03/10/2012
2 recensioniSembrava mi stessero chiedendo con i loro sguardi indagatori che percorrevano il mio corpo. Diverso, sì, soprattutto per i suoi occhi blu come il cielo della mia nazione...
Ogni volta che lo guardavo pensavo solamente ad abbracciarlo; ma non potevo per colpa di quelle sbarre. E, poi, c'erano i suoi occhi viola che mi facevano venire i brividi ogni volta, brividi di paura. Era pieno di cupidigia...mi voleva tenere a tutti i costi mi bramava. E, tutto sommato, quella sensazione non mi faceva poi tanto schifo. Anche se lui era il mio aguzzino.
Continuavo a chiedermi se avessi dovuto chiamare un dannatissimo strizzacervelli per capire se iniziavo ad avere la sindrome di Stoccolma; dopotutto quarant'anni di prigionia e di legnate erano tanti e iniziavano a farsi sentire anche e soprattutto sulla mia stabilità mentale.
Distolsi lo sguardo e trovai la forza di voltare il mio sguardo verso colui che amavo sopra ogni cosa. La persona per cui avevo deciso di sacrificarmi e di farmi tarpare le ali. Prometteva di farmi diventare re , lui. Anche se era visibilmente spaventato...forse perché non mi aveva mai visto conciato così male.
Sarei rimasto, forse, per una questione di onore certo era che tra le mie mani stava il potere di cambiare il mondo, come tanto tempo fa...
Ghigno a questa possibilità ma faccio fatica a muovere i muscoli in quella che, un tempo, era l'espressione che mi caratterizzava. E noto che qualcosa nei loro sguardi si accende, qualcosa come una scintilla di speranza...era da così tanto tempo che non mostravo emozioni?
Mi volto verso il mio fratellino e il mio ghigno si trasforma in sorriso; un sorriso troppo dolce da far vedere al proprio nemico...ma non temevo di mostrare le mie debolezze perché ormai lui era forte e sapeva difendersi dal mio aguzzino che era, ormai, diventato debole quasi quanto me.
E, non appena sorrido lo vedo il mio piccolo West, il mio orgoglio e l'altra parte di me. Si avvicina alle sbarre e le scuote con i suoi occhioni azzurri lucidi che, in quel momento, sono di un blu scuro. Aspettava una mia risposta.
Allungo una mano verso il suo viso e gli alzo il mento.
<< Un vero Beilschmidt non piange mai. >>
Dico rimanendo quasi incantato dal suono della mia voce flebile e roca così diversa da quella arrogante che ricordavo. Da quanto non parlavo?
Lui annuisce e si asciuga il viso con il dorso della manica proprio come quando era ancora il mio piccolo West.
<< Promettimi che non lascerai che io sparisca. Giura che farai di tutto per farmi continuare a vivere...
Non me ne frega niente di che cosa rappresenterò...>>
Dico stringendo forte la sua mano come ad incoraggiarlo e a dargli forza. Come se con tutti quei muscoli ne avesse bisogno!
<< Mi va bene anche un paesino sperduto nelle campagne. Mi basta esserci e starti vicino...!>>
Gli carezzo una guancia con l'altra mano che è bendata lo vedo mordersi un labbro e stringere i denti alla vista del mio braccio ferito.
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Lo guardo con gli occhi lucidi e lui annuisce. Ormai stiamo piangendo tutti e due. Allungo lo sguardo dietro il mio amato fratellino e scorgo il mio peggior nemico accasciarsi a terra, ormai sconfitto.