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Autore: abyssuri    28/09/2012    1 recensioni
"I suoi due migliori amici sono al suo fianco, la guardano comprensivi senza dire nulla. Sono pronti a portarla via al suo primo sguardo supplichevole, ma Silke si abbassa lentamente e si siede sul borso di quella lastra bianca tropo, troppo piccola".
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Remake di una vecchia storia che avevo già postato qui sul sito. Ho ribeccato la cartella sul pc e presa da un moto improvviso di ispirazione, ho deciso di ripostarla un po' modificata, intenta a completarla. Per cui, che dire? Spero vi piaccia e buona lettura!



STAY WITH ME.
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Silke se ne sta seduta in una stanza d'ospedale, accando ad un letto dall'aria fin troppo seria. La mano stringe quella di una bambina di appena cinque anni, che guarda con occhi colmi di lacrime. La osserva e scuote la testa ormai abituata alla situazione in cui si trova. Fin dall'età di tredici anni è costretta ad aggirarsi ogni giorno per quei corridoi troppo bianchi per arrivare da lei: Clarissa.


Una brutta malattia si è impossessata di quel corpo fin troppo gracile già dal primo mese di vita ed i dottori sono stati chiari fin da subito: "Non c'è cura". Il destino è stato crudele con la sua famiglia ma lei è sempre stata forte; per se stessa, per la sua sorellina e per i suoi genitori, che contano dall'alto su di lei. La malattia è andata avanti nel corso degli anni e adesso, a Clarissa, mancano pochi mesi (o giorni) di vita. In quell'anonima stanza di ospedale la sua vita finirà.

"Siky.." un ragazzo con le treccine entra dentro la stanza, chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza non si gira neanche, continua a fissare il volto pallido della sorellina. "Silke.." incalza lui, questa volta con tono più deciso ma allo stesso tempo comprensivo e stanco.

"No Tom, non mi schiodo da qui. Puoi scordartelo, se.. se dovesse succedere qualcosa ed io.." si interrompe, non riesce a parlare per via dei violenti singhiozzi. Non si capacita, continua a pensare perchè a lei, perchè alla sua piccolina.

"Siky sai anche tu che non puoi continuare così. Cristo, guardati! Vai a casa con Bill, ci sto io con lei. Per favore, fallo per me.." Tom quasi la prega, vuole vederla riposata e non in quella scomoda sedia che ormai occupa da più di una settimana. Non sopporta di vedere la sua migliore amica in quelle condizioni; non sopporta quella situazione di merda.
 
"Non farmelo ripete, per favore.. Voglio stare qui. Il mio posto è qui, con lei" la ragazza sospira, si volta appena guardandolo con occhi lucidi, solcati da profonde occhiaie violacee, e la morte nel cuore.


(Un mese dopo.)


Silke fissa il soffitto della stanza da quasi due ore, è il suo nuovo passatempo da quando Clarissa non c'è più. Ripensa sempre alla notte in cui è andata via, il bianco la aiuta a rilassarsi ma le fa anche da sfondo ai suoi pensieri. Si sente apatica, svuotata da tutte le emozioni di cui una persona dispone. Ha solo una domanda in testa: perchè. Si chiede perchè la vita è stata così bastarda con lei, con la sua famiglia. Sono domande che si era già posta alla morte dei suoi genitori e che adesso riaffiorano nella sua testa da diciottenne, privata dell'unica sua ragione di vita. Ha allontanato tutti, anche le persone che al momento sono le più importanti per lei. Ha allontanato i suoi migliori amici, proprio loro, loro che le sono sempre stati accanto e  che non l'hanno mai abbandonata. Li ha allontanati per la semplice convinzione di essere un peso per loro, di essere noiosa con la sua depressione.

L'incessante bussare alla porta, però, la distrae dal suo interessantissimo hobby. Sbuffa contrariata e si strascina svogliatamente alla porta, che apre sbadigliando così in faccia al povero malcapitato davanti ad essa: Tom Kaulitz, che la guarda con sguardo contrariato e stanco allo stesso tempo.

"Mi fai entrare o rifiuti ancora la mia compagnia?" inarca un sopracciglio e la guarda dall'alto verso il basso, sentendosi decisamente buffo. Non riesce ad essere arrabbiato con lei, vuole solo stringerla e farle capire che lui c'è, che è con lei.

"Tom.. io.." Silke continua ancora a rifiutare l'idea che la vita va avanti nonostante tutto. Continua a rifiutare lui, la vita, il mondo.

Il ragazzo la guarda e scuote la testa. In pochi secondi la sposta di peso con una leggera spallata ed entra in casa, richiudendosi la porta alle spalle. A mali estremi, estremi rimedi. "No, Tom un cazzo. Vuoi capire che la vita continua? Vuoi capire che non è colpa tua e che non potevi fare nulla per salvarla? Clarissa non c'è più e fa male, lo so, ma lei non vorrebbe questo per te!" la afferra dalle spalle e la scuote appena, fissandola negli occhi con i propri leggermente sgranati. "Non lo vorrebbe lei e non lo voglio neanche io. Quello che voglio, è riaverti indietro. Puoi accontentarmi?" addolcisce il tono di voce e la guarda per qualche secondo prima di chinare il viso, sospirando. Si sente  completamente inutile.

Silke dalla sua parte si sente una merda, ha perso l'unico legame di sangue che le restava e sta perdendo anche i suoi migliori amici. Pensa a quanto sia sbagliato tutto questo e si da mentalmente della stupida mentre allunga una mano verso il viso dell'amico.

"Tom?" lo chiama con voce tremolante e gli occhi leggermente lucidi, mentre con due dita gli alza il viso da sotto il mento. "Mh?" risponde lui, torturandosi il labbro inferiore internamente. "Abbracciami" si sente piccola, indifesa ed immensamente stupida. Ha bisogno di contatto umano, ha bisogno di calore.

Tom si apre in un sorriso sincero e lentamente allarga le braccia come è solito fare, invitandola così a rifugiarsi contro il suo petto sicuro. Silke si rifugia fra quelle braccia fin troppo conosciute e gli si accoccola contro, poggiando la testa contro la sua maglia ed abbadonandosi a quel profumo così buono. "Scusa, scusami. Sono una merda, ho un carattere di merda ma ti voglio bene davvero. Mi perdoni?".

Lui sorride con il mento poggiato sulla testa della biondina ed annuisce, emettendo a labbra chiuse un "Mh-mh" mentre stringe la presa sulla sua piccola Silke. E' tornata di nuovo da lui e questa è l'unica cosa che conta.








  
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