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Autore: jjk    03/10/2012    1 recensioni
questa volta la squadra è alle prese con un caso molto personale,trovare l'si non è più un possibilità ma una necessità
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaron Hotchner, Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La A e la Z'
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Non poteva pensare  che gli avessero mentito tutto quel tempo. aveva creduto che lei fosse  morta per tutta l’estate. aveva sofferto come un cane,accecato dalla rabbia,e si era impegnato con tutte le sue forze per trovare Doyle e vendicare sia lei che se stesso e il resto della squadra. il suo dolore si era trasformato in rabbia,spingendolo ad agire per sentirsi utile;rossi,forse perché abituato a gestire il dolore,forse perché era meno legato ad Emily,forse per qualche motivo che lui ancora non conosceva,sembrava quasi che non fosse stato toccato dalla sua perdita;ma Reid e Garcia….
Garcia aveva sofferto,ma pian piano si era abituata alla cosa,a pensare che la loro amata Prentiss non ci fosse più e,malgrado avesse pianto fiumi di lacrime,alla fine l’aveva accettato con relativa serenità.quello che insieme a lui aveva avuto più difficoltà ad elaborare il lutto,anzi non l’aveva mai elaborato,era Reid.
L’uccisione della sua carissima amica aveva provocato in lui una profonda crisi,proprio come era successo a Gideon,la crisi aveva portato  Gideon a lasciare l’unità,e come lui anche Reid aveva cominciato a chiedersi se davvero valesse la pena fare quel lavoro se non erano in grado nemmeno di proteggersi fra loro.aveva temuto che anche lui se ne andasse.
Essendo psicologicamente un bambino,aveva reagito al dolore come avrebbe aftto un bambino:si era chiuso in se stesso.il fatto che in quel momento soffrisse di fortissime emicranie non lo aveva aiutato a superare quel periodo terribilmente difficile per uno così emotivamente fragile.
Lui era uno dei pochi di cui Reid si fidava cecamente,cosa che lo riempiva d’orgoglio,perché se anche uno così chiuso si lasciava andare con lui voleva dire che era davvero affidabile,ma al contempo,dato il rapporto di fiducia instauratosi fra loro,egli considerava Reid come il suo fratellino minore e non poteva sopportare che qualcuno o qualcosa lo facesse soffrire.
Aveva un istinto protettivo verso tutte le persone a cui voleva bene,istinto che aumentava più era fragile la persona a cui veniva rivolto e più questa aveva sofferto nel passato.
Vedere Reid e Garcia così tristi aveva aumentato ancora la sua rabbia e poi Hotch e Rossi che sembravano non provare nulla,soprattutto Hotch…..JJ aveva l’aria afflitta,ma adesso sapeva che non era addolorata per la morte di Emily,ma per il fatto che doveva mentir loro.
Capiva che JJ e Hotch gli avevano mentito per proteggere Emily da Doyle,ma…….
“potevano dircelo!ci hanno ridotto tutti in lacrime,ci hanno fatto soffrire,ci hanno tenuto all’oscuro!in una squadra si dovrebbero condividere tutte le informazioni, soprattutto quelle così importanti.e poi pretendono che tutto torni subito come prima!!la fiducia va guadagnata e ogni volta che la tradisci devi ricominciare da capo. non possono mentirci e pretendere che poi torni tutto come se non fosse mai successo!!”
La rabbia che provava aveva fatto si che Doyle venisse trovato e che quindi questo caso venisse finalmente chiuso permettendo ad Emily di tornare,ma ne lui ne Reid avevano preso bene la scoperta che la morte di Emily era tutta una menzogna..
Per Morgan la fiducia era sempre stata sacra,forse perché l’unico di cui si era fidato senza remore gli aveva procurato il più grosso trauma che egli avesse mai subito.ancora si ricordava la casa in cui  Carl lo portava a pescare,ricordava tutto ciò che Carl faceva con lui,proprio tutto purtroppo.
Il resto della squadra si era chiesto perché lui odiasse così tanto colui che lo “aveva salvato”cancellando i suoi precedenti penali,  togliendolo dalla strada e consentendogli di andare all’università,ma quando avevano scoperto tutta la storia avevano capito che quello era solo il prezzo che Carl aveva dato al suo silenzio.
Ma Morgan più di 10 anni dopo,vedendo un ragazzino, suo amico,patire le stesse cose che aveva subito lui,e dopo che un altro bambino era morto per colpa di Carl,aveva deciso che il silenzio non era più accettabile.
Quello che aveva passato con Carl gli aveva insegnato a non fidarsi di nessuno,eppure è nella natura umana creare rapporti di fiducia con le persone con cui si entra in contatto,soprattutto quando si passa molto tempo con esse.
