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Autore: HaruHaru19    30/09/2012    3 recensioni
Il viso dall'espressione birichina e il leggero rossore che andava a imporporarle le guance mentre si scusava imbarazzata per essersi persa nell'immensità del castello, avevano vinto sull'ostilità dell'arcigno sovrano il quale supponeva invece che la principessa belga si fosse fatta trovare di sua iniziativa vicina alle sue stanze con la speranza di entrarvi assieme all'imperatore. Il che era in parte vero: HyoYeon non si era persa, una come lei trovava la strada di casa anche nelle selve più impenetrabili, ma aveva seriamente intenzione di farsi invitare dal malvagio monarca a entrare nelle sue stanze. Quello che il vecchio non immaginava era che i piani di HyoYeon si sarebbero discostati di gran lunga dai suoi, una volta fatto l'ingresso nella camera.
Genere: Guerra, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Haru's blablabla: Direi che un mese e mezzo di attesa non è poi così tanto rispetto ai miei soliti mesi e mesi di niente assoluto tra un aggiornamento e l'altro...No, scherzavo. Mi dispiace davvero tanto, ma questo capitolo non voleva uscire. Continuavo a scriverlo e a ricancellarlo per poi scriverlo di nuovo da capo e non ne ero mai pienamente soddisfatta. Beh, neanche adesso lo sono, ma mi piace decisamente di più rispetto alle prime versioni.In verità, l'avevo finito qualche tempo fa, ma la mia Beta ha iniziato l'UNI e deve ancora abituarsi a quegli orari assurdi perciò era sempre troppo stanca per betarlo. Alla fine però ci siamo riuscite ed eccolo qui! E poi è venuto lunghetto :P Comunque vorrei dirvi che con questo capitolo abbiamo superato la metà perfetta della storia! ^^ Adesso manca solo di scrivere e pubblicare l'altra metà! *muore tra atroci sofferenze autoinflitte* A questo punto manca solo di dire alle mie solite due lettrici "buona lettura" e sperare che questo capitolo piaccia :P
 


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Per amore o per potere. 

Capitolo 7: Con me o contro di me.

Taemin e JinKi camminavano rapidi lungo il corridoio diretti alle camere assegnate alla regina tedesca, cercando di fare più in fretta possibile: HyoYeon li aveva convocati con la massima urgenza e loro, che avevano ormai capito come ragionava la mente delle principessa belga, non avevano la minima intenzione di farla attendere più del dovuto. Durante il tragitto però Taemin non riusciva a non pensare alla discussione che aveva origliato qualche notte prima tra suo fratello e Sunny. Non che lui fosse solito scendere a certi comportamenti vili come per esempio spiare le conversazioni altrui, ma era sinceramente preoccupato per la vita del fratello e voleva sapere cosa aveva spinto Sunny a fuggire, piuttosto che rimanere al fianco di JinKi, affrontare la realtà e cercare di superare insieme il dolore per la perdita di loro figlio.
Doveva confessare che all'inizio l'aveva odiata: fin da ragazzo, si era ritrovato a governare le terre che fino a poco prima erano sotto la responsabilità di JinKi e inoltre era stato costretto a sorvegliare costantemente quel fratello che ormai era divenuto il peggior nemico di se stesso, sempre se non voleva finire con l'occuparsi anche dei preparativi per il funerale di JinKi; non aveva la minima voglia di seppelire l'unico vero legame che gli era rimasto, non quando l'odore umido e penetrante della terra rivoltata con la quale avevano ricoperto le bare dei suoi genitori esisteva ancora nei suoi ricordi, talmente vividi da poter giurare di essere in grado di sentire ancora l'odore, come se fosse stato impresso nelle narici. Col passare del tempo però il risentimento era passato oltre e aveva lasciato il posto alla curiosità, la quale era rimasta in attesa di risposte, giunte soltanto poche ore prima. Da quello che aveva sentito, Taemin era giunto alle conclusioni che Sunny non riuscisse a stare vicina a JinKi, non che non volesse. Il loro bambino somigliava incredibilmente a suo fratello e, probabilmente, Sunny rivedeva il corpicino privo di vita del proprio figlio ogni qual volta che osservava il volto di JinKi. Inoltre Taemin sospettava che Sunny avesse accettato di sposare quell'arrogante che, da un paio di anni ormai, governava il regno di Francia, solo per avere una scusa con la quale tenere lontano JinKi, nel caso in cui la sua volontà avesse ceduto all'amore. Il