Libri > Eragon
Ricorda la storia  |      
Autore: Altariah    04/10/2012    2 recensioni
"Come avresti fatto a superare le barriere?" Domandasti, singhiozzando. Con la vista annebbiata di lacrime ti sembrò che lui stesse sorridendo.
"Sinceramente..." cominciando a parlare iniziò anche a muoversi incontro a te "speravo almeno in un saluto."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nasuada, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

L'anniversario


*Inserisco la "copertina" che ho disegnato per questa storia alla fine altrimenti ci sarebbe un tremendo spoiler. 





Stavi seduta sul tuo trono con le ginocchia contro il petto, compilando degli urgenti documenti per il tuo popolo. Probabilmente era il momento più leggero della giornata, il pomeriggio presto. A quell'ora nessuno chiedeva mai di parlarti e tu potevi passare quei minuti da sola, chiusa nel bellissimo salone in cui ricevevi chi chiedeva un'udienza con la regina di Alagaësia. 
Per quei minuti, che variavano di giorno in giorno, tu ti dedicavi ai documenti ma lasciavi da parte quella ferrea disciplina, assieme alla stressante compostezza e tornavi una bimba, che contrariamente al volere del padre si sedeva a tavola in modo scomposto. 
Era una posizione in cui ti sentivi tranquilla e protetta, ma assolutamente inadatta ad una regina. E questo lo sapevi bene. 
Mentre scrivevi, pregavi che quel giorno avrebbero bussato alla porta il più tardi possibile. Come ogni giorno dopotutto, no?
 
Leggevi e scrivevi, spostandoti in continuazione gli scuri ricci ribelli dal viso che ti ostinavi a non raccogliere in una acconciatura che le domestiche avrebbero fatto con pazienza. 
Ad un tratto l'unico rumore che ti accorgesti di sentire era il tuo scribacchiare. Sentivi il fruscio secco del pennino sul foglio e nient'altro. Il lieve tubare di piccioni  era svanito. Il vento che prima muoveva le tende sembrava essere scappato via, chissà dove... quasi qualcuno l'avesse spaventato.
Un calore strano ti tinse la mente, come se qualcuno cercasse con timidezza di contattarti, dopodichè un nuovo rumore ritmico riprese a segnare il tempo. 
Ti eri irrigidita e con un movimento svelto ti alzasti in piedi, rovesciando a terra la boccetta d'inchiostro che ogni volta appoggiavi senza curartene sul cuscino di raso del trono. Era impressionante quante volte avevi rischiato di macchiarlo, ma altrettanto impressionante , se non di più, era che in quegli anni non avevi lasciato cadere neppure una goccia. Dopo qualche passo verso la porta finestra una resistenza ti fece voltare. Sbuffando disimpigliasti il manto che avevi lasciato appoggiato al bracciolo dal tuo bracciale d'argento. Solo allora riuscisti ad arrivare alla porta finestra, e ti precipitasti fuori, fino alla ringhiera su cui appoggiasti le mani. Guardasti verso il cielo subito.
Perchè? Ti venne istintivo?
La luce forte del sole del primo pomeriggio ti fece lacrimare gli occhi, costringendoti ad abbassare il viso con un lamento. Il rumore ritmico svanì mentre toglievi le dita dalle palpebre. Guardasti per un breve momento Ilirea e sollevasti ancora lo sguardo verso l'alto, questa volta riparandolo dal sole diretto con una mano. Vedesti solo un limpido cielo terso e altissimo. 
Un tonfo agile insieme ad una presenza che premeva la tua mente ti fecero voltare. La prima cosa a cui pensasti è che saresti potuta morire. Qualcuno si era intrufolato nella tua città e poi nella tua dimora, superando chissà come le barriere magiche e le guardie di vedetta. Però quello che trovasti davanti a te, non capisti se ti fece sorprendere, o ti rese triste oppure felice. 
La tua mente si era fermata e quando ricominciò a funzionare scopristi che ti eri messa a piangere. 
 
