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Autore: LittlepieceofAlibi    04/10/2012    2 recensioni
SPOILER 4X04 - THE BREAK-UP.
È sembrato un normale appuntamento, no, un eccezionale appuntamento, fino a che Blaine non si è fermato tutto d’un tratto, trattenendo Kurt che stava proseguendo incurante, tra gesticolii e racconti entusiasmati sulla grande mela.
Uno dei motivi per cui lo ha raggiunto a New York è quello per cui la serata si è poi conclusa nel modo più disastroso immaginabile.

[...]
Non sa quando e come sarà la volta in cui si rincontreranno. Ma sarà tra due mesi, durante la festa che Rachel organizzerà nel suo famoso scantinato in occasione del Ringraziamento.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Quanto scritto di seguito non ha fini lucrativi né diffamatori. I personaggi citati non sono di proprietà, bensì dei RIB il cui hobby è far piangere sangue a ogni Gleek.

BLOW ME ONE LAST KISS

 

Sembra quasi assurdo pensare di poter chiudere occhio in una notte del genere. In quel momento, uno dei più assurdi e difficili da sopportare a cui possa pensare.

Kurt conserva ancora abbastanza dignità da desiderare di non essere visto da nessuno mentre si raggomitola tra le lenzuola sfatte, strette intorno al suo corpo spasmante come le sue dita alla maglia di lui; sta digrignando i denti da ore ormai, perché non vuole permettere a niente di patetico di scappare dalla sua bocca.

 

Si trova nella condizione meno confortevole che possa esistere, ma che importa, il pensiero che il loro perfetto castello di carte sia appena crollato con un soffio di vento anestetizza ogni muscolo contratto, ogni fastidio, ogni prurito, ogni bruciore e porta un dolore ancora più enorme.

 

E la rabbia è, se possibile, più intensa della tristezza e di tutti gli altri dispiaceri che una rottura si trascina dietro. È successo proprio ora, proprio quando la sua vita ha iniziato a prendere una piega definita, lasciandosi alle spalle l’incertezza e il vuoto che ha visto davanti a sé fino a poche settimane prima.

Il suo sogno della NYADA è stato spezzato mesi fa, e quando il suo entusiasmo si stava rigenerando dalle ceneri, Blaine ha distrutto anche quello.

 

Dio, la sua promessa. Spera si ricordi di mantenerla. Se non lo facesse – e ha paura che accada; non oggi, non domani, tra qualche mese magari -, se smettesse di amarlo e lo dimenticasse, non resterebbe più niente di loro, di Kurt e Blaine, che sono stati una sola cosa per così tanto.

 

Non vuole aggiungere questa fobia al caos che ha scatenato l’anarchia nella sua mente, ma sembra già passata una vita da quando erano le undici e mezza di sera e lui se n’è andato via, e sono solo le tre di notte.

Erano le undici e mezza ed era buio in quel parco attraversato dall’Hudson quando Kurt ha lasciato la metà di se stesso alle spalle e, allontanandosi a passo serrato con una mano sulla bocca ad arginare un fiume di singhiozzi, ha trovato il coraggio, o l’incoscienza forse, di voltarsi indietro. Si è voltato e Blaine era fermo dove lo aveva lasciato, con la stessa smorfia ad appesantire i lineamenti. Ha visto Blaine inerme, Blaine con alle labbra le dita tremanti su cui ha appena lasciato un insicuro bacio. Ma stavolta non ha spiegato la mano per soffiarlo verso di lui, per donarglielo; lo ha visto arricciare le dita, serrare la mano in un pugno e conservare gelosamente quel bacio nella tasca della giacca.

Erano le undici e mezza, ora sono le tre di notte, sono passate quasi quattro ore e quel frangente di tempo, confuso in un tornado di incredulità, sembra lontano anni luce.

 

Si rigira su un lato e una lacrima gli scivola sul naso, tuffandosi con un ticchettio ovattato sul cuscino umido e non fa in tempo a rifugiarsi completamente, o non ne ha la forza, sotto le lenzuola, che Rachel è già sgusciata nella sua stanza.

 

“… Kurt?” bisbiglia insicura, movendo qualche passo verso il letto posto al centro della stanza ancora vuota.

 

Dato il trasferimento di Kurt a New York, lui e Rachel hanno preso in affitto un appartamento – capannone dismesso sarebbe l’appellativo più calzante - non troppo lontano dalla NYADA, salvando lei dalla sua selvaggia coinquilina e da due occhiaie da spavento. È ancora pieno di scatoloni fino a scoppiare, un vero macello, ma presto sarà una degna dimora in stile Hummel.

 

Lui, comunque, non fa una piega, ancora affagottato in un modo che sembra a dir poco soffocante.

 

Rachel si siede con audacia sul bordo del letto, perché in fondo sa quanto sia pericoloso un approccio non richiesto con Kurt, ma sa anche quanto ora sia a pezzi.

 

“Hai… bisogno di qualcosa?” domanda senza sapere cosa aspettarsi.

 

La serata si è conclusa decisamente male anche per lei, ma nonostante il suo amore per Finn non conosca limiti, non può dirsi sorpresa dal loro scambio di argomentazioni. È finita quando lui si è arruolato nell’esercito, e tutto quello che hanno fatto durante quei pochi mesi è stato tirare l’elastico per capire fino a che punto reggesse.