più piccolo dei due fratelli era a conoscenza del fatto che nel regno dell'allora principessa francese vigeva la legge salica, ovvero una legge che impediva alle donne di governare da sole il proprio paese, perciò aveva fatto i suoi conti ed era arrivato a una sua conclusione: una volta che tutta la verità era venuta a galla, cioè che Sunny e JinKi erano promessi sposi e che prima del matrimonio avevano avuto un figlio, il quale era morto, i consiglieri di Sunny le avevano suggerito, o meglio dire imposto, di sposare un uomo molto potente e anche decisamente molto più vecchio di lei, per mettere a tacere le voci che stavano dilagando a macchia d'olio. C'era qualcosa in quella storia che ricordava tanto la situazione di Jessica, con la sola differenza che Sunny si era sottomessa placidamente al volere altrui, mentre la regina tedesca stava ancora tentando di trovare una via di fuga a quel suo inferno personale, stava ancora lottando e Taemin aveva la spiacevole sensazione che, se non ci fosse riuscita, lei sarebbe morta, o anche qualcun'altro, nel tentativo di vincere quella partita. Però c'era una voce nella sua testa, un sussurro che gli suggeriva la possibilità che Sunny non si fosse comportata così per paura. No, non era mai stata una che si tirava indietro se le responsabilità delle sue azioni la venivano a cercare, ma allora perchè aveva acconsentito di mettersi così servilmente al fianco di quel violento e spregevole uomo che era suo marito? Il giovane re nordico non riuscì a trovare altra risposta al di fuori dell'amore puro e incondizionato che Sunny provava nei confronti di JinKi; egli stesso era stato testimone diretto per parecchio tempo del legame particolare e indissolubile che vi era tra quei due, ma a quanto pareva la nobildonna francese era intenzionata a trovare un modo per tagliare completamente il filo che la legava all'altra sua metà e Taemin era fermamente convinto che lei lo volesse fare per la felicità di JinKi. Lei non riusciva a stargli vicino nonostante volesse, ma evidentemente pensava che, se avesse permesso alla speranza di tenere anche un minimo spiraglio aperto, allora JinKi si sarebbe illuso e avrebbe sofferto ancor di più di quanto avrebbe sofferto con un unico, improvviso e netto taglio. Per questo era scappata, per questo aveva evitato JinKi in ogni modo possibile e per questo si era sposata: così facendo aveva accontentato il volere dei suoi consiglieri, aveva messo a tacere le voci che avrebbero altrimenti infangato il buon nome di suo fratello, ma al tempo stesso aveva anche cercato di far capire a JinKi che ormai loro due appartenevano a due mondi differenti e che sarebbe stato sicuramente meglio per lui cercare una vera fonte di felicità.
Lei si era sacrificata per amore.
Era lei la vera vittima della situazione, ma aveva preferito continuare a soffrire per ogni singolo giorno della sua vita pur di non condannare anche Jinki a una sorte simile. E Taemin l'aveva capito: era sempre stato uno capace di far tornare i conti, anche con pochissimi dati a disposizione. Aveva infatti capito anche che JinKi non aveva però intuito niente di tutto ciò, troppo assuefatto all'idea di aver ritrovato la sua Sunny e Taemin temeva il momento in cui, ne era certo, suo fratello sarebbe stato costretto a un faccia a faccia con la realtà. Eppure gli sfuggiva qualcosa che proprio non riusciva a comprendere. Sentiva che la risposta era vicina, ma continuava a saltare da una parte all'altra, troppo veloce addirittura per il suo intuito sagace. Taemin ci pensava da tempo. L'aveva vista affiancare Kibum e subito gli era sorto il dubbio. Lui aveva giurato che avrebbe portato a suo fratello la testa di Kibum posta su di un vassoio d'argento; si sarebbe vendicato dell'atrocità che erano stati obbligati a subire: era stato versato troppo sangue della sua famiglia a causa della casata Kim e Taemin avrebbe lavato il disonore con il sangue del giovane erede dell'impero austriaco. Ma la domanda rimbombava nella sua testa come un eco senza risposta: perché Sunny stava porgendo la mano al carnefice di suo figlio?
<< Eccoci qua. >> la voce di JinKi lo riportò alla realtà.
<< Lasciatemi gli spadini, prego. >> il comandante delle guardie tedesche, un uomo giovane dai lunghi capelli biondi elegantemente raccolti in una sobria coda bassa e dagli inquietanti occhi azzurri, porse verso loro i palmi vuoti delle mani.
