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Autore: violetsugarplum    01/10/2012    4 recensioni
[Kids!Seblaine] Blaine e Sebastian alle prese con un esperimento scientifico per la scuola: costruire un vulcano.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blaine si mosse nervoso sul sedile e tirò sulle proprie gambe lo zainetto che si ostinava a scivolargli sui piedi. Il bambino alto e biondo, seduto in silenzio al suo fianco, continuava a guardare fuori dal finestrino con un'espressione corrucciata, ignorando le urla e le risate dei loro compagni, contenti di tornare a casa dopo una lunga giornata di scuola.

"Sebastian?", chiese timidamente.

"Che c'è?"

Il bambino si voltò verso di lui squadrando prima lo zaino e poi il suo volto. Blaine si agitò ancora di più quando quegli occhi verdi brillanti incrociarono i suoi e lo fissarono, come se lo stessero studiando con attenzione.

"M-manca ancora molto?"

"No, è la prossima.", disse Sebastian girandosi ancora una volta verso il finestrino.

Blaine annuì, stringendo forte la sua cartella al petto.

Sebastian era arrivato nella sua classe da quasi un mese. La maestra aveva detto che si era trasferito da Parigi in estate e si era premurata di avvisarli di comportarsi bene con lui ed essere gentili, perché è difficile farsi nuovi amici quando ci si trasferisce in una città nuova e non si conosce nessuno.

Sapere di poter avere un amico in più, per Blaine, era fantastico. Peccato che Sebastian facesse di tutto pur di non stare con lui e preferisse la compagnia degli altri. Blaine notò subito che Sebastian non era particolarmente chiacchierone e, col passare dei giorni, scoprì che era un po' presuntuoso, ma mai prepotente. Però non era del tutto antipatico: ogni tanto raccontava barzellette che facevano sempre divertire tutti, comprese le sue compagne che lo guardavano adoranti e che nell'intervallo gli consegnavano bigliettini pieni di frasi stucchevoli e di cuori colorati.

Non erano vicini di banco. Fin dal primo giorno, la maestra mise Sebastian in fondo alla classe, dove stavano i bambini alti e che potevano dare fastidio a quelli più piccoli nascondendo loro la lavagna. Blaine, infatti, era in prima fila da quando aveva iniziato le elementari proprio per questo motivo.

Quando la maestra di scienze diede il compito alla classe di dividersi in coppie per fare un esperimento a casa riguardante i vulcani che stavano studiando da due lezioni, Blaine sperò con tutto il cuore di non finire con Sebastian. Avrebbe preferito stare in coppia con Mark, con Kevin o Jack, i suoi migliori amici, o magari anche con una bambina, anche se erano meno simpatiche. Insomma, tutti tranne Sebastian. Appena l'insegnante estrasse a sorte il suo nome e poi quello del compagno, Blaine non riuscì a non trattenere un sospiro rassegnato.

"Sebastian! Tocca a te!"

L'autista urlò il suo nome e frenò bruscamente e Sebastian scattò in piedi, mettendosi lo zaino sulle spalle. Blaine afferrò velocemente il suo, che gli era andato a finire sui piedi per l'ennesima volta.

"Dai, Blaine, muoviti!", gli ordinò spingendolo poco delicatamente con la mano sulla schiena.

Blaine non riuscì a fare altro che trascinarsi la cartella tra le gambe e, in qualche modo, scendere dallo scuolabus senza finire con la faccia sul marciapiede.

Blaine volse uno sguardo alla casa del compagno. Era una villetta molto bella, con il giardino ben curato e tanti cespugli con fiori colorati. Notò che da un albero spuntava una casetta di legno. Chissà se Sebastian gli avrebbe permesso di visitarla.

Sebastian salutò i compagni con la mano fino a quando la vettura sparì dietro una curva. A quel punto, fece scivolare una bretella dello zaino da una spalla e iniziò a camminare spedito nel vialetto, con Blaine alle calcagna.

