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Autore: Adelhait    13/04/2007    7 recensioni
I ricordi di Kagome davanti la tomba del padre
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno papà

 

Spero che vi piaccia questa breve storia…….

 

Buongiorno papà.

Eccomi sono ritornata.

Scusami ma ultimamente ho avuto molte cose da fare e non sono potuta venirti a trovare.

Sai mi manchi tanto.

Sono trascorsi ormai otto anni da quando tu te ne sei andato via lasciandomi qui da sola.

Sai mi manca quando la sera rincasavi dopo il lavoro e mi portavi sulle spalle a cavalluccio, io ti chiamavo sempre "il mio bianco destriero".

Quante risate quando facevamo arrabbiare il nonno.

Oppure quando mi portavi alle giostre e io avevo paura di salire sull’ottovolante, tu eri sempre pronto a salire con me dicendomi

-Non aver paura Kagome il tuo papà ti starà sempre vicino e ti proteggerà sempre-

Purtroppo il destino è stato beffardo ci ha separato per sempre.

Ho odiato quel giorno, quando arrivarono i poliziotti a comunicare a alla mamma del tuo incidente.

Io ero ferma davanti alla porta della cucina ascoltavo le loro parole con gli occhi sbarrati, non capivo cosa stessero dicendo, poi realizzai parlavano di te.

Dissero che ti eri sentito male mentre stavi guidando, sbandasti con la macchina e sbattesti contro un palo, non riportasti gravi ferite ma eri svenuto e non prendevi conoscenza, eri stato portato in ospedale.

Fu come stare su quell’ottovolante, vidi le scene passare velocemente, sembrava che io mi fossi staccata dal mio corpo mi vedevo salire in macchina con la mamma e il nonno, la corsa in ospedale, io davanti la sala d’aspetto e in fine quel medico che parlava di una parola strana, arcana non comprendevo cosa significasse.

Disse solo

-Signora suo marito e stato colpito da ictus-

Vidi la mamma diventare bianca, ebbi paura perché al quel tempo era in attesa di Sota, mi avvicinai a lei, l’abbracciai cercai di darle forza trattenni le lacrime.

Alzai il mio viso verso il medico e dissi ingenuamente

-Il mio papà si riprenderà?-

Lui mi sorrise e disse

-Dobbiamo solo pregare e sperare che guarisca-

Io gli credetti, avevo fiducia in lui, mi voltai verso la mamma le sorrisi e dissi

-Mamma non piangere il papà si riprenderà vedrai-

Lei mi guardò e mi abbracciò forte, la sentivo singhiozzare, anch’io la strinsi a me per darle conforto, rimanemmo in quella posizione per molto tempo fino a che un’ infermiera ci chiamò dicendo che potevamo vederlo.

Entrammo in una stanza bianca, era luminosa aveva un odore strano era di disinfettante, di medicinale mi dette fastidio, mi dava la nausea, poi ti vidi.

Eri lì, coricato su quel letto bianco, stavi dormendo, mi avvicinai a te accarezzandoti e chiamandoti.

Tu non mi rispondesti, restasti lì immobile , fermo, sentii il mio cuore fermasti di un battito, sentii i miei occhi pizzicare volevo tanto piangere ma mi trattenni non capii mai il perché?

Io a quel tempo ero una bimba di sette anni, ma quella situazione mi fece crescere velocemente, decisi che ti avrei assistito io e nessun altro.

La mamma e il nonno furono contrari ma, dovettero cedere perché testardamente dicevo che volevo stare con te papà e fu così.

Per due mesi io ti stetti vicino, ti parlavo, ti raccontavo ciò che facevo a scuola e a casa.

Ma tu non ti muovevi, restavi in quello stato di coma, ma io continuavo lo stesso a parlare e a starti vicino.

Perché la fiamma della speranza non si spense mai dentro di me, perché credevo che tu ti saresti risvegliato ma, purtroppo non fu così.

Ancora ricordo quel giorno come se fosse oggi.

Pioveva, anche il cielo era triste per me, io ero appena uscita da scuola ero contenta avevo preso un buon voto, non vedevo l’ora di dirtelo.

Ero appena entrata in camera tua, rimasi senza parole nel vederla vuota, uscì fuori e andai verso la sala delle infermiere, chiesi dove eri andato, loro si guardarono negli occhi, una di loro si diresse verso di me e mi portò in una sala dove vi erano il nonno e la mamma.

Vidi la mamma piangere abbracciata al nonno, mi avvicinai a lei e dissi

-Mamma dov’è papà?-

La mia voce era incrinata, sapevo cosa stava per dire ma non volevo crederci, volevo sentirmi dire che tu stavi bene che saresti tornato da me, ma non fu così.

Piansi come non mai, mi sentivo tradita tu mi avevi mentito, mi avevi lasciata sola.

Fu un lampo eccomi al cimitero, ero vestita di nero il mio viso era pallido e miei occhi erano spenti e senza luce, non volli tornare a casa gridavo dicendo che dovevo fare compagnia a papà, non volevo lasciarlo solo.

Mi portarono via di peso.

Per molti giorni venni a trovarti, ti portavo sempre un mazzo di fiori freschi, però un giorno vidi una persona che avevo conosciuto in ospedale.

Era l’infermiera che ti aveva assistito, mi avvicinai a lei, mi vide e sorrise, rimanemmo in silenzio per molto tempo finché mi disse

-Sai Kagome…tuo padre prima di morire ebbe un momento di lucidità disse un nome…il tuo nome…lui pensò a te…credo che anche se il suo corpo sia morto il suo spirito rimarrà sempre insieme a te-

Sentendo quelle parole sentii una luce riaccendersi, mi dette di nuovo coraggio e voglia di vivere.

Ho continuato in tutti questi anni a venirti a trovare a confidarmi con te.

Perché sei stato il primo mio vero amico.

Sai in questi tempi sto lottando in un’altra epoca insieme a dei nuovi amici.

Sai papà conosciuto un nuovo sentimento.

Mi sono innamorata, anche se lui sembra non ricambiare questo mio sentimento, però non mi importa voglio stare con lui e per sempre..

 

-Kagome…sono venuta a prenderti ma.. che fai qui da sola?-

Mi giro e gli sorrido e dico

-Parlo con il mio migliore amico-

Inuyasha mi guarda sembra non capire allora io rido e dico

-Vieni qui che ti presento-

Lui si avvicina a me

-Papà questo è Inuyasha…Inuyasha questo è il mio papà-

Inuyasha mi guarda e sorride, non sa di essere molto bello quando sorride, dicendomi dolcemente

-È stato un vero piacere conoscere tuo padre…dai adesso dobbiamo andare-

Lo guardo e annuisco, mi volto verso la tua lapide e dico

-A presto amico mio…a presto papà-

Ci allontaniamo e una folata di vento sussurra una frase

-A presto piccola mia-

Mi volto e dico rivolta a Inuyasha

-Sei stato tu a parlare-

Lui mi guarda curioso e fa segno di no, allora chi sarà stato?

Forse è stata una sensazione….una dolce sensazione….

 

Mi sono basata su di una storia vera che ho vissuto realmente….p.s. la persona non è morta

   
 
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