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Autore: Haway    12/04/2007    1 recensioni
- “Brrr...che freddo...” borbottò tra sé e sé mentre lanciava le chiavi della macchina nel piccolo contenitore di vetro sul tavolo. Era una notte fredda e piovosa, come tante altre a Seattle. Harry si tolse il cappotto inzuppato d’acqua, e lo appoggiò vicino ad un termosifone nella vana speranza che il giorno dopo sarebbe stato asciutto. Non era molto tardi, ma di mangiare quella sera non ne aveva proprio voglia. Nemmeno di quei suoi panini con il burro d’arachidi che sbocconcellava mentre era intento a riguardare i suoi progetti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Io non sono uno scrittore nato, ma due persone mi hanno messo in testa quest’idea (e una la ringrazio per rimanere alzata fino all’una a farmi compagnia mentre scrivo ^_^)…ovviamente ci sono riferimenti a due film che mi piacciono tantissimo e ad un libro molto bello ("P.s.: i love you", per due personaggi in particolare), ed è basata sulla canzone “Buy me a rose” di Kenny Rogers (credo sia una delle canzoni che ascolto spesso da più tempo, e mi piace un sacco)… Ogni riferimento a fatti o cose è puramente casuale…o forse no? :P (scherzo :P) Spero vi piaccia anche se è la mia prima!

- “Brrr...che freddo...” borbottò tra sé e sé mentre lanciava le chiavi della macchina nel piccolo contenitore di vetro sul tavolo. Era una notte fredda e piovosa, come tante altre a Seattle. Harry si tolse il cappotto inzuppato d’acqua, e lo appoggiò vicino ad un termosifone nella vana speranza che il giorno dopo sarebbe stato asciutto. Non era molto tardi, ma di mangiare quella sera non ne aveva proprio voglia. Nemmeno di quei suoi panini con il burro d’arachidi che sbocconcellava mentre era intento a riguardare i suoi progetti. Si avviò nella camera di fianco e tolse i vestiti bagnati, lanciandoli come suo solito in giro; poi con un asciugamano tentò dare un’asciugata anche i capelli, ma riuscì solamente ad arruffarli più di prima. Mentre aveva già infilato la scala si bloccò di colpo, e ridiscese di soppiatto dirigendosi verso il cappotto. Frugò un po’ nelle tasche, e ne venne fuori un piccolo pacchettino umidiccio che scartò con cura. Era una piccola scatoletta di velluto blu. Sembrava quasi che avesse in mano un tesoro inestimabile dalla delicatezza con cui lo maneggiava; poi con gli occhi lucidi lo aprì, le sue mani tremavano e quando lo prese in mano una lacrima rigò il suo volto. Era un bellissimo anello, con incastonato un diamante che brillava anche nella fioca luce della stanza. Se lo rigirava tra le dita mangiandoselo con gli occhi, e non smetteva di fissarlo un secondo. - “Penso proprio che le piacerà…” si disse, e dopo averlo riposto si incamminò su per la scala che portava in camera da letto, badando di fare il meno rumore possibile. Aprì la porta e nella penombra vide un grosso fagotto sul letto, tutto avvolto nelle coperte. Era Sally. Le si avvicinò e dolcemente le diede un bacio sulla guancia, lei emise un vago mugolio e diede qualche segno di vita muovendo le gambe. Allora le scostò i capelli dalla fronte e accarezzandole la nuca le sussurrò:
- “Sei così bella quando dormi…
Un fremito la scosse.
- “Harry? Sei tu? Sei così freddo…” mormorò con ancora gli occhi chiusi e la voce assonnata rintanandosi meglio sotto le coperte.
- “Si, sono io.” Le rispose. Continuò con la voce tremante
- “Sai che giorno è oggi?
- “E tu sai che ore sono?
