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Autore: Ashley_Efp    30/09/2012    6 recensioni
Rachel Berry, dopo anni di tentativi di sfondare a Broadway senza mai che il successo la sfiorasse nemmeno, aveva perso la sua leggendaria determinazione e si ritrova a lavorare in una bettola pur di sbarcare il lunario.
Un giorno qualunque, un incontro con delle vecchie amiche destabilizza la sua routine. Sarà l'inizio di un viaggio introspettivo che le farà rimettere in discussione le sue scelte e la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Lo so sono in tremendo ritardo. Spero mi perdonerete dopo aver letto.
Questo capitolo a me piace tanto, anche se è un po' smielato.
Grazie a chi segue/preferisce/recensice e a chi semplicemente legge.

Vi lascio alla lettura con un ' Love is in the air ' !!




Sono in fila alla cassa del supermercato. Davanti a me c’è un uomo, sulla quarantina, veramente affascinante che indossa un abito nero di ottima fattura. Mi soffermo ad ammirare i suoi capelli brizzolati e poi do una sbirciatina al suo carrello. Due bottiglie di vino francese e panna spray, chiaramente lo aspetta una serata romantica.
 
Non posso fare a meno di ripensare a quella sera, al secondo anno di college, quando sorpresi Quinn presentandomi a casa sua con una bottiglia di Chianti e solo un impermeabile addosso. Mi mangiava con gli occhi mentre stappavo la bottiglia ed io facevo finta di non accorgermene.
 
“Perché non ti togli il soprabito amore?” mi chiese ignara della sorpresa che le avevo riservato.
 
“Fuori l’aria è gelida e sono congelata, dammi il tempo di riscaldarmi” le risposi con un sorriso. Feci per versare il vino nei bicchieri ma Quinn mi fermò prendendomi la mano e facendomi voltare verso di lei.
 
“Lascialo respirare e salutami per bene” mi disse avvicinandosi per lasciarmi uno dei suoi dolcissimi baci.
 
Allacciai le mie braccia al suo collo e la costrinsi a continuare a baciarmi concedendole solo qualche piccola pausa tra un bacio e l’altro. Mi sorrise stringendomi forte in vita. Potevamo rimanere così per sempre dimenticandoci del mondo là fuori e vivendo solo del nostro amore, dei nostri respiri così tanto vicini da confondersi.
 
“Ti sei riscaldata ora?” mi chiese accarezzandomi la schiena.
 
“Uhm, non saprei. Puoi fare di meglio” risposi facendola scoppiare a ridere.
 
Era sempre bellissima ma, quando il suo viso s’illuminava dei suoi sorrisi, potevo anche morire consapevole che dalla vita avevo avuto più di quanto potessi mai sperare.
Feci uno sforzo considerevole voltandomi per versare il vino nei bicchieri mentre lei mi teneva ancora stretta in un abbraccio da dietro con la testa sulla mia spalla sinistra, intenta a scrutare ogni mia mossa e lasciandomi qualche bacetto sul collo.
Le porgo il bicchiere e lei si allontana da me quel poco che basta per permettermi di voltarmi a guardarla appoggiandomi al tavolo.
 
“A cosa brindiamo?” chiese la mia biondina preferita.
 
“Solo a noi, amore” risposi io, avvicinando il mio bicchiere al suo per il brindisi.
 
Bevve un sorso di vino e chiuse gli occhi per assaporarne il gusto. Sapevo quanto le piacesse, era il suo preferito. Quando li riaprì, mi guardò intensamente e io capii che era arrivato il momento perfetto per la sua sorpresa.
Mi tolsi lentamente l’impermeabile facendolo scivolare ai miei piedi e ridacchiai notando la sua espressione, che da sorpresa diventava sempre più famelica.
 
“Rachel Barbra Berry, nel mio letto. Subito!” ordinò ed io fui felicissima di eseguire quell’ordine.
 