I due fratelli pensarono che fosse una misura di sicurezza adottata dalla regina. Sia JinKi che Taemin sfilarono dalle cinture le custodie con gli spadini e le consegnarono alla guardia, convinti da una parte che fosse comprensibile che Jessica non volesse dei semi-estranei armati nelle sua stanze e rassegnati d'altra parte all'idea che, in caso contrario, il bell'imbusto non si sarebbe spostato di mezzo millimetro dalla sua postazione, rendendo impossibile per loro l'accesso alle stanze. Dopotutto Taemin teneva segretamente una lama, corta ma affilata, nascosta in un lato degli stivali.
Taemin era già nell'atto d bussare alla porta quando la guardia lo bloccò.
<< Anche la lama, signore. >> disse e Taemin fu costretto, seppur con un sospiro, a cedergli anche l'ultimo appiglio in caso di emergenza.
<< Grazie, signori. >> rispose il biondo prima di bussare con tre colpi rapidi sulla porta, per poi aprirla senza neanche attendere una risposta.
JinKi rimase basito da quell'atteggiamento, mentre Taemin vide semplicemente confermata la sua teoria secondo la quale la pricipessa belga e quella guardia avevano un rapporto particolare, quando sentì quest'ultima chiamare HyoYeon con il proprio nome, avvisandola che "i signori del Nord erano arrivati". Il più giovane dei Lee l'aveva intuito da come la guardia tedesca si era gettata spontaneamente contro quella austriaca la sera in cui HyoYeon aveva fatto irruzione al ballo, per proteggere la principessa, senza che questa quasi si accorgesse di quello che stava accadendo alle sue spalle
Ai due aristocratici fu infine concesso di entrare nella stanza e, mentre JinKi osservava silenzioso Jessica nel suo bianco abito da sposa, Taemin notò gli occhi leggermente gonfi di pianto della regina che associò, in un primo momento, all'infelicità che doveva provare la ragazza nell'indossare un abito che le era stato confezionato per delle nozze che non desiderava. Successivamente però, Taemin fece caso al gesto brusco col quale HyoYeon nascose un fazzoletto sporco di quello che sembrava sangue in un cassetto del mobilio che si trovava al suo fianco, e Taemin ipotizzò allora che le lacrime della regina avessero un'origine diversa da quella che aveva inizialmente pensato, ma taque e tenne per sé i suoi pensieri.
Jessica, nonostante le lacrime, era meravigliosa.
Avvolta da strati di stoffa bianca e linda cuciti in maniera tale da creare un abito talmente importante ed elaborato che mai si era visto su di una sposa fino a quel giorno, la ragazza sembrava brillare di luce propria, esaltata poi dal candore del vestito. I capelli erano morbidamente raccolti da diversi fermacapelli tempestati di pietre preziose, che lasciavano cadere qua e là delle ciocche che non erano ancora state inserite nell'acconciatura, e le magre braccia erano avvolte da stoffa rigida decorata con degli elaborati pizzi, mentre al collo pendeva un ciondolo che la regina aveva ereditato dalla madre.
<< Siete incantevole. >> JinKi le si avvicinò complimentandosi e baciandole la mano, mentre Taemin si limitò a mostrare il suo rispetto con un inchino.
<< Come se servisse a qualcosa... >> rispose lei scuotendo la testa malinconicamente prima di richiamare l'attenzione di HyoYeon, la quale si avvicinò, e i due fratelli posarono gli sguardi su di lei, percependo il cambiamento di atmosfera.
L'aria si era fatta improvvisamente pesante e JinKi iniziò a sentirsi come messo in trappola, rinchiuso in una stanza con due donne dagli atteggiamenti imprevedibili e con suo fratello, una mente anche fin troppo geniale e gli occhi che guizzavano sospettosi da una persona all'altra.
HyoYeon si pose di fronte a loro e Jessica la affiancò, pur tenendo gli occhi bassi. La principessa belga si schiarì la voce, guardò prima un Lee, poi l'altro, e infine si decise a parlare.
<< Agiremo domani sera, solo dopo che tutte le fiamme saranno state spente. Io farò la mia parte e voi, Taemin, occupatevi di fare quello che vi ho scritto. >> disse tutto di un fiato, premurandosi di tenere la voce abbastanza bassa da non poter essere udita da orecchie indiscrete. << E JinKi, vi consiglio di non mostrarvi fin troppo amichevole nei confronti della parte avversa perché, se ci saranno degli inconvenienti, potremmo essere costrettti a eliminare il problema e non vorrei dovermi disturbare per mettere a tacere eventuali futuri risentimenti... >>
Questa volta Taemin non fu il solo a cogliere immediatamente il vero significato che stava dietro alle parole di HyoYeon e JinKi percepì chiaramente la temperatura corporea scendere a picco.
