28/09/2012
4 recensioni
Alta, magra, bionda, occhi azzurri, solare, simpatica, dolce.
Lei è la tipica ragazza perfetta, una barbie.
Ecco, insomma, non sono io.
Ho una vita caotica, con i genitori separati, persone che mi amano e persone che mi odiano, impegni, studio, casini, casini e casini.
Qualche anno fa ho perso la persona più importante della mia vita, mia nonna. Avete presente quella figura indispensabile nella vostra vita? quella persona su cui puoi sempre contare, con cui non litighi mai, la quale ti manca immensamente quando stai più di 24 ore senza vederla? Quella era mia nonna.
Non appena morii, mia madre, già separata da mio padre, mi portò via, notando che quel posto mi rendeva triste, non era più fatto per me. Senza di lei, quel piccolo paese di neanche duemila abitanti sarebbe diventato solo una prigione per me.
Avrei passato un periodo orribile, cupo, pieno di tristezza se solo non fosse stato per loro.
Sono tre ragazzi che mi hanno salvato la vita, si chiamano Joseph, Nicholas e Kevin. Li conobbi quattro anni fa non appena mi trasferii a Milano, dove mia madre nel frattempo aveva trovato un nuovo compagno, e dove io iniziai la mia nuova vita.
Nicholas, il più giovane dei tre, aveva due anni in più di me. Il primo che conobbi fu proprio lui, il mio dolce Nick.
Ci siamo conosciuti per caso, a scuola.
Era un ragazzo americano, ma viveva in Italia a casa di suo zio, il fratello di suo padre, perchè amava l'Italia e la sua storia, e aveva deciso di vivere una nuova grande esperienza, trasferendosi qua e frequentando un normalissimo liceo italiano.
Avevamo due anni di differenza, ma io feci la primina, quindi era come se avessimo solo un anno di differenza.
Ci siamo conosciuti un pomeriggio, ad un corso di recupero di quella maledetta materia che era il latino. Eravamo entrambi negati in quella che era definita ormai da tutti una inutile lingua morta.
All'inizio fummo entrambi molto timidi, quindi non parlammo subito ma solo al terzo giorno di recupero, quando scoppiammo a ridere insieme come due cretini per uno strappo nei pantaloni della nostra 'simpaticissima' professoressa di latino, ovviamente senza confessarle niente.
Dopo la lezione ci scambiammo tre o quattro battute fino ad arrivare all'uscita della scuola, sorridendoci a vicenda e salutandoci con un semplicissimo botta e risposta: ''a domani allora!'' - " a domani! è stato un piacere. "
Da quel giorno ci fermavamo sempre per chiacchierare per qualche minuto, fino a che mi resi conto di che meraviglioso ragazzo avevo davanti, che in tre mesi era diventato già come un migliore amico per me.
Passavamo interi pomeriggi insieme; a passeggiare, al mcdonald, a chiacchierare, a ridere, ma la cosa che ci teneva più legati era una passione in comune, la nostra passione più grande: quella per la musica. Passavamo ore a scrivere canzoni, noi due, io a cantare e lui a suonare la sua meravigliosa chitarra, o viceversa, anche se io con la chitarra ero un pò negata, mentre lui sembrava nato per fare proprio quello, suonare e cantare, ed era incredibile.
Avevo trovato un amico, un fratello, una persona su cui poter contare, di cui potermi fidare, una persona che mi voleva bene come io ne avevo bisogno. Lui era il mio Nicholas, conosciuto da tutti come Nick, chiamato Niklo da me.
Dopo quattro mesi di follia, divertimento e musica passati insieme a Nick, arrivò il natale, e quello fu il momento in cui incontrai Joseph e Kevin per la prima volta.
Erano due ragazzi meravigliosi, con un fantastico senso dell'umorismo, dolcissimi, gentili e simpatici. Essendo una ragazza mi sento di poter aggiungere questo aggettivo: BONI.
Nick, Joe e Kevin erano tre ragazzi davvero bellissimi.