- “Come al solito non sei cambiata affatto in tutti questi anni…” e un sorriso pacato comparve sul suo volto
- “Ma sono le 10 passate! E io sono stanca…
- “Beh, se sei così stanca allora credo che non potrò darti una cosa…” e lasciò la frase in sospeso fingendo di andarsene. Senza aspettare un secondo, lei saltò seduta sul letto più veloce di un gatto, aspettando il suo regalo; però sempre in un lampo si accasciò di nuovo sul letto fingendo di sonnecchiare.
Harry era visibilmente emozionato: non era la prima volta che le faceva un regalo, ma questa volta voleva che fosse speciale; così le porse la scatoletta blu e attese trepidante che la aprisse.
- “Oh, Harry! Ma non dovevi!” esclamò Sally, mentre la apriva.
Per un attimo il tempo parve fermarsi, e a Harry sembrò che passasse un’eternità, finchè Sally non prese la parola:
- “Ma…ma…ma…è l’anello che mi hai dato quando mi hai chiesto di sposarmi!
- “Certo, sono andato a farlo allargare come mi avevi chiesto, così potrai metterlo ancora” le rispose sempre con un sorriso. Lei gli strinse le braccia al collo e gli diede un bacio.
- “Guarda che io non te l’ho mai detto di farlo allargare…però apprezzo tantissimo il pensiero” e cercò di sforzarsi di sorridere. Lui la fissò a lungo mentre si provava l’anello e tentava di mettersi a posto i capelli
- “Cosa c’è? Sono spettinata?
- “Certo che…no” e dicendolo trattenne a stento una risata
Lei in tutta risposta fece una faccia meravigliata e si stampò un’espressione imbronciata sul viso.
- “Ti amo, Sally…
- “Anche io Harry” e lo abbracciò per nascondere un’espressione malinconica sul volto. Rimasero abbracciati per qualche minuto, senza dire una parola, e poi si lasciarono cadere sul letto, entrambi stanchissimi; si rimboccarono le coperte e spensero la luce.
- “Harry…
- “Si?
- “…niente…buonanotte…
In quel momento avrebbe voluto dirgli molte cose, che però rimasero lì, strozzate in gola. Era il loro quinto anniversario di matrimonio, e non voleva che lui ci rimanesse male dopo aver faticato tanto, solo perché a lei non piaceva il fatto di essere sommersa di regali tanto costosi quanto spesso inutili. Forse una semplice rosa avrebbe fatto più effetto, e forse prima o poi lei avrebbe trovato il coraggio di dirglielo.

He works hard to give her all he thinks she wants:
a three car garage, her own credit cards...
He pulls in late to wake her up with a kiss good night
If he could only read her mind, she’d say:
Buy me a rose, call me from work,
Open a door for me, what would it hurt...
Show me you love me by the look in your eyes.
These are the little things I need the most in my life.

- “A stasera tesoro!” Un bacio e un saluto accompagnarono Sally mentre guardava dalla finestra Harry, che dopo aver chiuso la porta stava camminando nel vialetto per andare in garage a prendere la macchina con cui sarebbe dovuto andare al lavoro.
Ultimamente lavorava veramente tanto, e lei aveva l’occasione di scambiarci due parole solo a colazione, visto che non pranzava a casa, e spesso la sua cena era un sandwich davanti a rotoli immensi di progetti che riguardava fino a tarda notte. Proprio l’esatto opposto di lei, che invece andava sempre a letto presto e aveva un impiego part-time presso la biblioteca comunale.
Era ancora un po’ imbarazzata dalla serata precendente: per il loro anniversario si era fatta trovare non solo addormentata, ma persino senza regalo. Si era completamente dimenticata, e adesso si stava mangiando le unghie dal nervoso. Prima di ridursi le mani ad una poltiglia informe, decise che era meglio smettere, e si fiondò verso la porta del frigorifero alla velocità della luce, maledicendo la dieta che stava facendo.
Quasi a farlo apposta, appena aveva trovato qualcosa da sgranocchiare, il telefono si mise a squillare; Sally rispose a malincuore lasciando quei deliziosi biscotti che sembrava la implorassero di mangiarli sul tavolo.