"Mia mamma mi dice sempre che non si deve portare lo zaino su una spalla sola", disse Blaine cercando di raggiungerlo. Accidenti, le sue gambe erano così corte in confronto a quelle di Sebastian. "Altrimenti potrebbe venire la scioliosi..."

"Si chiama 'scoliosi'", lo corresse asciutto. "E non me ne frega niente. Quelli grandi lo fanno sempre."

Sebastian sollevò lo zerbino e prese una chiave con cui aprì rumorosamente la porta d'ingresso.

"Mamma? Mamma, ci sei? Siamo arrivati."

Ma il bambino non ottenne risposta. Alzò le spalle e si diresse in salotto, dove abbandonò distrattamente lo zaino su una poltrona. Blaine, che non aveva perso nessun movimento e l'aveva seguito in silenzio, si schiarì la gola. "Che bella casa", si affrettò a dire. Sua madre gli aveva sempre detto di essere educato, un vero ometto perbene, quando si trovava ospite in casa degli altri.

Sebastian lo guardò sospettoso alzando un sopracciglio e Blaine si sentì di nuovo in estremo imbarazzo per lo sguardo che gli aveva rivolto.

"Uh... Grazie," rispose; le sue guance si tinsero leggermente di rosa. Nessuno dei suoi vecchi amici gli aveva mai fatto i complimenti per la casa ed era una cosa così... da grandi, a cui lui non era abituato. "Puoi mettere la cartella dove vuoi. Mamma stamattina a colazione mi ha detto che avrebbe preparato le cose e le avrebbe lasciate sul tavolo in cucina."

"Tua mamma non c'è?"

Sebastian alzò nuovamente le spalle senza dire nulla e iniziò a tirar fuori dallo zaino il portapenne e un quaderno con la copertina gialla.

"Tornerà in tempo per accompagnarti a casa, non ti preoccupare", disse il bambino portando le sue cose in cucina.

"Va bene, grazie", rispose Blaine, prendendo a sua volta il suo quaderno e astuccio e seguendolo.

Al centro del tavolo della cucina c'era tutto il materiale occorrente: una bottiglia vuota di plastica, un pacchetto di bicarbonato e una caraffa riempita con dell'aceto.

Sebastian si sedette su una sedia e aprì il quaderno iniziando a leggere a voce alta le istruzioni. Blaine, a sua volta, si mise seduto di fronte a lui e osservò attentamente il materiale necessario. Aveva immaginato di costruire un vero e proprio vulcano, uno di quelli belli realizzati con la creta o un cartone color terra, in modo che fosse più verosimile possibile. E questo, date le premesse, era brutto.

"Sebastian?", domandò interrompendo il compagno, che continuava a leggere con tono piatto, senza un briciolo d'enfasi.

Il bambino sollevò gli occhi dal testo visibilmente infastidito, tenendo con il pollice il segno sulla riga dove era stato fermato.

"Mh? Vuoi fare merenda?"

"No, no," Blaine continuò. "È che... Ho visto una foto di mio fratello Coop quando era piccolo e aveva fatto questo esperimento a scuola e... Credo che ci manchi qualcosa..."

Sebastian sbuffò, facendo arrossire Blaine, il quale si morse la lingua per essere stato così scortese. Sua mamma non avrebbe certamente apprezzato.

"Lo so che manca tutta la cosa fuori... Il cono del vulcano, ecco. Ma io questo l'ho già fatto l'anno scorso quando ero a Parigi e... Tanto è importante vedere solo l'eruzione perché poi dobbiamo scriverla. Devi immaginarti il resto, Blaine."

Blaine cercò di non mostrarsi troppo dispiaciuto e, abbassando gli occhi sul suo quaderno, annuì leggermente con un cenno del capo. Sentiva gli angoli degli occhi pizzicargli e tirò su col naso rumorosamente. Sebastian lo fissò per alcuni secondi mordendosi l'interno della guancia, per poi saltare giù dalla sedia e aprire un cassetto del mobile accanto al frigorifero.

