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Autore: Yahel Lyla Taylor    05/10/2012    1 recensioni
lisa è una giovane ragazza vittima dei compagni di scuola che non fanno altro che prenderla in giro.
Per questo motivo, ogni volta che le è possibile, scappa a rifugiarsi in montagna lontano da tutti per starsene tranquilla a riflettere e proprio durante una di queste 'fughe' in montagna incontrerà un ragazzo che le cambierà la vita e renderà quel posto il suo Paradiso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CASA PARADISO

Era una splendida giornata primaverile, il sole ancora un po’ pallido, per via dell’inverno appena passato, incominciava a riscaldare la faccia della ragazza svogliatamente sdraiata in uno splendido paesaggio alpino.
Il prato di un’incantevole verde smeraldo si estendeva all’infinito, interrotto qua e là da chiazze di bosco, alle sue spalle si innalzavano le alpi, alte e possenti catene montuose dalle cime bianchissime, e uno splendido cielo azzurro intenso con alcune nuvole rare che si spostavano, anch’esse, svogliatamente.
La ragazza, che fino a quel momento era rimasta distesa su un fianco ad ammirare un fiorellino che stava sbocciando, si lasciò rotolare a pancia insù e iniziò ad osservare il cielo, quello splendido cielo, poi tirò un lieve sospiro e con una leggera spinta dei fianchi si mise a sedere abbracciandosi le gambe ripiegate vicino al grembo.
Lasciò che il fresco venticello le scompigliasse i lunghi capelli biondo-dorati facendo perdere il suo sguardo su quella splendida vallata e, infine, dopo aver preso un lungo si alzò in piedi.
Con un veloce gesto della mano afferrò il suo zainetto e incominciò a scendere per tornare tra mura e cemento abbandonando quello splendido angolo di paradiso.
Purtroppo ora non aveva più tanto tempo per pensare a quello che lasciava ma al fatto che l’ultimo autobus che partiva dal paesino di montagna, dove si era rifugiata, per raggiungere la stazione del treno sarebbe partita a minuti e lei non poteva perderlo.
Era impensabile che lo perdesse altrimenti avrebbe dovuto chiamare casa e dire ai genitori di farsi più di due ore di macchina in strade di montagna per andarla a prendere perché invece di andare a scuola era scappata nel suo paradiso personale e aveva perso il pullman del ritorno.
Arrivò alla fermata dell’autobus giusto in tempo per prendere al volo l’ultima corriera.
Per tutto il resto del viaggio fino a casa non poté far a meno di pensare alla prossima volta in cui ci sarebbe potuta tornare.
Arrivata a casa, lontano da tutti e da tutto ma vicino a chi le voleva bene, si sentiva felice.
- ciao tesoro, com’è andata oggi a scuola?- chiesero i genitori premurosi.
- alla grande- rispose la ragazza cercando di non far proseguire oltre la conversazione per non mentirgli oltre.
- siamo contenti che le cose stanno andando meglio-
- già- commentò prima di andare in camera a prepararsi per il giorno dopo e mentre era distesa sul suo letto a meditare sorrise al pensiero di come la sua vita era buffa.
Aveva scoperto quel posto durante una gita scolastica, i compagni non avevano mai smesso di prenderla in giro e così lei aveva deciso di andarsene per i fatti suoi trovando quella pianura dove, una volta raggiunta dai suoi compagni, divenne per lei la rappresentazione dell’inferno.
Nonostante tutto andava lì per riflettere, pensare e escludersi dal mondo soprattutto per stare il più lontano possibile da quelle persone che tanto la facevano soffrire.
Il giorno dopo, come immaginava, a scuola le cose erano sempre le stesse. Avrebbe potuto starsene a casa anche per un mese intero che nessuno si sarebbe preoccupato della sua assenza, salvo i professori.
All’ennesima offesa, la ragazza, indignata e decisa a non sopportare oltre, al suono dell’intervallo, fuggì cercando di andare a rifugiarsi il prima possibile nel suo angolo preferito ma appena uscita dalla porta si scontrò con un ragazzo.
- scusami, non ti avevo vista. Ti sei fatta male?- domandò premuroso.
- no- disse timidamente dandogli una breve occhiata.
Bastò la semplice vista del ragazzo e del suo sorriso per colpirla profondamente. Era quello che si definisce amore a prima vista o colpo di fulmine.
Senza lasciarli il tempo di aggiungere altro fuggì via da lui con la faccia tutta rossa per l’emozione.
Una volta raggiunto il suo angolo tirò fuori il cellulare e scrisse ai genitori: torno a casa verso le si. Prima ho da fare. Ciao.
Così al termine della scuola riuscì a tornare alla sua pianura.
Si era distesa sul prato da meno di un quarto d’ora quando una voce alle sue spalle la colse all’improvviso.
