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Autore: Il_Coso    28/09/2012    1 recensioni
Amy esitò un secondo, poi lo abbracciò. Perché in fondo Oo aveva solo quattordici anni e non veniva abbracciato da quando ne aveva cinque, che è un’età orribilmente bassa per smettere di ricevere abbracci.
Il Dottore e Amelia in giro per l'universo. Da soli, con il Tardis e le lacrime che Amy piange senza saperne il motivo. Anche se, a volte, quando meno se lo aspetta, come quando abbraccia bambini alieni, le sembra di ricordare qualcuno...
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caduti In Giardino

 

Sul lontano pianeta di Tehelon, nel grande deserto che lì prende il nome dai demoni mangiatori di carne, gli Hadre, splendevano entrambe le lune e un ragazzino le guardava pensieroso dal balcone della sua camera.
Abitava in una delle città più grandi del mondo, una capitale dal nome lungo e orgoglioso, almeno tanto quanto lo erano stati gli uomini che in epoche remote avevano viaggiato attraverso un deserto abitato da demoni e vi avevano costruito la loro città. Dopo millenni di civiltà era splendida: le case erano piccole, bianche e rotonde, e i palazzi erano enormi e ancora più banchi e rotondi, come voleva il buongusto; la gente aveva imparato tempo prima ad attirare l’acqua sotterranea in superficie, e aveva costruito fontane e fatto crescere rigogliosi giardini, di modo che da lontano l’effetto fosse di una pacifica e serena ricchezza.
Non era così.
Il ragazzino che osservava le lune dal suo balcone (rigorosamente bianco e rotondo) aveva quattordici anni, ed era appena tornato a casa da lavoro; come tutti quelli della sua età aveva le rughe della preoccupazione incise sul volto, una pistola a raggi solari sempre con sé e la tessera che lo identificava come un Soldato pronto all’Azione – Reparto 12 dell’Esercito Inferiore.
Quando si vive nel deserto di Hadre, con le creature assassine che circolano di notte, si impara presto che per difendersi da qualcuno che vuole ucciderti devi soltanto ucciderlo tu per primo.
Il ragazzino si chiamava Oo.
E per poco non si prese un infarto quando vide una cosa nel giardino di casa sua. Una cosa che non poteva essere un demone, perché di certo non aveva la forma giusta, e che non avrebbe dovuto assolutamente trovarsi lì. Oo aveva visto una cosa del genere solo nei libri di addestramento, così prese la pistola e si calò giù.
 
Nel frattempo, il Tardis era tremendamente infuriata. Aveva cercato di seguire la rotta indicata, quando il piccolo Signore del Tempo aveva cominciato a pasticciare come al solito sulla sua consolle, inserendo coordinate all’ultimo secondo e esclamando frasi complicate per il gusto di farlo; così aveva deciso che per ora ne aveva abbastanza, grazie tante, ed era atterrata in un luogo dove ignorava che tutto di lei (dal suo colore blu alla sua forma terribilmente squadrata) era sgradito. Spense i motori con uno scossone di ripicca nei confronti del Dottore.
-Nonononononono…- stava per l’appunto gridando il Dottore. –Che fai? Ti spegni? Non ti spegnere! Oh no…- in quella l’abitacolo tremò, e sia lui sia Amy caddero per terra.
-Ecco. Si è spenta.-
-Cosa? Vuoi dire che non possiamo partire?-
-Certo che possiamo! Solo non ora. E neanche tra un po’. O tra molto.- Amy lo guardò male da sotto i cavi che nella caduta le erano finiti addosso. Il Dottore continuò: -Ecco, credo la batteria sia un po’ esaurita e che dovremo aspettare l’alba per provare a fare qualunque cosa…-
Poi alzò i pollici:
-Quale migliore occasione per visitare questo meraviglioso, ehm, pianeta sconosciuto senza alcuna idea di cosa potremmo trovarci davanti, per di più di notte? Eh?-
-Non so perché, ma la prospettiva non mi attira…- ribatté Amy, ma si lasciò liberare dai cavi e guidare fuori dalla cabina, che da parte sua era contenta che avessero scambiato l’irritazione con stanchezza e la lasciassero un po’ in pace.
Amy capì presto perché la prospettiva non la attirava. Appena misero piede all’aria aperta si trovarono con una pistola dall’aria molto minacciosa puntata contro.
 
