Serie TV > I Tudors
Ricorda la storia  |       
Autore: LadyMaria    28/09/2012    1 recensioni
La nostra storia si apre alla corte di Enrico VIII,
dopo la morte dell'adorata moglie Jane.
Le vicende personali del re e quelle della di lui figlia, Lady Mary, si intrecceranno al punto che....
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Si susseguirono giorni di instabilità sociale senza pari nel regno di Enrico. La morte dell'amata consorte Jane aveva gettato il sovrano in uno stato latente
di pazzia, solo al proprio giullare era consentito fargli visita, tutti gli altri venivano esclusi dalla sua presenza.
Dopo non poche difficoltà il re riuscì a ristabilire un
contatto col mondo esterno. Per cominciare avrebbe ristabilito i dogmi religiosi e per farlo si circondò di alcuni cardinali a lui fedeli.
La seconda, ma non meno prioritaria, questione riguardava l'idea di scegliere una nuova moglie. Nonostante le proposte che gli erano arrivate
ad Enrico non piaceva certo doversi basare su impressioni esterne, dato che contava sempre e solo sulle proprie (soprattutto quando si trattava di donne, di belle donne!),
convinto che non si potesse scegliere una consorte "a distanza". Tuttavia alcuni dei suoi fidati uomini di corte avevano raggiunto la Francia per appurare la bellezza
delle dame che erano state raccomandate per sua Maestà, mentre altri si spinsero fino ai confini del regno dell'Imperatore. Ma i ritratti che riportarono, le loro opinioni in
merito ad ogni dama vista non lo avevano certo soddisfatto.
Avrebbe rimandato la decisione, non sapeva precisamente nemmeno a quando, ma temporeggiare gli sembrò l'unico modo per "salvarsi" da decisioni affrettate.
L'Inghilterra cominciava ad essere dilaniata dai disordini sociali, e ora più che mai serviva una degna Regina al fianco del Re, come lo era stata Caterina D'aragona
e in seguito anche la povera Lady Jane.
Tuttavia nonostante questi problemi le feste e i balli alla corte del re non cessarono mai. Ed è proprio durante uno di questi balli che comincia la nostra storia....
 
*Welcome in the alternative world of the Tudors saga*
 
Seduto sul trono, con una mano adagiata sul mento, Enrico si godeva il ballo di corte. Nessuna fanciulla sfuggiva al proprio occhio indagatore, sebbene nessuna di loro riuscisse
ad attirare la sua (morbosa)  attenzione. Notando in lontananza la figura dell'amico Charles, noto anche come Lord Suffolk, gli fece cenno di avvicinarsi e lo attese con un lieve sorriso.
Quando  giunse abbastanza vicino l'uomo si prodigò in un inchino.
-Your Majesty.... -
-Charles.. - il sovrano allargò le braccia facendogli notare che
 - non avete certo bisogno di questi formalismi....-
specificò poi
-non con me, almeno!-
-Come sta, vostrà Maestà?- domandò l'uomo rimanendo in piedi vicino al trono.
-Abbastanza bene...- rispose Enrico, sebbene la sua espressione dicesse tutt'altro. -Sono entusiasta per la riuscita di questo ballo. La corte ha bisogno di questi "svaghi"...- nel dirlo sollevò la mano destra verso l'alto facendole disegnare per aria un piccolo cerchio immaginario.
-Sono d'accordo con voi, Maestà.... e l'invito che avete fatto anche agli altri regnanti vi fa onore.- aggiunse Suffolk lasciando comparire un sorriso.
Sua Maestà era stato così cupo in quei giorni che nessuno si aspettava un evento tanto allegro indetto proprio da lui medesimo. Lord Suffolk non la pensava poi diversamente
dagli altri in merito a tale questione. Tuttavia il vederlo finalmente un poco più rilassato lo rese felice, come poteva essere altrimenti? Dopo tutti quegli anni di amicizia
che legavano l'uno all'altro?
La sala era colma di persone, molti ballavano, alcuni rimanevano vicino ai tavoli del banchetto intenti ad assaggiare qualche pietanza, e in tutto questo il Re non smetteva mai di fissare
chiunque, sia che si trovasse lontano o vicino a lui. Lo sguardo di una giovane attirò improvvisamente la sua attenzione. Si ritrovò a drizzare leggermente la schiena mentre gli occhi si sgranavano lentamente e la mano, prima poggiata sul mento, ricadde in direzione del bracciolo del trono.
-Chi è quella donna, Charles?- domandò all'improvviso all'amico.
-Quella giovane coi capelli scuri che sta danzando?- chiese Lord Suffolk chinandosi in direzione del Re.
-Sì, quella vestita con l'abito rosso-
-Quella è la Principessa Nimueh, Maestà. La figlia del re di Antiochia, uno dei tanti invitati alla vostra corte per queste feste.- precisò immediatamente l'uomo.
-Nimueh.....-mormorò Enrico continuando a fissare la figura della giovane con sguardo rapito mentre sulle labbra non desiderava altro che poter assaporare, oltre che al nome,
anche qualcos'altro di quella fanciulla.
-Presentamela- gli ordinò all'improvviso mentre Lord Suffolk lo guardò sconcertato e ribatté
 