Vedere Kurt tornare a casa trascinandosi dietro brandelli di cuore, questa sì, che è stata la vera sorpresa della serata. Con lo sguardo l’ha seguito fino alla sua stanza e quando vi si è chiuso dentro non ha potuto fare a meno di capire.

 

Si guarda un po’ intorno, nell’attesa di un qualsiasi segno di vita, e nota con tristezza che quella sera Kurt aspettava una persona in più nel suo letto.

Sul comodino ci sono due flûte in cui avrebbero versato probabilmente del sidro di mele, e sui mobili più bassi, ancora spogli, vi sono delle candele profumate, che forse non verranno mai accese.

 

“Vuoi dell’acqua? O del latte caldo…”

 

“Blaine” è un mugugno quasi impercettibile soffocato dal cuscino. Sembra provenire dall’oltretomba.

 

Rachel è perplessa. “Cosa?”

 

Kurt si volta sull’altro fianco, verso di lei. “Ho bisogno di Blaine” mormora, stanco.

 

“Oh, tesoro…” lei gli sfiora un braccio da sopra il lenzuolo, con l’intento di fargli una carezza senza essere invadente.

 

L’altro tira su rumorosamente con il naso, sfregandosi con un po’ troppa rabbia gli occhi.

Rachel fa per allungarsi verso l’interruttore per accendere la luce, ma Kurt la trattiene debolmente per la camicia da notte di seta.

 

“Che c’è?”

 

“Non ti permetterò di vedermi in questo stato” trova la forza e il coraggio necessari per sbuffare la parodia di una risata. “Ho gli occhi in fiamme.”

 

Odia trovarsi in questa situazione. Vorrebbe davvero condividere tutto il suo dolore con la sua migliore amica, ma sa che finirebbe solo per farle una gran pena. Rachel immortalerebbe la sua aria completamente distrutta e ogni volta in cui lui si mostrerà giù di corda, lei ricorderà quel momento e nella sua mente si disegnerà quel dipinto drammatico.

 

“Va bene” se si concentra, Rachel riesce a scorgere nell’oscurità le due pozze di acqua che una volta erano gli occhi di Kurt. “È stato… brutale?”

 

Kurt scuote la testa con un sospiro.

 

 

È sembrato un normale appuntamento, no, un eccezionale appuntamento, fino a che Blaine non si è fermato tutto d’un tratto, trattenendo Kurt che stava proseguendo incurante, tra gesticolii e racconti entusiasmati sulla grande mela.

Uno dei motivi per cui lo ha raggiunto a New York è quello per cui la serata si è poi conclusa nel modo più disastroso immaginabile.

 

“È così bello che tu abbia una nuova vita qui, Kurt, e non mi sembra giusto essere un freno per te, per le tue esperienze” mentre lo dice ha già le lacrime ai lati degli occhi, e così Kurt, che sembra non voler realizzare, nonostante si trovino già nel pieno di un discorso che dura già da qualche minuto.

 

“Blaine… cosa stai-” “No, aspetta. Dio, sembra una scusa idiota.”

 

Kurt scuote la testa, confuso. “Vuoi- vuoi rompere… perché?”

 

Blaine gli afferra un braccio e Kurt non ha abbastanza fegato per allontanarlo. Nella sua testa risuona un allarme: quello potrebbe essere uno dei loro ultimi contatti. “Lo sai quanto ti amo, e so che è reciproco, ma… sai anche benissimo che superare la rottura, la tristezza sarà sempre più facile e meno doloroso di sopportare una distanza che è perfino più grande di noi.”

 

“Non sai quello che dici, Blaine, ce l’abbiamo fatta fino ad ora e… perché adesso?”

 

Blaine rafforza la presa sul suo braccio e la sua espressione si incrina, insieme alla sua voce. “Sento di essere di troppo, ora, e- e- sembra che questa storia della relazione a distanza non abbia senso; non capisci, Kurt?”

 

Kurt fa per parlare, ma viene stroncato sul principio.

 

“Potremmo sopportare all’inizio, ma quando diventerà troppo, sarà ancora così semplice? Tu non hai idea… da quando hai preso quel volo non faccio che pensare a te, a cosa tu stia facendo, se sei contento, se senti la mia mancanza… Ho passato ore di lezione e pomeriggi interi a pensare, e ne sono uscito quasi pazzo. Tu stavi vivendo esperienze nuove, grandiose, e io me ne stavo sul mio letto senza concludere la più stupida delle cose. Ho perfino preso la mia prima F in letteratura inglese.”

 

Blaine non potrebbe sembrare più dispiaciuto, più a pezzi, come se ogni parola che ha pronunciato lo avesse demolito sempre più. Kurt avrebbe riso per la sua F, ma ora proprio non sembra capace di provare altre emozioni se non quelle strettamente legate alla disperazione.

 

Si lascia scappare un pesante sospiro tremulo, che scivola via dalle sue labbra socchiuse insieme alla prima lacrima fuggitiva.

 

 

“Per niente” la rottura non è stata affatto brutale e Kurt è ancora più infastidito da questo: Blaine è stato perfetto anche nel compiere un gesto talmente estremo e drastico.

 

Rachel piega le labbra in un sorriso velato. “Già. In fondo è Blaine.”