Oo non si stupì dell’aspetto dei due. All’Esercito gli insegnavano a non stupirsi mai, perché nel tempo che impiegavi a provare stupore per l’aspetto del demone che avevi davanti, quello faceva in tempo a mangiarti la faccia e magari leccarsi anche le labbra prima.
Comunque quei due erano strani. Forse troppo.
-Chi siete?- domandò. In teoria lo sapeva già: la Cabina era un indizio più che sufficiente, ma doveva chiederlo per esserne sicuro.
-Io, ehm, sono il Dottore, ragazzino armato. E lei è Amelia Pond. E non gradiamo che la gente ci punti addosso pistole minacciose, grazie.- rispose l’uomo severamente.
Oo annuì. Aveva ragione. Ripose la pistola.
-Bene. Piacere di conoscervi… mi chiamo Oo, e giusto per non perdere tempo: siete arrivati troppo tardi.-
I due si guardarono. –Troppo tardi per cosa?- chiese Amy.
-Per la guerra! Non siete qui per questo? Dicevano che se il Dottore un giorno fosse arrivato sarebbe stato per aiutarci nella guerra contro le creature, perché è questo quello che fa.Oh…- il ragazzo ci pensò un po’, poi scrollò le spalle.
-Non importa. In ogni caso è troppo tardi, e ce la caviamo benissimo da soli, grazie.-
-Ah, ma certo- sussurrò il Dottore a questo punto –Tehelon. È un pianeta in guerra con se stesso- aggiunse, rivolto ad Amy. –Oltre alla gente, qui vivono delle creature, molto aggressive e crudeli, e le persone non hanno altra scelta che lottare per sopravvivere, e lottare significa guerra. La scuola si chiama Esercito Inferiore e addestra a combattere e a ragionare da strateghi. Molto tempo fa sono stato cacciato da questo pianeta, perché avevo cercato di dare una mano… da allora credo insegnino persino a riconoscermi.- Sorrise.
Oo lo fissò. Aveva imparato anche che il Dottore non usava mai la violenza, mai, e per questo aveva rinfoderato la pistola. Indicò il Tardis.
-Può restare qui per un po’. Non è bene viaggiare di notte… i demoni sono più irrequieti del solito in questo periodo…- Si passò una mano tra i capelli ispidi. –Ripartirete domani mattina. Buonanotte.-
Si avviò di nuovo in casa, scuotendo la testa per l’arroganza degli alieni che venivano a ficcanasare nelle guerre altrui e al rapporto che avrebbe dovuto fare al suo Maggiore domani, sull’arrivo del Dottore.
-Un momento!- lo richiamò Amy. Oo si girò a metà tra l’esasperato e l’irritato.
-Hai detto “troppo tardi”. Perché tardi? Se la guerra è continua non c’è mai un “tardi”. Si è sempre in tempo per far finire tutto.- disse lei. Il ragazzo la fissò senza capire. Le aveva già detto che se la sarebbero cavata da soli, no? Come avevano fatto da millenni. Da sempre.
-Non hai detto subito che non volete aiuto.- continuò Amy implacabile. Le sue sopracciglia non erano mai state più strette. –Perché prima hai detto che è “tardi”? Tardi per cosa?-
-Grande, geniale Amelia Pond…- sussurrò il Dottore, perché si era accorto che lei aveva ragione. Qualcosa non tornava.
E Oo versò una lacrima, che era la sua prima, perché la guerra ti spezza qualcosa dentro e ti costringe a nascondere quello che senti davvero e a pensare con le parole di chi comanda e decide per te; e soprattutto se si cresce in una città in guerra da sempre si impara che quello che devi fare è adattarti e comportarti come vuole la gente. Per sembrare forte e far star meglio gli altri. I tuoi amici. I tuoi genitori. Perfino te stesso.
-Il punto è– iniziò Oo –che se tu avessi insistito ad aiutarci, quando sei venuto qui molto tempo fa, magari ora saremmo in pace e non rischieremmo di morire ogni giorno. Se fossi tornato prima per combattere, magari avresti salvato centinaia di vite. Magari, se fossi arrivato e non ci avessi lasciato al nostro destino, saremmo tutti sani e salvi!-
Oo aveva urlato. Non lo faceva mai. Neanche piangere, e neanche dire quello che pensava davvero. Ma ora non aveva più importanza: fino a qualche settimana prima aveva sperato, in fondo, segretamente, che venisse il Dottore di cui parlavano i libri di storia a porre fine a tutto. Ma ora a cosa serviva la pace?
Amy esitò un secondo, poi lo abbracciò. Perché in fondo Oo aveva solo quattordici anni e non veniva abbracciato da quando ne aveva cinque, che è un’età orribilmente bassa per smettere di ricevere abbracci.
-Chi è morto?- gli chiese, piano.
-Una persona… Ero innamorato…- Oo tirò su col naso. –Aveva quattro anni più di me, e non ci parlavamo spesso, ma rideva sempre, sempre, davvero, anche nei giorni peggiori, e riusciva sempre a tirarci su di morale, e aveva dei capelli lunghi e ricci, sempre legati, non li ho mai visti sciolti, e sapeva suonare e mia piaceva stare a sentirlo cantare… si chiamava Doe…-
Ci pensò un attimo, poi aggiunse: -Non so cosa sia ora, ma so che voleva diventare una procellaria, per volare via dal deserto fino al mare, sapete…-
Il Dottore annuì, perché aveva capito. Sapeva che su Tehelon le leggende dicevano che alla morte, lo spirito si trasformava in un’altra creatura, a seconda della vita che si era vissuta: un albero, un piccolo fiore, un animale... E ovviamente, se si era stati molto cattivi, si diventava demoni. Per questo i bambini dovevano imparare a comportarsi bene.
Amy invece non comprese questa parte, ma annuì, perché sapeva cosa provava Oo. Aveva avuto quattordici anni anche lei, e si ricordava che l’amore, a quell’età, è molto più terribile che a qualsiasi altra, perché comincia ad avere la profondità degli adulti, ma non ha ancora perso quella spontaneità di cui solo i bambini sono capaci.
E forse non lo capiva solo per quello.
Grande amore.
Le vennero in mente delle immagini completamente slegate l’una dall’altra, che di sicuro non potevano avere alcun senso in quel momento: Venezia e i suoi vampiri, la caverna dei Siluriani, quella stella che bruciava fredda… un ospedale, un abito da sposa…
Si riscosse quando il Dottore le asciugò una lacrima che non si era accorta di aver versato. Poi lui mise un mano sulla testa di Oo e un braccio attorno alle spalle di Amy, e rimasero così per molto tempo, finché Oo non si addormentò e lo portarono nel suo letto. Poi il sole sorse (il Tardis si era calmata abbastanza da portarli dove volevano senza fare troppe storie) e sparirono.
 
