Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Artemisia17    03/10/2012    3 recensioni
Opera altamente demenziale, scritta in un momento di disperazione per l'inizio della scuola. La mia mente sadica ha pensato, e se i nostri beneamini vanno a scuola anche loro? Beccato che lì gli inverni durino anni. Buona lettura.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Molti anni dopo, in un paese lontano lontano ...
 
Jon ricordava con sollievo l’annuncio straordinario. I grandi maestri della Cittadella avevano decretato che l’ultima stagione fredda era stato un falso inverno, come sarebbe passata alla storia per il resto dei mortali. Per lui e i suoi fratelli aveva significato salvezza. Passare solo un giorno tra le mura maledette di quel castello lo aveva cambiato radicalmente. Adesso, prima di entrare in qualunque stanza, bussava in modo da non aver brutti incontri.
I fratelli Stark non erano più passati sotto la scritta: “ Nobili Rampolli &Co.”. Theon era ritornato alle isole di ferro dove suo padre aveva scoperto la sua vena femminile. Jon non aveva più notizie ufficiali da lui da alcuni anni, ma alcune fonti sussurravano che fosse stato diseredato. Arya era partita verso Oriente alla ricerca del suo vero io, che risultava tutt’ora scomparso, ma in compenso aveva trovato l’amore con un certo Ezio Auditore da Firenze. Sansa si era sposata con il sadico principe Lannister, pardon, per le persone comuni Baratheon, e stava sfornando un paio di marmocchi all’anno. Jon aveva ottenuto il permesso di rimanere a Grande Inverno dove si stava allenando per diventare un cavaliere. L’unico che sembrava profondamente infelice di questa situazione era Robb. Il fratello capiva che c’era qualcosa che non andava.
All’apparenza la sua vita sembrava rosea e felice. Era promesso a Jeyne Westerling, che lo amava profondamente, a dire il vero forse un po’ troppo, sarebbe diventato il Lord Di Grande Inverno e a breve un massa di lupacchiotti avrebbero allettato le orecchie di tutto il vicinato con le loro urla.
Eppure Robb Stark era scontento. Si allenava con una ferocia inaudita, cavalcava tutte le sere, invitava nel salone del castello tutti i suoi amici con cadenza mensile, per gozzovigliare. Non che ci fosse qualcosa di diverso dallo scorso finto inverno, ma era come … se lo facesse per dovere. Gli occhi azzurri, solitamente limpidi e brillanti come i torrenti di montagna, ora erano torbidi e scuri come dopo un’alluvione. I gesti erano meccanici, tesi, come se la pelle dovesse rompersi da un momento all’altro. Perfino il sorriso educato e splendente era sparito. Non che Jon non avesse tentato di parlargli, ma ogni volta il ragazzo scuoteva la testa con il suo nuovo sorriso vuoto.
Solo ora capiva le ragioni di tutto ciò. Certo, non le comprendeva, ma ne intuiva il percorso. Quando era arrivata la lettere di matrimonio di Brandon, l’espressione di Robb si era fatta scura e livida. Jon invece era tutto sorridente.
Chi avrebbe immaginato che lasciandoli soli, quella lontana sera nelle Pulci, sarebbe sbocciato l’amore?
Infatti Brandon non era tornato con loro a Grande Inverno. Tra una scusa e l’altra era riuscito a rimanere a vecchia Città per alcuni mesi, fin quando si era trasferito a Lancia del Sole, insieme alla promessa. Nessuno avrebbe scommesso nulla tra il piccolo Stark e Sarella: non condividevano niente.
Eppure dove vi era la mancanza dell’una, l’altro interveniva.
Se Sarella non aveva ancora capito i pregi delle spada lunga, Bran poteva rimanere ore e ore a spiegargliele.
Allo stesso modo, intere serate potevano essere spese per le virtù del veleno. Il risultato fu che Sarella, che, malgrado la famiglia combattiva di provenienza, non aveva mai preso in mano una spada, divenne un esperta di strategia militare mentre il ragazzo poteva benissimo discutere con i dottori di Vecchi Città senza timore di fare una figuraccia.
Chiunque avrebbe potuto notare la felicità sul volto del fratello minore, complice un sorriso a trentadue denti, ma Robb persisteva nel suo mesto mutismo. E Jon sospettava che una Martell di sua conoscenza ci avesse messo lo zampino.