Mise davanti a Blaine una decina di fogli bianchi e si sedette al suo posto con un sorriso divertito. L'espressione sul volto di Blaine doveva rappresentare perfettamente la confusione che attraversava la sua mente e Sebastian, continuando a sogghignare, gli porse alcuni pennarelli dal suo astuccio.

"Io non ho il pongo in casa -lo usavo quando ero bambino- e non so se mamma ha il colorante rosso che abbiamo usato quando l'abbiamo fatto l'altra volta... Senti, se ti va, possiamo disegnare qualcosa da incollare sulla bottiglia, ok?"

Blaine gli rivolse un sorriso radioso e prese i colori dalla mano di Sebastian.

"Cosa possiamo fare?"

"Non lo so... Magari qualche albero... Tu...", Sebastian lo guardò spalancando gli occhi, come se si fosse improvvisamente ricordato una cosa. "Tu li sai fare i dinosauri?"

"Sì che li so fare! La maestra dice che sono molto bravo a disegnare", Blaine prese una matita e la morse pensieroso, spostandosi una ciocca di capelli scuri scompigliati dalla fronte. "Qual è il tuo dinosauro preferito?"

Sebastian ci pensò per qualche instante. "Il tirannosauro, ovvio. E tu?"

"A me mi piace il velociraptor", concluse Blaine già impegnato a tracciare i contorni del dinosauro di Sebastian.

Per alcuni minuti, Sebastian osservò Blaine in silenzio e dovette ammettere che era davvero bravo. In poco tempo il bambino completò il disegno, rifinendolo addirittura con piccoli particolari, come le squame sulla schiena, e lo mostrò all'altro. "Allora, dici che va bene?"

Sebastian prese il foglio tra le mani e sorrise a Blaine davvero ammirato.

"È bellissimo, cavolo! Sei bravissimo!"

Blaine rise contento, diventando rosso come un peperone a causa del complimento totalmente inaspettato. Dopo poco terminò di disegnare il suo velociraptor e, spinto da Sebastian sempre più meravigliato, realizzò anche un triceratopo. Non fece il brontosauro perché entrambi convennero che fosse troppo debole per un vulcano fico come il loro.

Dopo aver ritagliato e incollato con cura i disegni sulla bottiglia, i bambini ridacchiarono soddisfatti. Era venuto bene -certo, non era bello come quelli fatti con la creta o il pongo- però era proprio carino.

"Adesso facciamo esplodere il vulcano, Sebastian?"

"Sì, ma spostiamoci sul lavandino altrimenti mia mamma mi sgrida, se sporco il pavimento, e non mi fa più vedere i cartoni animati per una settimana. E, comunque, si dice 'eruttare', non 'esplodere.' Non è mica una bomba, Blaine."

Blaine annuì tenendo saldamente la caraffa con l'aceto, attento a non farla cadere. Sebastian posò la bottiglia all'interno del lavello, girandola in modo che si vedesse bene il velociraptor di Blaine. Il bambino iniziò a leggere le istruzioni ad alta voce.

"Riempire fino a metà la bottiglia con acqua tiepida."

"Oh, beh, questo è facile", disse Sebastian aprendo il rubinetto e riempiendo il contenitore. "Poi?"

"Aggiungere il bibarc- bicarbonato di sodio", Blaine si corresse prontamente prima che potesse farlo Sebastian.

Il bambino rovesciò maldestramente la polverina bianca dalla confezione, sporcando un po' tutto il lavandino. "Vuoi farlo anche tu, Blaine?"

Blaine prese il cartone dalla mano di Sebastian e ripetè la sua azione, impiastricciando ancora di più il lavello.

"Aggiungere l'aceto e... buona eruzione!"

I bambini si guardarono nervosi. "Fallo tu, tu l'hai già fatto e sei capace", disse Blaine trattenendo il respiro.

"No, no. Fallo tu, io l'ho già fatto e so come funziona. Sei tu che devi imparare."