 

Lui si tira su a sedere, sospirando nel farlo, per poi sprimacciare il cuscino contro la testata del letto nuovo e far ricadere le braccia inermi sul materasso, lungo i fianchi. Tutto ciò che ha luogo nella successiva manciata di secondi è uno scambio di sguardi rassegnati, nel profondo un poco divertiti da quella loro situazione così scomoda. Kurt stringe le labbra tra loro e Rachel può leggere chiaramente l’eco dei suoi pensieri nei suoi occhi nascosti nel buio non totale della stanza. Non ho idea di cosa sia successo, non so cosa fare e non voglio sapere cosa farò.

 

Kurt è del tutto ignaro di cosa la loro storia abbia in serbo per loro, o se davvero qualcosa accadrà. Non vuole considerare il loro sentimento morto, sepolto e sigillato; in fondo, il loro non è stato nemmeno un vero e proprio addio. Forse un arrivederci, o meglio, nulla di definito, e in realtà, è questo a spezzargli il cuore, perché non sa. Non sa se domani mattina si sveglierà e troverà un sms di Blaine,

 

 

Non sa quando e come sarà la volta in cui si rincontreranno. Ma sarà tra due mesi, durante la festa che Rachel organizzerà nel suo famoso scantinato in occasione del Ringraziamento.

Kurt non sarà cosciente del fatto che quella sarà una vera e propria rimpatriata tra membri del Glee; Rachel, prima della festa, avrà pensato un centinaio di volte di dirgli che ci sarà anche Blaine, ma poi non ce l’avrà fatta per paura che lui non verrà.

 

Kurt scenderà le scale che portano al focolare della festa, questa volta da solo, senza particolari preoccupazioni. Non potrà negare di aver avuto una miriade di pensieri su Blaine a quella festa, ma qualcuno lo avrebbe sicuramente avvisato, perciò sarà piuttosto sereno.

 

Tuttavia, si ricrederà quando, dopo i convenevoli con amici che, in fondo, non vede da soli due mesi, si dirigerà con discrezione al tavolo allestito a mo’ di banchetto per versarsi un po’ di punch in un assurdo bicchiere rosso, la cui vista indirizza automaticamente i suoi pensieri verso il suo ex-ragazzo. Assurdo.

Quando avrà sfilato un bicchiere dalla pila, si volterà e, se non per l’inconfondibile acconciatura piuttosto discutibile, realizzerà che un paio di jeans e una felpa grigia, comoda, visti da dietro, non lo rimanderebbero mai a Blaine. Eppure sarà proprio lui a dargli le spalle.

 

“Blaine” esalerà Kurt, tra lo stupore e l’incredulità.

 

Lui si volterà, non tanto sorpreso quanto l’altro, perché evidentemente sarà a conoscenza della sua presenza alla festa.

E sarà in quel momento che, a modo loro, entrambi realizzeranno davvero quanto la mancanza dell’altro li avrà plasmati fino a farli ritrovare l’uno di fronte all’altro con la mente sgombra dal più futile pensiero e il cuore che palpiterà in funzione del sentimento che crederanno di aver messo a tacere… almeno un poco.

 

“Kurt, che… che bello vederti” Blaine sarà l’attore peggiore del mondo in quell’istante, perso nell’impresa di non pensare a quanto vorrà sapere riguardo la nuova vita della persona con cui, per oltre un anno, ha condiviso, prima o poi, fino al pensiero meno influente. “Come stai?”

 

“Oh, benone!” Kurt raggiungerà la stessa capacità di recitazione dell’altro. Si accorgerà di aver un’espressione tutt’altro che vigile e cosciente, così scioglierà la tensione sul proprio viso assumendo uno dei suoi sorrisi talmente tirati da apparire completamente dissociati.

Per l’imbarazzo, poi, abbasserà gli occhi sull’outfit discutibile che Blaine sfoggerà quella sera. “E… a cosa dobbiamo il cambio di look? Non ti ho mai visto così… casual?”

 

Blaine arriccerà le labbra in un piccolo sorriso, profondamente in soggezione. “È… sai, solo… Cooper.”

 

Kurt sospirerà una breve risata nervosa, mentre starà storcendo i bordi del bicchiere ancora inutilizzato.

Blaine lo noterà, come ha sempre captato il significato di ogni suo gesto, di ogni piccola e apparentemente insignificante mutazione nella sua espressione. “Vuoi del punch?”

 

“Basta che non sia corretto.”

 

“No, certo che no” lo sapeva, lo sa e lo saprà sempre che Kurt non sopporta il retrogusto fiammante dell’alcol nelle bevande corrette, o non glielo proporrebbe mai. Allora allungherà la mano per prendere il bicchiere dalle sue mani, e nel farlo, le dita sfioreranno accidentalmente, per una frazione di secondo, le sue.

Entrambi sussulteranno sommessamente, come se quel contatto non fosse mai apparso così strano.

 

 

Passeranno le ore e in una festa in stile Glee che si rispetti non potrà mancare un revival delle loro performance preferite.

Santana, direttamente da Luisville e Quinn, fiera studentessa di Yale, si ricongiungeranno sul palco personale della Berry per rivivere la loro ultima esibizione insieme. Canteranno ‘Take my breath away’; Rachel e Finn ondeggeranno un poco a disagio ma sempre più innamorati al centro del gruppo. In quel momento staranno insieme, di nuovo, da pochi giorni, da quando Finn sarà tornato a Lima dall’esercito.

