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Autore: Ciulla    01/10/2012    7 recensioni
Chi di voi non è mai stato incantato dalle magnifiche puntate del Mignolo col Prof?
*La guardano male, ma lei li ignora*
E se al posto di Mignolo ci fosse Sebastian? E se al posto del prof ci fosse Jim? E se per conquistare il mondo avessero deciso di coinvolgere John e Sherlock in una caccia al tesoro? Con tanto di indizi in rima, voglio dire. In inglese. C'è un motivo per cui sto lavorando su questa fic da mesi.
Non propriamente Mormor ma nemmeno Johnlock. Solo... Un'avventura in chiave umoristica dei nostri quattro amici.
Con tanto di sigla, è.
Sebastian con il boss! Sebastian con il boss!
Uno è un geniaccio, l’altro invece no!
Son criminali che
se son contro di te
sei fritto... Sebastian con il boss boss boss boss boss boss boss boss…
La notte rende attivo,
e io ti vesto d’esplosivo!
E prima che nasca il sole
o sei morto o sei messo male!
Sebastian con il boss,
ma specialmente il boss,
è contrastato da Sherlock Holmes!
Che col suo amico John
parteggia per i buon!
Che coppia... Sebastian con il boss boss boss boss boss!
Tududududum… Tu-dum!
Genere: Avventura, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty , John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mormor'
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Sebastian stava facendo come ogni sera degli esercizi sul tapis roulant, impostando la velocità massima per tenersi in forma. La sua muscolatura era una delle cose di cui andava più fiero, insieme al suo fucile, al tatuaggio a forma di tigre che aveva sulla schiena e al fatto di essere il braccio destro di Jim.
Correndo e ansando leggermente, scrutava la schiena piegata in avanti del suo capo, probabilmente perso come sempre in elucubrazioni impossibili. Decise da distoglierlo dai suoi pensieri.
“Che cosa facciamo stasera, Jim?”
Moriarty si voltò verso di lui, chiudendo un pugno con aria minacciosa e agitandolo in aria.
“Quello che facciamo ogni sera, Sebastian. Tentare di conquistare il mondo!”

 
Sebastian con il boss! Sebastian con il boss!
Uno è un geniaccio, l’altro invece no!
Son criminali che
se son contro di te
sei fritto...
Sebastian con il boss boss boss boss boss boss boss boss…
La notte rende attivo,
e io ti vesto d’esplosivo!
E prima che nasca il sole
o sei morto o sei messo male!
Sebastian con il boss,
ma specialmente il boss,
è contrastato da Sherlock Holmes!
Che col suo amico John
parteggia per i buon!
Che coppia...
Sebastian con il boss boss boss boss boss!
Tududududum… Tu-dum!





“Allora Sebastian, il piano di oggi è molto semplice. Come puoi vedere su questa mappa sono segnati dei puntini rossi. Puoi indovinare che cosa rappresentano?”
Sebastian si grattò la testa. “Le posizioni dei gelatai di Londra?”
Jim sospirò, esasperato di fronte a tanta ignoranza e frivolezza e ormai rassegnato al non poterla correggere. “No, idiota. Sono i luoghi in cui dovrai posizionare gli indizi per la caccia al tesoro...”
“Che bello, boss!” Lo interruppe Sebastian. “Faremo una caccia al tesoro? Io contro di te? Ma se posiziono io gli indizi allora sono avvantaggiato! Che bello! E quale sarà il premio? Uh, se vinco io facciamo che mi offri un gelato? E...”
“Taci, idiota!” La pazienza di Jim stava cominciando ad esaurirsi. “La caccia al tesoro non è per noi! E’ per Sherly e John!”
Sebastian mise il broncio, facendo sospirare Jim. “E adesso cosa c’è ancora, Sebby caro?”
“Sono geloso, ecco cosa c’è!” Sbottò lui. “Vuoi sempre giocare con Sherlock, e mai con me. Uffa.”
Jim si mise le mani nei capelli. “Non fare così, Sebby, lo sai che sei il mio preferito. Dai, se fai il bravo prima di iniziare il piano andiamo a mangiarci un gelato insieme, d’accordo? Lasciami solo finire di spiegare!”
Sebastian si tranquillizzò subito. “Va bene, boss.”
“Grazie, ‘Bastian tesoro. Allora, dicevo, John e Sherly risolveranno facilmente gli enigmi, supervisionati da te che li pedinerai, e giungeranno in questo punto”, proseguì Jim indicando un segno blu sulla mappa. “Qui li starò aspettando io, ovviamente nascosto e a volto coperto, perché la zona sarà piena di gas narcotizzanti; quei due sverranno immediatamente e potranno essere trasportati. A questo punto useremo Sherlock Holmes come arma di ricatto verso suo fratello, che ci consegnerà il governo inglese; e con un governo così potente tra le mani presto conquisteremo tutto il mondo!” Jim si lasciò andare a una sentita risata diabolica. Poi si bloccò, vedendo la faccia perplessa di Sebastian. “Cosa c’è che non va?”
Seb inclinò la testa di lato. “Che cos’è un gas narcotizzante?”
Jim si batté una mano sulla fronte. “E’ un gas che ti fa addormentare, Sebastian. Ora, lo vuoi questo gelato o no?”
Sebastian si mise sull’attenti. “Sissignore!”