"No, ho paura di sporcarti la cucina."

"È lo stesso, Blaine. Fallo tu."

Blaine guardò Sebastian accigliato e incuriosito al tempo stesso. "...Non avrai mica paura?"

"No che non ho paura, non fare lo scemo. Io non ho mai paura."

"Ma quando eruttisce fa un rumore forte? Come quello dei petardi?"

"Si dice 'erutta'. Non fa lo scoppio, sai. Fa più una cosa come... Fzzzzz, capito no?", rispose Sebastian tentando di imitare il suono frizzante.

"Non è pericoloso?"

"No, è solo che tu metti l'aceto e poi erutta all'improvviso. Devi essere pronto."

"Ok... Allora lo facciamo?", domandò Blaine sollevando con fatica la caraffa.

"Sì, aspetta...", Sebastian mise le proprie mani su quelle di Blaine e lo aiutò ad alzare un po' di più il contenitore. "Sei pronto? Contiamo fino a tre e poi rovesciamolo un pochino, va bene?"

"Sì", disse Blaine sentendo le forti mani calde di Sebastian sopra le proprie. "Uno..."

"Due..."

"Tre!"

Rovesciarono un po' di aceto nella bottiglia e molto nel lavandino. Per un secondo non successe nulla e, improvvisamente... Niente, se non una piccola eruzione; praticamente un rivolo.

"Ooh, tutto qui?!", esclamò Blaine deluso tenendo ancora saldamente le mani, intrappolate sotto quelle di Sebastian, sulla caraffa.

"Beh, è vero, non è stato molto divertente. Proviamo ad aggiungerne ancora."

Blaine, guidato da Sebastian, rovesciò altro aceto nella bottiglia. Aspettarono un momento e la miscela fece reazione, risalì velocemente il collo della bottiglia e terminò con uno spruzzo altissimo che bagnò completamente il lavandino... e anche la povera maglietta di Blaine.

I due bambini tacquero per un istante per poi scoppiare a ridere di gusto, finalmente felici di essere riusciti a terminare con successo l'esperimento e totalmente incuranti di aver trasformato la cucina in un campo di battaglia.

"Hai visto che roba, Sebastian? Quanto era alto? Che spettacolo! Dobbiamo subito scrivere prima di dimenticarci!"

Sebastian scrollò le spalle ridacchiando ancora. "Forse è meglio se ti metti qualcosa di asciutto. Andiamo in camera, ti presto una delle mie maglie."

"Grazie, ma..."

"Non voglio essere sgridato da mia mamma o dalla tua. Dai, poi ti prometto che finiamo il compito."

Salirono le scale continuando a parlare eccitati dalla perfetta riuscita del loro esperimento e, una volta arrivati nella cameretta di Sebastian, Blaine potè togliersi la maglia fradicia, che ormai gli si era appiccicata al petto, e indossarne una pulita che, però, gli andava decisamente lunga.

Blaine si specchiò per un attimo, cercando di mettersi a posto quei capelli ribelli, e incrociò lo sguardo di Sebastian, che aveva continuato ad osservarlo senza dire una parola.

"Cosa...?"

"Niente", disse il bambino mettendosi una mano in tasca per poi tirar fuori una caramella alla liquirizia, lasciando inavvertitamente cadere un foglietto di carta colorata.

"Ti è caduto qualcosa."

"Non è niente. Un'altra stupida lettera di Amy", Sebastian calciò il foglio spedendolo direttamente sotto il letto. "Mi ha chiesto di nuovo se voglio essere il suo fidanzato."

"E tu che hai risposto?"

"Le ho detto di no, perché non mi piacciono le femmine bionde."

Blaine non ebbe nulla da aggiungere e tornarono in cucina, dove tentarono di asciugare alla bell'e meglio il disastro che avevano combinato e successivamente iniziarono a scrivere un breve testo che spiegava l'effetto dell'eruzione vulcanica. Una volta finito il compito, Sebastian chiese a Blaine di poter vedere il suo quaderno, in modo da potergli correggere eventuali errori.