Certo, nessuno si era potuto spiegare come la forte e dura Arianne avrebbe avuto una crisi di nervi dopo che Robb e Jeyne, misteriosamente comparsa quella fatidica sera, avevano annunciato il loro fidanzamento. Sarella e Bran si sarebbero sposati nel fulcro dell’impero dorniano, Lancia del Sole, per intenderci, e Ned Stark e la sua famiglia vi si stavano dirigendosi con i migliori cavalieri del Nord. Nessuno aveva mai mandato lettere di minacce all’erede del Nord, ma i dorniani erano famosi per avere la memoria lunga. Un lungo ruggito fece alzare la testa a tutti i presenti.
“ Buongiorno, figliolo!” salutò allegro Eddard al figlio drago.
Dunque, sarebbe meglio fare un passo indietro. Rickon non era più tornato dai suoi genitori, ma si era fatto una famiglia tutto per sé, o meglio, Droghon e Draghan avevano volato insieme molto in alto. Il risultato furono una decina i draghetti che facevano compagnia al bambino durante le scorribande nei piccoli villaggi, mentre i genitori li osservavano orgogliosi dall’alto. Pallino, l’ultimogenito della covata, aveva appena incominciato a sputare fuoco e, per dimostrare a tutto il mondo la sua bravura, starnutì una fiammata, che per poco non investì in pieno Catelyn Tully. Ammettiamolo, non sarebbe poi una così gran perdita. Per fortuna, o non, a seconda dei pareri, Jon artigliò la madre e la portò di lato, prima che il suo cavallo divenisse carne fumante. 
“ Mi complimento con te, Pallino, abbrustolito al punto giusto.” Commentò la madre, facendo segno ai piccoli di cibarsene. La fermò un’occhiata torva del marito.
“ Tesoro, non puoi dare questa educazione ai nostri figli.” Il sopracciglio della draghessa, o per lo meno il punto dove ci dovrebbe essere, si alzò di vari metri.
“ Siamo draghi, tesoro.” Scandì bene la moglie, indecisa se aver sposato un idiota o semplicemente un iperprotettivo e non sapeva quale fosse peggio: “ Noi uccidiamo per mangiare. Tuo figlio è stato bravissimo e inoltre, come ai detto tu stesso l’altro ieri, non si spreca del buon cibo. Birillo! Xena! Non mangiate carne cruda!” L’ultima parte era rivolta ai piccoli, che stavano annusando Ned Stark, molto interessati.

Jon diede di gomito al fratello, che nemmeno rispose. Il ragazzo agitò una mano davanti agli occhi sbarrati dell’amico. Non c’era più niente da fare. Tra pochi anni avrebbero dovuto portarlo al manicomio. Robb indicò delle figure a cavallo davanti a loro. Il cuore di entrambi smise di battere. Erano più simili a dei miraggi che a delle figure umane, benché le forme curve e prosperose fossero senz’altro proprie del genere umano femminile. Le bocche di tutti i presenti si aprirono di scatto.
Robb era indeciso quale fosse la più bella. Ognuna aveva il suo fascino, la sua tremenda sensualità. Migliaia di pensieri levitarono nello spazio vuoto della sua calotta cranica. La prima a cavallo, quella che guidava il gruppo, era di certo la più sensuale. I capelli neri, lisci come un fiume a monte e leggermente ricci sulle punte, incorniciavano un volto abbronzato e perfetto. Non un brufolo, un puntino denigrava la pelle liscia come la seta, le labbra rosse e succose gli facevano girare la testa. Ma se c’era una cosa che adorava di quel viso, erano gli occhi.
A Robb non era mia piaciuto il marrone, come colore e simbolo, eppure si scoprì ad adorare quelle perle color nocciola, incastonate nel viso brunito. Era espressivi.
Era uno dei tanti termini che aleggiavano sulle labbra, eppure era diminutivo della forza sicura e maliziosa che emanavano.
Di certo anche le sue compagne non erano da meno. Alla destra vi era un valchiria bionda, simile a un personaggio delle storie delle vecchia Nan. Gli occhi azzurri e freddi, simile agli zaffiri, e i capelli biondi come l’oro facevano a gara per richiamare l’attenzione e la vita sottile, i vestiti ricamati, la pelle lattea, sotto quel sole scottante, tutto richiamava bellezza. Sansa era niente in confronto a lei. Alla sinistra vi erano le donne più grandi.