Con la squadra Morgan passava intere giornate,a volte condivideva las  camera con alcuni dei membri del team,viaggiavano insieme per lavoro e spesso passavano parecchi giorni prima che potessero tornare a casa. era impossibile non stabilire un legame almeno con loro,ma aveva deciso che sarebbe andato con i piedi di piombo per impedirsi di fidarsi un’altra volta delle persone sbagliate.
Malgrado non si pentisse di essersi fidato di loro perché capiva il motivo che li aveva spinti a mentire,si sentiva tradito e ciò lo feriva. provava una gran rabbia in quel momento verso l’uomo di cui più si era fidato e verso la sua amica più sincera.
Ma Hotch gli aveva dato qualcosa su cui riflettere ricordandogli che anche lui aveva mentito sulla morte di sua cugina,tradendo così la fiducia che tutta la sua famiglia riponeva in lui.
-era a fin di bene,per permettere a mia zia di smetterla di tormentarsi-aveva risposto Morgan quando Hotch gli aveva ricordato della bugia che aveva detto ai suoi parenti,a cui aveva raccontato che Cindy era morta.
-non era forse a fin di bene la bugia che io e JJ vi abbiamo raccontato?serviva a permettere a Emily di poter continuare a vivere senza che Doyle la cercasse per darle la caccia,perché pensava che fosse morta- aveva replicato Hotch,ma invece che dargli ragione Morgan era uscito dall’ufficio con aria arrabbiata dicendo-non puoi pretendere che tutto torni subito come prima!!-
Hotch sapeva che Morgan aveva bisogno di tempo per accettare il fatto che gli avessero mentito,qualsiasi fosse il motivo,così non disse nulla e aspettò che,riflettendo su ciò che gli aveva detto a proposito di Cindy,capisse che non c’era stata altra soluzione possibile se non quella di mentire sull’esito dell’operazione subita da Emily.
-avrei voluto non doverti mentire-aveva mormorato Hotch guardando Morgan uscire dall’ufficio.
Morgan non era l’unico arrabbiato perché era stato ingannato. anche Reid era furioso,ma la sua rabbia si manifestava attraverso una calma glaciale e il non intrattenere alcun tipo di relazione che non fosse indispensabile con gli “artefici”del tradimento.
Ma non era tanto con Hotch che era arrabbiato,la sua era stata una scelta razionale e no si sarebbe aspettato una decisione diversa,ma con JJ.benchè le motivazioni che li avevano spinti a mentire fossero le stesse,Reid si era spettato che JJ gli avrebbe sempre detto solo la verità e avrebbe cercato di farlo soffrire il meno possibile. invece JJ lo aveva consolato,gli aveva tenuto compagnia e aveva cercato di aiutarlo a superare il lutto,ma non gli aveva detto la verità,lasciando che soffrisse,potendo impedirlo con una  semplice frase.
JJ era entrata nell’ufficio di Hotch appena Morgan era uscito.
-capirà che non c’era altra soluzione,anzi secondo me già lo sa,deve solo accettarlo. abbiamo fatto la cosa giusta-
-io lo so e so che capirà. gli ho dato qualcosa su cui riflettere e sono certo che,malgrado non voglia ammetterlo,sa che era l’unica cosa da fare…con lui invece come va?-aveva detto  indicando con lo sguardo Reid che,al piano di sotto,stava parlando con Morgan.
Loro due erano diventati ancora più uniti di prima,sia “durante” la morte di Prentiss che quando avevano saputo che era viva,legati prima dal dolore e poi dalla rabbia.
JJ si era girata e aveva guardato anche lei Reid,i suoi occhi si erano riempiti di tristezza,poi si era voltata guardando Hotch gli aveva risposto-lui sa che era l’unica cosa da fare,ma ha sofferto tantissimo e io gli avevo promesso che lo avrei protetto dal dolore ogni qualvolta fosse stato in mio potere. e non l’ho fatto. è quello che l’ha ferito,non il fatto che gli ho mentito,infatti è arrabbiato solo con me,non con te.-
quando gli hai fatto una promessa del genere?-non sapeva che JJ avesse fatto una promessa di quel tipo,così difficile da mantenere in un lavoro come quello.
-non c’è mai stato bisogno che io glie lo dicessi. è un patto silenzioso fra noi. lui ha sempre saputo che avrei fatto del mio meglio per farlo stare bene e lui avrebbe fatto del suo meglio per far star bene me. io ho mancato alla mia parte del patto. so di essere colpevole di questo,spero solo che lui possa perdonarmi.-
-diglielo.chiedigli scusa,non per avergli mentito,ma per aver mancato al patto.anche se credo che vedendolo soffrire tu abbia sofferto forse più di lui-
Le sorrise e lei lo ricambiò con un sorriso stanco.
-se gli dici questo sono certo che non potrà non perdonarti. anzi forse lo ha già fatto-.
 