- “Pronto?
- “VECCHIA ZO***LA DOVE CA**O HAI LA TESTA?? TI PARE CHE MI HAI FATTO ASPETTARE 2 ORE IERI E POI MI HAI DATO BUCA?? TI SI E’ CHIUSO IL CERVELLO IN UN LIBRO??”
Come si aspettava: era Sharon. Ed era incazzata nera. Altro buon motivo per mettersi a mangiare qualsiasi cosa le capitasse sotto tiro.
Sally tentò di balbettare qualche parola timida di scusa ma non ci riuscì, visto che Sharon urlava come una forsennata.
- “Sally ci sei ancora?
- “John sei tu?
John era il marito di Sharon, ed era l’unica persona al mondo che sapeva come calmarla, anche se qualsiasi persona avrebbe preferito trovarsi davanti un Tirannosaurus-Rex piuttosto che Sharon arrabbiata.
- “Si sono io. Non preoccuparti, Sharon sarà ancora occupata per qualche minuto a cercare il suo telefonino, nel frattempo puoi riposarti le orecchie…ricordati che mi devi un favore, e soprattutto ricordati di farmi un bel funerale perché quando Sharon mi scoprirà, probabilmente mi farà in tanti piccoli pezzettini...”
Sally rise, certo lui sapeva bene come tirarle su il morale quando era giù.
- “Grazie John.
- “Figurati
Nel frattempo però Sharon aveva capito il trucco e urlava dall’altra parte della cornetta talmente forte che persino Sally riusciva a sentirla
- “Voi due vi siete per caso coalizzati contro di me?!?!? Dammi quella cornetta e fammi parlare con Sally! SUBITO!!!! Poi io e te faremo i conti…
Certo, Sharon non si poteva dire una ragazza gentile e soprattutto fine, ma quando si trattava di psicologia, consolare o far sentire in colpa, la farebbe senza fatica in barba a Freud.
- “Ciao Sharon…
- “Ciao un bel ca**o! Cosa hai regalato ieri sera a Harry alla fine, visto che il negozio in cui il suo regalo aspettava mi stava facendo compagnia mentre tu facevi beatamente altro??
- “Ehm…cioè….io…
- “Niente immagino! Nemmeno uno stupido fiore!
- “Insomma…no…però ero stanca…
- “Non mi dire che tu stavi dormendo quando lui è tornato!!
- “Beh, allora non te lo dirò…
- “Ma porc…bip bip bip
Per sua fortuna in quel momento John aveva staccato la spina al telefono per risparmiare a Sally la solita sfilza di “complimenti” che Sharon spesso le rivolgeva. E infatti richiamò qualche minuto dopo.
- “Sono ancora io. E sono CALMA…John è legato al letto, e stavolta il gran paladino della giustizia non ci sarà a difenderti!” urlò apposta, di modo che John la sentisse, che infatti le rispose con una sonora pernacchia.
- “Sharon scusami ancora per ieri…
- “Si vabbè lascia stare…poi fosse la prima volta! Ormai ci ho fatto l’abitudine…ma tu dove la metti la testa??
- “Ma io veramente…
- “Ma tu un corno! Ti sembra giusto che Harry si faccia sempre in quattro e torni tardi per portarti dei pensierini e tu lo ringrazi dormendo il giorno del vostro anniversario, e per giunta farsi trovare senza nemmeno uno stupidissimo regalo? Passi il dimenticarsi della tua amica che ti aspetta sotto la pioggia, ma non questo! Ultimamente sei troppo strana…” e la voce di Sharon si fece più seria
- “Cosa intendi dire?
- “Hai la testa sulle nuvole, Sally! Non ti ricordi gli appuntamenti, sei sempre nervosa e stanca e ti lamenti sempre che quel tuo povero marito ti riempia di regali…qualcosa non va?
- “Non lo so…cioè, sono un po’ stanca…e poi a me piace che Harry mi faccia regali, ma…
- “Ma cosa? Non ti basta che ti ami e che cerchi in qualsiasi modo di dimostrartelo?