Kurt sarà finito accanto a Blaine, perché sono sempre stati e sempre saranno i poli opposti di due calamite. Certo, non saranno perfettamente a loro agio, non saranno i soliti Kurt e Blaine, quelli che i ragazzi del club hanno sempre visto entrare spalla contro spalla in aula canto e, senza neppure volerlo, hanno sempre fatto scappare un mucchio di sospiri inteneriti.

Saranno vicini, ma non troppo, ancora in sintonia, ma non come prima. Almeno, sarà quello che avranno deciso per loro stessi.

 

Blaine oscillerà compostamente sul proprio posto, mimando il ritornello a labbra dischiuse. Kurt lo sbircerà e si vergognerà dei suoi pensieri, che saprà gli porteranno solo tormento.

 

“Ricordi cosa hai detto durante la… beh, la nostra notte, nell’auditorium?” Blaine eviterà di aggiungere che quello è il momento su cui rimugina ogni volta che mette piede lì dentro.

 

Kurt porterà le braccia al petto, conserte a mo’ di scudo, annegando nel disagio e nella malinconia, mentre si farà distante in modo impercettibile, ma non agli occhi dell’altro.

In quel momento si accorgerà di essere disposto a tutto per salvare loro e il loro amore, che allora sarà più forte e tangibile che mai. Sarà come  un campo elettrostatico tra i loro corpi privi di energia, ma a farlo desistere sarà solo consapevolezza che sarà ancora troppo presto, perché le loro impronte sul terreno fangoso in cui staranno camminando saranno ancora troppo fresche.

Lascerà stare, deciderà di lasciar correre il tempo ancora un po’, o per sempre. Questo sarà tutto da scoprire.

 

“Mi togli il respiro…” sospirerà, forse più a sé che in risposta a Blaine. Lo farà come quella notte, ma sarà così diverso.

 

In un momento di silenzio imbarazzante si guarderanno intorno e noteranno di essere come una macchia grigia in mezzo ad un tripudio di coriandoli colorati. Blaine inspirerà profondamente, racimolerà tutto il coraggio che possiede, quello di cui ha parlato così tante volte, e fronteggerà Kurt.

 

“Sarà solo un ballo, okay?” poserà con discrezione una mano al fianco morbido dell’altro, senza poter impedire a se stesso di essere travolto da così tanti suoni e immagini e sensazioni, e prenderà una sua mano tra la propria, portandola all’altezza delle loro spalle.

 

Kurt non gli sarà mai parso così irraggiungibile come in quell’istante, mentre si muoveranno a tempo stretti l’uno all’altro, ma avrà la consapevolezza di non potersi allungare verso la sua persona e ricordarle quanto sia felice di stare con lei.

 

Kurt starà rivolgendo lo sguardo altrove, come ha sempre fatto, ma stavolta per reprimere un imbarazzo decisamente diverso, che avrà decisamente molto a che fare con quello dell’altro.

 

Nonostante tutto, quando arriverà la fine della canzone e tutti saranno obbligati ad allontanarsi, non sarà una sensazione di sollievo, quella che entrambi sentiranno bruciare nello stomaco nel ricordare che, dopo il loro ballo, non è stato per nulla necessario sciogliere il groviglio dei loro corpi.

 

Intanto l’intero Glee club si starà domandando cosa diavolo sarà appena successo tra loro due.

 

 

 

“Capisco quanto tu sia confuso ora, Kurt,” Rachel si allunga per accendere l’abatjour e non le importa dello stato in cui si trova il suo migliore amico, davvero, vuole solo poterlo guardare negli occhi e dirgli che tutto si sistemerà, anche se sarà difficile e farà male. “Ma ti prometto che tra un po’ tutta quella… nebbia nella tua mente sparirà.”

 

Kurt le afferra la mano mentre trattiene il respiro. Entrambi abbassano lo sguardo sulle loro mani incastrate l’una nell’altra, le nocche bianche nello sforzo di stringere con quanta più energia possibile.

Le crede, non può farne a meno. In fondo è lei ad essere passata attraverso tante rotture da poter essere un’ottima consulente, anche se al momento non ha bisogno di un consiglio, o una guida, vuole solo la sua Rachel accanto, la Rachel che, come lui, sta stringendo i denti per superare quell’odioso vuoto in mezzo al petto.

 

“È tutto così confuso che… mi fa solo girare la testa, Rachel.”

 

Lei raggruppa le gambe sul letto e si raggomitola accanto Kurt, passandogli un braccio intorno alle spalle per stringerlo a sé. Abbandona la testa contro la sua; entrambi stanno fissando ora un punto indefinito di fronte a loro.

 

“Cosa vorresti fare?” domanda Rachel.

 

Kurt sospira, scuotendo lievemente il capo. “Vorrei così tanto non dovermi arrendere…”

 

“Ascolta: io non voglio che questo comprometta la brillante carriera che potresti intraprendere, Kurt. Hai così tante possibilità qui a New York, e- e stare con Blaine sarà una di queste, ma in futuro.”

 

Kurt si volta per guardarla, confuso.