Sapeva che lei sapeva.
JinKi non aveva dubbi sul fatto che la bionda fosse venuta immediatamente a conoscenza del suo incontro clandestino con Sunny, così come sapeva della notte che Yuri aveva trascorso assieme a MinHo al fine di scoprire informazioni sull'imperatore.
Tutto. Tutto era accaduto per volere di HyoYeon da quando era arrivata e, quando qualcosa deviava dai programmi iniziali, lei riusciva a girare il vento inaspettato a suo favore. Erano tutti quanti burrattini nelle sue mani e la principessa belga si dilettava a muoverli a suo piacimento. E lo spettacolo era solo all'inizio. Comunque sia, alla fine dei conti, il messaggio principale rimaneva chiaro: se il sentimento che JinKi provava per Sunny avesse complicato il regolare svolgimento del piano, HyoYeon non si sarebbe fatta scrupoli nell'eliminare Sunny e chiunque avesse rivendicato la sua morte. Era proprio quello che Taemin temeva.
<< Se anche la sfiorate soltanto, giuro che mi prenderò la vostra vita come risarcimento. >> lo sguardo di JinKi dava tutta l'idea che non stesse scherzando affatto.
<< Se siete così interessato alla mia vita, prendetela pure. Non è la mia vita quella che mi sta a cuore. >> rispose guardando per pochi secondi la ragazza che le stava accanto, la quale, per un attimo soltanto, trasalì alle parole dell'amica.
JinKi sembrava essersi perso nei propri pensieri e HyoYeon colse l'occasione per raggirare un raffinato scrittoio che si trovava alle sue spalle per poi aprirlo, raccogliere qualcosa dal suo interno e infine posare il foglio su un grande tavolo di quercia. Taemin si avvicinò al tavolo e prese in mano il piccolo pezzo di carta per leggerne il contenuto, ma un brivido gelido gli percorse tutta quanta la schiena non appena realizzò quello che HyoYeon vi aveva scritto sopra.
<< State scherzando, mi auguro. >>
<< Eseguite semplicemente quello che vi ho scritto di fare, Taemin, non costringetemi a ripetere per l'ennesima volta le condizioni di un eventuale fallimento. >>
Il giovane re digrignò i denti e strinse i pugni fino a sentire le unghie premere fastidiosamente contro l'epidermide, accartocciando il foglio. Non lo infastidiva l'atteggiamento autoritario con cui HyoYeon gli si era rivolta poco prima, ma bensì era furioso perché si era sentito preso in giro dalle direttive che gli stavano venendo imposte. Niente di quello che vi era scritto su quel pezzo di carta aveva a che fare con quello per cui aveva accettato di aiutare Jessica nel suo piano architettato dalla principessa belga: tutto quello che voleva era ottenere la testa di Kim Kibum, non intendeva certo far del male a una persona innocente, soprattutto se la sua azione avrebbe portato ulteriore sofferenza a JinKi. Guardò suo fratello, che nel frattempo si era riscosso dal turbinio dei propri pensieri e che adesso lo stava guardando ansioso di sapere quale fosse il suo ruolo e infine indirizzò i suoi occhi verso la bionda.
<< Mi rifiuto! Non erano questi i patti! >> inavvertitamente aveva alzato troppo il tono della propria voce.
HyoYeon batté pesantemente i piccoli palmi sul possente tavolo e si chinò in avanti, la faccia verso l'alto, pronta a fronteggiare Taemin.
<< Questo è quello che bisogna fare! Mi state stancando con tutte le vostre stupide moine romantiche: dovete imparare a fare ciò che è più giusto, non limitarsi a ciò che è più facile. Una lezione, gentiluomini: agite con me, o contro di me. >>
Il più giovane dei Lee soppesò le parole udite e si convinse che forse HyoYeon aveva ragione. Certo, c'era un solo motivo per il quale lei avesse potuto cambiare parte del piano originale e tale motivo poteva essere solo che...
Taemin non fece in tempo a concludere il suo ragionamento che tutti i presenti furono sorpresi dall'improvvisa entrata della guardia bionda, probabilmente allarmata dal vociare animato e dal trambusto provocato dalla principessa.