Così JJ aveva deciso che avrebbe parlato con Reid al barbecue che avevano organizzato per il ritorno di Prentiss perché,malgrado avesse causato profondi sconvolgimenti nella squadra,erano tutti felici che Emily fosse tornata e volevano festeggiare.
JJ aveva messo a disposizione casa sua perché aveva un bel giardino grande.
Will aveva voluto comprare casa proprio per quello,voleva una casa in cui il loro figlio,Henry,potesse avere molto spazio per giocare. era un padre molto premuroso che cercava di non far mancare nulla al suo figlioletto.
JJ era grata che lui fosse così,sempre pronto ad aiutarla e a non farle pesare i suoi continui viaggi per lavoro.
 
Il giorno di questa festicciola JJ stava preparando i tavoli da sistemare in giardino.
C’era un bellissimo sole splendente e nemmeno un a nuvola oscurava il cielo.
Il tempo ideale per un barbecue.
Will le stava dando una mano mentre Henry correva di qua e di là,impaziente di poter trascorrere un po’ di tempo con Jack e con i suoi”zii” adottivi.
Malgrado li vedesse poco Henry era molto legato a loro perché erano “fuori dal comune”.
-hei mamma,quando arriva zio Spence?-
-presto tesoro-
-e viene anche zio Aaron con Jack?-
-certo e anche zia Penelope,zio Derek,zio David e zia Emily - rispose lei con un sorriso anticipando la prossime domande del bambino,poi gli scompigliò i capelli con una mano e disse-vai di sopra a prepararti che ora vengo a darti una mano-
Henry corse in camera sua. era gasatissimo dato che non li vedeva da molto,e voleva essere perfetto.
-vallo ad aiutare,qui ci penso io-le disse Will e lei,dopo averlo ringraziato raggiunse il figlio.
Henry stava frugando nel cassetto e ne emerse con una maglietta e un paio di jeans che gli erano stati regalati per il compleanno da Morgan.JJ lo aiutò a vestirsi e a pettinarsi e poi scesero al piano di sotto,giusto in tempo per aprire la porta a Morgan.
.zio Derek!-urlò il bambino entusiasta correndogli incontro. Derek lo afferrò mentre correva e lo prese in braccio
-hei ometto,come va?-
-benissimo-
-sei cresciuto moltissimo dall’ultima volta che ti ho visto-
-5 cm-disse il bambino con voce orgogliosa prima di trascinarlo a giocare.
Subito dopo arrivarono Garcia e Kevin,Hotch e Jack,Rossi e anche Reid e Emily.ogni volta che sentiva suonare alla porta Henry correva ad aprire per salutare calorosamente ogni ospite.
Quando arrivò Jack,Henry “liberò” Morgan dato che aveva trovato un compagno di giochi più adatto. i bambini si rincorrevano in giardino ma facevano molta attenzione al campanello:dovevano essere i primi ad accogliere i loro “zietti”.
 
Quando tutti furono arrivati Will accese il fuoco e cominciò a cuocere la carne.
Tutti si sedettero al tavolo che JJ e Will avevano sistemato nel giardino sul retro della casa la mattina.
tutti tranne Reid e Henry.
Il bambino aveva infatti preso il padrino per mano e l’aveva portato in camera sua.
-cosa c’è Henry?-
-vieni-
Spencer lo seguì chiedendosi cosa volesse il bambino proprio da lui,ma non disse nulla.
La camera era abbastanza grande con un tappeto con disegnate le vie di una città attraversate sa macchine e pedoni.
I giocattoli erano sparsi in giro per la stanza tranne che sul letto del bambino.
Era un letto a soppalco sotto il quale c’rea una specie di materasso poggiato per terra e degli scaffali su un lato,quello spazio poteva essere chiuso con delle tendine che scendevano dal letto,per questo era diventato il rifugio di Henry.
Lì si metteva con la mamma o il papà quando voleva che gli leggessero una storia che non fosse quella della buonanotte,perché si potevano chiudere le tendine,accendere la lucetta che era su uno scaffale,insieme ai libri, e isolarsi dal resto del mondo.
Si metteva là anche quando veniva sgridato o litigava con qualcuno,quando era triste o semplicemente quando voleva stare da solo.
 
