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Autore: Mushroom    01/10/2012    0 recensioni
Magnus non lavora la domenica. Will, semplicemente, non è d'accordo con questo.
Non ha neanche il tempo di poggiare il libro sulle ginocchia che l’ombra di Will – e la figura di Will, e l’odore di Will, e Will – incombono su di lui con uno sguardo febbrile, i ciuffi scuri che ricadono disordinati sulla fronte e le labbra dischiuse, pronte a intavolare la più arguta delle trattative.
[Shadowhunter - The infernal devices | Magnus/Will | Pre-slash]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Magnus Bane, William Herondale
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: It's Sunday, you idiot!
Fandom:
The infernal devices (Shadowhunters, le origini)
Rating:
Verde
Genere:
Generale, slice of life
Personaggi:
Magnus Bane, Will Herondale
Avvertimenti:
pre-slash, punti di ooc totalmente casuali, banalità sparse
Wordcount: 1141
Scritta con molto ritardo per il compleanno di Ally (Auguri, Cara :D) che mi ha chiesto qualcosa su questi due, e io l'ho prodotto con secoli di indecente ritardo. Se non fossi quasi-totalmente scritto-bloccata forse mi sarebbe uscito qualcosa di meglio (o forse no). E scritta anche con i prompt della one hundred prompt challenge.


#Bene

«È già la quarta volta, questa settimana» Magnus sbuffa, ma sa di aver perso in partenza. Non ha neanche il tempo di poggiare il libro sulle ginocchia che l’ombra di Will – e la figura di Will, e l’odore di Will, e Will – incombono su di lui con uno sguardo febbrile, i ciuffi scuri che ricadono disordinati sulla fronte e le labbra dischiuse, pronte a intavolare la più arguta delle trattative.
Magnus sbuffa, di nuovo. Perché è Domenica sera, e di demoni blu non ne vuole proprio sentire, tanto meno parlare.
«Questa volta è quello giusto» esclama Will. Sorride, perché il cacciatore sa benissimo di avere un certo ascendente sulle persone, in particolare sullo stregone. «È blu, è fastidioso ed è…» si interrompe e apre il palmo della mano, portandolo in avanti come richiesta d’attesa. Con l’altra mano fruga nei pantaloni, fino ad estrarne un foglietto giallo. Will emette un’esclamazione muta, e presto il foglio si trova a un palmo dal naso di Magnus. Lo stregone strizza gli occhi, prende la pagina tra le mani e osserva un brutto disegno di un demone che sì, è blu, ma no, esclude sia quello a cui Will da la caccia.
«È lui!» Insiste Will
«No» ripete Magnus, scrollando il pezzo di carta.
«Ma… !»
«No» accartoccia il foglietto e si sistema il libro di fronte al viso «È Domenica, Will. Che ne dici di fare qualcosa di buono, per una volta, e lasciarmi alle mie letture?».
Will lo guarda, si imbroncia e incrociando le braccia si lascia cadere su l’altra poltrona.
Magnus sa che non avrà una giornata tranquilla, ma chiede comunque un thè e dei biscotti.

 

#Male

Se non stesse imparando a conoscere Magnus, Will troverebbe alquanto bizzarra una boccetta simile. È abbandonata su un tavolino, in mezzo a tante carte e polvere e quant’altro di inutile, con all’interno un liquido rosa. All’estremità, legato con un pezzo di spago e scritto in bella grafia, un cartoncino dice “Bevimi” – e il “Bevimi” appare quasi allettante, agli occhi di Will, tanto che vorrebbe davvero bere quella sostanza stranamente invitante per sperimentarne gli effetti. Ma Will è uno Shadowhunter e, per quanto sciagurato, sa di non dover assaggiare niente di ciò che appartiene ai nascosti, soprattutto se si tratta di fate; o stregoni.
Così alza gli occhi e chiede «Cosa diamine è questo?» agitando la bottiglietta. Il liquido rosa schiuma appena e Magnus si illumina, alzandosi velocemente. Prende tra le mani la boccetta e la osserva per un secondo «Una brutta cosa» spiega semplicemente «L’ultima ragazzina a cui l’ho data – oh, simpatica bambina, davvero – non ha fatto una bella fine» osserva, lasciandosi scappare un sogghigno.
Will rabbrividisce e non vuole sinceramente sapere cosa diamine faccia quell’uomo – coso, nascosto, mago – alle bambine. «Non ti consiglio di provarla» aggiunge poi, offrendogli di nuovo la boccetta «Non vorrei ti accadesse qualcosa di male». E così Will la riprende, sfiorando le dita di Magnus, e tentenna, perché non sa cosa diavolo abbia fatto a quella bambina ma sa, comunque, che qualsiasi cosa quell’uomo stia facendo a lui – con la sua presenza o con le sue domeniche o con il suo essere Magnus – non è altrettanto buono.

