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Autore: angelikfire    17/04/2007    5 recensioni
Una nuova diagnosi per House. La più difficile. Una scelta da effettuare. Per scegliere chi amare.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima fan fiction, quindi non aspettatevi di certo un capolavoro. Chiedo scusa già da adesso se ho involontariamente plagiato o copiato ciò che hanno scritto altri autori, ma non posso aver letto tutte le vostre bellissime ff, quindi perdonatemi. E spero di non essere andata troppo OOC...

 

Dedico questa one-shot a Patt, Silvia, Ale, Gomi, 6fert, Cinzia, Giaco, Camp, Eva, Edo, Nicola, Copp, Marti, Maria per questi bellissimi anni che ho passato insieme a voi. Grazie ragazzi! Non vi dimenticherò mai! E dedico questa ff anche a tutti quelli che avranno la pazienza di leggerla!

 

Love on the board

 

Un uomo con un bastone in una mano e una palla rossa nell'altra era seduto nel suo ufficio e stava meditando mentre fissava con i suoi occhi azzurri come il cielo una lavagnetta bianca.

Era un dottore. E stava lavorando ad una diagnosi.

Fissava i sintomi scritti sulla superficie bianca con un pennarello rosso, che era poggiato sulla sua scrivania accanto a uno yo-yo, a una PSP ed a una boccetta piena di pastiglie bianche. Vicodin.

Era lì da ore. Erano ore che fissava quella lavagna, quelle scritte; e pensava. Pensava. Pensava e stranamente la sua mente sempre logica e razionale questa volta non sembrava essere all'altezza della situazione. Per la prima volta.

Per la prima volta nella sua vita non riusciva a giungere ad una soluzione. Eppure i sintomi erano scritti lì, davanti ai suoi occhi.

E davanti al suo cuore.

Ma non capiva. O meglio, non voleva capire. O meglio ancora, capiva, ma aveva paura.

Paura.

Di sbagliare. A scegliere.

Poteva fare testa o croce con una moneta, oppure lasciare fare al caso. Ma non in questa situazione. Non stava rischiando su un paziente, ma su se stesso.

Eppure doveva farlo. Doveva scegliere.

Forse la scelta più importante della sua vita. Per chiudere quella ferita, che faceva male.

Tanto male.

Talmente male da fargli dimenticare il dolore alla gamba. Talmente male da fargli dimenticare cos'era la felicità.

Già, felicità. Aveva veramente dimenticato cos'era. Da anni ormai. Ma ora aveva capito che non poteva più continuare così. Doveva effettuare una scelta, quella scelta che rinviava da anni. Perché aveva paura. Paura della felicità. Paura dell'amore. Di soffrire nuovamente per amore.

Aveva capito che doveva curare quella ferita. Quella ferita che era stata aperta cinque anni prima, il cui dolore aveva accompagnato quello alla sua gamba. Ma mentre per quest'ultima aveva il Vicodin, per l'altra poteva scegliere tra due cure.

Ma quale sarebbe stata la più efficace?

Questo dubbio gli attanagliava la mente. E anche l'anima. Ma sbagliava.

Non era abituato a sbagliare, ma adesso lo stava facendo. Per questo faceva fatica a capirlo.

Stava ragionando con la mente.

Mentre doveva scegliere con il cuore.

Quell'organo che conosceva così bene dal punto di vista medico, ma non da quello umano.

Quell'organo lo aveva fatto soffrire. Molto più della sua gamba. Quella dannata ferita non lo lasciava in pace, non lo faceva dormire la notte, lo rendeva scorbutico e, a volte, insopportabile. Quella ferita non lo faceva vivere.

Eppure più di una volta qualcuno si era interessato a quella ferita, aveva provato a curarla. E lui, come aveva reagito?

Aveva rifiutato sgarbatamente la cura. Anche se non voleva. Non voleva ferire le persone. Ma lo aveva fatto. Tante, tante volte. Le aveva deluse, le aveva fatte arrabbiare. Eppure loro non lo avevano abbandonato. Calpestando il loro orgoglio avevano gettato una pietra sopra a ciò che era successo, e avevano continuato a provare ad aiutarlo.

E lui continuava a respingerle.

Ma adesso aveva capito.

Aveva sbagliato.

E così si era rifugiato nel suo ufficio, deserto, a quell'ora di notte. Aveva scritto ciò che nella sua mente non riusciva ad analizzare sulla sua lavagna bianca, si era seduto e, facendo roteare il suo fido bastone, aveva iniziato a riflettere.

Le condizioni atmosferiche all'esterno rispecchiavano i suoi sentimenti.

Temporale.

Ed un lampo, un semplice lampo, gli fece capire tutto.

Finalmente sapeva cosa fare! Sapeva cosa scegliere, CHI scegliere.

Due donne...

Una giovane, dolce, bella, che aveva fatto tanto soffrire. L'altra carismatica, affascinante, forte, che aveva tante volte offeso e maltrattato.

Ma non doveva più pensare quale delle due scegliere. Ormai il suo cuore aveva scelto la cura giusta. Adesso sapeva quale sarebbe stata la medicina che avrebbe curato quella ferita così profonda e dolorosa.

Aveva scelto. Non la sua mente razionale, ma il suo cuore aveva scelto.

Si alzò, posò la palla, prese il bastone e cerchiò uno di quei due nomi scritti sulla lavagna con il pennarello. Il nome di quella donna che scoprì di amare. Poi uscì e con la sua moto arancione si diresse verso la casa della sua donna, la sua vera medicina, per dichiararle finalmente il suo amore.

 

The end

 

Finita! Allora, vi è piaciuta? Oppure vi ha fatto schifo? O vi ha deluso? Non esitate a dirmelo: aspetto tutte le vostre recensioni (sia positive che negative)! Mi aiuteranno a capire come migliorare. Alla prossima!

 

Angelikfire

  
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