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Autore: Val Nas    02/10/2012    1 recensioni
Questo racconto ha partecipato al concorso della rivista Gente "Diventa scrittore con Gente", avente come tema una storia d'amore descritta in 8000 battute.
Premetto che non sono molto brava con i temi romantici, quindi ho provato a partecipare come esercizio personale.
Quel posto che non c'è, è la storia di un amore più forte dei pregiudizi e della distanza che cerca di distruggere i due protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quel posto che non c'è


Quell’Estate Kate avrebbe trascorso le vacanze con i genitori, nonostante odiasse l’idea di andare in quel piccolo paese del nord arroccato su un lago pieno di zanzare e gente di provincia.  Suo padre aveva da concludere degli affari importanti, e così la madre l’aveva costretta a seguirli.
In un’afosa serata di fine Luglio, mentre i genitori erano impegnati in un’appassionante partita di Whist, a Kate sembrò che quella villa la soffocasse.
Scavalcata la finestra, Kate atterrò agilmente nel giardino brulicante di grilli e rischiarato dalla luce della luna piena. Inforcò la bicicletta, e pedalando veloce, raggiunse la piccola cittadina che bordava con il suo profilo ombroso le rive del lago.
Kate venne attratta da quel cinema con l’insegna fulminata, quasi immediatamente.
Fu come venir attratti da una forza sovraumana e impossibile da combattere.
In quella sala dove davano il film “La Finestra sul cortile”, Kate era apparentemente sola.
Ma quando prese posto, notò immediatamente un ragazzo seduto a metà sala, con lo sguardo fisso di ammirazione per quel film di cui tanto aveva sentito parlare. Fu un istante, un momento sospeso in un tempo dove esistevano solo loro due, l’attimo perfetto in cui i loro occhi si incrociarono per la prima volta. Hunter fu sicuro di non aver visto niente di più bello del viso di quella ragazza con i capelli scuri e lo sguardo annoiato. Il  suo cuore prese a battere più forte, il sangue gli fece ronzare le orecchie dall’emozione, mentre i dialoghi del film divenivano tutt’a un tratto insignificanti. Si spinse verso Kate: un sedile dopo l’altro, poi una fila ,e poi un’altra ancora, fino a ritrovarsi a sfiorare le sottili bianche braccia di Kate con le proprie.
Kate ed Hunter non parlarono per tutta la proiezione. Ma quando le luci della sala si spensero sul film di Hitchcock, si accesero quelle di una nuova storia .
Sì, perché Kate ed Hunter si innamorarono.
Lei, una benestante ragazza di città; lui, un pigrone buon annulla con la passione del cinema e il sogno di diventare un grande regista.
Il loro amore durò tutta l’Estate: Kate ed Hunter condivisero segreti e passioni, donando all’altro una parte di se stessi. Rincorsero i sogni di una vita insieme, immaginando la staccionata bianca della loro casa in riva al lago, il profilo di un figlio con gli occhi azzurri di Hunter e i neri capelli di Kate.
Per Kate, Hunter era come la gravità. Indispensabile per rimanere a terra dove c’era anche lui, così da non poter volare lontano dove non avrebbe mai potuto raggiungerla.
Per Hunter, Kate era come l’aria. Soffocava alla sola idea di non poterla mai più toccare.
Ma l’Estate iniziò a sfiorire, le foglie a cadere, le notti a divenire più lunghe.
Venne il giorno che entrambi avevano  visto avvicinarsi inesorabile, in quegli incubi che li tormentavano.
Kate doveva tornare in città e riprendere gli studi.
Quell’ultima notte che trascorsero in barca sul lago, Kate non fece altro che piangere sommessa, anche quando per l’ultima volta si unirono. Un senso di perdita la invase, quando Hunter si ritrasse dolcemente dopo aver finito, anche lui con gli occhi lucidi.
“Questo non è un addio.” Ma le parole non erano tiepide abbastanza, per scacciare via il gelo che stava già attanagliando i loro cuori.
“ Tornerò l’anno prossimo, ci scriveremo tutti i giorni. Voglio passare la mia vita con te, sei la…”
“ Gravità.” Hunter finì per lei quella frase, prima di baciarla sulla bocca come se grazie a lei potesse respirare.
“ Non respiro senza di te. Sei…”
“Come l’aria.” Questa volta aveva concluso Kate la frase di Hunter, mentre le loro bocche mai sazie una dell’altra si cercavano già nostalgiche e disperate, mischiando alla saliva salate lacrime di disperazione.
Fronte contro fronte, cuore contro cuore, nessuno dei due spezzò quel silenzio interrotto solo dai loro respiri, ansiti sfuggenti nella notte che correva troppo rapida verso l’aurora.
