Giusto per chiarire prima della lettura: è narrata da un doppio punto di vista, io scrivo le parti di Jen, Sammy quelle di Alexandra....il soggetto è sempre lo stesso: My chem =P E niente, speriamo tanto vi piaccia e ovviamente fateci sapere numerose cosa ne pensate, soprattutto perchè è una sorta di 'esperimento' se così si può chiamare. =)
Disclaimer:i My chemical romance appartengono solo a se stessi =P, non li conosciamo personalmente e tutto ciò che è scritto qui sopra è solo frutto della nostra fantasia. =D
Enjoy!
1. Secret sins
Li
osservo attraverso la vetrata dimenarsi al ritmo della loro stessa musica.
Si
perdono nel loro sogno che ora sta sfumando in realtà, in lavoro.
Mi piace
guardarli: hanno quell’ingenua consapevolezza che saranno
solo loro a poter cambiare sé stessi.
Quei
ragazzi sono la mia vita, il mio lavoro, il mio sogno ora.
Alexandra
è completamente persa negli accordi distorti che esplodono dall’amplificatore
dietro di lei, si lascia investire facendosi tutt’uno
con la sua chitarra, perché sembra l’unica cosa che esiste al momento. E anche
se sono in quattro nessuno discute. Lei è una sorta di leader. Sorrido
guardandola.
Jake,
vicino a lei, canta parole dure quanto vere. Chiude
gli occhi e copre tutto con la sua voce inconfondibile. Rende tutto migliore.
Perché il mondo all’esterno non esiste, è solo quello che sente dentro e sputa
fuori cantando che conta.
Chris
è concentrato completamente sul suo basso. E’ apparentemente immobile e perso
nel suono ipnotico di quelle corde, ma tutti noi sappiamo che i sentimenti che
dentro lo animano sono come un uragano e ogni fibra
del suo corpo sta vivendo al massimo questo momento.
Sullo
sfondo, sorridente, casinista come è sempre stata Lindsay
batte sui timpani della sua batteria. Quella ragazza è l’energia pura. Non ho
mai visto nessuno fare così tante cose insieme come le fa lei. Ed è sempre
dannatamente perfetta.
Una band.
I Secret sins.
Li guardo
e mi sento dannatamente soddisfatta di averli notati quella sera di appena qualche
mese fa in un locale di Dublino.
Perché
questi ragazzi amano davvero ciò che fanno e si vede. La musica scorre nelle
loro vene più di quanto non lo faccia la vita.
La musica è la loro vita.
E io sono
solo la loro manager, eppure non posso fare a meno di vedere in loro un sogno
realizzato.
Lavorare
nel mondo della musica, stare a contatto con artisti,
poter dire la mia su alcune canzoni.
E’ tutto
ciò che ho sempre desiderato. E a soli 24 anni tutto è diventato realtà.
Li guardo
e sorrido. Perché so che vuol dire amare così tanto la musica.
*
La musica mi sta
completamente assorbendo e stranamente, mi sento parte di ogni strumento nella
stanza. Del pestare della batteria, della voce urlata nel microfono, nel
sottofondo forte del basso. E poi c'è lei, la mia chitarra. I miei stessi
accordi mi esplodono nelle orecchie e nel cuore, mi sento viva, mi sento
desiderosa di urlare al mondo qualcosa di importante, così come sta facendo la
mia chitarra adesso. Sta esternando i miei sentimenti, quello che provo, quello
che sono.
Mi sembra strano, ancora
tutto irreale che siamo giunti fin qui. E' sempre stato il mio sogno registrare
un album e fino a qualche mese fa, non lo credevo possibile, fin
quando Jen non ci ha sentiti suonare in un
locale a Dublino. Si può dire che da lì è cominciato tutto. Stiamo registrando
le nostre prime canzoni e mi sento maledettamente bene.
La mia band. La mia
famiglia. Sembra strano dirlo. Sembra strano pensarlo adesso, eppure non riesco
a non sorridere al pensiero di come ci siamo conosciuti.
Quattro ragazzi totalmente
diversi eppure con la voglia di fare. Ci siamo riuniti nel garage sotto casa e
abbiamo dato sfogo alle nostre passioni, al nostro modo di essere.
In realtà è stato Jake a riunirci tutti, ma non so perchè, continuano a
definirmi la loro leader. Forse perché sono ribelle, libera e indipendente.
