LA NOTTE SARA' ANCORA LUNGA
Ora sembrano stanche spire di serpenti abbandonati
su se stessi, i tuoi capelli, vipere velenose proprio come il loro
padrone.
Oppure, dove la luce della candela li illumina, sembrano gorghi
confusi di fini sabbie dorate, pericolosi ed infidi proprio come te.
La calma
quasi immobile che ti ricopre, ti acquieta e ti ammansisce fino al sonno,
quella, non è forse solo un inganno, una trappola con la quale vuoi catturare la
tua preda? Perché le tue spalle attirano le mie braccia, le mie labbra; la tua
schiena, il mio petto; le tue cosce, le mie.
Non cerchi di rubarmi ancora un
abbraccio una carezza un bacio, ancora una volta da consumare tra le tue gambe
calde?
Vorrei delle catene che mi legassero al materasso, impedendomi di
rispondere al canto silenzioso del tuo corpo.
Tu… l’unico motivo che ti spingeva a parlarmi era avere uno stramaledetto contatto con quel casino che succedeva all’esterno.
Piccolo dio cresciuto e imprigionato nella bambagia.
Eri solo un musino perfido e terribilmente bello.Terribile, sì. Assolutamente terribile.
Poi guance furiose e rosse. Occhi stretti ed elettrici.
E le tue labbra, le tue labbra.
L’affanno nervoso e i capelli che sibilavano attorno al viso mentre correvi nel corridoio.
Improvvisamente voltato per una caustica battuta.
Improvvisamente contro il mio petto.
A picchiarci su i pugni, maledicendo il paradiso, maledicendo me, te, loro, tutti.
Ora. Tra quel giorno ed ora? Il tempo falso del
nostro mondo si è contratto per inghiottirlo.
Come tu hai fatto con me e con
quello che rimaneva della mia anima, ingordo.
L’arco sinuoso della tua
schiena. La curva soda delle natiche.
Il biancore della tua pelle alla luce
tremolante della candela.
E qualche mio segno, qua e là.
Tu. Tu sei un attore maledettamente bravo.
Sei una bocca che ghigna invece di gridare. Occhi che tagliano invece che piangere.
Braccia che allontanano invece che stringere. Parole che gelano invece che scaldare.
E non capisco perché invece non sei rimasto così.Per quale fottuto motivo con me non sei più così, perché con me?
Fermarti le mani. Farmi trapassare da quei tuoi occhi, pallidi cristalli incrinati color della notte.
Con due minuscole perle nere al posto delle pupille.
Mi era sembrato che avessi smesso di respirare, oltre che di urlare.
I tuoi polsi sottili nelle mie mani. Perché mi piaceva tenerli e non volevo lasciarli anche se li allontanavi da me.
Poi un passo indietro, ed un altro. La tua testa bassa, non l’avevo mai vista.
Ora, addormentato in questa piccola luce intima,
quel tuo musino nascosto dalle braccia, e il tuo corpo coperto solo per metà dal
lenzuolo leggiero.
È fin troppo dolce, tutto questo, per me. Troppo dolce,
pericolosamente dolce.
Le ombre appena accennate delle tue vertebre sono la
richiesta di un bacio per ognuna. Per poi sparire di nuovo dentro di
te.
Ecco. Sono abituato a piccole cose. Piccoli piaceri, piccoli
batticuori, piccole notti d’amore. Sono abituato a dare un morso e basta.
Se
però fai così, se mi obblighi qui a desiderarti, con la tua intrinseca
malvagità, sai che potrei non andarmene più via?
Sai che potrei mangiarti
senza lasciare neanche una briciola?
Eppure sembri innocente.
Sembra che sia io, non tu, ad attrarmi così verso di te.
Potrebbe essere vero?
Basta che io mi alzi. Prenda i miei vestiti, li
indossi ed esca.
E domani non ci guarderemo più come facevamo ieri, ed un
giorno come oggi non si ripeterà mai più.
Basta che lo faccia.
-…Scappi…?-
Mi era sfuggito il sospiro del tuo risveglio e quasi
anche quello che hai detto. Con il tono più normale, quello solito di qualunque
amante che vede il suo compagno alzarsi.
Però… Sto scappando?
Sto
scappando.
Ti sento muoverti pigramente.
Decido
ora.
-No.-
Sbadigli. –Ti stavi
alzando…-
-Sì. Non era niente.-
Mi giro. Tutto quello che ho pensato e provato
stasera, tutto mi viene addosso guardandoti abbracciato al cuscino, con
la faccia stropicciata e il lenzuolo, scivolato dal fianco, appena appoggiato
sulle gambe incrociate. Con la mano sinistra ti sposti una ciocca dalla
guancia.
Poi un gesto ed una reazione che ti sono estranei, direbbe qualcuno.
Mi chiami col dito, ed arrossisci per la sfacciataggine che hai dimostrato, che
dimostri fin dall’inizio di questa strana serata.
Sorrido perché mi fai
tenerezza. Non te lo dico, perché t’imbarazzeresti e quindi fingeresti di essere
arrabbiato.
Vengo da te. Ti sdrai sulla schiena e mi cerchi con le braccia.
Quanto desidero baciarti?
Prima spengo la candela. La notte sarà ancora
lunga.
Ed ecco che ritorno qui a Saiyuki!!
Eeh... che
dire in mia difesa? Quando c'è qualcuno che almeno tre volte a settimana ti
ricorda che non sai scrivere, ma anzi, fai proprio schifo in generale; quando
c'è qualcuno che si permette di psicoanalizzarti con toni oggettivamente
offensivi quando il suo lavoro sarebbe di aiutarti a risolvere i tuoi
problemi... Mi spiace ammettere di non avere una personalità abbastanza forte da
sopportare queste cose.
Ma ora mi sono messa il cuore in pace. Non voglio
abbandonare le mie passioni per qualcosa che mi procurerà solo calci in faccia e
nella schiena, anche se è il "dovere".
Ups! Scusate per lo sfogo.
Spero in qualche commento... intanto, =KISSHU!=