Scuoto la testa per costringere la mia mente a ritornare alla realtà. Ormai era passato tanto di quel tempo che non aveva senso rivangare il passato, per quanto bello e per quanto mi mancasse.
All’improvviso provo un devastante senso di vuoto, perché ricordo perfettamente come il suo amore mi riempiva la vita. Stare con lei era tutto ciò che mi rendeva felice, ma l’ho capito troppo tardi.
E’ tardi per tornare indietro e cambiare le mie decisioni, ma forse non è troppo tardi per riallacciare quell’amicizia che ci aveva legate prima di trasformarsi in qualcosa di più. In fondo cosa ho da perdere?
 
Prendo il cellulare e le invio un sms.
 
“Ciao Q. ti va di fare qualcosa insieme stasera?
Cinema o quello che vuoi tu.
In nome dei vecchi tempi. :)”
 
Nemmeno il tempo di fare un passo avanti che arriva la sua risposta.
 
“Certo, non avevo nulla in
programma per stasera.
Ti passo a prendere io.”
 
Sorrido come un’ebete allo schermo del cellulare. Le scrivo l’indirizzo e le do appuntamento di lì a un’ora. Avrei avuto tutto il tempo di prepararmi alla serata. Torno a concentrarmi sull’uomo elegante, anche io mi sarei divertita quella sera. Il suo cellulare comincia a squillare, lui risponde, rimanendo qualche istante ad ascoltare la persona all’altro capo del telefono.
 
“Okay cara. Se è così importante per te, sarà per un’altra volta” disse per poi lasciare il carrello e allontanarsi verso l’uscita.
 
Pover’uomo, la sua serata romantica era chiaramente appena saltata.

 
 
Il cellulare mi avvisa che è arrivato un sms mentre sto combattendo con il mascara a buon mercato che non ne vuole sapere di sistemare le mie ciglia.
 
“Scendi quando vuoi, ti aspetto. Q.”
 
“Puntuale come al solito!” esclamo leggendo il suo sms.
 
Fortunatamente sono quasi pronta. Uno sguardo veloce allo specchio, sono perfetta. Per quanto potessi essere perfetta in un abito corto trovato al mercatino e le uniche scarpe col tacco che mi sono rimaste e che fortunatamente sono come nuove giacché non avevo mai occasione di indossarle. Prendo la borsetta e il soprabito e scendo piano le scale per non rischiare di ruzzolare giù. Quando salgo in macchina e mi volto a guardare Quinn rimango senza parole. Rimango a fissarla beandomi della bellezza dei suoi lineamenti, la perfezione della linea delle labbra e mi perdo in quegli occhi verdi che mi stanno scrutando divertiti.
“Ciao, sei uno splendore!” mi dice sorridendo. Apro la bocca per rispondere ma nulla esce dalla mia bocca così la richiudo e la riapro per un secondo tentativo, fallimentare quanto il primo.
 
“Cos’è, Rachel Berry ha perso la voce?” sghignazza divertita dalla mia esitazione.
 
“No, è che…che…” balbetto come una scolaretta.
 
“Che…?” mi incita a continuare.
 
“Che… Sei bellissima.” Le dico senza controllarmi. Sono proprio idiota.
 
Lei abbassa leggermente il viso sorridendo a labbra serrate e distoglie lo sguardo per qualche secondo mentre le sue gote si dipingono di un lieve rossore. Poi torna a guardarmi.
 
“Grazie” risponde semplicemente mentre noto che i suoi occhi si posano sulle mie gambe scoperte per qualche istante. Poi sposta la mano destra sulle chiavi inserite nel quadro, per accendere la macchina.
 
“Cinema?” mi propone.
 
“Se a te va, io sono d’accordo” le rispondo annuendo e allacciandomi la cintura.
 