<< HyoYeonnie, c'è qualche problema? >> chiese cupo e al tempo stesso anche ansioso, e Taemin non potè evitare di sorridere nell'udire quel nomignolo. Ora la sua ipotesi era divenuta certezza: tra quell'uomo e la belga vi era un legame decisamente più profondo di quello che legava una persona alla propria guardaia personale.
<< No, Jens. Va tutto bene. >> rispose lei con calma << I signori Lee stavano giusto per uscire. Riconsegna gentilmente le spade ai legittimi proprietari. >>
<< Certamente. >> affermò Jens prima di ripassare gli spadini a JinKi, inclusa la piccola lama che Taemin si affrettò a sistemare nel suo solito nascondiglio.
I due uomini ringraziarono e si congedarono con un inchino. HyoYeon rispose a sua volta inclinando il busto in avanti mentre Jessica, pallida come non mai, si limitò ad abbassare gli occhi e a fare un quasi impercettibile movimento con il capo. La giovane regina si sentiva privata di ogni energia, stanca e spossata: aveva a malapena le forze per guardare i muri che aveva eretto attorno a sé come difesa, crollare pezzo dopo pezzo. E HyoYeon le aveva dato il colpo di grazia tagliando di netto l'unica corda rimasta, ultimo appiglio di Jessica, quando le aveva confessato che il suo cuore avrebbe smesso in pochisssimo tempo di battere a causa di una malattia che da tempo la torturava con atroci dolori e boccate di sangue.
Sarà meglio quando sarà tutto finito, vedrai
, le aveva detto, ma non potrò riposare in pace se non ti saprò felice e al sicuro prima di chiudere per sempre gli occhi, per questo sto cercando, fino all'ultima mia palpitazione, di rendere la tua vita diversa da questo incubo.
Jessica continuava a domandarsi perché non glielo avesse detto prima. Perché l'aveva tenuta all'oscuro della malattia? Probabilmente per non farti preoccupare, si rispondeva. Sì, doveva essere per forza così. HyoYeon era sempre stata il tipo di persona da mettere prima gli altri e poi se stessa, ma lo faceva silenziosamente perché si imbarazzava se le persone scoprivano che genere di ragazza meravigliosa fosse in realtà. Ma tra loro due era diverso. Loro erano sorelle, anche se non di sangue, e avevano avuto da sempre quel rapporto raro e prezioso che nasce una volta su un milione. Per questo Jessica si era agitata non appena aveva realizzato la gravità della situazione in cui si sarebbe gettata, e solo a quel punto la bionda aveva confessato il suo stato di malattia terminale.
Finirai sulla gogna, le aveva urlato Jessica in preda alle lacrime. Non preoccuparti di me, le aveva risposto la principessa, morirò in maniera naturale ancor prima di arrivare alla gogna, se sarò fortunata, ma almeno morirò per salvare qualcuno che mi sta a cuore. Che vuoi di più, Jessica? Desideri per caso anche un uomo che muoia per te? Ascolta questo consiglio: lascia perdere quel tipo di uomini. Sono solo degli esibizionisti in cerca di attenzione concretizzata in un minuto di gloria dozzinale. Invece di sprecare la tua preziosa vita con buffoni del genere, trova qualcuno che sia disposto a vivere per te, non a morire. Non era certo quello che la regina voleva e, anche se le parole di HyoYeon rispecchiavano in gran parte i suoi pensieri, le ascoltò con attenzione, giurando a se stessa che le avrebbe seguite non come un consiglio, bensì come le ultime volontà di sua sorella.

Dopo aver convinto suo fratello a ritirarsi nelle sue camere, assicurandogli che lo avrebbe raggiunto a breve, Taemin vagava nei corridoi dell'ala Est del secondo piano nella speranza di incontrare lo spettro che continuava ad evitarlo. Il suo obbiettivo portava il nome di Kim Kibum e tutta l'essenza di Lee Taemin bramava il suo sangue. Come se una fata benevola avesse deciso di far diventare realtà i suoi desideri più intimi, la figura pensierosa del principe austriaco, apparentemente ancor più sottile del solito poichè strizzato all'interno del rigido busto del frac blu notte, gli apparve davanti agli occhi. Il re nordico strinse le mani a pugno e assotigliò le palpebre al fine di mantenere la calma, mentre Kibum si bloccò improvvisamente non appena si accorse di chi aveva davanti a sé. Non vi era nessuno in quel corridoio se non i due giovani aristocratici pronti a fronteggiarsi, o perlomeno uno dei due lo desiderava ardentemente mentre l'altro si sarebbe volentieri eclissato.
