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Autore: 365dayswiththeBeatles    01/10/2012    3 recensioni
I caratteri erano grandi ed irregolari.
Imbustò e vi appiccicò il francobollo,con l'aiuto della saliva.
Sarebbe stato lì,con le sue mani,per aprirla accuratamente.
Sarebbe stato lì.
Fra non molto.
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A George & Paul.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Be Here Now

 

"Remember, Now, Be Here Now

As it's not like it was before

The past, was, Be Here Now

As it's not like it was before it was"

 

A Paul.

A George.

E al legame che li ha tenuti vicini.

Per tanto tempo.

 


George se ne stava in ospedale.

 

Sì,perché la sua passione,le auto e le corse,gli avevano procurato un incidente di percorso.

Nulla di grave.

Ci sarebbe rimasto ancora per poco.

E comunque avrebbe tanto voluto andarsene;non aveva mai dato retta a tutte quelle stronzate che gli venivano dette.

Fai questo,fai quello,"è per la sua sicurezza Mr Harrison".

Tutte stronzate,si sarebbe comportato bene e ci sarebbe rimasto in quell'ospedale,soltanto perché la sua etica e il suo buonsenso gli impedivano di andare contro ciò che gli veniva detto.

Nulla di più.

 

Non aveva ancora avuto un momento per sè,nell'ultimo periodo.

Nè per riflettere realmente su che stava succedendo o su dove se ne stava andando.

Ora,il silenzio di quella stanza,gli imponeva di pensare.

E lui sembrava come uscire di testa.

Non ne aveva voglia.

Pensare,gli implicava sempre un coinvolgimento emotivo.

George la odiava.

Odiava la sua emotività.

Non si sopportava quando si metteva a piangere sul latte versato.

Soltanto lui era in grado di capirsi.

 

Dopo l'esordio da solista e l'ambizioso progetto del Concert For Bangladesh,aveva realmente realizzato quanti amici si fosse fatto in tutti quegli anni.

E quanti che lo avevano difeso a spada tratta contro le aspre critiche dei giornalisti!

"Harrison non è in forma"

"La sua voce è come rotta,e fidatevi quella non è emozione!"

Sì,aveva tanti amici.

Purtroppo non gli bastava.

Perché era così egoista!?

Predicava bene e razzolava male,si diceva.

La verità era che gli mancavano i Beatles.

E non era un'egoismo.

Nessuno di tutti quegli amici gli avrebbe mai restituito quello che gli avevano dato John,Ringo & Paul.

Era stato bellissimo rivederli,ora che le tensioni dovute alla restrizione dello "stare in un gruppo" s'erano eliminate.

Aveva incontrato John e Yoko e li aveva sostenuti nella loro propaganda pacifica.

Che bella sensazione rimanere abbracciato a John.

Il meglio era stato registrare con lui,ancora una vota insieme,agli Abbey Road Studios,quando John gli aveva proposto di suonare con lui in 'Instant Karma'.

Quella canzone..l'aveva composta quella mattina,lo aveva chiamato a registrare e dieci giorni dopo,il disco era già in commercio.

Sì,John era un gran leader.

Un gran cantante.

Un grande amico.

 

Anche Ringo lo era.

Non aveva esitato quando gli era stato chiesto di partecipare al Concert For Bangladesh.

Non aveva risparmiato il suo tempo.

Non aveva risparmiato le sue forze.

Non aveva esitato e basta.

Aveva fatto l'amico e si era presentato,pronto,con le bacchette alla mano.

Che bella la sensazione che aveva provato a cantare,ancora una volta,con lui.

Chiunque gliel'avrebbe chiesto,di 'It Don't Come Easy' avrebbe raccontato di una grande canzone.

Anche se di fatto,non lo era.

Era Ringo a farla grande.

Era ,per George,Ringo ad essere grande.

 

Paul?

No,con Paul era andata diversamente.

E George non riusciva proprio a pensarci.

Come aveva potuto non farsi sentire più?

Era tutta colpa sua.

Era sempre stato un egoista, McCartney.

Non faceva mai tempo a pensarlo,George,che subito si risentiva di averlo considerato un egoista.

Era lui quello egoista.

In fondo,non era stata tutta colpa di Paul,se non si erano più risentiti.

Come possono due persone così amiche,diventare da un giorno all'altro complete estranee?

George proprio non capiva.

Beh,McCartney,ambizioso com'era e con tutti quei progetti in ballo,era già buona cosa che riuscisse ancora a farsi qualche doccia,di tanto in tanto.

Il tempo per sè non lo trovava nemmeno lui,figurarsi Paul che si impegnava allo stesso tempo in miliardi di progetti diversi.

Pignolo.

Ambizioso.

Ed iperattivo.

Sì,George se lo ricordava bene.

Lo ricordava quell'amore/odio che li aveva legati sin dal principio.

Perché Paul riusciva ad essergli l'amico migliore e la persona più odiosa che avesse mai conosciuto,al contempo.

Ma era inutile negare quanto lo amasse.

Lo amava ancora infinitamente,tanto quanto lo amava su quel pullman a due piani,quella sera,mentre lo incitava a prendere la chitarra e suonare per i Quarrymen.

Lo amava dannatamente.

Non poteva non sapere come stava.

Chiamò un'infermiera e si fece portare carta e penna.

La mandò a comprare un francobollo.

Meglio che il personale ospedaliero avesse fatto presto,perché George non avrebbe più aspettato.

 

Prese il foglio immacolato.

Con mano tremante,lo poggiò su di sè e fece parlare l'inchiostro.

 

Ci riesci a scrivere un bell'assolo di chitarra,

per la tua prossima canzone?

 

Sii qui,adesso.

Ti voglio bene

 

George

I caratteri erano grandi ed irregolari.

Imbustò e vi appiccicò il francobollo,con l'aiuto della saliva.

Sarebbe stato lì,con le sue mani,per aprirla accuratamente.

Sarebbe stato lì.

Fra non molto.

   
 
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