 

“Intendo… forse è bene che le vostre vite prendano strade diverse… per un po’. Rimanere legato a ciò a cui appartenevi fino a poco fa non ti aiuterà. Dovresti prendere tutto questo come… come un aiuto da parte di Blaine per crescere e trovare la tua vocazione, giusto?” sciorina lei, mentre è così concentrata a sfregare il pollice sul dorso della mano di Kurt, ancora stretta alla sua.

 

Lui è così scosso e ancora più confuso, tanto da non poter proferire parola. Rachel, d’altro canto, ha ragione e fa ancora più male realizzare che l’unico modo che ha per portare avanti la sua vita al meglio lì, in una città così sconosciuta e infinita, non comprende Blaine, il suo amore.

 

“È che… sembra così difficile il pensiero di andare avanti senza di lui.”

 

“Lo so, Kurt, lo so…”

 

Non smetterà di pensare di non poter confidare più in Blaine durante i suoi momenti bui, di non potersi alzare, domattina, e portargli la colazione, baciarlo e fare la pace. Si chiede cosa ne sarà dei suoi dubbi più vani e dei momenti di pura euforia, se non potrà condividerli con lui come ha sempre fatto.

Tornare alla vita di prima, quando ignoravano l’uno l’esistenza dell’altro, appare come una prospettiva terrificante. Significa soltanto vivere senza potersi sentire in perfetta sintonia con la propria metà, pur sapendo che questa si trova chissà dove, e chissà cosa starà facendo o pensando.

 

 

Tuttavia non sarà così semplice soffocare la loro profonda connessione. Puoi buttare giù un grattacielo, ma sta’ sicuro che le fondamenta saranno lì a testimoniarne la presenza passata.

Sarà passato poco più di un mese dall’ultima volta in cui si sono visti, e Blaine non farà in tempo ad accorgersi di aver cercato premuto il tasto di chiamata rapida settato sul numero di Kurt, che il telefono avrà già preso a squillare.

Kurt risponderà dopo pochi squilli, allarmato perché una chiamata di Blaine potrebbe significare di tutto.

 

“Scusami, Kurt, io- io non ho motivo di chiamarti” la sua voce, lievemente distorta in un suono vagamente metallico dal ricevitore, suonerà atterrita.

 

“Blaine, è successo qualcosa? Spero non sia nulla di grave; non farmi preoccupare” e Kurt sarà seriamente concitato nel parlare per via dell’improvvisa agitazione.

 

“Non ho nemmeno pensato prima di chiamarmi, perdonami. È solo… un’altra discussione con mio padre…”

 

“… Stai bene?”

 

Blaine esalerà un sospiro tremulo che colpirà l’altro dritto al cuore, anche a quella distanza. Non sembreranno più così lontani in quel momento. Non si sentiranno come se non si parlassero da settimane, come se non si fossero più  scambiati decine di messaggi di buon giorno e buona notte.

Ritorneranno ad essere confidenti, e finché sarà possibile godere di quella mera illusione, lo faranno senza rimpianti.

 

“Non mi aveva mai detto di provare vergogna nell’avermi come figlio, Kurt… e mia madre non- lei è solo stata in silenzio come fa sempre.”

 

Kurt potrà vederlo rannicchiato contro la testata del letto, con le gambe strette al petto e il viso bagnato di lacrime rapprese, ma allora non basterà dirgli ‘sono subito da te, amore’, montare in macchina e guidare ai limiti della legge verso Westerville.

 

“A- Blaine,” si addenterà il labbro inferiore per essere quasi inciampato nella nostalgia dell’abitudine. “Non hai nulla di cui vergognarti, lo sai… e sai che il mio telefono è sempre acceso per te, vero?”

 

Vorrà dirgli che non è vero, che spererà di non ripetere quel tuffo nel passato sapendo di poter atterrare solamente su una distesa di ghiaia. Ma non potrà mai negargli l’appoggio che gli ha sempre dato; sarebbe come privarsi di un arto, o di un senso.

 

Sentirà Blaine inspirare tutta la sua frustrazione e farà male non poter essere lì ad asciugargli le lacrime.

 

“La- la cosa buffa è che per la prima volta sento di essere d’accordo con lui…”

 

Kurt potrà benissimo immaginare un mezzo sorriso amaro che in quel momento, senza dubbio, si arrampicherà sul suo viso congestionato.

 

 

 

Vivranno un momento in cui, con sorpresa, scopriranno che non c’è mai fine al peggio.

Dopo la festa di Rachel, Kurt rimarrà a Lima per qualche giorno, e davvero, proveranno a trascorrere del tempo insieme, ma sarà solo un’inutile e sconclusionata scalata verso il nulla.

 

Blaine si presenterà a casa Hummel con qualche DVD in mano. Lo farà principalmente perché vorrà che Kurt gli racconti della sua nuova vita, che conoscerà solo frammentariamente grazie a qualche telefonata e messaggio scambiato con Rachel.

Kurt sarà sorpreso, non saprà cosa pensare di quella situazione, ma si dirà che, in fondo, sarà solo un pomeriggio. E poi Blaine gli mancherà così tanto che, pur con tutta la volontà, non riuscirà a non essere felice di vederlo all’uscio.