 
Jim aveva appena finito il suo gelato, e aspettava che anche Sebastian finisse il suo. Purtroppo il suo cecchino amava osservarlo mentre “leccava il gelato in modo osceno”, quindi ogni volta che ne compravano uno finiva sempre col farlo sciogliere mentre osservava Jim e dopo ne pretendeva un altro.
“Seb, stai ponderando quello che sto ponderando io?” Chiese Jim.
“Credo di sì boss, ma non penso che i piccioni gradirebbero mangiare il mio gelato... Al massimo le briciole del cono...”
Sconsolato Morarty sospirò.
“Sebastian, siamo in ritardo. Devi ancora posizionare gli ultimi due indizi, e ormai Sherlock avrà letto e decifrato il mio messaggio e si starà dirigendo verso il luogo del primo enigma. E quando ciò accadrà, tu dovresti essere là ad osservarlo...”
Sebastian finì in fretta il gelato. “Volo, capo.”
Straordinariamente, riuscì a posizionare tutti gli indizi prima che Sherlock Holmes giungesse al laboratorio del St. Barts, luogo in cui lo attendeva un foglietto ripiegato quattro volte su sé stesso.
Nascosto dietro un albero, Sebastian lo sentì mormorare: “Leggi qui, John! Deve essere l’enigma di cui parlava Moriarty nel suo sms...

 

       
If you want to find the treasure ,
helping you will be a real pleasure:
you will find another clue
if you go right where were you. [1]       


 

“Cosa può voler dire?” Chiese John, e Sebastian condivideva la sua perplessità. Poi si ricordò che lui stesso aveva posizionato il secondo indizio nel luogo indicato, e si diede dello stupido battendosi una mano sulla testa. Tanto grande era la sua capacità di restare in equilibrio, che solo per questo gesto si sbilanciò all’indietro e cadde rovinosamente a terra.
A quel rumore, il dottore si voltò. “Chi va là?”
“Sarà un ubriaco” commentò Sherlock. “Ora sbrigati.”
Sebastian tirò internamente un sospiro di sollievo. Se con qualche suo errore avesse compromesso il piano, Jim si sarebbe sicuramente infuriato.
Cominciò di soppiatto a seguire i due uomini, mentre John chiedeva dove stessero andando e Sherlock lo guardava indulgente, come provando compassione per la sua stupidità. Sebastian comprendeva bene quello sguardo, perché era uguale a quello che gli rivolgeva sempre Jim.
“Stiamo andando a casa, John. L’ha letto o no il messaggio? Troveremo un altro indizio se andiamo dove ci trovavamo. Dove ci trovavamo prima? Al 221B di Baker Street. Così elementare. Jim sta perdendo colpi, o forse voleva solo perdere tempo a inventare le rime. Taxi!”
Una macchina si fermò e fece salire i due uomini, mentre Sebastian si guardava intorno alla ricerca di un'altra vettura libera. Avrebbe dovuto pensare prima a come regolarsi con la questione trasporto.
Tuttavia era la sua giornata fortunata: trovò subito un altro veicolo e vi salì, indicando il taxi preso da John e Sherlock. “Presto, insegua quella macchina!”
Il tassista, voltandosi sorpreso, si trovò davanti lo sguardo luccicante ed emozionato del passeggero. Sorrise comprensivo. “Sì, anche io ho sempre voluto dire una cosa del genere”, commentò, poi partì sfrecciando.
Attendendo di arrivare a destinazione, Sebastian tirò fuori il cellulare di tasca e scrisse velocemente a Jim.
Primo indizio risolto, seconda destinazione in vista. -SM
Pochi istanti dopo, gli giunse la replica di Jim.
Perfetto, Sebby. Oggi ti trovo meno tonto del solito. Continua a tenermi informato. -JM
Questione di pochi istanti e il cellulare squillò nuovamente.
Ok, ritiro quello che ho detto. Tonto, perché hai preso il taxi? Il mio autista ti stava aspettando in strada! -JM
 
 

“Furbo a infilare il foglietto nella posta di Mrs Hudson. Fortuna che sono più intelligente di lui e ci ho messo pochi istanti a trovarlo”, furono le prime parole che Sebastian sentì appena fu smontato dal taxi ed ebbe pagato l’autista. Le successive furono il contenuto dell’enigma.