Mentre alla radio passano “Stereo Hearts” dei Gym Class Heroes, mi volto per guardarla ancora. La vedo concentrata sulla guida con le labbra piegate in un leggero sorriso e gli occhi che riflettono le luci lungo la strada. Anche lei aveva un vestito corto come me che le lasciava scoperte le gambe. Ancora una volta non riuscivo a non pensare a quanto fosse bella.
Quanto avrei voluto fermare il tempo e stare lì a fissarla per ore senza che lei se ne accorgesse. Mi sentivo una privilegiata a poter vedere da vicino la perfezione. Sarebbe bastato allungare la mano e avrei potuto sfiorare il suo viso per toccare quell’angolo di paradiso. Ma non posso farlo perché, purtroppo, è il paradiso di qualcun altro. Non più il mio.
 
“Che film vorresti vedere?” mi chiede all’improvviso facendomi sobbalzare.
 
“Non ne ho idea, non sono molto informata sulle ultime uscite” le confesso sinceramente.
 
“Che ne dici di un vecchio film, piuttosto che uno appena uscito?” propone sorridendo.
 
“Hai già un film in mente?” le chiedo intuendo le sue intenzioni.
 
“Beh ho fatto una piccola ricerca su internet prima di passare a prenderti e, a quanto pare, al Tribeca stasera proiettano Evita. So quanto ti piace, perciò potremmo guardare quello, se vuoi..” propone voltandosi a guardarmi un istante per poi tornare con gli occhi sulla strada.
 
“E’ perfetto” rispondo io, felice che ricordasse i miei gusti anche in fatto di cinema.
 
Arrivate a destinazione, Quinn mi porge alcune banconote da un dollaro, chiedendomi di andare a comprarle popcorn formato gigante e Coca-cola, mentre lei faceva la fila per i biglietti.
Quando finisco, la trovo ad attendermi vicino all’entrata. Vedo i suoi occhi spaziare dai miei piedi fino agli occhi per poi incatenarli ai miei per tutto il tempo necessario affinché la raggiungessi.
 
“Ti ho già detto che sei bellissima stasera?” mi dice mentre prende i popcorn dalle mie braccia ed io abbasso lo sguardo sentendo le mie guance andare a fuoco.
 
“Non è vero, ma grazie di averlo detto” sorrido imbarazzata.
 
Ci dirigiamo in sala e cerchiamo i nostri posti. Siamo in penultima fila tra una coppia attempata e una ragazza vestita di nero con i capelli blu elettrico.
Quando comincia la proiezione, Quinn mi offre i popcorn. Ne prendo una manciata ringraziandola e li sgranocchio concentrata sulla pellicola.
Dopo un po’ mi porge la sua bibita. Esito prima di prenderla.
 
“Ma ho il rossetto e non ho preso un’altra cannuccia” le sussurro avvicinandomi a lei per non disturbare gli altri spettatori.
 
“Non mi ha mai spaventato un po’ di rossetto” risponde lei sorridendomi.
 
Il suo sorriso illuminato dalla luce del maxischermo è un colpo al cuore. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso così bello e perfetto. Anche lei mi sta guardando, i nostri occhi si incontrano e ancora una volta rimaniamo un’eternità a fissarci senza dire nulla.
 
“Scusa se sono ripetitiva, ma stasera sei da togliere il fiato” mi sussurra ed io mi sento mancare.
 
“Non potrò mai essere bella quanto te. Insomma guardati, chiunque vicino a te sfigurerebbe” le rispondo.
 
“SHHHH” sentiamo alle nostre spalle. Ridiamo silenziosamente per poi tornare a guardare il film.
 
Al termine della proiezione ci dirigiamo lentamente verso l’uscita. Chiacchierando del più e del meno fino ad arrivare alla macchina.
Una volta arrivate sotto casa, Quinn accosta e si volta a guardarmi.
 
“E’ stata una serata fantastica. Dovremmo ripeterla.” Le dico sinceramente.
 
“Peccato sia già finita” annuisce Quinn dispiaciuta.
 
