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Autore: OkinoLinYu    02/10/2012    3 recensioni
Due figure su una barca, avvolte dalla nebbia.
«Devi consegnarlo a Re Uther. E’ estremamente importante.»una voce di donna, severa, ma amorevole.
«Certo, madre.» l’altra voce, giovane, ma sicura.
«Sii prudente…» la voce di donna si fa preoccupata.

Una ragazza arriva a Camelot con un messaggio per Re Uther, ma la sua missione avrà dei risvolti inaspettati, che condurranno alla scoperta di altri misteri...
[Dal CAP 3: Erano ad un passo di distanza e Brigit sentì uno strano fremito, dapprima cercò di non pensarci ma poi, sentendo che si faceva più insistente ogni passo che il ragazzo faceva nella sua direzione, decise di ascoltarlo. Come guidata da una forza estranea alla sua mente, si avvicinò a Merlino e gli prese le mani; al semplice tocco aveva già capito, e i suoi occhi s’illuminarono.
«Sei un figlio di Avalon!» esclamò gioiosa.]
Salve a tutti, questa è la mia prima ff su Merlin. La storia che ho pensato è un misto di leggende celtiche, miti dell'antica britannia, del ciclo arturiano, con un po' di storia e un pizzico di fantasia.
Mi auguro che vi possa piacere.
OkinoLinYu
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Ecco qui il 2° capitolo =)
Ho deciso di fare un Mini writer's corner.
La storia sta pian piano entrando nel vivo, ma i misteri non finiscono qui!
Spero vi stia piacendo e...recensite per farmelo sapere :D


