Ormai
e da non so quanto tempo che cerco di scappare da questa gabbia, ma
ogni volta mi riporta indietro.
Ormai
non ho più un attimo da solo, ogni mio passo e seguito
attentamente come se fossi il peggior dei criminali.
Dopo
un lungo tragitto, giungemmo quella che era la mia camera, entrammo in
quel lusso che io no sono abituato.
Tutto
dentro quella stanza mi nauseava, volevo soltanto riavere la mia
piccola stanza arredata con il minimo.
"Non
ti muovere, tuo padre sta arrivando" disse un soldato. Io ringhia basso
sentendo quelle parole.
Dopo
qualche minuto arrivo l'uomo che mi aveva tolto tutto, un riccio
blu alto e muscoloso, dai occhi di un marrone terra muso ventre e
braccia di un pesca sbiadito. Sulla sua testa brillava un corono piena
di gemme preziose. Davanti a me c'era il re, anche se per me, era la
persona più spregevole che abbia mai visto.
"lasciateci soli!" disse autoritario alla guardia. "si sire" disse e se ne andò.
Rimanemmo
da soli "Cosa ha da dire questa volta?" domanda molto arrabbiato.
Io
non risposi, non lo guardavo nemmeno dandoli le spalle "Non darmi le
spalle Anton!!" ringhia furioso
"sonic.."
sibilo in gola, alzando i miei aculei minacciosi. "come hai detto!"
disse serio.
"Sonic!!!
il mio nome e sonic!!" grido a pieni polmoni con tutta la
rabbia. "Non parlarmi con quel tono Anton!!" grida e mi da
uno
schiaffo in faccia.
Io
mi calmai tenendomi la mano sulla guancia colpita, ma
continuo a guardarlo con odio ringhiando.
"Questa
storia devi finire una volta per tutte, IO SONO IL RE!!! mi devi
rispettale come tale!" grida furioso dandomi un altro schiaffo.
"io
non ti ridettero mai!!!" lo guarda male " mi hai portato via
tutto!!! Hai rovinato la mia vita!!" grido, con le lacrime che
minacciano di cadere.
Un altro schiaffo mi colpisce, più forte dei altri facendomi sanguinare il naso e il labbro. "Non ti puoi opporre a ciò che e stato già scritto... tu farai quello che dico io.... come è vero che sono tuo padre!" disse freddo "TU NON SEI MIO PADRE!!!! SEI SOLO UN MOSTRO EGOISTA, NON TI IMPORTA NIENTE DI ME!!!" grido tutto il mio dolore e le lacrime iniziano a cadere abbondanti. "TI ODIO!!! VORREI CHE FOSSI MORTO!!! " urlai in fine guardandolo in con aria di sfida rimanendo fermo senza muovere un muscolo. Lui mi guarda con disprezzo e disgusto, poi si gira e si dirige verso la porta. "pensa quello che vuoi... farai lo stesso quello che dico.... che ti piaccia o no" usci sbattendo la porta dietro di lui, chiudendomi in questa gabbia d'oro.
Non so per quanto tempo fissa la porta chiusa davanti a me, iniziai ad piangere disperato cadendo sull'enorme letto. Sfogando tutto il mio dolore tra quei tessuti preziosi.
"perché!
perché!" continuano a singhiozzare, volevo
indietro la mia vita. Volevo mio padre, lo volevo accanto a me a
consolarmi. Invece ero solo in quella stanza desolata, che mi mette una
tristezza dentro al cuore. Piansi per ore finché le lacrime
non
smisero di uscire.
Lentamente
mi alza dal letto e mi guardai davanti allo specchio.
Avevo
sempre ammirato il mio riflesso, ma ora non riesco a
guardarmi... identico a colui che mi ha tolto ogni speranza di
felicità.
Solo
i occhi erano diversi, erano verdi gli stessi della donna raffigurata
in molti quadri, gli stessi di mia madre.
Ora
pero erano rossi e gonfi di pianto.
Mi guardai intorno e vidi una veste molto bella e preziosa, un abito degno di una regina. Ma per me era come un catenaccio che mi avrebbe per sempre legato in questo mondo che non mi appartiene....
Era
l'abito che avrei dovuto indossare domani..... per il mio
matrimonio........