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Autore: samek    04/10/2012    14 recensioni
Chi ha detto che Cas non è uscito dal Purgatorio? In tre si sta un po’ stretti, come dice Benny, ma ci si arrangia.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Fandom: Supernatural

Fandom: Supernatural.

Pairing: Castiel/Dean.

Rating: Pg.

Beta: Me, Mysels & I.

Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico.

Warning: Flash-fic, Pre-Slash, Spoiler Season 8.

Words: 360 (fiumidiparole).

Summary: Chi ha detto che Cas non è uscito dal Purgatorio? In tre si sta un po’ stretti, come dice Benny, ma ci si arrangia.

Note: Nulla, ho appena finito di vedere la 8x01 e la colpa di tutto questo è di arial86, che già da un po’ teorizzava che Castiel sarebbe uscito dal Purgatorio usando Dean come tramite.

Il titolo è – come immagino sappiate tutti – un verso di Angeles di Steve Carlson & Jensen Ackles

Dedica: A sepherim_ml, per il suo compleanno. Tanti auguri e 100 di questi giorni, tesoro *-*

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ù_ù 

 

So Glad to Meet You, Angeles

 

Era notte, ormai. Dean ascoltò distrattamente il respiro placido di Sam, addormentato sull’altro letto.

Castiel si mosse, stiracchiandosi, sgranchendo le ali e le articolazioni, facendogli il solletico.

Il cacciatore scosse le spalle e ruotò il collo, aprendo e chiudendo una mano. Cristo, Cas, dacci un taglio.

L’angelo tornò ad arricciarsi, caldo e tranquillo dentro il suo petto.

Dean rabbrividì, si sentiva pieno di energia fino a scoppiare.

Era stato tremendo fino a quando Benny era stato con loro, la Grazia di Castiel bruciava e grattava contro le sue costole, irritata, e la Fame dell’altro era insostenibile, gli tendeva i nervi fin quasi a spezzarglieli e tentava d’insinuarsi nelle sue vene. Ma da che il vampiro li aveva lasciati tutto si era acquietato.

Le mie scuse, Dean. Un sussurro dentro la sua testa, attorno al suo cuore, piume che lo accarezzavano dall’interno, mentre l’angelo si accoccolava di nuovo, facendosi più piccolo, il meno invadente possibile.

Dean sospirò. Ti vedo un po’ troppo comodo, moccioso. Non farci l’abitudine. Presto sarebbe stato di nuovo in carne ed ossa, reale e tangibile per tutti.

Castiel arruffò le piume e non disse nulla, ma lui poteva sentirlo sorridere – Dio, sorridere – come se stesse premendo le labbra da qualche parte dentro di lui. Gli piaceva stare lì, gli piaceva davvero, lo faceva sentire bene. Dean riusciva a percepirlo come se fossero sensazioni proprie e anche lui si sentiva bene. Non aveva fame, non aveva sete, non aveva sonno. Tutto era tranquillo e caldo e… soffice.

Maledizione, Cas, la smetti di allisciarti le penne o qualunque cosa tu stia facendo laggiù? Il cacciatore tamburellò con un piede a terra, poi si lasciò di nuovo scivolare giù, seduto sul pavimento, con la schiena contro la sponda del letto e lo sguardo fisso sulla porta della camera.

Puoi riposare, Dean. Ti farebbe bene. Siamo al sicuro, ora.

No, non lo erano, non lo erano mai. Non ho sonno. Non sento il bisogno di nulla, in realtà.

Castiel si agitò lievemente, preoccupato. Forse irritato. Ma non insistette.

Tu sei okay?, domandò Dean, poggiandosi una mano sul petto, dove lo sentiva respirare, pulsare, vivere.

Sono comodo, rispose impertinente. Possiamo avere un altro hamburger?

Il ragazzo alzò lo sguardo al cielo, soffocando un sorriso.

 

FINE.

   
 
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