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Autore: debbythebest    04/10/2012    2 recensioni
Elena/Elijah
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Il cielo era plumbeo quella sera di fine dicembre. C'erano nuvole cariche di pioggierella lassù. Il loro colore non era molto scuro, e mi venne in mente che con molta probabilità non ci sarebbe stato nessun acquazzone. Al contrario, i notiziari della sera prima parlavano di come un forte temporale sarebbe arrivato quel giorno. Alzai gli occhi e ammirai la volta celeste.No. Niente brutto tempo per ora. Mi passò per la testa la volta in cui avevo ammirato le stelle dalla finestra della sua camera.
Com'era cambiata quella stanza dalla prima volta che c'ero entrato...
Fui travolto dai ricordi irrimediabilmente.
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A volte si sente il bisogno di riportare i ricordi a galla. Di risentirli con noi, perchè i ricordi non sono altro che i fantasmi del nostro passato, e per riportarli da noi basta accendere il cuore.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Behind Her Hazel Eyes





(Elijah POV)
 
 Il cielo era plumbeo quella sera di fine dicembre. C'erano nuvole cariche di pioggierella lassù. Il loro colore non era molto scuro, e mi venne in mente che con molta probabilità non ci sarebbe stato nessun acquazzone. Al contrario, i notiziari della sera prima parlavano di come un forte temporale sarebbe arrivato quel giorno. Alzai gli occhi e ammirai la volta celeste.No. Niente brutto tempo per ora. Mi passò per la testa  la volta in cui avevo ammirato le stelle dalla finestra della sua camera.
Com'era cambiata quella stanza dalla prima volta che c'ero entrato...
Fui travolto dai ricordi irrimediabilmente.
 
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Mentre indugiavo un momento sul suo viso notai che mi guardava con la coda dell'occhio. Era ovvio che in quella situazione cercasse il mio appoggio. Ma cosa avrei potuto dire in merito? Si, o no? Era una decisione che spettava a lei. E solo a lei. Mi si avvicinò, e per quanto mi fosse possibile, le offrii un sorriso che poteva sembrare rassicurante.
 
-Non so cosa fare!-. Si portò una mano stanca alla fronte delicata e sentii l'impulso di stringerla a me e dirle che sarebbe andato tutto bene. La vita però riservava sorprese a tutti, e non potevo far niente per aiutarla in questo momento. Perché ora tutto ciò che contava era distruggere mio fratello e i suoi piani squilibrati.
 
-Ti sto lasciando il libero arbitrio su questa situazione Elena! Lo faccio per farti un piacere, mi pare. Allora: Ce l'abbiamo questo accordo?-. Alzai le spalle e vidi che si concentrava pensando alla risposta. Era davvero così difficile prendere una decisione la quale risposta aveva due lettere? "Si o no...". Pensai ansioso. Quando le sue iridi incontrarono le mie ebbi la sicurezza necessaria a sapere ciò che aveva deciso.
 
-Mi fido di te!-. E sorrisi porgendole la mano.
 
-Ricordati di ciò: Io manterrò la mia parola se tu manterrai la tua!-. Presi un profondo respiro ed oltrepassai la sua figura.
 
-Elijah?-. Mi voltai un'ultima volta senza una particolare emozione sul volto.
 
-Manterrò la promessa. Stasera lo rivedrai sano e salvo!-. Annuì abbassando lo sguardo, e non potei far a meno di chiederle una delle cose più idiote che avessi mai chiesto in vita mia.
 
-Saresti davvero disposta a dare la tua vita per lui e i tuoi cari?-. Mi trattenni ulteriormente cercando la risposta in lei, nella sua anima che non riuscivo a leggere, ma riuscivo a percepire.
 
-Certo!-. Sembrò sorpresa quanto me a quella risposta.
 
-Bene.-. E poi uscii, lasciandomi lei alle spalle, e ciò che provavo per lei. Elena amava Stefan, e come l'acqua cade verticalmente, ero sicuro che mai avrebbe smesso di amarlo. Inoltre non potevo assolutamente permettermi che i miei sentimenti intralciassero il piano. La Doppelganger non sarebbe dovuta entrare per nessuna ragione nella mia vita sentimentale. Se c'era una cosa vera, é che le Petrova portavano solo guai. Basti pensare a Tatia e Katerina. Tutte e due erano riuscite ad ingannarmi con le loro maniere e le loro smancerie, e non sarebbe accaduto una terza volta. Però di vero c'era anche che Elena era totalmente diversa dalle altre due. Lei era totalmente leale, altruista in maniera esagerata, e non si sarebbe mai sognata di lasciare la sua famiglia e i suoi amici in balia di Klaus per salvarsi la pelle. Invece le altre due l'avevano fatto. Tatia aveva abbandonato suo figlio per salvarsi la pelle dalla sua famiglia, e Katerina era semplicemente egoista. Ma lei no. Elena aveva tutto il mio rispetto.
 
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Mi strinsi nel cappotto cercandola con lo sguardo. Sorrise nella mia direzione provando a rassicurarmi, ma sapevo quello che le frullava per la testa. Era infelice. E non riusciva a nasconderlo. Non a me, almeno.
 