 

Let me say that you’re too slow:
take a car and go, go, go!
You think like a child, you know…
 And I’m going to say just: grow! [2]



Ci vollero ben diciassette secondi a Sherlock per capire di cosa si trattasse, ma quando il suo volto si illuminò della gioia della comprensione, quello del dottore mostrava ancora i chiari segni di un brancolamento nel buio.
“Non capisci? No, certo che no, sei così stupido. Il prossimo indizio è in possesso di una persona, una persona indicata in questo biglietto.” E Sherlock indicò euforico il pezzo di carta che teneva in mano. “Ragiona, John! Chi è che mi dice sempre di crescere? Chi è che mi accusa sempre di essere un bambino?”
La consapevolezza fece sorridere il dottore, ma fu subito sostituita dal disappunto. “Dobbiamo andare fino a casa di Mycroft?”
“No. Ora lo chiamo. Ci darà lui quello che cerchiamo.”
Sebastian fece una smorfia di disappunto. Così si sarebbe perso la conversazione! Fortunatamente il suo grande cruccio era condiviso dal dottor Watson, che costrinse Sherlock a mettere il vivavoce. Sebastian annuì soddisfatto tra sé.
Dopo qualche squillo, si udì la voce di Mycroft. “Cosa hai combinato ora, Sherlock?”
Il consulente investigativo sbuffò. “Perché devo sempre aver combinato qualcosa?”
La voce di Mycroft era arrabbiata. “Non so, dimmi tu: sulla porta di casa mia c’è un foglio fissato con un pugnale conficcato nel legno. Secondo me tu ne sai qualcosa.”
Sebastian, distante, ghignò. Quello era uno dei suoi colpi da maestro... L’idea del pugnale era stata ottima.
“E dimmi, Mycroft: cosa c’era scritto sul foglio? Oh, non disturbarti a trovare le impronte digitali, il coltello è di Sebastian Moran, l’aiutante di Jim. E’ lui che si occupa di queste cose in genere.”
“Tu! Stupido, mi dovrai ripagare la porta!”
“Mycroft! Cosa c’è scritto? Non ho molto tempo!”
Dall’altra parte del telefono si udì un sospiro, poi le parole del terzo enigma.

Mycroft’s angry with his brother! H
ere’s the clue, let’s find the other!
If you can’t you’re such a fool!
It’s so easy…
It’s so cool! [3]
 


“La frase ‘It’s so cool’ è evidenziata” Aggiunse Mycroft. “Ora potresti dirmi cosa sta succedendo?” Ma Sherlock gli aveva già riattaccato il telefono in faccia.
 Il consulente investigativo si sedette per terra a gambe incrociate e cominciò a meditare. Dopo una riflessione di ventisei secondi  sollevò la testa. “Non ci sono indizi chiari nel contenuto di questa poesia, quindi mi sembra scontato che...”
“... Che l’indizio è nella parte evidenziata. Si, bravo, c’ero arrivato anche io” Commentò ironico John. Sherlock sorrise orgoglioso. “Geniale, John! Per l’esattezza, ci deve essere una parola - o una frase - che può essere sostituita alla parte evidenziata. E la prima cosa che ci viene in mente ovviamente è...”
“Swimming Pool!” Esclamò John. “L’indizio è in una piscina!”
“E conoscendo Moriarty, di quale piscina si tratterà?”
John fece una smorfia. “La piscina di Carl Powers?” Chiese. “Ho brutti ricordi riguardo a quel posto.”
Sherlock, senza degnarlo di uno sguardo, fermò un altro taxi e ci salì urlando un indirizzo. Io mi guardai intorno e finalmente individuai la macchina dell’autista di James. Vi entrai, sedendomi accanto a lui.
“Ciao Chop.” Gli dissi, mentre scrivevo un veloce sms a James.
Risolti tre indizi - il prossimo è l’ultimo - stai pronto <3 -SM
Ovviamente allo sguardo di Chop non era sfuggito il contenuto del messaggio.
“E così tu e James vi scambiate cuoricini?”
Io arrossii violentemente. “No ecco io...  Quello che intendevo è... Non c’è niente tra di noi!”
Chop non fece in tempo a esternare la sua perplessità che gli arrivò un sms. Lo lesse, poi ridendo gettò il suo cellulare a Seb.
Il cecchino lo prese e lesse.
Chop, lascia in pace il mio Seb. Con chi vado a letto io non ti riguarda. Digli che sono fiero di lui. -JM