 

Guarderanno Rent mimando le battute a labbra socchiuse, sbirciandosi l’un l’altro di tanto in tanto per accettarsi che la loro sintonia non sia sbiadita con la lontananza e infine compiacendosi di trovarla lì, vivida tra loro.

Kurt parlerà senza fermarsi della sua vita a New York, senza però arricchire il suo racconto di troppo entusiasmo, perché il suo percorso non sarà così eccitante come invece lo sarebbe se lo condividesse con Blaine. Anche lui parlerà molto; gli racconterà di come vanno le cose al McKinley da quando lo ha lasciato definitivamente, del Glee club che si sta risollevando con la sua fierezza, della bambina di Sue che è diventata la mascotte dell’intera scuola.

Gli dirà che avrà vinto le elezioni e sarà il nuovo rappresentate degli studenti dell’ultimo anno e che avrà scongiurato tutti i loro amici per non farne parola lui, perché vorrà farlo di persona.

 

Kurt sarà meravigliato, stupito e onestamente scosso. “Non avevo idea che volessi diventare rappresentante degli studenti, Blaine!”

 

Blaine penserà per qualche se essere sincero e dire cosa lo avrà spinto a candidarsi. Poi deciderà di completare il quadro. “Volevo solo poter realizzare tutti i tuoi propositi. Sei stato una grande ispirazione per tutta la scuola, Kurt, anche se molti se ne sono accorti troppo tardi.”

 

Kurt avrà gli occhi fissi su di lui e saranno sgranati e liquidi e annebbiati da un tripudio di emozioni. Gli formicolerà lo stomaco insieme alle dita perché non potrà slanciarsi sul suo perfetto ragazzo – ex ragazzo – e piangere tutte le lacrime di gioia sulla sua spalla.

 

“Hai- lo hai fatto davvero per me, Blaine? Non so cosa dire…”

 

Blaine annuirà con poca decisione, non riuscendo ad esternare, in quel momento, tutto l’orgoglio che proverà, mentre avrà le dita arricciate sulla coperta del letto di Kurt. “E siccome tutti si sono accorti che la storia del martedì in topless di Brittany era una barzelletta, non è stato troppo difficile vincere.”

 

Kurt non riuscirà più a ricordare tutte le volte in cui Blaine l’ha sorpreso al punto di togliergli il respiro. Farà male prendere atto in quello scorcio di perfezione della situazione in cui si troveranno, ma non potrà fare a meno di ripensare con un sorriso dimentico a sigillare l’espressione assorta a quando è apparso al McKinley con i Warbler per cantargli una serenata davanti a tutto il corpo studentesco, quando invece si è presentato al suo armadietto, libero dall’uniforme, all’anello e alle promesse che, in parte, nonostante tutto, starà ancora mantenendo.

 

“È- è fantastico, perché non me l’hai detto prima?”

 

“Ho aspettato per dirtelo di persona. L’ho fatto anche nella speranza di rivederti, in realtà…”

 

Kurt lo avvolgerà in un abbraccio caldo, familiare. Entrambi sospireranno nel godere di una sensazione che avranno temuto di aver smarrito.

Blaine, poi, non saprà come sarà finita così, né cosa gli avrà dato la sensazione di poterlo baciare di nuovo.

 

Lo terrà stretto, saldo a sé e sospirerà con la fronte corrugata in un cipiglio disperato “Ti amo ancora così tanto, Kurt.”

 

Kurt non saprà cosa farsene di quel bacio. Lo amerà, ne vorrà ancora, ma è sempre stato il più razionale tra i due, e con uno schiocco violento si separerà da lui.

 

“Devi andare ora…” mormorerà, seduto nella posizione più rigida che avrà mai assunto, le mani strette tra le cosce congiunte e lo sguardo turbato, perso di fronte a sé.

 

 

 

Blaine, un paio di giorni dopo, cercherà di scusarsi, ma finiranno col gridarsi addosso la loro rabbia. E decideranno che non sarà possibile per loro affrontare una situazione del genere, se non da soli, senza vedersi né parlarsi.

Sarà inutile negare i loro sentimenti. Dovranno solo aspettare e forse il loro momento arriverà e si farà sentire forte e chiaro, di nuovo.

Kurt gli dirà che assecondare la piega che starà prendendo la situazione sarebbe come voler salvare qualcuno dall’annegare ma assicurargli invece una zavorra ad un piede, e Blaine potrà solo annuire e tornare a convincersi di aver fatto la scelta corretta. Si ripeterà in continuazione che, se fossero rimasti insieme, sarebbe una condizione ancora meno sopportabile.

 

 

“E se non gli servisse molto tempo per dimenticarmi? Se io lo cercassi, tra un anno, e lui non ne volesse sapere nulla di me?” blatera sommerso dalla preoccupazione. Intanto tira il lenzuolo fino al mento, stringendolo nei pugni ben saldi.

 

Rachel gli dà una lieve spinta. “Kurt, siete anime gemelle!”

 

L’espressione di lui cade come un castello di carte. “I- io sono sicuro al cento per cento di noi, lo sai, Rachel… ma… io non vedo nessun altro se non lui nel mio futuro. E pensare che- che potrebbe essere finita per sempre… mi uccide” esala con gli occhi gonfi di lacrime e il cuore gonfio di paura. Sembra tutto così incerto, ora, da riempirlo di terrore. È paralizzato, inchiodato al suo letto tra le braccia della sua migliore amica, che non sono quelle di Blaine, e ogni pensiero indirizzato a lui è come una pugnalata alle sue speranze. Adesso proprio non può permettersi di essere positivo; ha appena perso qualcosa di troppo grande, forse non per sempre, ma questa è la realtà dei fatti: lo ha in ogni caso perso.