“Sai che ti dico? Chi ha detto che la serata debba finire? La notte è giovane biondina! Ti va un gelato?” le propongo sentendomi stranamente galvanizzata dalle parole di Quinn.
 
“Certo, dove signorina?” chiede imitando un tassista con le mani sul volante.
 
“Niente macchina, conosco un posto qui vicino. Facciamo una passeggiata” le sorrido scendendo dall’auto.
 
Mentre passeggiamo lente, dirette alla gelateria, un paio di ragazzini fanno commenti poco casti su Quinn. Sento la rabbia che sale dentro di me e, prima di rendermi conto che non avevo alcun diritto di prendermela, faccio un passo verso di loro minacciosa.
 
“Le vostre mamme vi stanno aspettando per cantarvi la ninna nanna!” urlo contro di loro per poi sentire il tocco di Quinn sul mio polso.
 
“Lasciali perdere Rach, non ne vale la pena” mi sussurra.
 
“Ma non devono permettersi di dirti certe cose, insomma non è educato. E poi avranno sì e no 15 anni. Dovrebbero ancora essere allattati.” blatero a vanvera finché Quinn comincia a ridere divertita dai miei vaneggiamenti.
 
Imbarazzata mi zittisco continuando a camminare mentre Quinn mi seguiva ancora ridendo. Arrivate a destinazione le chiedo che gusti preferisce.
 
“Puffo e melone” mi risponde sorridente.
 
“Puffo e melone in arrivo. Può attendere su quella panchina” le dico indicandole una panchina poco distante dall’entrata.
 
“Un cono con puffo e melone e un altro con pistacchio e stracciatella, grazie” ordino al gelataio.
 
Una volta presi i gelati, raggiungo Quinn alla panchina e le porgo il suo gelato sedendomi accanto a lei.
 
“Quinn… che diavolo di gusto è il ‘puffo’?!” le chiedo perplessa. Lei scoppia a ridere.
 
“Non ne ho idea Rach, so solo che mi piace.” Risponde serenamente.
 
“Ma che cosa ci metteranno dentro, dei puffi veri?”
 
“Chi può saperlo, sono sicura che è il gusto preferito di Gargamella!” risponde stando al gioco.
 
“Oh, ci scommetto!”
 
Scoppiamo a ridere entrambe finché non mi porge il suo gelato.
 
“Dai assaggialo” mi propone. Smetto di ridere e la osservo.
 
Mi rendo conto in quell’istante che questo non è un appuntamento, che lei è sposata e che non è proprio il caso di fare cose da coppiette.
 
“No, grazie. Mi sembra roba troppo chimica per i miei gusti” le dico per giustificare il mio rifiuto.
 
“Okay, ma non sai che ti perdi” mi dice leggermente dispiaciuta.
 
Si crea un attimo di silenzio nel quale entrambe assaporiamo i nostri gusti preferiti. Poi Quinn riprende a parlare.
 
“Rach, posso farti una domanda un po’ indiscreta?” mi chiede titubante.
 
“Certo Quinn, è quello che si fa in una serata tra amiche no?” mi sforzo di sorridere sebbene non fosse per nulla divertente la mia ultima frase.
 
“Giusto” annuisce lei, per aggiungere poco dopo “Stai con qualcuno?”
 
Rimango un momento sbalordita dalla semplicità di quella domanda. Se fossimo davvero state amiche, non ci sarebbe stato bisogno di preamboli e non sarebbe risultata troppo indiscreta. Ma non so come definire il rapporto con Quinn. Siamo state amiche, poi amanti, poi sconosciute. Ora cosa siamo? Non credo che ‘amicizia’ sia la parola giusta per definire il nostro attuale rapporto. Ma non sono nemmeno sicura che esista una parola che lo definisca.
Tuttavia non potevo che rispondere sinceramente, in attesa di definire meglio ciò che siamo.
 
