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Autore: strongfordrew    30/09/2012    15 recensioni
Body rock, girl I can feel your body rock 
Take a bow, you on the hottest ticket now...

Andando verso il mio banco mi scontrai con qualcuno e, girandomi per chiedere scusa, incontrai due occhi caramello che mi fissavano stupiti.
Come da manuale, le mie guance si colorarono di rosso cremisi e abbassai lo sguardo, notando improvvisamente molti particolari interessanti delle mie scarpe nuove.
“Scusa Justin, non ti avevo visto.” Dissi prendendo coraggio e alzando il viso.
Lui mi sorrise, il mio cuore perse un battito e sembrò che stesse per uscirmi dal petto quando riprese a battere tanto veloce che tutti nella stanza avrebbero potuto sentirlo.
“Stai tranquilla …” Sembrava volermi dire altro, ma l’arrivo della professoressa di storia lo interruppe e ci fece
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Beauty and a beat.

 
 
Impalata di fronte al mio armadio aspettavo un'illuminazione che mi permettesse di scegliere che vestiti da indossare per il mio primo giorno di scuola.
Proprio così: l'incubo stava per iniziare ancora una volta.
Le uniche cose diverse, rispetto agli anni scorsi, erano il mio aspetto e l'anno scolastico.
Durante le vacanze estive, che avevo trascorso a Roma dai miei nonni paterni, mi ero impegnata al massimo nella dieta preparata su misura per me dal mio dietologo.
Mio padre era italiano, mia madre canadese. Mi avevano spedito dai miei nonni, sotto mio suggerimento, perché potessi cambiare un po' d'aria.
Prima della fine del mio quarto anno di liceo, avevo rischiato di cadere in depressione ben quattro volte a causa del mio aspetto e di svariati motivi, troppo dolorosi anche per poterli raccontare.
Nei tre mesi passati a Roma, avevo seguito la dieta alla perfezione e ora entravo perfettamente in una taglia trentanove.
Non che prima fossi grassa, il mio unico problema erano i fianchi troppo evidenti.
Alla fine, per aprire in grande il mio ultimo anno da liceale, scelsi dei jeans attillati neri e una camicetta che infilai dentro i pantaloni.
Non ero di certo una sempliciotta, ma non volevo essere nemmeno troppo appariscente.
Anzi, più per le persone che mi circondavano, apparivo invisibile, più la mia giornata sarebbe andata per il meglio.
Per me era quasi impossibile, poiché non possedevo alcun tipo di equilibrio o coordinazione oculo-manuale.
Qualunque cosa avessi in mano, escluso il mio cellulare, rischiava un volo di tre piani o, io stessa, rischiavo la vita ogni giorno a causa delle mie cadute varie.
Dopo essermi vestita e pettinata i miei lunghi e lisci capelli biondi, ereditati da mia madre, passai al trucco.
Con la matita tracciai il contorno dei miei occhi color cioccolato -che invece avevo ereditato da mio padre- e misi del mascara blu in modo che ne risaltasse il colore.
Una volta che mi sentii soddisfatta del risultato ottenuto, presi la mia borsa e scesi di corsa le scale.

"Buongiorno Riha, dormito bene?" Mi chiese mia madre posando la mia razione di pancakes mattutina sul tavolo.
"Sì, grazie mamma." Risposi velocemente, per poi fiondarmi letteralmente sulla mia colazione.
Se c'era qualcosa che non poteva mancare prima che andassi a scuola, erano i pancakes.
"Agitata? Quest'anno ti devi impegnare a fondo se vuoi diplomarti con i tuoi soliti voti, non prenderla alla leggera."
"Mamma, la scuola non è ancora iniziata e tu già mi dici che la sto prendendo alla leggera?" Sbottai irritata verso di lei.
Odiavo quando cercava di controllare la mia vita, se la stavo vivendo io, c'era un motivo.
Volevo essere libera di organizzarmi le mie giornate come ritenevo più giusto, avevo diciannove anni e non mi sembrava il caso di avere ancora la babysitter fra i piedi.
"Ti sto solo dicendo che ti dovrai portare avanti con i compiti, quest'anno raddoppieranno cara mia. Non vorrai di certo rimanere qui a Stratford per sempre vero?"
L'ultima cosa che volevo era restare confinata in quella cittadina del Canada, volevo diventare una persona importante, come lei e mio padre. Volevo fare qualcosa di utile, fuori da quella cittadina.
"La  prima che ha intenzione di andarsene sono io, non ho bisogno della babysitter cazzo. Ci sono già i professori che mi dicono che fare, non ti ci mettere anche tu!"
"Rihannon Carlisi non usare quel tono e quel linguaggio con me, capito?" Esclamò arrabbiata sbattendo una mano sul tavolo.
Veramente irritata dalla piega che aveva preso quella conversazione, mi alzai, presi la mia borsa e uscii da casa senza nemmeno salutare.
 