Prime Rivelazioni
Il grande salone delle udienze era semi vuoto, qualche dama di corte faceva la sua comparsa fugace e un paio di servi rassettavano negli angoli. Soltanto due figure spiccavano in quel tranquillo pomeriggio estivo.
La giovane incappucciata era in piedi davanti ai due troni, ne osservava le fattezze; uno più grande e maestoso, mirabilmente decorato ed un altro più piccolo, altrettanto elegante. Era persa nei suoi pensieri, preoccupati e pieni di speranze. Un uomo dai capelli neri era di fianco al più grande delle sedute, stava discutendo con una guardia, lanciando occhiate poco rassicuranti in direzione della giovane; dopo pochi minuti il cavaliere si congedò, lasciando che l’uomo di ergesse in tutta la sua imponenza di fronte alla ragazza, cercando d’intimorirla.
«Da quanto mi è stato riferito» cominciò l’uomo, squadrandola da capo a piedi «Hai chiesto un’udienza al re»
«Si, mio signore» rispose con riverenza
«Il motivo?» chiese alzando un sopracciglio
«Posso parlarne solo con il re» ribattè con decisione
«Chi vi manda?» continuò lui
La giovane restò in silenzio. L’uomo fece un passo in avanti. «Devo parlare con re Uther.» disse infine, fulminandolo con lo sguardo. Agravaine rispose con altrettanta decisione, cercando di carpire i segreti di quella strana figura.
La ragazza continuò.  «Devo parlare con re Uther! E’ una questione di estrema importanza!» la sua voce era ferma ma tradiva un tono di supplica. «Dov’è re Uther?»
«E’ morto.»
La voce proveniva dal fondo della sala. La giovane si voltò e vide un ragazzone alto e biondo che a grandi passi si dirigeva verso di lei; la sorpassò, fissandola intensamente, e si accostò all’uomo dai capelli neri.
Nel venire a conoscenza di quella spaventosa notizia, la ragazza si portò una mano alla bocca, sussurrando un “No…” pregno di tristezza.
«Chi è?» chiese il biondo all’uomo di fianco.
«Non l’ha detto. Vuole solo parlare con vostro padre.» disse con rammarico.
Il ragazzo le si rivolse direttamente. «Io sono Arthur Pendragon, figlio di Uther Pendragon e nuovo signore di Camelot. » disse solennemente «Cosa siete venuta a fare nel mio regno?»
La giovane si trovò spiazzata, non era preparata a questa evenienza, restò in silenzio con lo sguardo fisso a terra.
«Perché non rispondete?» s’intromise Agravaine, visibilmente infastidito.
Nel frattempo i cavalieri del re erano arrivati nel salone e si erano raggruppati sul lato destro, anche una giovane serva dallo sguardo dolce era arrivata, attirata dal gran vociare di Agravaine.
La ragazza restò muta.
«Maestà, non mi fido di questa donna. Potrebbe essere una spia!» sussurrò l’uomo ad Artù «Propongo di interrogarla come si deve.» aggiunse infine, con un ghigno poco rassicurante.
Il re era pensieroso, aveva le braccia conserte e fissava quella ragazza con sospetto.
«Mi addolora molto il vostro lutto» cominciò a dire la giovane, sorprendendoli;
«Sono stata mandata qui a parlare con il re, quindi con voi» alzò lo sguardo e lo fissò insistentemente.
«Bene, riferite quello che avete da dire» pronunciò Agravaine, incuriosito e indispettito allo stesso tempo.
«Vorrei conferire solo con il re» rispose seccata la giovane, lanciandogli un’occhiataccia.
«Che sfrontata! Quali segreti nascondete? Io sono il fratello di Uther e consigliere diretto di Re Artù! Ho il diritto di sapere!» Agravaine era molto alterato, aveva alzato la voce, tanto da far indietreggiare di un passo la giovane, visibilmente spaventata.
«Calmati zio…» disse piano Artù, poi si rivolse alla ragazza «Io non ho segreti per i miei più fidati amici» disse rassicurandola, poi alzò una mano verso i due servi e gli ordinò di far chiudere le porte e non far entrare più nessuno. Mentre i ragazzetti si affrettavano ad eseguire l’ordine, Merlino arrivò correndo, fermandosi al centro della sala cercando di riprendere fiato. Artù gli lanciò un’occhiata torva, poi fece un segno d’assenso ai due servi ed essi chiusero la porta principale andando via. Merlino alzò lo sguardo, rimanendo scosso alla vista della giovane del lago, ma cercò di contenersi; con sguardo interrogativo andò verso i cavalieri che risposero con un’alzata di spalle.
Nella sala vi erano solo le persone che il re riteneva più fidate: suo Zio, i suoi cavalieri, il suo servo e la sua amata Gwen.
«Ora potete parlare» disse serio, sedendo sul trono più grande.
La giovane si guardò intorno, spostando solo leggermente la testa, ancora incappucciata. Fece un sospiro, come a prendere forza e si tolse il copricapo, rivelando la sua immagine. Era una giovane ragazza di circa vent’anni, i suoi capelli castani avevano le sfumature del tronco di una quercia, i suoi occhi verdi quelle di una foglia di faggio, la pelle era bianca e diafana, come se fosse malata, e questo sminuiva la sua graziosità. Si ergeva il più possibile, non essendo alta, con eleganza e fierezza. La bocca era di un rosa spento, sembrava molto stanca e spossata.
Merlino e gli altri cavalieri si soffermarono molto ad osservarla, curiosi di sapere chi fosse e cosa avesse di così importante da comunicare.
«Il mio nome è Brigit» disse seria «Sono qui per consegnarvi un messaggio da parte della Regina del mio regno» da sotto il mantello spuntò la sua mano che stringeva una pergamena arrotolata, fermata da un incisione in ceralacca. Il re la prese e l’aprì. Attentamente lesse il suo contenuto e volse lo sguardo alla giovane.
«Un’alleanza?» chiese serio.
La giovane annuì.
«Ed hanno mandato te per suggellarla?» domandò, questa volta sarcastico.
«Sono la persona di cui la regina si fida di più...» cominciò a dire la ragazza.
«Maestà io non credo che…» l’interruppe Agravaine, che nel frattempo aveva letto il contenuto della pergamena e fissava con sospetto Brigit.
Artù non rispose, fissava il pavimento ascoltando e rimuginando sulle parole dello zio.
«Come facciamo a sapere che non è tutta una finzione?» chiese con arroganza l’uomo.
La giovane rimase profondamente turbata, non poteva capacitarsi dei grandi sospetti che quell’uomo nutriva nei suoi confronti; si voltò verso Artù, cercando risposte.
Artù annuì allo zio, che contento pretese una prova.
Brigit porse la mano sinistra, dove al dito medio aveva un anello con un complicato intarsio floreale; lo mostrò al re e allo zio.
«Vicino la firma» disse solo.
I due andarono a controllare il messaggio e videro un timbro con gli stessi intarsi, Artù si convinse e la guardò sorpreso; Agravaine, invece, aveva ancora qualche remora.
«Quindi…» iniziò il re «Di preciso chi siete?» lo chiese perché sapeva che il timbro che si appone accanto ad una firma è uno stemma personale del sovrano
La ragazza sospirò.
«Sono Lady Brigit Loughbonne, figlia della regina Viviana  signora di Avalon»
   
 
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