Socializzai subito anche con Joe e Kevin, e diventammo i fantastici 4. Passammo tutte le vacanze insieme, festeggiando il natale con le nostre famiglie riunite tutte a casa dello zio Jonas.
Così avevo avuto modo di conoscere anche i genitori di Nick, Joe e Kevin. Kevin Paul Senior e Denise. Erano due persone meravigliose, cordiali, rispettosi e simpaticissimi, e dopo una settimana mi consideravano già ''una di famiglia''.
Conobbi anche il piccolo Frankie, il 'bonus' della famiglia Jonas, una piccola peste super attiva 24 ore su 24, che stava sempre a stuzzicare i tre fratelli maggiori.
Finite le vacanze, io tornai alla mia monotona vita, piena di allegria quasi solo grazie a Nicholas.
Finii l'anno a pieni voti, tranne che per il latino, e lo stesso vale per Nicholas.
Quell'estate tornò tutta la famiglia Jonas in Italia, e andammo in vacanza tutti insieme. Durante quell'estate, Joe decise di venire a vivere in italia con il fratello, perchè era follemente innamorato di questo paese.
Joe finì il liceo in italia, idem Nicholas. Kevin invece andò avanti con la sua vita in America, e a quanto pare aveva anche trovato la ragazza giusta per lui: Danielle, una ragazza stupenda sia di bellezza esteriore che di carattere, che ebbi la fortuna di conoscere in estate.
Ed eccoci qui. Io, Nicholas, e Joseph vivevamo nella stessa città, passavamo le giornate insieme, creavamo musica insieme e facevamo le nostre cazzate insieme, tipiche cose da "adolescenti".
Ormai conoscevo meglio loro che me stessa, e gli volevo bene. Un bene immenso.
Il mio Niklo e il mio Joe. Mi rendevano felice, mi facevano sorridere.
Tutto andava benissimo. Ero io. Avevo trovato le persone giuste per me, con cui potevo essere me stessa.
Un grande cambiamento ci fu quando conobbi Claire, una ragazza meravigliosa della mia età, che vive a Milano. Diventammo amiche, e siamo tutt'ora legatissime.
Grazie a lei, ho potuto realizzare quanto Joe potesse essere geloso di me. Ma forse la sua, era solo una forte paura di perdermi a causa della "nuova arrivata" come era solito chiamarla lui.
Ma io e Claire ci vedevamo raramente; lei abitava dall'altra parte della città, e quindi la maggior parte del tempo lo passavo con Nick e Joe.
Noi tre, eravamo meravigliosi insieme, eravamo felici.
C'era equilibrio tra noi, fino a una sera...
Quella sera in cui conobbi Simone, quello che sarebbe diventato mio amico e il mio primo fidanzato serio.
Colui che fece scaturire tutta la gelosia di Joe nei miei confronti, che pretendeva che passassi più tempo con lui, dicendomi che lo trascuravo. Tutto ciò mi feriva e non sapevo come reagire limitandomi a scusarmi e a fare promesse difficili da mantenere.
Il comportamento di Joe cambiò radicalmente nel giro di qualche mese da quando io mi fidanzai con Simone.
Divenne più distaccato e freddo nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti di Simone, che lui non sopportava. Non era più quel Joe che conobbi quattro anni fa, quel meraviglioso ragazzo, simpatico, dolce, altruista, gentile, sempre allegro, sempre bambino, il solo a sapere come farmi ridere, l'unico che riusciva a tirarmi su di morale quando ero triste. Fu allora che Joe tornò in America, dicendo che "l'Italia non faceva più per lui".
Nick, a differenza del fratello, mi rimase vicino, sempre, senza mai lasciarmi o deludermi.
Il mio Niklo era sempre lì, con quel suo meraviglioso sorriso splendente, con quei suoi meravigliosi occhi scuri, con i suoi riccioli, con le sue braccia muscolose sempre pronte ad abbracciarmi quando ne avevo bisogno.
Era la migliore "cosa" che mi fosse mai capitata.