 

“Kurt… forse pensi troppo” Rachel gli dona un piccolo bacio all’altezza delle tempie, per poi stringerlo ancora un po’ a sé, magari per rassicurarlo un po’.

 

“Non puoi biasimarmi…” Kurt sospira e inclina la testa contro quella dell’amica.

 

“Ascolta, Kurt, tutti credono in voi, me compresa. Vedrai che tutto tornerà al proprio posto, alla fine. E lo farà senza che voi ve ne accorgiate, okay?”

 

Annuisce debolmente, senza riuscire ad esserne veramente convinto, non appena dopo che il suo mondo gli è crollato sulle spalle.

 

 

Kurt paragonerà troppe volte la delusione della mancata ammissione alla NYADA alla rottura con Blaine, e solo dopo molto tempo e troppo rimuginare arriverà alla conclusione di non aver mai peccato tanto di superficialità.

Dopo l’arrivo della lettera finale, è corso da Blaine, che è sempre stato il suo sostegno, ciò che gli ricordava sempre dove fosse la forza che ha spesso temuto di aver smarrito. Quando ha perso Blaine, non c’è stato nessun rimpiazzo al collante che teneva insieme i suoi pezzi. Ma, alla fine, ce l’avrà fatta. Sopravvivrà indenne alla lontananza, alle giornate di lavoro infinite, alle cene in solitudine, ai weekend chiuso in camera ad incollare ritagli di giornale per venire a capo delle nuove tendenze, alle telefonate con i suoi amici che gli chiederanno sempre come vadano le cose con Blaine, alle scuse che verranno dopo i suoi ‘non ci parliamo dal ringraziamento’, agli appuntamenti al buio che Rachel gli combinerà con alcuni studenti della NYADA, al primo bacio dato ad un ragazzo che non sarà Blaine, alla sera in cui in tv trasmetteranno ‘Le pagine della nostra vita’. Si sentirà fiero e fortificato, soddisfatto dai suoi traguardi e sempre un po’ malinconico nel pensare a lui. Non lo avrà dimenticato, lo amerà più intensamente di prima, se possibile. Ce l’avrà solo fatta a conciliare la nostalgia al caos della sua vita, e soprattutto a permettere che quest’ultima camuffi un po’ la prima.

 

Saranno passati otto mesi dalla rottura quando Kurt troverà il suo documento falso nel portafoglio e deciderà di andare allo Scandals senza avere davvero un motivo, semplicemente perché quel posto sarà sempre straripante di ricordi.

 

Saranno passati otto mesi dalla rottura quando Blaine troverà il suo documento falso in una tasca dimenticata della sua tracolla e deciderà di andare allo Scandals per lo stesso non-motivo.

 

La scuola sarà finita da pochi giorni, l’ultimo anno di liceo sarà volato via insieme a tutti gli altri e lui avrà tante serate libere, almeno fino al suo trasferimento.

 

Kurt sarà tornato a Lima per qualche giorno di vacanza, e quella sera tutti sembreranno aver piani che non comprenderanno lui, quindi monterà in macchina e guiderà fino a Lima ovest. Si augurerà di trovare Dave, magari; avranno avuto brevi conversazioni durante tutto l’anno, ma non lo sentirà da qualche settimana.

La sua situazione a scuola sarà migliorata notevolmente, e starà comunque seguendo una terapia che lo farà stare bene con sé e con gli altri.

 

Blaine sarà seduto al bancone con una birra ghiacciata stretta in una mano e uno Shirley Temple difronte a sé, che avrà ordinato per pura abitudine, un po’ soggiogato dalla tipica inquietudine di essere entrato nel locale con mezzi poco legali.

 

“Blaine?”

 

La voce di Kurt suonerà acuta e colma di sorpresa. Le dinamiche del loro incontro alla festa di Rachel replicheranno, e nessuno dei due potrà fare a meno di pensarlo.

 

Rivedersi sarà ancora un’indescrivibile sorpresa, che scuoterà entrambi dal profondo.

 

“Kurt! Siediti pure” Blaine indicherà indugiante lo sgabello accanto al suo. “O- o sei con qualcuno?”

 

Kurt sorriderà dissentendo, mentre qualcosa di martellante gli dirà di lasciare da parte ogni sentimento negativo, e si siederà vicino a Blaine, per notare subito il drink abbandonato sul bancone. “E quello?”

 

Le labbra dell’altro si incresperanno in un sorriso imbarazzato. “È la forza dell’abitudine, sai…”

 

Kurt si lascerà scappare una risata, afferrerà lo Shirley Temple e farà scontrare gentilmente il bordo del bicchiere contro il vetro della birra. “Al tuo diploma, quindi.”

 

Blaine lo osserverà per qualche attimo nella sua positività radiosa, innamorato, sopraffatto dalla sua bellezza di cui mai si potrà scordare, infine, un poco assente, risponderà al brindisi.