“No” le rispondo semplicemente guardando nel vuoto dritto davanti a me.
 
“E non sei stata con nessuno negli ultimi anni?”
 
“Sono uscita con un paio di ragazzi, ma niente di che”
 
“Capisco, come mai non ha funzionato?”
 
“Non lo so, forse non era destino” rispondo io.
 
La raffica di domande comincia a infastidirmi. Non so se la sua sia solo curiosità amichevole o desiderio di sondare il terreno, ma, sebbene volessi che la seconda opzione fosse quella giusta, e data la situazione, preferisco rigirare la frittata, in modo da allontanare la possibilità che mi faccia altre domande.
 
“E tu? Sei stata con altri?” le chiedo.
 
“Prima di Bill intendi?” mi chiede per poi continuare vedendomi annuire “Si, ho frequentato una ragazza per un paio di mesi”
 
“Ah” riesco a dire solo quella sillaba fiondandomi sul mio cono gelato. Era stata con una ragazza. Quindi non ero stata l’unica.
 
“Non era la persona giusta” aggiunge per riempire il silenzio.
 
“Bill invece, è la persona giusta.” Dico io senza accorgermene. La mia non è una domanda, ma una triste affermazione.
 
“Forse” dice lei facendomi immediatamente ricredere.
 
“Forse? Non lo ami?” le chiedo così di getto. Sentivo che non avrei più avuto occasione di approfondire l’argomento così colgo la palla al balzo.
 
“Bill è una persona fantastica. Mi riempie di attenzioni, non mi fa mancare nulla. E’ sempre dolce e gentile con me. ” risponde eludendo la domanda. Ma io non mi arrendo.
 
“Qualche giorno fa mi hai detto che Santana credeva che non lo amassi.” Dico io “A me sembrava invece il contrario ma, se eludi una domanda così semplice sulla persona che hai sposato, mi fai pensare che non abbia tutti i torti.” La incalzo.
 
“Non è così, non sto eludendo la tua domanda. E’ che ultimamente sono un po’ confusa” dice sulla difensiva.
 
“Confusa? E perché? Non sei felice con lui?” le chiedo preoccupata.
 
“Credevo di esserlo prima che…” si blocca abbassando lo sguardo.
 
“Prima che..?” la incoraggio io.
 
“Prima di incontrarti” conclude.
 
E’ troppo, non resisto oltre. La mia mano si muove come fosse dotata di volontà propria e va a cercare il suo mento. Sollevo il suo viso in modo da guardarla dritta negli occhi, mi avvicino lentamente a lei. Grazie al cielo, non oppone resistenza e lentamente accorcia le distanze sporgendosi verso di me. Comincio a sentire il suo profumo che mi manda in orbita. Il mio naso tocca il suo e un brivido mi percorre la schiena a quel contatto. Le sue labbra sfiorano le mie. Sto per perdere la testa completamente. Desidero così tanto quelle labbra che sto impazzendo dall’euforia. Non sento e non vedo più nulla che non sia lei.
All’improvviso si ritrae. Mi sento morire dentro, poi la vedo infilare la mano nella tasca del cappotto e tirare fuori il cellulare.
Solo in quel momento mi rendo conto che sta squillando.
 
“E’ Santana” mi informa prima di rispondere al telefono. La guardo rabbuiarsi e aggrottare le sopracciglia.
 
“Ok San, stai tranquilla ti raggiungiamo subito” dice con ansia. Poi chiude il telefono mi prende per mano e inizia a correre.
 
“Dove stiamo andando?” le chiedo preoccupata da tanta fretta.
 
“All’ospedale, è successo qualcosa a Brittany”.




Che sarà successo alla nostra Britt Britt? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Continuate, se vi va, a seguire e a commentare perché mi aiutate davvero tanto. ^_^

Un abbraccio enorme alla mia beta adorata. E a voi. Mi avete perdonata?

Alla prossima.

Ash
  
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