Ad
un mio carissimo amico, che non leggerà mai questa 'cosa'. A
lui ed
alla fatidica domanda “Delena o Stelena?”.
Ti
voglio bene, M.
Non
li voleva intorno, erano loro la causa del suo male. Loro l'avevano
resa così per 'salvarla'. Continuava a dire che non lo aveva
chiesto, che non voleva. E loro sembravano non ascoltarla.
Così era
fuggita, dall'unica persona che poteva capirla, dall'unica che poteva
aiutarla,
davvero però.
«Ti
ci abituerai, Elena», cantilenò con voce
squillante Katherine
mentre continuava a provarsi abiti su abiti. La neo-vampira
sbuffò e
roteò appena gli occhi al cielo.
«Potremo
divertirci tanto, insieme, sai? Fingere di essere gemelle! Andare in
giro a fare guai... Hai un'eternità davanti, forse
è il momento che
inizi a divertirti», le consigliò la vampira,
voltandosi adesso
verso la sua copia esatta. Elena la fulminò con lo sguardo.
«Non
voglio consigli su come spendere il mio tempo, ho bisogno di qualcuno
che mi addestri e...», iniziò lei, ma Katherine la
interruppe
tornando a specchiarsi vanitosa com'era.
«...E
chi meglio della propria famiglia, vero?»,
completò la vampira.
Elena richiuse subito la bocca. Lei non voleva dire proprio questo,
ma sì, il nesso logico era quello alla fine. Katherine
lanciò sul
letto l'ennesimo vestito e si accomodò accanto Elena,
prendendole
una mano.
«Non
puoi paragonare il mondo all'amore», disse suadente la
vampira,
sistemando una ciocca di capelli di Elena dietro l'orecchio. Alla
ragazza quelle attenzioni davano fastidio, si sentiva come il nuovo
giocattolo della sadica Katherine. Eppure era stata lei a cercarla,
ma sapeva che l'unica che poteva aiutarla era davvero lei.
«Sono
qui perché...», riprese Elena cercando di suonare
sicura di sé.
Katherine sbuffò.
«Sì,
ho capito! Vuoi diventare una vampira con i fiocchi!».
La
vampira si alzò e si avvicinò alla finestra. La
sua figura
illuminata dai raggi del sole. Anche ad Elena era stato confezionato
un anello magico, che la proteggeva dalla maledizione del sole, ma il
buio era dentro di lei. C'era tutto quel dolore che stava diventando
insopportabile.
«Non
ascoltarlo, chiudi il tuo cuore», continuò
Katherine, adesso seria.
Elena si chiese come faceva a sapere cosa stesse provando.
«Non
voglio tornare a casa, sono stanca di tutti quei drammi, delle
persone che muoiono o rischiano di morire a causa mia... Sono stanca,
Katherine», confessò la ragazza, abbassando lo
sguardo. Un ghigno
di soddisfazione si aprì sul volto della vampira che
tornò vicino
la sua discendente, per poi sollevarle il volto l'indice. Quel
sorriso malizioso ancora stampato sulle labbra.
«Bene,
prima regola Petrova...
Chi uccide insieme, sta insieme. Non dimenticarlo mai», e si
allontanò da lei.
Elena
si chiese fino a ché punto fosse disposta ad uccidere
qualcuno...
Una parte, nuova, di lei lo desiderava intensamente. Eppure lei non
voleva cedere a quel lato. Immaginò Katherine dirle di
farlo. E se,
per una volta, si fosse lasciata andare? Se per una volta, una misera
volta, non le fosse importato di nessuno? Era anche il suo turno, non
poteva sopportare il peso del mondo sulle sue (deboli) spalle.
Alzò
lo sguardo altero e fiero, brillante del fuoco dei Petrova e sostenne
quello della sua antenata. Elena aveva preso la sua decisione.
«Ci
sto. L'hai detto tu stessa, però. Chi
uccide insieme, sta insieme».
Katherine sorrise compiaciuta.
«Apprendi
in fretta, sapevo che non eri totalmente idiota... Bene, che il
divertimento abbia inizio!».
Forse
era la scelta sbagliata, forse no... Non era più qualcosa su
cui
interrogarsi. Elena aveva scelto, né Damon, né
Stefan, ma lei per
una volta. Elena
si era scelta.
~
note autrice:
Lalala. Dalla fine della terza stagione ho sempre pensato che Elena sarebbe andata da Katherine, dopo la sua trasformazione. Forse perché è l'unica che, secondo me, può veramente aiutarla.
La frase che Katherine dice – e che poi Elena ripete – è il titolo della canzone che fa titolo (perdonate la ripetizione) alla flashfic. Bene, ho detto tutto.
pace&amore.