- “Certo! Solo che…insomma…secondo me non è così che dovrebbe fare…
- “No? Farsi in quattro per farti allargare il tuo anello preferito mentre ha un sacco di lavoro da sbrigare non ti sembra un modo ragionevole?
- “…e tu come lo sai???
- “Ho anche io i miei informatori…e non ti dirò mai chi sono quindi evita di chiedermelo!
- “
- “Smettila, e cerca di darmi un buon motivo!
- “Beh, all’inizio mi piaceva che lui fosse così tutto per me e mi riempisse di attenzioni, coccole, regali e…
- “Si, si, ho capito il concetto, vieni al sodo e non continuare a girare in tondo!
- “Però adesso continua a regalarmi cose belle, ma di cui non me ne faccio nulla…cioè, ormai mi dovrebbe conoscere bene e sapere che mi piace di più un regalo fatto col cuore che mille fatti coi soldi…
- “A parte che non credo sia così, credo lo sappia benissimo…ma tu hai provato a dirglielo?“ - “No…
- “Vedi? Come fa lui a saperlo se non glielo dici? E poi, conoscendoti, farai sempre quella faccia malinconica quando ti regala qualcosa che magari lui interpreta male e ogni volta ti prende qualcosa sempre più bello…
- “Ma cosa dovrei dirgli? E poi non saprei come…
- “Ti aspetti che vada a dirglielo io? E’ già tanto che quando vi siete conosciuti abbia fatto da candelabro a quel pic-nic!
Da una parte imprecisata della casa si sentì la voce di John in sottofondo “E io? Chi ti ha accompagnata tutto il giorno Sharon??
- “Io ho ragione…e tu zitto John!!“ urlò subito al marito
- “Comunque non saprei cosa dire a Harry…ho paura di farlo star male dicendogli che non mi piacciono i regali che mi fa…o dovrei dirgli davvero che non mi piace quello che mi regala?
- “No, semplicemente digli che potrebbe fartene meno, ma con il cuore e non coi soldi! L’hai detto tu 3 secondi fa se non sbaglio!
- “Beh, ci penserò…ora devo andare, la biblioteca mi aspetta…ciao Sharon
E fu così che troncò la conversazione con la sua migliore amica. Ora almeno sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma quello che le mancava era il coraggio di farlo; ormai se ne era resa conto, e la scusa della biblioteca sapeva avrebbe retto poco o nulla, dopotutto le biblioteche sono chiuse il sabato. Così abbandonò i suoi pensieri tristi e decise di ascoltare le vocine petulanti di quei biscotti che ancora sul tavolo la imploravano di essere mangiati.

Now the days have grown to years of feeling all alone,
And she can’t help but wonder what she’s doing wrong,
’Cause lately she’d try anything to turn his head
Would it make a difference if she said:
Buy me a rose, call me from work
Open a door for me, what would it hurt...
Show me you love me by the look in your eyes.
These are the little things I need the most in my life

Era un giorno come tanti altri, e Harry era uscito a cena con i suoi colleghi; di vedere Sally quella sera non ne aveva nemmeno per la testa, visto che ultimamente era sempre più triste e silenziosa. Sia lei che Sharon erano due casseforti blindate, e non lasciavano trapelare nulla; nemmeno John che era sempre stato dalla sua parte adesso non sapeva cosa dirgli, visto che si ritrovava perennemente chiuso in uno sgabuzzino o legato al letto quando il telefono squillava.
Naturalmente non lasciava trapelare nulla con i suoi colleghi che, ovviamente senza saperlo, continuavano a chiedere che fine avesse fatto Sally quella sera, visto che la portava sempre quelle cene ed era sempre l’anima della festa; con la sua abilità innata di oratore Harry però riusciva sempre a sviare il discorso con una battuta, ma quanto all’uragano di pensieri che aveva creato in testa non accennava a smettere. Tra una chiacchiera e l’altra si era fatto piuttosto tardi e, pagato il conto, ognuno si diresse alla macchina per tornare a casa; per chiudere la serata in bellezza anche il tempo aveva deciso di prendersela con Harry, e infatti nei 200 metri che lo separavano dal parcheggio iniziò a piovere molto forte, una di quelle piogge possenti e improvvise tipiche di Seattle, e riuscì appena a infilarsi in macchina prima che fosse completamente fradicio.