-Elena...-. Sembrò non sentirmi. Tanto era persa nei suoi pensieri.
 
-Hey?!?!-. Le intralciai il passo e si fermò di scatto.
 
-Cosa?-. Scattò sussultando.
 
-C'é qualcosa che non mi stai dicendo...-. Sembrò confusa.
 
-Niente. Sto bene. Possiamo tornare a casa?-. Cercò di oltrepassare la mia figura ma glielo impedii.
 
-Cosa c'é ?-. Continuai a bloccarle il passaggio finché non alzò gli occhi al cielo.
 
-Non sono molto in forma, tutto qui!! -.  Alzò un sopracciglio in mia direzione. "Crede davvero che la lascerei andare così??".
 
-Perché non parli più con me? Cosa ho fatto??-. Le mie iridi scure si ancorarono perennemente alle sue, che scostanti si rifugiavano dal mio sguardo inquisitorio.
 
-Perché hai tutta questa fretta di tornare a casa??-. Alzò le spalle e iniziò a camminare.Possibile che ce l'avesse con me? Cosa le avevo fatto? Negli ultimi due giorni era diventata strana, e faceva di tutto per escludermi da quello che faceva con le sue amiche. Ma non solo. Quando le chiedevo cosa avevo fatto lei cambiava argomento iniziando ad inventarsi le cose più assurde del tipo "Ho una voglia matta di gelato". A dicembre!!!!
 
La seguii senza pensarci due volte. Quando arrivammo davanti alla sua auto guardò l'orologio. Ma la cosa più strana fu che dopo essersi guardata attorno spaesata mi sorrise nervosa.
 
-Ho dimenticato di comprare il latte...non è che potresti...-. Rimasi spiazzato. Eravamo stati sino a cinque minuti prima nel supermercato a comperare tutto ciò che serviva per fare la torta (in onore di suo fratello Jeremy che tornava dal college) e lei che faceva...? Si dimenticava il latte!!
 
-Certo!!-. Le porsi le chiavi dell'automobile e mi avviai verso l'entrata. Non sapevo più che fare. Possibile che essere umani fosse davvero così degradante?
 
-Aspetta Elijah!-. Mi voltai di scatto e la raggiunsi di nuovo.
 
-Oggi é il ventotto, vero??-. Sentii che la speranza dentro di me cresceva. "Allora era una finta! Non si é dimenticata che giorno é oggi!!".
 
-Si!-. Sorrise.
 
-Credevi che me ne fossi dimenticata??-. Negai prontamente. Era indescrivibile come mi sentissi...
 
-Domani devi andare dal dentista, perciò non toccare la torta stasera!!-. Se la mia faccia avesse potuto staccarsi dalla testa, in quel momento sarebbe scivolata via. Rimasi bianco. E pensare che per un solo attimo avevo sperato in una cosa a quanto pare impossibile...
 
-Già!-. Risi di gusto. O perlomeno finsi quella che sembrava una risata sarcastica.
 
-Vado a prendere il latte!!-. Me ne uscii con falso entusiasmo andando verso il negozio.
 
Sentivo le lacrime che volevano uscire prepotentemente dai miei occhi.
Dannazione!! Fino a qualche giorno fa sapeva quale importante era oggi. Era il mio compleanno, e non mi faceva star male il fatto che non se lo ricordasse, ma che fino alla scorsa settimana mi avesse chiesto continuamente cosa volevo per regalo.
 
Preso il latte tornai alla macchina. Lei era già al volante. Misi la busta nel portabagagli e poi l'auto partì. Per tutto il tragitto restammo in silenzio, il che mi fece capire che aveva qualcosa in mente. Che volesse lasciarmi proprio quella sera?
 
-Jeremy tornerà tra che minuti, dobbiamo sbrigarci!-.
 
-Sono le otto, lui torna alle dieci!!-.
 
Come se non avessi risposto continuò a tenere d'occhio la strada. Ma che diavolo le prendeva??
 
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(Narratore POV)

Sperava che lui non la scoprisse. Non c'era niente di peggio che un segreto svelato. Le dispiaceva davvero molto vederlo così triste, ma non aveva potuto far a meno di ridere come una matta quando era entrato nel negozio con finto entusiasmo. L'amava davvero moltissimo, non c'era che dire. Elena mantenne la sua parte.
 
Quando arrivarono davanti alla porta stava per aprire la porta quando lui la fermò.
Si voltò Incuriosita.
 
-Vuoi lasciarmi??-. L'espressione seria stava per vacillare, ma con tutta la forza che aveva nel corpo scacciò via l'istinto.
 
-Entriamo prima!-. Gli intimò dolcemente.
 
-È così allora???-. Sbottò arrabbiato. Lei sgranò gli occhi. Non l'aveva mai visto così arrabbiato. Il che era un bene.
 
-No Elijah...solo entriamo dentro...-. Prima che potesse dire qualcos'altro Elena era entrata dentro, e quando imperterrito fece per seguirla, sentì un urlo agghiacciante.
 
-Sorpresa!!!!-.
 
Ecco cosa celavano i suoi occhi nocciola.
   
 
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