Henry si sedette lì e Reid si mise accanto a lui.
Il bambino chiuse le tendine e disse-così nessuno ci darà fastidio-
Reid guardò interrogativamente il suo figlioccio finché lui non riprese a parlare
-sei molto triste ultimamente e  volevo aiutarti,così ti volevo dare questo-.
Gli porse un orsacchiotto di peluche un po’ consumato dall’uso
-lui è Teddy,mi aiuta sempre quando sono triste. me l’ha regalato la mamma!-
Reid prese l’orsacchiotto e lo strinse a sé con un braccio.
Da bambino aveva anche lui un pupazzo simile,lo portava sempre con sé finché un giorno,per fargli un dispetto,due bulli della sua scuola non glielo avevano distrutto davanti ai suoi occhi.
Non aveva più avuto peluche,non come quello.
Henry lo guardò.
-perché sei triste zio?hai litigato con mamma?-
Reid sorrise dolcemente al bambino-no tranquillo. andiamo di sotto che di certo ci staranno aspettando per iniziare a mangiare.
Mise il peluche nella sua inseparabile tracolla  e scesero in giardino.
Il pranzo fu piacevole,il cibo era buono e si divertirono molto. ovviamente i bambini appena ebbero finito di mangiare andarono a giocare,lontano dai grandi.
 
JJ era seduto vicino a Reid a tavola,lui sorrideva,ma faceva quasi finta che lei non esistesse.
Doveva parlargli,magari lontano dagli latri così si sarebbe sentito più libero di dire ciò che pensava.
Lo vide alzarsi per rispondere al telefono,aspettò che terminasse la chiamata e lo raggiunse,con uno sguardo d’incoraggiamento di Hotch.
-chi era?-
Lui si voltò e la vide. il suo sguardo si fece più arrabbiato,ma rispose comunque.
-era Andrew-
-come sta?-
-lui?bene. ha detto che lì in casa famiglia sono tutti simpatici e Zack gli ha promesso che appena lui avrà compiuto 18 anni lo porterà via di lì,in una casa tutta loro.stanno cercando di ricostruire il loro rapporto dopo moltissimi anni in cui praticamente non si parlavano,ma penso che ce la faranno-
-e tu?come stai?-
-bene non si vede?—
-non intendevo fisicamente,Spence,lo sai-
-come vuoi che stia?sono felice che Emily sia tornata tutto qui-
-Spence…….-
-No! Non hai il diritto di venire qui a chiedermi come sto dopo quello che mi hai fatto!come potrei mai sentirmi?!tradito,ferito…-
-Spence….-
-NON HAI IL DIRITTO DI CHIAMARMI SPENCE!!Io ho sempre pensato che non mi avresti mai mentito,ho sempre pensato che non mio avresti mai fatto soffrire,NON TU!
IO MI FIDAVO DI TE E TU MI HAI TRADITO!!
Hai idea di quanto sia stato male in questi mesi?!e se Doyle non fosse stato preso non mi avresti mai detto la verità giusto?!
HO SOFFERTO TANTISSIMO E TU NON HAI DETTO NIENTE!!-

-e pensi che io non avrei voluto dirti tutto?pensi che fossi felice di vederti così triste?Spence,ogni volta che pensavo a come stavi,a come stavate tutti,per me era una pugnalata al cuore,ma non potevo dirvi nulla,ne andava della sicurezza di Emily,capisci?-
-lo so e so che tu non volevi ferirmi,ma siamo sempre stati una squadra,anzi una famiglia e pensavo che cose come queste le avremmo condivise-
-Spence,mi dispiace, io non avrei voluto farti soffrire così,te lo giuro-
-lo so-
La guardò e questa volta il suo era uno sguardo dispiaciuto.
-scusami JJ,non dovevo arrabbiarmi con te,hai fatto solo il tuo dovere. solo che……-
-tu non devi scusarti è stata una reazione normale,adesso lasciamoci tutto alle spalle e amici come prima ok?-
-ok-le sorrise e lei ricambiò,si abbracciarono e s’incamminarono per tornare dagli altri.
 
 
JJ ed Henry avevano fatto una torta quella mattina e quando fu il momento la portarono a tavola.
Prima di tagliarla, però, chiamarono i bambini. Henry era molto orgoglioso di come era venuta e aveva detto  che ci teneva moltissimo a tagliarla lui e JJ glielo aveva concesso a patto che si facesse aiutare da lei.
-henry!vieni a tagliare la torta?se no faccio da sola-
-jack!scendi c’è il dolce!-
-bambini venite dai!”-
Dato che non venivano JJ li andò a cercare,ma non li trovò.
-non li trovo.li ho cercati in casa,in giardino,dappertutto,ma non sono da nessuna parte!-
Era allarmata.i due bambini non si trovavano più.
-ti aiuto a cercarli-disse Hotch e alle ricerche si unì tutta la sqaudra,ma i piccoli sembravano essere svaniti nel nulla.


nota:scusatemi se quello che ho scritto non è perfettamente aderente alla 7 stagione ma quando l'ho scritto non ne avevo vista nemmeno una puntata e sono andata ad intuito.so che non è granchè ma se avete consigli e critiche sono sempre ben accetti
  
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