Era stata una pessima idea non portarsi dietro il cellulare, perché adesso oltre al tempo barbino anche la macchina aveva deciso di abbandonarlo.
- “Ce l’avete tutti con me??“ sbottò irritato. Prese dunque l’ombrello nel baule e iniziò la lunga passeggiata che lo separava da casa, sfogando la propria rabbia contro una lattina mezza accartocciata che aveva trovato per strada; ma le sorprese quella sera non erano ancora finite. Per niente. E non passò molto tempo che si trovò anche una cascata d’acqua sulla testa, perché l’ombrello aveva deciso di aprirsi in due e abbandonarlo.
Ormai senza speranza continuò la sua passeggiata verso casa totalmente zuppo d’acqua, cercando di trattenere le sue imprecazioni. A metà strada vide però uno di quei bar aperti tutta notte, e decise di fermarsi per prendere qualcosa di caldo; per giunta conosceva anche la proprietaria, una simpatica vecchietta che appena lo vide così non aspettò nemmeno un secondo a preparargli un bel caffè caldo e a farlo sedere
- “Harry! Oh signur, povar Fiö! Non dirmi che stai risparmiando su doccia e lavatrice!“ esordì con tono dolce e scherzoso.
- “Oh Sara, sapessi…“ e così Harry le raccontò delle sue sfortune quella sera sorseggiando una tazza enorme di caffè che lei gli aveva gentilmente offerto.
- “Harry, mi spiace…se potessi e avessi una macchina ti porterei a casa io…“ si offrì Sara
- “No dai, non preoccuparti…poi ormai sono fradicio, e devo finire si sperimentare questo metodo per risparmiare sull’acqua!“ rispose sorridendo
- “L’acqua di certo non fa sbiadire il tuo senso dell’umorismo
- “Lo sai che ci vuole ben altro Sara! E poi…poi…
- “Poi…?
- “LE CHIAVI DI CASA!!! NON LE HO PIU’!!!
- “Ecco, questo è un problema…
- “Sally mi ucciderà…dovrò rischiare…
Proprio in quel momento entrò un altro signore piuttosto vecchio
- “Sara! Ho trovato queste chiavi davanti alla porta del bar, sono mica di qualcuno dei tuoi clienti?“ disse rivolgendosi alla proprietaria. In quel momento a Harry luccicarono gli occhi e rispose
- “Ma….ma….ma…quelle sono le mie chiavi!
- “Oh, bene, vedo che ho già trovato il proprietario!“ rispose con un sorriso
- “La ringrazio tantissimo! Come potrò mai sdebitarmi?
- “Guardi, se proprio non ha nulla da fare potrebbe darmi una mano a risistemare i fiori che mi sono appena arrivati? Sono il fiorista proprio qui di fianco, e in questo periodo mio figlio è in vacanza e sono da solo a far tutto; ma non si preoccupi se non può tanto…
- “Si figuri! Le do una mano più che volentieri! Credo che lei abbia salvato la mia serata…
- “Figuriamoci! Può essere andata così male?
Harry non rispose. Salutò Sara, la ringraziò del caffè e andò nel negozio del signore, che gentilmente si presentò e gli mostrò i pochi vasi da mettere a posto.
- “Credevo ci fosse più roba da mettere a posto…
- “No, no, sono giusto quei vasi che per me sono troppo pesanti…
Harry si rimboccò le maniche e iniziò a spostare i vasi, seguendo le indicazioni del negoziante, che nel frattempo iniziò a parlare con Harry, chiedendogli del perché non avesse risposto alla sua domanda di prima e perché era totalmente fradicio. Per la seconda volta Harry raccontò la sua disavventura, mentre continuava a rimettere a posto fiori e vasi, finchè non si fermò davanti ad una bellissima rosa rossa. Subito gli balenò nella mente un pensiero: Sally.
