-Vieni-
Mormorò il Re Pescatore.
-Vieni, prenditi ciò che ti spetta-
Non avrei voluto prendere il suo tridente solo per una stupida prova di coraggio. Ora che lo vedevo debole, stanco, così prossimo alla morte da sembrare già all'altro mondo.
-Sapevi già che sarei venuto per quello?-
Non disse niente, si limitò ad annuire.
-Certamente, Artù Pendragon- e poi mi sorrise.
-Come sapete il mio nome?- domandai esterrefatto.
-Chiunque conosce il tuo nome, principe, ma solo pochi sanno a cosa sei destinato-
Mi voltai e vidi Merlino sorridere. Chissà perchè ebbi l'ìmpressione che la sapesse lunga sulle parole del Re.
-E voi siete uno di quelli- dissi, tornando a guardare il Re pescatore.
-Su, prendilo. È tuo- mi porse il tridente. Non appena le mie dita lo toccarono, lui le strinse.
-C'è qualcosa in te, Artù, che mi da una speranza per tutti noi-.
Poi mi sorrise debolmente e riaccomodandosi di nuovo sul trono si addormentò per sempre.
-Mi dispiace- feci, guardandolo. Merlino si avvicinò e mi mise un mano sulla spalla. 
-Era il suo desiderio. Continuando a vivere avrebbe solo sofferto-.
Porsi l'altra mano in direzione di quella di Merlino, lui la prese...
-Torniamo a Camelot- propose lui.
Una boccetta d'acqua azzurro cielo si sollevò dalla mano sinistra del Re morto e si andò a posare sulla mano di Merlino.
-Che cos'è?- chiesi.
La voce del Re Pescatore rimbombò tra le mura della sala.
-Acqua del lago di Avalon. Quando tutto sembrerà perduto, servirà per la futura Albion. Buona fortuna, principe. Buona fortuna giovane mago-.
Sorrisi, stupito. Baciai sulle labbra Merlino e mi preparai moralmente per ritornare a Camelot.