#Luce

Magnus sbuffa, divertito, e pensa che l’unico motivo per il quale Will non si sia ancora autodistrutto sia perché, prima, deve distruggere gli altri. Ciondola per la stanza toccando ogni cosa e osservando ogni cosa. Qualche volta si ferma, assottiglia gli occhi e sfila o tira o rovina un oggetto, poi decide di ignorare quel che ha appena scoperto – o presunto di scoprire – e torna a ciondolare. Infine, dopo attenta riflessione, Will estrae un libro e si siede sulla poltrona di fronte allo stregone, la lampada ben puntata sulla prima pagina.
Magnus lo ignora, o così finge di fare, perché il suo, di libro, è ancora allo stesso punto da quando è arrivato il cacciatore; e, purtroppo per lui, ha dimenticato quale filo conduttore unisse la trama e ora sembra tutto dissolto e confuso nella sua mente. Eppure, alzare gli occhi a ogni inezia, o scrutare ogni passo del suo ospite è irrinunciabile, per quanto si mostri scontento di vederlo – in realtà, Magnus è felice di vedere Will, ma preferisce che lui non lo sappia. Se ne fosse a conoscenza, forse inizierebbe a trattarlo come tratta chiunque altro (Magnus fa una smorfia. Le frasi del libro sembrano ancora più confuse) e lo detesterebbe.
Sospira, alzando gli occhi.
La luce punta verso le palpebre chiuse di Will, il corpo che ricade addormentato e il libro a terra, spalancato.
Qualsiasi altro gesto sarebbe stato sprecato. Così Magnus si alza e spegne la lampada.
Questa volta, concentrare qualsiasi parte della sua attenzione su qualcosa di diverso risulta sfiorare i limiti del ridicolo.

 

#Oscurità

Quando Will apre gli occhi tutto intorno a sé è scuro. Ci mette qualche secondo per comprendere di essersi addormentato; qualcuno di più per ricordare il suo nome e giusto un’altra manciata per rendersi conto di essere ancora nel salotto di Magnus. Sbadiglia, stiracchiandosi, e poi risprofonda nella poltrona, fissando davanti a sé. Will sogghigna «Quale onore» dice, ma la voce è troppo impastata perché sembri veramente arrogante, così somiglia al miagolio sommesso di un felino «Ammetto di essere dotato sconfinata bellezza, ma ammirarla mentre sono incosciente è un oltraggio, Magnus»
Lo stregone sbuffa, il gomito puntellato nella poltrona e nessun libro a nascondere il suo sguardo «Prima o poi la tua arroganza ti divorerà dentro» inclina la testa e socchiude gli occhi. Il sorriso di Will si incrina di un poco. «Mi stavo solo chiedendo in quale succube modo avrei dovuto svegliarti per la cena».
Will smette di sorridere; Magnus non aggiunge che non c’è nessuna cena.

#Opposti

Quando Will distoglie finalmente lo sguardo, Magnus sente scemare la vergogna. È uno stregone e ha più anni di quanti potrà mai dimostrare ma, qualche volta, solo qualche volta, dimostra di avere comportamenti totalmente inconsistenti. Camille gliel’ha fatto notare così tante volte. Gli ha anche detto che l’amore è per bambini, e loro non lo sono mai stati – e se lo sono stati, si è trattato comunque di un periodo troppo scarno della loro esistenza per essere veramente rilevante. Ma Magnus si comporta volentieri facendo l’opposto, e finge di aver passato più anni da bambino che da stregone.
Così sospira e accende la lampada affianco a sé. Will si stiracchia, ancora, ma non da altri segni di eloquenza. Magnus tira fuori l’orologio da taschino e sorride «Ancora un ora e sarà finalmente lunedì».
Will non dice niente, poi si alza. «Credo che…» tossicchia, si volta «… insomma, alzeranno la voce se starò fuori tutta la notte anche oggi e…» liquida la faccenda con un mano, esce dalla stanza, rientra dopo qualche secondo. Fissa Magnus, poi esce.
Lo stregone lo osserva divertito. Poi sente un «Torno alle otto!» provenire dall’androne «E ti dimostrerò che questa volta è il demone giusto!» e scoppia a ridere come un dodicenne impacciato.

 

 

   
 
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