"Hai dimenticato la doppia in 'bottiglia', passami la cancellina."

Blaine gliela passò. "Le doppie me le scordo sempre. Come gli accenti. Vorrei saper scrivere e leggere bene come te."

Sebastian alzò le spalle. "A me piacerebbe disegnare come fai tu."

Blaine non l'avrebbe mai immaginato, ma il pomeriggio si era rivelato davvero piacevole. Sebastian non era male. Forse era un po' strano quando lo scopriva a fissarlo, ma non ci fece più caso.

Chiusero entrambi i quaderni nello stesso momento e si abbandonarono stanchi contro lo schienale della sedia.

"Hai fame, Blaine? Ieri mia mamma ha fatto la spesa e ha comprato le merendine nuove della pubblicità... Sai, quelle al cioccolato? Oppure possiamo mangiare pane, burro d'arachidi e marmellata."

"E lo prepari tu il panino?"

"Certo."

"Ma tua mamma ti lascia usare il coltello?"

"Sì, ma solo quello con la punta rotonda... Oh, guarda, è arrivata!", disse indicando una bella signora alta e bionda che stava risalendo lentamente il vialetto nel giardino del retro.

***

Mezz'ora dopo la signora Smythe riaccompagnò Blaine a casa.

I due bambini, seduti vicini sui sedili posteriori, avevano continuato a parlare e ridere per tutta la durata del viaggio, evitando di raccontare il perché Blaine stesse indossando una maglia del compagno.

Al momento di scendere, Blaine ringraziò educatamente la mamma di Sebastian e si mise lo zaino sulle spalle. Sventolò una mano nella direzione di Sebastian, ma il bambino non rispose al saluto, continuando a posare i suoi occhi verdi indecifrabili sul viso di Blaine.

"Sebby, saluta il tuo amico."

"Blaine non è ancora mio amico."

Blaine sentì una fitta improvvisa allo stomaco e rimase impalato sul marciapiede. Non ebbe il tempo di processare quello che Sebastian aveva appena detto, soprattutto dopo un pomeriggio passato a divertirsi e a studiare insieme, che il bambino scese dalla macchina e gli porse la propria mano.

"Senti, Blaine, vuoi farmi amico? Se sì, puoi sederti vicino a me sullo scuolabus e in mensa, se vuoi."

"Sì, va bene."

Blaine, completamente rosso di vergogna e gioia, strinse forte la mano di Sebastian cercando di darsi un'aria seria.

"Mi sono divertito oggi. Dovresti venire più spesso da me, così magari giochiamo nella casa sull'albero. Allora ciao", disse tutto d'un fiato. "Ci vediamo domani a scuola."

Sebastian mollò la mano di Blaine, gli rivolse un sorrisetto soddisfatto e risalì in auto chiudendosi la portiera dietro di lui con un rumore secco.

Blaine, in qualche modo, era appena diventato amico di Sebastian.

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Guess who's back? Niente, avevo voglia di scrivere qualcosina su questi bimbi (stavolta bimbi sul serio) ed ero ispirata :3

Mi è piaciuto tantissimo scrivere i dialoghi con Blaine che fa errori ogni due per tre, così piccolino e adorabile che non mette le doppie e gli accenti e Sebastian che lo corregge, aww. :3

Poi mi sono sempre chiesta perché in America costringano i bambini a fare questi esperimenti scientifici assurdi... E sono assolutamente invidiosa, io non li ho mai fatti e quindi ho avuto un'infanzia brutta brutta.

Volevo aggiungere che... Uhm, sto scrivendo una long strappalacrime già betata (mai avuta una prima LOL) e al momento composta da quattro capitoli e probabilmente pubblicherò il primo alla fine di questa settimana. Sempre se non cambio idea, cosa che faccio da luglio. È che ho parecchie OS da completare e mi piange il cuore lasciarle lì... Boh, si vedrà. XD

Ma, insomma, a presto <3
  
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