» chiese il ragazzo bussando alla porta.
Lei aprì e si gettò fra le sue braccia «È morto! Trunks è morto, Trunks!» strillò inzuppando la maglietta del ragazzo.
Lui la strinse, colpito da tutta quella tristezza.
L'altro Trunks era morto e lui stava provando strani sentimenti per la sua ragazza. Strinse i pugni, non voleva ferire nessuno, tanto meno un se stesso defunto. Si era comportato da vero stronzo.
«Marron, non è successo niente. Riposati...» disse staccandosela di dosso.
Lei lo guardò allibita, era confusa dal suo comportamento... eppure era stato così dolce e comprensivo poco prima. Era davvero una scema, lui era il padrone di casa e lei si stava comportando da pessima ospite, tutto qui.
«Ti chiedo scusa... io torno a letto, perdonami.» disse allontanandosi.
Trunks avrebbe voluto fermarla e stringerla a sé di nuovo, però qualcosa lo fermò. Si girò e si chiuse la porta alle spalle.
Perché quella ragazza era così dannatamente bella? Se ne sarebbe andata di lì a poche ore, e lui non ci voleva nemmeno pensare. Chiuse gli occhi e si diresse verso la sua stanza, sentendo in sottofondo dei singhiozzi sommessi.



Non ci volle molto per preparare le poche cose rimaste. Ben presto la navicella fu piena e pronta a partire. Trunks era terribilmente dispiaciuto. Quella ragazza gli aveva cambiato la vita, anche se per poco tempo.
«Davvero sei qua tutto solo?» chiese lei avvicinandosi al ragazzo.
Sembrava aver dimenticato ciò che era successo la notte prima.
Lui annuì e guardò in basso malinconico.
«Tua madre ha ucciso tutto e tutti, i sopravvissuti... - si fermò un attimo - non so se ce ne sono...» sospirò.
Marron sorrise appena quando disse «Mi dispiace per quello che ti è accaduto, e di averti... ferito...»
Il ragazzo spalancò gli occhi, non credeva che lei avesse capito. La guardò e vide solo sincerità.
«Sei strana Marron...» sospirò infine.
Lei sorrise, chiudendo gli occhi «Me lo diceva sempre anche... - deglutì la pesante saliva - …'altro...» ammise con un tono amaro.


Trunks la vide salire sulla navicella e la salutò da lontano. Poco importava, l'aveva persa.
L'orgoglio che l'aveva sempre caratterizzato gli impediva di correre dalla ragazza e implorarla di restare. Solo quando una lacrima bagnò il suo viso asciutto, Trunks si rese conto di stare facendo la cosa sbagliata. La navicella non era ancora partita quando lui corse verso di essa.
«Marron aspetta!» esclamò.
La ragazza lo guardò sorpresa, arrossendo lievemente.
Lui si arrampicò fino ad essere ad un metro da lei.
«Senti lo so che questo è un mondo distrutto. Un mondo dove ormai non ha più senso vivere. So che sono un egoista, insomma penso solo a me stesso... - una risata nervosa gli uscì dalla gola - ...ma tu... tutto quello che fai, sconvolge i miei sentimenti con la furia di un ciclone. Sei speciale, l'ho capito dalla prima volta che ti ho vista, ieri. Non riesco a non pensare ad una vita senza di te. Il bacio... te lo ricordi? Non mi sono mai sentito così... tu mi hai cambiato. Io... io sto facendo una cosa sbagliatissima, perché ti amo. Ti amo ed è errato, perché tu non provi niente per me, tu provi dei sentimenti per qualcun altro, per un ragazzo che mi assomiglia. Che è identico a me. So che il mio carattere è uguale al suo, so che è per questo che mi hai baciato... ma per me non è così. Io non ho conosciuto nessun'altra Marron. Tu sei l'unica. - prese fiato e strinse la mano della bionda – Perciò non partire e resta con me, qui.»
«Mi dispiace ma non posso.» rispose subito la ragazza.
Era rossa in viso e sconvolta, sembrava stesse per scoppiare a piangere. Scacciò la mano del ragazzo e mise in moto la macchina.
«Mi dispiace Trunks... sappi che l'altro non era affatto come te. Però io mi sono innamorata del tuo carattere... io ti amo di più, nonostante sia passato un misero giorno... l'altro non mi aveva mai fatta sentire così importante. Sei speciale, spero che troverai la ragazza adatta a te. Io non ti merito, è stato un bene per te non trovarmi. Ad... addio...»
Il ragazzo scese velocemente per non rischiare di rimanere imprigionato nel tempo. Calde lacrime gli sgorgavano dalle guance, le stesse che stavano cadendo dal viso di Marron.
Si vergognava, si vergognava terribilmente : lei aveva tradito Trunks solo dopo qualche ora dalla sua morte...
Con le lacrime agli occhi si preparò ad affrontare il terribile futuro.



Trunks camminò lentamente verso la tomba della persona più importante per lui. Si chinò e baciò la foto ingiallita di Bulma. Prese i fiori che aveva in mano e li mise sulla montagna di terra. Quanto tempo era passato? Tre anni esatti...
«Mamma sono qui. Ti ho portato i tuoi fiori preferiti, sono blu come i tuoi occhi.» sorrise a se stesso, nonostante dentro fosse terribilmente triste «Sono ancora innamorato di lei... so che mi hai detto di smettere, ma ora che i cyborg sono stati sconfitti non posso pensare ad altro che alla mia vita se lei fosse qui. Forse avremo una famiglia... io la amo mamma, ma come faccio a...» si voltò sentendo un fruscio.
Quando vide Marron di fronte a lui con dei fiori in mano non ci credette...
«So che non potrò restare qui per sempre. Però voglio provarci.» sospirò.
Trunks sorrise appena, prima di correrle incontro e stringerla in un profondo abbraccio.
«Sei tornata...» sospirò tastando il viso della ragazza con una mano.
Lei sorrise «Mi sono accorta di amare te più di ogni altra cosa...»
Il ragazzo sospirò e la baciò dolcemente, mentre il sole scendeva lento.

Una cosa era certa, niente li avrebbe più divisi adesso che erano insieme.

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[Il loro destino era legato, e lo sarebbe stato per sempre, in ogni epoca.]



Fine -

[3000 parole]





   
 
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