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Autore: Genevieve7    01/10/2012    0 recensioni
You better learn how to treat us right
Cause onces a good girl goes bad
We die forever
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Easy for a good girl to gone bad 
And once we've gone 
There's belief we've gone forever 
Don't be the reason 
Don't be the reason 
You better learn how to treat us right 
Cause onces a good girl goes bad 
We die forever




Volevo solamente che quel maledetto viaggio in macchina durasse tutta la vita.
Volevo non dover più vedere quel cancello, quella villa che conoscevo così bene. Quei sorrisi che, ai miei occhi, dopo tutto quello che era successo, erano ancora così familiari.
Volevo poter sperare ancora che tutto ciò che c’era stato non fosse mai e poi mai accaduto.
 
“Arrivati” disse amorevolmente mia madre, voltandosi verso di me con un sorriso smagliante.
 Imboccammo la stradina, quella dove ero passata così tante volte.
Le lacrime erano lì, pronte a scendere, il cuore batteva come solamente poche volte aveva fatto durante i miei miseri 17 anni, quasi 18, Dio, non ci volevo pensare.
Ero cambiata così tanto. Non ero più me stessa, era evidente, lo sapevo anche io.
 
Oltrepassato il cancello non sentivo più il mio corpo, tanto ero agitata, nervosa, arrabbiata. Mi aveva lasciato sola in questo posto di merda. Sola, imprudente e debole.
 
“Ciao, Mia” quel sorriso “entra, avanti, ti fai anche scrupoli?”
“Ciao, Simone” quella donna mi aveva sempre trasmesso così tanta calma.
“Mia! Dio, quanto magra sei?” mi chiese Gordon appena varcai la soglia di quella villa costruita con tanto gusto. “Gordon, sii educato, potresti anche salutarla prima” lo rimproverò Simone. Quella predica, seppur sembrasse insignificante, mi fece tornare alla mente tutti quei pomeriggi trascorsi con loro. Mi abbracciò, ma continuò a guardarmi con un velo di preoccupazione negli occhi, come tutti da un po’ di tempo a questa parte.
“Karl, Lisa, avanti entrate” disse Simone, i miei la abbracciarono e lo stesso fecero con Gordon.
“Venite, la festa è di là”
 
“Ciao, stronza!”
“Ehi, Bea”
Bea. Beatriz. La ragazza che, come dicevano i miei genitori, mi avrebbe fatto distrarre e divertire, una ragazza per bene. La figlia di un ricco imprenditore, che viveva in una suntuosa villa vicino al centro di Amburgo. Una ragazza che era tutto, fuorché brava.
“A che ora dico che arriviamo al club?” disse lei con uno sguardo illuminato al solo pensiero di cosa sarebbe successo una volta arrivate. “Non lo so, presto, voglio andare via velocemente da questo posto” soffiai.
In quel momento iniziai a sentire il rumore scrosciante di un applauso e cominciai a pensare che il mio cuore volesse uscire dalla cassa toracica.
“Andiamo a fumare, veloce.” soffiai appena vidi un paio di scarpe eleganti nere ed un paio di Reebook bianche.
 
“Non ce la fai proprio, eh?” chiese Bea, toccando il punto più dolente che potesse toccare in quel momento. Io la fulminai con lo sguardo e lei mi sorrise.
“Non credo di dovermi per forza far vedere da loro, da lui” soffia con un filo di voce, lei mi guardò storto “avanti, Bea, non ne ho voglia, davvero, come faccio?! Vado là, lo saluto, magari gli sorrido e mi comporto come se non fosse successo nulla? Come se non mi avesse lasciato qui da sola?”  
Lei mi guardò e disse “allora ce ne andiamo prima che ti veda, tanto è pieno di gente in questo posto. Però c’è tua madre che ti chiama”.
Io la guardai e le sorrisi debolmente ringraziandola, era abituata, fin troppo a sentire questi discorsi e sapeva come comportarsi con me. Ad essere sincera è stata una delle poche persone che mi hanno sempre capita e sostenuta per quante cazzate facessi.
 
“Mia, sei tu? Ma sei cambiata tanto, sei così magra, stai bene?” gli amici dei miei mi ripetevano questo ritornello all’infinito, come se fossi diventata sorda. Dio, non sono sorda, sto semplicemente male dentro e non me ne frega un cazzo di tutto questo perbenismo e queste frasi dette per sembrare gentili e interessati.
Mentre stavo maledicendo questa gente e i miei per avermi chiamato lì a sentire questo gruppo di vecchi che non faceva altro che discorsi che non potevo e non volevo sentire, alzai gli occhi e il mio cuore ricominciò a battere all’impazzata, il mio corpo sentì una scossa indescrivibile e il persi il fiato.



Genevieve.
  
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