La prima era la più alta e muscolosa, il vestito trasparente che lasciava intravedere le membra toniche, la treccia lunga e nera che frustava l’aria come la coda di uno scorpione. Ricordava, in effetti, quell’animale. Scuro, lucente, pericoloso eppure affascinante, arrogante, carnale. Jon non riusciva a togliere gli occhi dalla ragazza più esterna. Malgrado avesse molti più anni di lui, come una piccola parte del suo cervellino continuava a ripetergli, la stragrande maggioranza riusciva solo a sbavare. Il viso aperto, educato, gli occhi neri sorridenti e adamantini. Ogni cosa di lei lo stregava: dalla vita sottile alle mani curate, dalla pelle tonica alle labbra sanguigne. Robb pensava che Pallino lo avesse arrostito e quelle bellissime guerriere lo venivano a prendere per portarlo in Paradiso. Jon invece non riusciva a decidere quale fosse la più bella. Ad un tratto dal gruppo tornito di donne, uscì una ragazza molto giovane. La pelle scura e la fronte spaziosa gli fecero suonare un campanello di allarme. Era bella, ma di una bellezza familiare e, in un certo senso, più umana. Quando dietro di lei comparve Bran, le campane suonarono a morto. Non potevano essere.
Il cavallo di Robb indietreggiò. No. No. La ragazza sfoderò un bellissimo, ma sadico sorriso , che le provocò delle deliziose fossette. Prima che il cavaliere riuscisse a meravigliarsi per tanta bellezza in terra, notò lo stemma con la lancia e lo scudo. Nooooooo! Ned Stark  avanzò compito.
“ Buongiorno a voi, nobile principessa Arianne. È un onore vedere una simile ambasceria venuta a scortarci fino a Lancia del Sole.” Jon chiuse improvvisamente la bocca, mordendosi la lingua e fermando il torrente di saliva, che si stava formando sul petto. Catelyn Tully si mosse verso il marito e lo arpionò con il braccio. Erano sposati da quindici anni, ma non si sa mai.
“ Siete diventate delle splendide donne. Mi ricordo ancora quando giocavate con mio figlio.” L’adorato figlio maledì la madre. Non poteva credere che la goffa e sgraziata anatroccola che giocava con lui a Risiko fosse diventata una strafiga del genere.
Allo stesso modo il fratellastro, non riusciva nemmeno a immaginare che quelle ragazze che lo avevano inseguito per tutta Harrenall … bhe … erano diventate così.
Certo, Obara aveva già quattordici anni, ma se allora era dinoccolata, quasi goffa, ora era sicura e perfetta. Anche il concetto di perfetto può essere relativo. Jon e Robb se ne rendevano conto. Le bellissime dee che adesso avevano davanti in breve sarebbero diventate delle diavolesse, non appena avessero aperto la bocca. Bran diede una robusta manata sulla spalla al fratellastro, domandandogli: “ Non è bellissima?”.
Tutti si rivolgevano a donne diverse. La futura Lady di Grande Inverno decise di entrare in scena proprio in quel momento. È difficile descrivere l’avanzata di Jeyne, ma se i corpi delle Vipere sembravano levitare sul terreno, il corpo robusto della fidanzata sembrava sprofondare nella sabbia. Robb si voltò verso la promessa. Come già preannunciato, lui odiava il color marrone. I capelli castani, che in primo tempo gli erano parsi lunghi e setosi, erano crespi e unti e gli occhi, bhe … Robb sapeva quale colore Theon avrebbe usato come paragone … non era molto educato … ma se proviamo a perifrasare … color latrina sporca dopo un attacco di dissenteria collettiva … più o meno. Non che Jeyne non fosse bella, tutt’altro. Eppure, non c’era confronto.
La ragazza, dotata dell’istinto tipicamente femminile di riconoscere le avversarie, fulminò le amazzoni. Robb deglutì rumorosamente. Jeyne si volto verso il ragazzo e lo abbracciò saldamente, guardando sorridendo le avversarie. Doveva pensare qualcosa del tipo: è mio. Sottolineato un paio di volte.


Sono qui!! Scrivo con il colore tanto odiato dal nostro principinoXD, il capitolo è venuto molto lungo per cui ho deciso di dividerlo in due parti, la seconda arriverà nel weekend e sarà il vero epilogo. Ringrazio molto tutte quelle che mi hanno recensito e messo la storia nei preferiti, ma dato che Isidar se presa un coccolone quando ha visto il suo nome scritto a carateri cubitali, alla fine dello scorso capitolo, mi asterrò dal rifarloXD Sto scherzando ovviamente, mi fa davvero piacere che vi sia piaciuta questa parodia nata sotto la docciaXD. Alla prossima e buona lettura!
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Artemisia17