-Vostra Maestà dovrebbe sapere che il padre della ragazza è noto per la sua intransigenza e severità- voleva solo fargli capire che non poteva trattare quella Principessa
come era solito fare con altre giovani, le quali poi si erano ridotte a diventare le amanti del re. Enrico, dal canto suo, gli riservò prima un'occhiataccia che non ammetteva certo discussioni e poi gli sorrise più apertamente mormorando che
-Devo o non devo trovare una nuova moglie?-
A quel punto Lord Suffolk fu costretto ad inchinarsi e ad andare a reclamare sia la giovane che il padre di lei. Quando tutti e tre fecero ritorno e si ritrovarono al cospetto del re Enrico il sovrano di Antiochia chinò appena il capo mentre Nimueh si inchinò propriamente.
-Vostra Maestà...-
cominciò a dire Enrico alzandosi dal trono per andare incontro all'altro sovrano
-sono molto felice che abbiate accettato il mio invito alla corte di Inghilterra.-
Solo brevemente fissò la giovane, la quale era ancora inchinata, e quando la vide rialzarsi e si ritrovò puntati quegli occhi così tremendamente azzurri e profondi, per un attimo, provò un senso di vacillamento. Fortuna volle che il re di Antiochia gli sorrise e cominciò a dire, seppur con un inglese stentato, che*
-Siamo noi ad essere felici di essere al vostro cospetto, sire...- l'uomo fece cenno alla figlia di annuire e lei obbedì.
Senza riuscire a distaccare le proprie iridi scure da quelle così chiare di lei, Enrico cercò di parlare più che poté col padre della ragazza, se fosse riuscito ad ingraziarselo allora sarebbe stato altrettanto facile avere libero accesso al progetto che gli stava balenando nella mente.
Nel frattempo la ragazza rimase in silenzio spostando lo sguardo dal padre alla figura dell’altro Re e a quella dell’amico di lui. Si sentì chiusa in uno strano cerchio dal quale non sapeva bene, o non voleva capire, come uscire.
Se Enrico avesse stretto un patto con l’Oriente allora sia la Francia che il regno dell’Imperatore non sarebbero  più stati una minaccia per lui!
Prendendo a braccetto l’uomo lo scortò fino al banchetto più vicino mentre la figlia del re venne invitata ad unirsi nella danze con Lord Suffolk, ovviamente il tutto era stato orchestrato da Enrico stesso. Charles era l’unico uomo della cui opinione lui si fidasse al punto che lo delegò come suo “sostituto”. In tal modo Enrico poteva stringere un primo legame conil  re D’Antiochia e nel frattempo, Charles, poteva fare altrettanto per vece sua con la principessa Nimueh.
Per un breve, piacevole istante si sentì finalmente di nuovo e solo Enrico, il re indiscusso di Inghilterra.
-Perché vostra Maestà vi ha obbligato a danzare con me, signore?- domandò la voce soave e vellutata della fanciulla mentre Lord Suffolk cercò di condurla come meglio poté nelle danze, facendo attenzione soprattutto a non avvicinarsele troppo dato il costante occhio vigile del proprio re puntato su entrambi.
-Scusate, principessa? Temo di non capire- provò a mentire con un lieve sorriso mentre afferrava la mano di lei per farla girare su stessa come la figura della danza imponeva.
-Avete capito benissimo, signore.- ribatté lei dedicandogli un’occhiata severa
–Vorrei sapere perché il vostro Re sembra così ben disposto nei confronti del mio. – parlava come se suo padre non fosse tale. Lord Suffolk non poté fare a meno di sgranare impercettibilmente gli occhi per permettersi di farle notare che:
-Intendete dire vostro padre, principessa.-
-Il mio re….- continuò a dire lei danzando vicino a lui per poi discostarsi leggermente e prodigarsi in un inchino a fine danza.
Le era sempre stato insegnato che suo padre, per lei, era prima di tutto un Re e poi un Uomo. In quanto tale non le era mai stato permesso di appellarsi a lui con nomignoli affettuosi, tipici anche del rapporto che lega un genitore con il figlio.
La musica cessò e Charles si salvò dal rispondere a quella domanda e quando Enrico e il padre della giovane si avvicinarono lui si inchinò appena e sparì tra la folla degli invitati.
Lanciandosi un’occhiata complice col re di Antiochia Enrico fece cenno alla ragazza di seguirlo in direzione del trono. Seppur titubante e incerta sulle sue reali intenzioni si trovò costretta a seguirlo in silenzio.
-Non siete di molte parole….-mormorò Enrico non appena giungono di fronte al trono.
-Parlo solo quando vi è una reale necessità, signore. Se non vengo interpellata è un buon motivo per me per starmene zitta.- gli risponse in tutta onestà sforzandosi di pronunciare le parole correttamente. Purtroppo, per lei, l’inglese non era ancora una lingua molto malleabile.
-Me ne compiaccio…è una grande virtù per una donna.-
-Your Majesty….-al suo complimento la giovane si inchinò di nuovo ed Enrico sorrise divertito mormorandole che:
-Non ce n’è bisogno, Principessa. Un inchino basta e avanza.-
-Scusate, ma è abitudine nel mio paese fare così al cospetto di un re straniero-
Se Jane era una santa questa Nimueh gli sembra una creatura insolita: un misto di dolcezza e aggressività al medesimo tempo. Era curioso, davvero curioso, di sapere se in lei prevaleva più la prima o la seconda parte. Ma per farlo avrebbe dovuto pazientare, benché il padre di lei gli avesse fatto capire che non vi sarebbe stato un reale impedimento a ciò che il Re desiderava, prima voleva sincerarsi di conoscerla meglio. Nonostante lo intrighi in una maniera che non aveva mai sperimentato prima di allora optò per una qualità che credeva di non avere: la pazienza. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Tudors / Vai alla pagina dell'autore: LadyMaria