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Autore: exceptions    05/10/2012    0 recensioni
Esiste un posto al mondo dove le idee si confondono e si intrecciano danzando.
Quei pochi che riescono a raggiungerlo veramente hanno la fortuna di poter plasmare le proprie anime.
Una casa discografica che sta per affondare e poche persone che ancora credono di poter risollevare le sorti del mercato musicale. Esiste un rimedio.
Scovare e riunire i migliori musicisti per creare un gruppo formidabile, un gruppo che possa ribaltare il destino della musica mondiale.
Ma niente va come si crede.
[Long fiction. Che dire? Che la musica cominci.]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Esiste un posto al mondo dove le idee si confondono e si intrecciano danzando.
Quei pochi che riescono a raggiungerlo veramente hanno la fortuna di poter plasmare le proprie anime.
C’è chi si tramuta da agnello a leone, chi apre gli occhi e si dona al peccato, chi serra la mente e si rinchiude in una stanza buia, chi tocca la luce e riesce a portarla con sé.
Alcuni si vantano di essere riusciti a tornare sani da quel luogo di perdizione, che non ha intaccato le proprie esistenze. La verità è che se niente dell’essere è stato modificato, quel luogo non lo si è mai raggiunto...
Quel posto viene chiamato Musica.
 
E Tony Stark capì in quello stesso momento di averne raggiunto i cancelli.
 
***
 

Capitolo 1
 
Let me try

 

Nick Fury quel giorno aveva fretta, una fretta decisamente poco consona alla sua persona. Passando la mano sulla fronte portò via qualche residuo di sudore dalla pelle color ebano e strinse con forza i pugni, prima di spalancare le porte della sala riunioni. Una ventina di teste si girarono verso di lui mantenendo sul viso un espressione neutra, con guizzi sinistri negli occhi. Con misurata pacatezza l’uomo fece un cenno di saluto verso tutti e con passi precisi prese il suo posto a capotavola, mantenendo dietro le spalle lo schermo gigante. Le luci furono lentamente abbassate e una serie di grafici comparvero sul monitor, sinistri bagliori proiettati sui volti delle persone sedute. Fury incrociò le braccia al petto, interrompendo quell’agonia con un lungo sospiro.
“Dobbiamo trovare una soluzione.”  Pronunciò greve.
“No, Fury. Lei deve trovare una soluzione. - Rispose un uomo dallo spiccato accento russo seduto in maniera composta sull’elegante poltrona - Le abbiamo messo in mano una bomba, le abbiamo affidato la dirigenza di questa azienda e lei ci ripaga in questo modo. Un uomo con la sua esperienza e il suo carattere, un uomo che si dice si sia fatto da solo. Lei, Nick Fury, lei è riuscito a far crollare le nostre vendite in maniera drastica e ingiustificabile.” Il tono era stato un crescere di veleno, una stilettata in pieno petto dell’uomo seduto a capotavola che si ritrovò ad annuire tristemente, indeciso sul da farsi.
“Signor Fury – si intromise una voce femminile – lei sta rischiando grosso in questo modo. Non solo la sua carriera potrebbe crollare in un attimo, ma potrebbe trascinare con sé questa azienda e con lei... tutti noi.” Un mormorio salì dagli uomini in riunione, qualcuno deglutì rumorosamente. Il mormorio si trasformò in voci concitate appena il dirigente si schiarì la voce per annunciare con tono solenne: “Ho un progetto.”
“Lei il suo progetto se lo dovrebbe infil...”
“Signor Ivanov stia calmo! E mi ascolti - intimò l’uomo riportando il silenzio nella stanza – Purtroppo abbiamo avuto problemi con il nostro precedente gruppo. Mi sto imputando tutte le colpe del caso, anche dell’accidentale morte di Sienna West. Sono qui per risollevare le sorti di questa azienda e per donare un prestigio nuovo ai nostri investitori. Questa volta il progetto verrà tenuto segreto, tutto ciò che vi rivelerò non uscirà da questa stanza né ora né mai e voi... voi, mi ascolterete senza fare domande finché non avrò chiarito questa maledetta storia.”
Un silenzio carico di tensione si creò nella stanza, e Nick Fury guardò negli occhi ogni singolo uomo o donna seduto al suo stesso tavolo. Progetto... avrebbe dovuto definirlo azzardo ma tralasciò volutamente l’espressione. L’aria della stanza era già irrespirabile in quel modo, mettere altra carne al fuoco sarebbe stato nocivo e ad ogni modo ingestibile.
“Cosa vuole fare?” domandò dopo qualche secondo una donna, più intimorita che curiosa. Fury si alzò poggiando le mani al tavolo e sorrise.
“Il progetto Avengers.”
La sala proruppe in un boato di voci e l’uomo capì in quel momento che aveva scelto la via più impervia per portare dalla sua parte i collaboratori dell’azienda. Seppe in quel momento che sarebbe stata una lunga, lunghissima riunione.
 