Alla fermata dell'autobus incontrai il mio migliore amico, che tra l'altro era mio cugino di terzo grado, Ryan Butler.
Appena mi vide spalancò gli occhi e lasciò cadere le braccia, che aveva precedentemente spalancato per abbracciarmi, lungo i fianchi.
Io sorrisi soddisfatta, era esattamente l'effetto che speravo di ottenere.
Non che volessi essere una di quelle fighette che se la tiravano, ma ero felice del mio cambiamento. Finalmente mi piacevo, e quella per il momento era la cosa più importante.
Risi e, allungandomi per stampargli un bacio sulla guancia, gli diedi uno schiaffetto in modo che tornasse in sé.
"Certo che Roma ti ha fatto proprio bene cuginetta!"
"Grazie cug-" Mi bloccai vedendo la sua faccia assumere un espressione impaurita mentre guardava qualcosa alle mie spalle.
Poi sentii dei passi veloci che ci raggiungevano, e capii.
Prima che potessi anche solo muovermi qualcuno mi saltò sulle spalle e, per non cadere rovinosamente a terra, dovetti aggrapparmi al braccio di Ryan.
"Cazzo Heat, scendi subito che mi fai male!" Esclamai ridendo e sicura che quel terremoto che mi aveva travolto fosse una delle mie migliori amiche.
"Dai scendi giù Heat, povera Riha!" Disse invece Ronnie mentre ci guardava divertite.
Quelle due ragazze, che amavo tantissimo, erano le mie migliori amiche.
Heater, con i suoi ricci capelli corvini e gli occhi color ghiaccio,alta, magra e assolutamente la più pervertita tra tutte noi, scese dalle mie spalle ridendo come una cogliona.
Io le diedi una spinta giocosa, poi scoppiai a ridere con lei guardando le condizioni in cui erano i miei capelli in uno specchietto di una macchina.
Ronnie invece, con i lisci capelli castani e i suoi occhi verde smeraldo, in quel momento era troppo occupata a conversare con il mio migliore amico per prestarci attenzione.
Erano molto legati quei due, ma Ronnie era innamorata di lui da un bel pezzo ormai.
Io e Heater la incoraggiavamo sempre a farsi avanti, ma lei non ne voleva sapere.
Era un gran peccato, secondo me starebbero stati benissimo insieme.
Dopo circa cinque minuti di attesa arrivò l'autobus, e noi ci affrettammo a salire prima che l'antipatico autista decidesse di lasciarci li.
Ryan, dopo averci salutato, andò a sedersi con un compagno della squadra di calcio, mentre noi ci sedemmo negli ultimi posti.
"Allora Riha, pronta per rivedere il tuo amore?" Mi chiese Heat con sguardo malizioso.
Ronnie invece mi tirò piccole gomitate, appoggiando l'operazione "METTIAMO ESTREMAMENTE IN IMBARAZZO RIHANNON".
Alzai gli occhi al cielo, sbuffano e arrossendo, maledicendola mentalmente per avermi ricordato Justin.

Justin Bieber era il ragazzo di cui ero innamorata dal mio primo anno di liceo, ancora non l'avevo dimenticato e dubitavo fortemente che sarei riuscita a farlo presto.
Era un mio compagno di classe, migliore amico di Chaz Somers -per il quale Heat aveva una bella cotta- e il ragazzo cui le nostre due compagne stronze, Thess e Cassidy, stavano sempre attaccate.
Aveva i capelli biondi, sempre acconciati con un ciuffo più alto di lui, e gli occhi color caramello fuso; era molto più alto di me, che ero davvero di bassezza pari ad un Umpa Lumpa, e muscoloso.
Insomma, avrei avuto una possibilità con lui solo vivendo in un universo parallelo in cui io ero la figa della classe e loro le sfigate.
Per sviare la domanda e cercare di riprendere il mio colore naturale, cioè bianco cadaverico, lanciai sguardi altrettanto rilevanti verso le due.
"Heat, tu che mi dici di Chaz invece? E Ronnie, che vi dicevate tu e Ryan prima?"
Ronnie voltò lo sguardo verso il finestrino, ignorando la mia domanda.
Heater invece non cambiò la sua espressione, nemmeno mentre mi parlava di Chaz.
"Oh, niente di che. Quest'anno è la volta buona, me lo sento. E comunque non cambiare discorso tu!"
Mandai a fanculo il suo carattere così sfacciato e naturale, riprendendo un orribile colorito bordeaux sulle guance.
"Quanto siete noiose, andrà esattamente come tutti gli anni: lui mi saluterà con un semplice buongiorno quando entreremo in classe, tornerà da Thess e l'abbraccerà. Fine della storia." Dissi sospirando e buttando la testa all'indietro, appoggiandomi allo schienale del sedile.
"Secondo me, appena ti vede ti stupra. Insomma, eri bellissima anche prima, ma adesso saresti da violentare." Ridacchiai, quante volte me l'aveva detto in cinque anni?
Scossi la testa, facendole capire che non ero d'accordo.
"Riha, forse tu non hai notato come ti hanno guardato tutti i ragazzi presenti in quest’autobus quando sei salita, ma noi sì." Mi disse Ronnie sorridendo.
Misi le cuffie nelle orecchie e accesi l'IPod, chiudendo la discussione.
Mi squillò il cellulare.

Un messaggio da: Heat.
 
Posso solo pensare di aver vinto se convinco te che sei speciale.
Come si chiamava la cantante? Laura Pausani? Mi ricordo che me la facesti ascoltare in prima media.

 
Risi, leggendo come aveva scritto Laura Pausini, ma prima che potessi rispondere l'autobus si fermò davanti a scuola.
Salutai con un cenno del capo l'autista, che fece finta di non avermi visto, e con Ryan, Heat e Ronnie m'incamminai verso l'entrata.
"Heat, si chiama Laura Pausini, non Pausani." Dissi ridendo, per poi entrare in classe.
Il mio ultimo anno da liceale stava iniziando.



Note dell'autrice:
Salveeee beliebers, molte di voi già mi conoscono.
Prima ero "swag baby_" ma dovuto cambiare nick perché il vecchio non mi piaceva più.
So che questo è solo il prologo, ma spero che questa storia vi piaccia tanto quanto vi è piaciuta
"I just need somebody to love...are you?".
Mi aspetto le vostre recensioni e che altro?
Spero vi piaccia *^*
Much love: Lovemelikeyoudo_


@xdrewspancake on twittah.
 
   
 
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