 
"Come avresti fatto a superare le barriere?" Domandasti, singhiozzando. Con la vista annebbiata di lacrime ti sembrò che lui stesse sorridendo. 
"Sinceramente..." cominciando a parlare iniziò anche a muoversi incontro a te "speravo almeno in un saluto."
Le tue forze vacillarono quando lui alzò una mano per toccarti, e quando si spaccarono del tutto, come un vetro colpito da un sasso, cadesti sulle ginocchia. La tua graziosa gonna si riempì e si svuotò d'aria in poche frazioni di secondo, sbuffando. 
E non riuscivi a fermare le lacrime, Nasuada. 
"Comunque, non so voi... ma io sono contento di rivedervi, Maestà." Sussurrò inginocchiandosi a sua volta e accarezzandoti i capelli. Ti sollevò e ti portò nella tua sala, mentre tu dondolavi in braccio a lui, al ritmo dei suoi passi sicuri. 
Murtagh ti lasciò sul trono, guardandosi in giro e pensando alla frase giusta da dire. 
"Come hai fatto a combinare questo macello?" Forse non era la cosa migliore da dire Ti dicesti, trattenendo un sorriso. 
Lui ridacchiò di ciò che aveva appena detto e prese a ripulire la macchia d'ichiostro sul pavimento in marmo. 
"Perchè?" domandasti, stranita. 
"Me l'hai già chiesto giusto sei anni fa. Era oggi di sei anni passati, se non l'hai dimenticato." Rimanesti sorpresa e ti sentisti in imbarazzo. Non potevi credere che quel ragazzo avesse tenuto a mente i vostri discorsi nei giorni della tua prigionia. Non con questa... precisione. 
Tu... tu non l'avevi fatto.
"e comunque," riprese Murtagh "speravo di averti già risposto in modo esauriente."
Sorridesti, scacciando le lacrime. "In effetti no. Ma non ha importanza, credo." Replicasti.
Lui corrugò la fronte e si voltò verso di te non appena ebbe finito di pulire il pavimento. 
"Non sono molto bravo a farmi capire. Non lo sono mai stato." 
Pensasti ad una frase da dirgli a proposito ma tenesti a freno la lingua. Da quando pensavi cose tanto sconvenienti?
Avete ragione, in effetti Rispose murtagh nella tua mente. Le tue guance avvamparono di nuovo. "Sì, invece di cercare di spiegarti il perchè posso semplicemente dimostrartelo." Bisbigliò.
Eravate solo a pochi passi l'uno dall'altra ma lui era immobile, aspettando un accenno, un semplice consenso. Ti fissava con quello sguardo accigliato da cui una parte di te era spaventata. Ti fermasti a pensare che quella profondità nei suoi occhi non era cambiata, era sempre la stessa incredibile espressività che ogni volta accendeva un fuoco nel tuo petto difficile da soffocare. 
Appena tu gli sorridesti dolcemente lui colmò la distanza tra di voi. Aveva un viso così perfetto che rimanesti colpita. La barba doveva averla tagliata la mattina stessa poichè non ve n'era alcun accenno.  I capelli profumati e le vesti pulite e prezione, curate. L'armatura lucente. Sapevi che appena possibile avresti dovuto riprendere il controllo di te stessa. Te lo ripetesti diverse volte ma ti sembrò troppo difficile. 
"Credo che tu sia riuscito a farmi capire" Sussurrasti.
"Ne sono felice, Maestà." E afferrando il tuo viso tra le mani con una foga a stento contenuta, ti baciò. La tua preziosa corona stava cadendo a terra ma in quel momento non eri una regina. Eri semplicemente Nasuada ed eri felice.




Image and video hosting by TinyPic



Grazie mille per aver letto la mia storia :) È scritta in fretta e furia così mi scuso per eventuali errori di battitura.

Altariah
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Altariah