I'm a mess but you're a work of art.

Ti fermi a guardarlo, appoggiato allo stipite della porta: è drammaticamente bello ed irrimediabilmente tuo. Sorridi mentre segui con maniacale attenzione le sue dita che scivolano sul pianoforte, ed in cuor tuo pensi che no, non sai davvero se quel senso di completezza che provi adesso te lo infonde tutta la sua bellezza oppure, ed è l’opzione più probabile, la consapevolezza che tanta perfezione è solo tua, la certezza che nessuna donna (o uomo che sia) ti farà mai morire come riesce a fare lui con un’occhiata brevissima.

Abbandoni lo stipite e scivoli, silenzioso come un animale che si avvicina alla preda, per tutta la stanza. Hai il cuore a mille, perché ogni volta che vi avvicinate appena è come se fosse la prima, come se non vi foste mai osservati per ore, in silenzio, come se non conosceste i vostri corpi a memoria, come se non foste in grado di disegnarvi l’un l’altro ad occhi chiusi.

Lui è lì, perfetto, immacolato, con i suoi capelli biondi, la ricrescita che non finisce più e le mani venose che corrono tra i tasti bianchi e neri liberando una melodia afrodisiaca che si perde nell’aria; percepisce la tua presenza, sempre più vicino, e si perde in virtuosismi degni del miglior pianista di questo mondo: sa che vederlo suonare ti fa impazzire.

Non appena raggiungi il pianoforte ti siedi sul panchetto, accanto a lui, spalla a spalla, respiri che pian piano si sincronizzano, chiave d’ingresso d’un mondo magico accessibile solo a voi due –solo a voi due insieme.

Fai scivolare la tua mano sui tasti, improvvisi, impacciato come un allievo alla prime armi, come se tu non avessi mai suonato prima, suonando con lui, accompagnandolo esattamente come fai nella vita; poi, con una mano, corri a cercare quella di Michael, la sovrapponi alla sua, che continua a suonare con fin troppa calma mentre tu stai morendo dentro, come ogni volta lo sfiori. Perché non riesci a spiegarti perché tanta perfezione possa essere tua (e solo tua), perché tu sei un pasticcio e lui un capolavoro.

Quando smette di suonare e si volta verso di te non riesci a far altro che sorridere, perché hai raggiunto il tuo obbiettivo. Si avvicina con angosciante lentezza al tuo volto, inclina appena la testa per baciarti, poi si ferma, restio, a pochi millimetri, sorride appena: uno di quei sorrisi accennati solo per te, talmente accennati che solo tu, conoscendo così bene ogni sua espressione, puoi interpretare come tali.

 -Sei bello quando suoni…- riesci a sussurrare un instante prima che inchiodi prepotentemente le sue labbra alle tue, lasciando scivolare le braccia dietro le tue spalle, avvolgendoti come una felpa calda. E’ bellissimo, il tuo Mike: sa di tutte le cose buone del mondo, di fragola, di cioccolata, di panna, del suo amato caffè, dei vostri sorrisi, di tutte le parole non dette ma capite e di tutte le righe non lette ma la cui lettura è fondamentale.

 -…tu anche quando non fai nulla.- conclude la tua frase lui, allontanandosi dalle tue labbra quel poco che basta per riuscire a parlare, ma non necessariamente a pensare.

Sorridi: lo ami, e sai che per lui è –e sarà per sempre- lo stesso.

*Minority's corner*

Questa ff è una perfetta cagata, sinceramente non so da dove l'ho partorita e mi convince anche il giusto, ma alla mia migliore amica è piaciuta e mi ha supplicato di pubblicarla, quindi lo sto facendo.

Colgo l'occasione per dire che mi scoccia abbastanza visto che il fandom dei Green Day sta andando allegramente a puttane, io me ne sono sempre sentita parte, ma adesso (causa opinioni discostanti dalla maggioranza di voi) sto andando per così dire "in controtendenza" ed, inoltre, non sto più approvando gran parte dei lavori pubblicati su questo sito, quindi sono abbastanza combattuta all'idea di pubblicare qui.

peaceandlove,

minority.