Era convinta di essere lì da sola e invece la voce stava parlando proprio a lei.
- splendido posto per respirare un po’ d’aria pura e non tutto quello smog che ci propinano in città, vero?-
La ragazza era sbalordita, era il ragazzo della mattina che le stava parlando.
- ehm si- rispose titubante.
 - non ti ho pedinato, se te lo stai chiedendo- si affrettò a puntualizzare il ragazzo – vengo qui spesso. È uno splendido posto per pensare e stare lontano da tutto e tutti-
- lo penso anch’io- disse la ragazza continuando a fissarlo chiedendosi come mai se, come aveva detto, veniva spesso non l’aveva mai visto prima.
Lui, come se avesse letto nel pensiero alla ragazza, rispose – vengo spessissimo qui ma ultimamente non sono potuto venire a causa di alcuni impegni-
La ragazza si sentì in imbarazzo – ma io non ho detto niente-
- tu no ma i tuoi occhi si- rispose lui – vedo che ti sei sistemata bene- disse indicando la coperta che la ragazza aveva messo sull’erba per stare più comoda – posso approfittarne?-
- si certo- rispose in imbarazzo lei facendogli spazio sulla coperta.
- ah comunque io mi chiamo Nick- disse porgendole la mano – Lisa- rispose.
Il resto del pomeriggio lo passarono a chiacchierare e, al termine della giornata, i due si potevano definire grandi amici.
Nick nei giorni avvenire insegnò molto a Lisa su come comportarsi a scuola e si dimostrò un vero amico.
Gradualmente le gite al suo angolo di paradiso divennero sempre più rade per via degli impegni che i ragazzi col tempo dovettero affrontare.
Un bel giorno di primavera Lisa andò ad aprire la porta e si ritrovò il suo amico Nick, che nel frattempo era diventato qualcosa di più che un semplice amico.
- ciao Nick disse sorpresa.
- ciao, dai sbrigati. Vieni con me!- disse afferrandola per un braccio e trascinandola via.
- aspetta, non posso uscire così- protestò inutilmente – mamma, papà. Io esco!- urlò chiudendo la porta.
- allora dove stiamo andando?-
- è una sorpresa-
Dopo più di due ore di macchina, Lisa, capì che stavano andando al suo angolo di paradiso.
Nick aveva preparato uno splendido pick-nick per loro.
Mangiarono e scherzarono per più di un’ora contenti di essere tornati lì poi Nick si fece serio e si avvicinò a Lisa.
- Lisa, sai che giorno è oggi?-
- no- rispose curiosa lei.
- esattamente cinque anni fa ci siamo conosciuti, proprio qui- disse indicando il posto in cui erano seduti – e ho capito che tu saresti stata la persona che vorrei avere accanto per tutta la vita. Lisa, tesoro, vuoi sposarmi?-
La ragazza rimase senza parole per qualche minuto mentre calde lacrime gli solcavano le guancie.
- si, si- sussurrò prima di riprendersi e saltando addosso a Nick abbracciandolo e baciandolo.
Passò ancora un anno prima che i due ritornarono su quella pianura, in occasione del loro primo anniversario.
- tanti auguri tesoro- disse Nick a Lisa dandole un bacio sulla guancia e abbracciandola.
- grazie, che bel regalo che mi hai fatto portandomi qui per fare un pick-nick in confronto il braccialetto che ti ho preso è una patacca-
- guarda che il regalo non consiste in un semplice pick-nick- disse lasciando di stucco la ragazza – il mio regalo è questo- disse mostrandole un foglio.
Il foglio altro non era che un contratto di vendita, Nick aveva comprato il suo angolo di paradiso e l’aveva fatto passare edificabile. Voleva costruire la loro casetta.
- settimana prossima inizieranno i lavori- le disse.
- amore, grazie- disse baciandolo.
I due abitarono nella loro casa di montagna fino a quando non nacque la loro prima bimba, Yahel.
Yahel aveva gli occhi azzurri come il padre e i capelli biondi come la madre, era una bambina bellissima.
Abitarono lì fino a quando Yahel non raggiunse l’età scolare e quindi si videro costretti, per comodità a tornare in città.
Ora Yahel ha otto anni e vive in città ma ogni volta che ha una vacanza va con i suoi genitori e la sua sorellina, Mya, nella loro splendida casa in campagna.
Nick e Lisa che prevedono di passarci la vecchiaia in quella casa.
Le hanno dato anche un nome a quella casa: Casa Paradiso.
Il nome ‘Casa Paradiso’ l’aveva scelto Lisa perché riusciva a rappresentare al meglio quello che la casa significava per lei.
Nick e Lisa vivranno felici e contenti nel loro angolo di paradiso per tutta la vita.
Come faccio ad esserne sicura?
Lasciate che mi presenti: mi chiamo Yahel e Nick e Lisa sono i miei genitori.
  
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