Forse perché sono una dannata perfezionista, forse perché in realtà rompo le
scatole a tutti con le mie ramanzine. Non lo so, eppure mi sembra strano
ricoprire un ruolo del genere. E' una grande responsabilità e a me non va di
occuparmene, eppure non posso non fare a meno di discutere su ogni minimo
dettaglio. Una canzone deve essere perfetta. Casinista, ma
perfetta. Non esistono mezzi termini.
Anche se adesso la canzone
è finita, e ho il respiro affannato come se avessi corso senza fermarmi, riesco
a sentire quella strana energia che ci accomuna tutti. Mi sento bene.
*
Escono dalla
stanza sudati, affannati. Ma sorridono.
L’energia è ancora nell’aria,
come le note ancora sospese che sembra quasi di poter toccare,
che
ancora vivono nelle nostre teste e nelle loro mani che creano quei suoni.
Sono felici. Sono vivi più
che mai quando si immergono nella loro musica.
< Gran bel lavoro
ragazzi! Questo sarà un grande album, me lo sento... > commenta Andrew, il produttore.
Già. Riesco ad immaginare
anche ora il loro cd sugli scaffali, circondato da quelli di gruppi più
importanti.
Forse ci vorrà del tempo prima che siano notati maggiormente, ma non è questo
che conta.
Ce la stanno facendo. Lo
sanno.
Lo so.
Li sorrido semplicemente.
Ogni parola è inutile, sanno già che penso di loro.
< Ha chiamato il
gestore dell’ Empty
grave...sarete a suonare lì tra due settimane... > li informo.
E come al
solito susseguono pacche sulle spalle, sorrisi, complimenti.
E io li osservo sentendomi
parte di tutto ciò.
< Grazie Jen...sei sempre una grande a procurarci serate >
Jake.
E’ sempre così estroverso e gentile.
< Merito vostro ragazzi... >replico semplicemente.
< Oh, non fare la modesta > ribatte
quasi duramente Alexandra.
Rido.
Mi abbraccia.
Devo ancora capire come due caratteri così
diversi come i nostri siano riusciti ad amalgamarsi
così bene.
Io così chiusa e lei così...così com’è lei.
Sorrido. Infondo loro sono tutto quello che
ho.
L’unica cosa che riesce a ricoprire il vuoto
che mi corrode dentro è la loro compagnia.
Perché la bambina dentro di me ha smesso di
esistere tempo fa.
*
Jen
cerca di fare la modesta come sempre. Quando si tratta di procurarci serate lei
è sempre la prima a sgomitare per fare in modo che ci riservino almeno un
posticino e noi la adoriamo per questo.
La abbraccio. Lo so che si sta chiedendo come
due caratteri come i nostri possano andare così d'accordo, ma semplicemente non
ne ho idea, so solo che c'è stata una sorta di alchimia tra
di noi dalla prima volta che ho incrociato i suoi occhi dopo aver
suonato in quel locale a Dublino.
Ci conosciamo da poco ma
sento già di volerle bene. So che diventeremo buone amiche, nel bene o nel
male.
< Allora, andiamo a bere qualcosa? >
Propone Linsday vivace come sempre.
Ma dopo due ore di prove, dove la trova ancora
la forza per fare qualcosa?
< Ci sto... > Jake
si unisce subito, posando il microfono. Lo segue a ruota Jen.
< Ehi! Mi lasciate da sola? > Sbotto
incrociando le braccia.
Sanno perfettamente che domani registreremo in
un altro studio, perciò dobbiamo smontare tutta l'attrezzatura e sinceramente
non mi va di rimanere a farlo da sola.
< Dai, ti do una mano io! > Mi fa Chris prendendomi per un braccio e trascinandomi nella
saletta dove abbiamo provato fino a poco fa.
Iniziamo a smontare tutto, rimettendo le
chitarre nelle loro custodie, il basso sistemato nel suo angolino e vari
oggetti sparsi nello studio all'interno del borsone.
< Sei stata grande Alex
oggi! > Mi sorride raggiante mentre sistema gli
ultimi cavi.
< Grazie! Anche tu... > Sorrido
stiracchiandomi.
Non si direbbe, eppure sono davvero stanca.
< Che figata
suonare all'Empty Grave! > aggiunge raggiante
sedendosi su uno sgabello lì vicino.
< Già... Jen è stata fantastica... > Annuisco.
Adoro l'idea di poter suonare di nuovo dal
vivo... mi mette ancora più energia... semplicemente adoro quello che faccio,
adoro la mia band.