 
Pochi minuti dopo giunsero alla piscina. Correndo, Sebastian scese dalla macchina e si precipitò dentro, in tempo per vedere Sherlock sfilare con un grido di trionfo l’ultimo indizio da un asciugacapelli automatico.
“John! L’ho trovato!” Poi lo lesse ad alta voce.

Eggs.
Jam.
Milk.
Bread.
Apples.
Cereal.


“Al supermercato!” Esclamarono contemporaneamente John e Sherlock.
Sebastian, nascosto dietro una colonna, li osservava sconvolto. Quello non era il contenuto dell’ultimo indizio. Assolutamente no. L’indizio recitava:

Here you are, there’s the last,
find the treasure now is a must;
you remember where me met:
there’s a garden on its left… [4]


E ovviamente la soluzione era il giardino vicino al Barts, dove Jim aspettava con I suoi gas narcotizzanti. Sebastian frugò in tasca e trovò il biglietto che recitava l’indizio, realizzando cos’era accaduto. Ma certo! L’aveva sostituito col foglietto della spesa che avrebbe dovuto fare per Jim il giorno prima. Jim si sarebbe arrabbiato moltissimo per il fatto che anche quella sera aveva mandato a monte il suo piano. Doveva avvertirlo subito! Si diresse verso il luogo in cui il capo attendeva.
“Boss!” Esclamò appena lo vide, correndo verso di lui. E mentre correva, si chiedeva perché il capo gli stesse facendo segno di allontanarsi e perché indossasse una maschera antigas...
Se ne ricordò un istante prima di respirare i malefici gas e cadere addormentato.
 
Nel frattempo Sherlock e John erano usciti dal supermercato con un’aria perplessa. “Jim non c’era”, commento ovviamente John. “Già”, asserì Sherlock. “Mi chiedo quale sia il suo piano.”
John alzò le spalle. “Forse per una volta voleva solo essere gentile e ricordarti che devi fare la spesa. Dopotutto ricordati che domani viene a pranzo da noi tuo fratello Mycroft...”
Sherlock si illuminò in volto. “Mycroft!” Esclamò. “Ecco cosa vuole! Attaccare durante il pranzo con Mycroft! Sei un genio, John!”
E cominciò a correre verso casa per preparare una prelibata accoglienza al suo arcinemico. Che, ahimè, non si sarebbe presentato.
 
Sebastian si svegliò poco dopo, la mente ancora annebbiata, con il volto di Jim di fronte agli occhi. “Capo... L’indizio... La lista della spesa... Li ho confusi...”
Jim annuì. “Lo immaginavo. Ora però rialzati. Il piano di oggi è fallito, ma dobbiamo prepararci per domani sera.”
Sebastian si alzò, e prese Jim per mano. “Perché, cosa faremo domani sera, boss?”
Moriarty ghignò, chiudendo un pugno con aria minacciosa e agitandolo in aria. “Quello che facciamo ogni sera, Sebastian. Tentare di conquistare il mondo!”



NOTA DELL'AUTORE
Non so quanto siano corrette le mie rime inglesi, quindi vi tradurrei i significati xD
[1] Se vuoi trovare il tesoro aiutarti sarà un vero piacere: potrai trovare un altro indizio se ti rechi esattamente dove ti trovavi.
[2] Lasciami dire che sei troppo lento, prendi una macchina e vai, vai, vai! Pensi come un bambino, lo sai, e ti dirò semplicemente: cresci!
[3] Mycroft è arrabbiato con suo fratello! Ecco l'indizio, troviamo l'altro! Se non puoi sei un tale stupido, è così facile... E' così cool!
[4] Eccoti, questo è l'ultimo, trovare il tesoro ora è un dovere. Ti ricordi dove ci siamo incontrati, c'è un giardino alla sua sinistra...
Fa abbastanza schifo, ma volevo fare questo esperimento, ecco :-)

   
 
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