Come in una favola, l’incantesimo venne spezzato dai primi raggi del sole.
Kate lasciò la città, con la fronte sudata contro il  finestrino. Fu come se qualcosa  le artigliasse il cuore e glielo strappasse dal petto per gettarlo sul fondo di un pozzo nero.
La gravità si estinse, facendola volare troppo in alto fino a soffocare, schiacciata dal peso del mondo.
Hunter restò seduto in ginocchio dinanzi a quel cinema per una notte intera, incapace di respirare e di trovare le forze per alzarsi.
Kate ed Hunter si scrissero ogni giorno.
Correre ad aprire la casella della posta, era la prima cosa che entrambi facevano appena svegli.
Ma la vita e il destino decisero di essere anche più inclementi della distanza che li separava.
Kate non riuscì tornare l’Estate successiva.
Hunter non la prese affatto bene.
D’un tratto le divergenze parvero divenire incolmabili: lui l’accusava di non fare abbastanza, lei di essere egoista.
Fu di Hunter, la decisione di mettere una fine a quel rapporto che lo logorava giorno dopo giorno, consumando tutte le speranze di poterla veramente amare come solo nei suoi sogni poteva fare.
Sogni, che ora erano un tormento.
“ Lasciami libero di respirare.”
Quell’aria che lo aveva tenuto in vita ora lo stava asfissiando, come la fiamma spenta da un opprimente cupola di ossigeno.
Kate lo accontentò.
All’ultima lettera di Hunter non ci fu mai risposta, se non quella del tacito assenso.
Il mondo di Kate si sgretolò, quella lettera la mando in pezzi, mentre Hunter iniziò a lenire il dolore con l’alcol.
Fu così che passarono dieci lunghi anni di silenzio.
Kate si laureò in una delle più facoltose università del paese, vivendo tra eccessi e sregolatezze, fino a sposare un noto uomo della finanza che non amava.
Hunter, dopo anni di depressione e insuccessi, venne chiamato da un agente cinematografico. Lasciò il paese in riva al lago, realizzando finalmente il sogno di scrivere la sua prima sceneggiatura intitolata “Quel posto che non c’è”.
La sceneggiatura riscosse talmente tanto successo, che vennero subito iniziate le riprese di un film.
Dopo tutto quel tempo, per uno strano gioco del destino, Kate tornò in quel paese sulle sponde del lago. Il marito, morto da meno di un anno, le aveva regalato un cottage in riva a quel lago di cui lei gli aveva sempre parlato con gli occhi lucidi.
Kate non si rese conto  di essere finita di nuovo in quel cinema, come se quei lunghi dieci anni non fossero mai passati.
Contemplò la sala, prima di prendere posto nel punto esatto in cui si era seduta la prima volta con una fitta al cuore.
Le luci si spensero e lo spettacolo ebbe inizio.
Ma quel film, intitolato “Quel posto che non c’è”, fece scorrere una storia familiare.
Una coppia di innamorati giacevano sotto la calda luce estiva della luna, promesse, un disperato addio.
“ La gravità.”
Il suo cuore si fermò, perdendo battiti.
“L’aria.”
 Il respiro iniziò ad accelerare.
Era lei quella ragazza bruna del film, che rincorreva un amore impossibile.
E lui, il ragazzo con gli occhi celesti appassionato di cinema, era Hunter.
“ Chi è il regista?” Chiese Kate. Ma sapeva già la risposta. Il suo cuore glielo urlava.
Un nome, poche lettere.
Bastarono.
Kate non vide mai la fine di quel film, perché uscita di corsa dal cinema trovò un uomo in piedi dinanzi alle scale.
Era diverso da come lo ricordava, qualche filo grigio scintillava tra i suoi capelli.
“ Finalmente.” Gli disse Hunter allungando la mano per prendere la sua.
Kate restò in silenzio.
Calde lacrime salate le rigarono le guance.
Di nuovo quella sensazione di essere a terra, attratta dal centro del mondo.
“Come sapevi che ero qui?”
Hunter si avvicinò e prese quella mano delicata. Finalmente riprese a respirare.
Hunter non le rispose, ma la sua bocca premette contro quella di Kate.
Il film nella sala finì, ma non fu così anche per la loro storia.
Kate e Hunter resero reale “Quel posto che non c’è”.
Kate ed Hunter hanno una casa in riva al lago con la staccionata bianca ,e una bambina.
Ha i capelli neri di lei, e gli occhi azzurri di lui.
Le raccontano sempre di quel meraviglioso film, che è stata la loro vita.

  
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