<< Kim Kibum. >>
Il chiamato in causa fu percorso da una serie di brividi, ma mantenne la testa alta con atteggiamento spavaldo. << Desiderate? >>
Taemin portò la mano destra al petto e sfilò il guanto di pelle per poi gettarlo per terra, ai piedi del principe. << Vi sfido a duello. Io e voi, domani, allo spengersi delle candele. E' arrivata ora di porre la parola fine a questa ridicola situazione, una volta per tutte. E sarà la lama del fioretto a decidere chi avrà diritto a vedere sorgere il Sole nei giorni a venire. >>
Kibum rimase atterrito per un paio di secondi e poi, con sguardo severo, calpestò il guanto e si avvicinò a Taemin. Adesso si stavano fronteggiando seriamente, solo un palmo di distanza tra i due volti, l'altezza pressoché uguale, si fissavano vicendevolmente negli occhi.
<< Voi venite nella mia casa, a pochi giorni dal mio matrimonio e osate gettare infamia sul mio onore? Non vi perdonerò certo tale affronto! >>
<< Affronto? >> il più giovane rise sprezzante << Siete stato voi il primo a calpestare senza pietà le terre della regina di Francia... >>
<< Avete detto bene, quelle non sono le vostre terre, non capisco perché credete di avere dei diritti su questi! >>
<< Non prendetevi gioco di me, signore! >> Taemin lo afferrò per il bavero e lo attirò a sé finché le loro fronti non si toccarono << So benissimo che dietro l'apparente incidente che causò la morte dei regnanti di Francia e anche dei miei genitori vi è stato l'ordine di vostro padre, o come sarebbe meglio dire, del vostro padrone. Perciò non venitemi a dire che non ho niente a che fare con voi: potrei, e vorrei, uccidervi qui e adesso, a sangue freddo, senza la minima compassione, la stessa compassione che non avete avuto quando avete ucciso il figlio di mio fratello, sangue del mio sangue, solo per appagare i folli desideri del vostro padrone. Ma sono un uomo di onore e, come tale, voglio sfidarvi in un duello ufficiale. >>
Kibum sapeva che Taemin non aveva dimenticato e il senso di colpa tornò a torturarlo una volta ancora. Non aveva mai avuto l'intenzione di far del male al bambino, era stato un incidente causato dal rovesciarsi della carrozza. A dirla tutta, non voleva far del male neanche a Sunny e a JinKi ma, codardo e impaurito dalla figura padronale paterna come Taemin aveva giustamente etichettato suo padre, aveva scelto di eseguire semplicemente gli ordini che gli erano stati imposti. Forse la sua morte sarebbe stata il giusto pagamento per la perdita che il suo inetto comportamento aveva generato. Ma Kibum aveva paura anche della morte. Temeva che avrebbe fatto male, che lo avrebbe fatto soffrire fino alla fine. Desiderava poter chiudere gli occhi e smettere di esistere, ma qualcosa nel più profondo del suo essere gli diceva che sarebbe stato troppo bello poter espiare i propri peccati così facilmente. Suo padre gli aveva sempre insegnato di temere una potenza divina che comandava sopra loro tutti, ma allora perché lo obbligava a compiere atti che lo avrebbero portato a essere giudicato nel peggiore dei modi quando si sarebbe trovato faccia a faccia con questa entità divina? Perché gli faceva fare cose che entravano in palese contrasto con la sua dottrina religiosa? Dove stava la logica e la coerenza in tutto cio? Lui non lo sapeva. Kibum, per l'ennesima volta, non seppe darsi una risposta e soprattutto non riusciva a darne una a Taemin. Si limitò a fare quello che le basi del comportamento civile richiedevano in tale circostanza.
<< Scusatemi. >>
<< Le vostre scuse non riporteranno le cose a com'erano prima. Le situazioni si cambiano con i fatti, non con le parole. >> Taemin sembrava stizzito dalle scuse di Kibum, ma non infierì ulteriormente. << Ricordatevi: domani sera, nel parco principale. Interpreterò una vostra eventuale assenza come una dichiarazione di guerra: non sarò disposto a passare oltre a un'altra vostra mancanza di rispetto nei miei confronti. >>
Si guardarono un'ultima volta ancora e poi Taemin si voltò e tornò da dove era venuto con mille pensieri per la testa. L'indomani, a quella stessa ora, uno dei due non sarebbe stato altro che un corpo morto.  
  
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