La notte in cui tornarono, qualche mese dopo, sul deserto di Hadre soffiava il vento dell’est.
Quella notte, il Dottore si fece ascoltare, e dall’ascoltarlo all’accettare il suo aiuto fu un passo breve. Non che ci fosse molta scelta, questa volta, perché, come Oo aveva capito, se il Dottore non usa mai la violenza il motivo è che ha armi molto più forti. Come un cervello e delle emozioni, ad esempio.
Quella notte cambiò la storia, perché fu la prima delle duecento notti che ora sono note come l’Ultima Battaglia, alla fine della quale i demoni del deserto di Hadre furono decimati e messi in riga, e in cui impararono a temere gli uomini almeno quanto li avevano temuti gli uomini. L’epoca che cominciò non fu la più splendida della civiltà del deserto, perché c’era ancora molto da costruire, ma senza dubbio fu molto migliore della precedente.
Quella notte Amelia Pond dimenticò completamente le strane immagini che le erano affiorate alla mente quando aveva tenuto stretto il ragazzino. Dimenticò il viso di uno sconosciuto, un uomo che le sembrava avesse avuto una grande importanza e che ora non c’era più. Si dimenticò dell’abito bianco che la aspettava a casa, dell’ospedale dove spesso aveva visto quello sconosciuto, e si dimenticò che una volta lo aveva amato tanto che pur di non separarsi da lui avrebbe scelto anche di morire.
Quella notte, infine, fu quella in cui una procellaria, trascinata lì dal vento, si posò sul tetto della casa di Oo. Svolazzò attorno al ragazzo sfiorandogli la testa con le ali: a Oo ultimamente piaceva guardare le lune dal balcone, e magari addormentarsi lì.
Poi l’uccello prese quota, e volò via.
 
 
 
 

 
 

Mah.
Momenti di follia creativa.
Specifichiamo: momenti di follia creativa immediatamente precedente a The Angels Take Manhattan. (E non dico di più, nel caso qualcuno abbia passato gli ultimi tempi in una caverna o roba simile, e consideri ancora certe cose come spoiler.) Perché, in attesa di una triste puntata, ho pensato di scrivere qualcosa su un altro momento tristissimo della serie: quando Rory ha smesso di esistere, e Amy non se lo ricorda più.
So che non si tratta della solita fic, ma spero ci siano lo stesso delle pie anime che abbiano voglia di mettersi a leggere :)
 

Beh, insomma… :) In attesa di domani sera… GERONIMO!

  
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