- “La ringrazio davvero tanto, non so come avrei fatto senza di lei a spostare questi vasi.
- “Oh…ah…di nulla!“ rispose Harry, colto di sorpresa mentre pensava “Si figuri, sono io che devo ringraziarla per aver trovato le mie chiavi!
Il vecchietto lo guardò e gli disse
- “Vedo che le piace quella rosa…
- “Ehm…si…so che lei non è aperto a quest’ora e magari sembro scortese a farle questa domanda, ma sarebbe così gentile da vendermela?
- “Gliela regalo se ci tiene così tanto“ e sorrise
- “Cosa?“ chiese Harry meravigliato
- “Si, gliela regalo…anzi, le faccio anche un pacchettino così non si rovina nella pioggia…sah, senza ombrello…“ concluse con una risata gioviale
Harry sorrise, e lo ringraziò, mentre il vecchio signore gli dava la rosa avvolta da una carta trasparente. Salutò il vecchio signore e Sara nel negozio a fianco e riprese a incamminarsi verso casa sempre sotto la pioggia che non accennava a smettere.
Strinse la rosa in mano e un sacco di pensieri invasero di nuovo la sua testa. Sally, sempre e solo Sally, in ogni cestino, in ogni lampione, in ogni panchina vedeva sempre lei. Allora si mise a correre verso casa, sempre più forte, senza badare alla pioggia, senza badare alle pozzanghere, e arrivato davanti alla porta si fermò. Preso un bel respiro aprì silenziosamente la porta e vide Sally su una sedia con una tazza in mano che guardava fuori piovere, un po’ meravigliato che non fosse già a letto. - “Sally…sono a casa…
Sally si girò di scatto verso la porta e si diresse verso l’ingresso con aria minacciosa
- “Ma ti sembra l’ora di arrivare a casa? Senza telefono per giunta!! Poi con questo tempo io mi ero preocc…“ ma si fermò quando lo vide zuppo d’acqua sulla porta di casa e rimase senza parole - “Ma…Harry….tu…io…
- “Ciao Sally…
- “Ma sei fradicio! Cosa…
- “La macchina non funzionava e l’unico ombrello tarlato l’ho preso io…
- “Se avessi portato dietro il telefono sarei potuta venire…
- “Non fa niente…scusami…questa è per te“ e con un sorriso le diede la rosa, che grazie al pacchetto non si era rovinata.
Un espressione di meraviglia si materializzò sul volto di Sally che gli saltò subito al collo abbracciandolo. “Oh Harry! Grazie…
Harry la strinse più forte, finchè lei non disse “Certo che avresti potuto evitare di vedere se puoi lavarti e lavare i vestiti in questo modo“ e un sorriso le comparse sulla bocca.
- “Mi sembra di aver già sentito questa frase…ma davvero?“ e Harry la sollevò di peso iniziando a uscire dalla porta
- “Harry? Cosa stai facendo? No, fuori no…no….ahhh!!“ e così anche Sally si ritrovò zuppa d’acqua con Harry che la guardava sorridendo
- “Harry, non c’è nulla da ridere! Domani saremo a casa tutti e due con la febbre!!
- “L’ho sempre visto fare nei film, ma non credevo fosse così…così…
- “Bagnato?
Harry rise e baciò Sally, finalmente aveva capito cosa davvero voleva…

And the more that he lives, the less that he tries
To show her the love that he hold inside
And the more that she gives the more that he sees:
This is a story of you...and me...
So I bought you a rose on the way home from work
Opened the door to a heart that I hurt...
And I hope you notice this look in my eyes,
’Cause I’m gonna make things right
for the rest of your life...
I’m gonna hold you tonight
Do all those little things, for the rest of your life...

  
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