 
Quando Tony Stark aprì gli occhi, la prima cosa che percepì fu il freddo della coperta contro le gambe nude. Ogni respiro era doloroso come una coltellata e avvertiva un sinistro gonfiore all’altezza del petto. C’era qualcosa di maledettamente sbagliato in quella situazione, qualcosa che avrebbe potuto trasformarsi in un epocale disastro se non si fosse immediatamente ricordato come era finito in quella stanza, perché di una stanza si trattava. Provò a ossigenare il cervello con respiri più lunghi ma non ottenne assolutamente nessun riscontro. Dopo circa venti minuti di inutili tentativi la porta si aprì su un corridoio azzurro, ed entrò una donna vestita di bianco. Tony Stark non riusciva neanche ad articolare una parola, ma riuscì benissimo a calibrare la misura di seno dell’infermiera, e stabilì che era una quarta, abbondante.
“È sveglio signor Stark.”
“D... dove sono?”
“In ospedale, non ricorda?” domandò la ragazza. Che cazzo di domanda era? Se gli chiedeva dove si trovava era ovvio che non ricordasse nulla.
“No... non... so cosa si... a suc... successo.” Ansimò sentendo una fitta al petto.
“Quindi... non ha memoria del colpo di pistola?”
Tony Stark ebbe un flash rapido e doloroso, qualcosa che fece talmente male da fargli digrignare i denti e aggrappare alle coperte. Un assolo interrotto sul più bello, una corda che si spezza come a preannunciare quello che sta per accadere di lì a pochi secondi. Poi lo sparo, le urla, i medici... e poi musica e silenzio.
I valori fino a poco prima stabili crollarono all’improvviso e un equipe medica si precipitò nella stanza, lasciando che le urla dell’uomo riempissero il corridoio.







***♪***

Saaaaaaaaaaaalve.
Ok, è un dannatissimo esperimento ma mi ronza in testa da circa tre mesi. È la prima fiction che scrivo sugli Avengers (anche se propriamente Avengers non sono) e come avrete capito si tratta di un Alternative Universe. Immaginate tutti i mostri sacri della Marvel catapultati in un universo terreno, dove in realtà il loro potere più grande è sapere suonare uno strumento musicale, oppure essere una presenza scenica di spicco rispetto agli altri.
Naturalmente mi discosterò dalla trama originale del film, attingendo però moltissime situazioni e circostanze particolari. I personaggi ci saranno praticamente tutti (anche le spalle degli altri film probabilmente, ma le coppie cambieranno statene pur certi) e secondo me ne vedremo delle belle. Aggiorno frequentemente, e la lunghezza dei capitoli è alquanto variabile, dipende naturalmente da quanto l’università mi permetta di respirare.
Per qualunque domanda, sapete dove contattarmi.


Il titolo della storia è un omaggio ai Mumford And Sons, che vi invito ad ascoltare fortemente, e naturalmente avrà un ruolo all’interno della fiction.
Che dire?
Ci vediamo nel prossimo capitolo.

Exceptions.

   
 
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