 

Non riuscirà ad aggiungere altro poiché, quando dalle potenti casse del locale esploderà ‘I will survive’, Kurt lo afferrerà per il polso e lo trascinerà al centro della pista insieme a decine di uomini e drag queen scatenati.

 

“Kurt! Ma noi non-” dirà Blaine a gran voce, immobile in mezzo alla pista pullulante. “Non capisco cosa stia succedendo!”

 

“Non lo so, Blaine! Ci siamo incontrati stasera e… quante possibilità avevamo che questo accadesse?”

 

Kurt continuerà a muoversi discretamente a ritmo di musica, mentre Blaine si torturerà le labbra a furia di mordersele e qualcosa di molto importante lo dilanierà da dentro.

 

“Cosa succede, Blaine? Perché non balli?” Kurt verrà ferocemente assalito dalla sua paura più ricorrente. Il terrore di essere stato dimenticato, cancellato dal suo cuore e dalla sua vita, lo assalirà per la prima volta davvero, e sarà più traumatico di quanto avrà mai pensato.

Si pietrificherà, mentre intorno a loro non ci saranno altro che risate e schiamazzi e gioia.

 

Blaine trarrà un respiro talmente ampio da non poter ospitare ulteriore aria nei polmoni, e avrà paura di parlare perché non saprà cosa succederà.

 

“Mi stai spaventando…”

 

“Kurt… mi hanno preso alla NYU.”

 

Di fronte all’espressione vacua di Blaine, quella di Kurt esploderà in un enorme sorriso. Si porterà le mani alla bocca, esterrefatto, e si farà scappare un urlo per poi gettarsi su di lui, come ha sempre amato fare.

La tensione di Blaine si scioglierà dal fascio di nervi che sarà diventato, e lui porterà le braccia intorno alla vita di Kurt, senza potersi frenare dal sorridere nel modo più luminoso e naturale possibile.

 

 

Saranno passate poche ore dal loro incontro allo Scandals e Kurt e Blaine avranno appena fatto l’amore come la prima volta.

Si accoccoleranno l’uno all’altro, senza alcun rimpianto. Non rimpiangeranno il tempo che hanno trascorso divisi, le liti, perché sapranno di aver trovato il momento perfetto per loro.

 

“NYU, uh?” mugugnerà Kurt, assonnato.

 

“Facoltà di arti.”

 

Blaine si stiracchierà debolmente, mentre Kurt sorriderà dimentico e felice. “Be’, comunque la mia stanza è piuttosto spaziosa.”

 

 

Rachel sbadiglia e Kurt ne è contagiato.

 

“Potrei svenire dal sonno, sul serio” si lamenta lei.

 

“Non credo riuscirò a chiudere occhio, ma torna a dormire, Rachel.”

 

“Sei sicuro che-”

 

“Tranquilla” Kurt tenta di rassicurarla ostentando un lieve sorriso.

 

Rachel sguscia via dal letto di Kurt, barcollando un po’ quando si alza, non totalmente lucida.

 

“Be’, abbiamo avuto proprio una giornata terribile” considera.

 

“Di merda” aggiunge lui, lei sorride pacatamente.

 

“Se hai bisogno di qualunque cosa… sai dove trovarmi, okay?”

 

“Rachel, non sono un bambino” la canzona Kurt.

 

Lei lo guarda mortificata ma accondiscendente, mentre si avvicina alla porta. “Lo so, ma… sono sempre qui per te, solo questo” mormora.

 

Il sostegno di Rachel lo solleva un poco, e in fondo, nonostante tutto, è felice che ci sia lei al suo fianco.

 

“Buonanotte” le sussurra, appena prima di sdraiarsi e coprirsi fino al mento.

 

Rachel gli manda un bacio, proprio come ha fatto quella sera Blaine. Poggia le labbra sul palmo della mano e soffia via il bacio nella sua direzione, per poi chiudersi la porta alle spalle.

 

Kurt resta solo e spegne la luce. Non ha mai capito quello strano modo di dimostrare affetto, come se un bacio fosse qualcosa di materiale, come se davvero un bacio potesse fluttuare nell’aria e arrivare al destinatario. E se giungesse alla persona sbagliata?

 

È davvero un modo rischioso di baciare qualcuno, ma a Kurt, ora, dispiacerebbe molto sprecare l’affetto di Rachel.

Sospira. Dovrà pure essere da qualche parte, quel bacio, come quello di Blaine sarà sperduto chissà dove nel parco.

Allunga il braccio sopra di sé e con la mano afferra l’aria.

Forse dovrebbe mettere il bacio al sicuro, così lo stringe nel pugno che avvicina al petto appena prima di chiudere gli occhi e non dormire.



È una one shot veloce ma non troppo corta e lo so, la narrazione in parte al futuro è piuttosto insolita. Volevo mettermi alla prova; non so se possiate apprezzare o non vi piaccia nemmeno un po'. Be', ecco qui.
Ho scritto questa OS ad agosto e mi sono dimenticata di postarla, finché mi sono detta "ehi, domani esce la 4x04!". Quindi meglio tardi che mai, no? *Continua ad incrociare le dita per la Klaine* Uh, e spero che questo piccolo sgorbio possa tenere un poco compagnia a qualche impavida anima che seguirà la diretta.

Courage!

   
 
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