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Autore: HeyFox    06/10/2012    1 recensioni
- Perche' lo stai facendo, lentiggini?- Chiese un'altra volta, sussurrando.
Gli diedi una leggera spinta - Se mi chiami un'altra volta "lentiggini" giuro che sarai morto.- Dissi con finta aria minacciosa e un dito puntato contro il suo petto.
Non mi ero nemmeno accorta che la sua tenuta da football fosse scomparsa e che in quel momento indossava soltanto una di quelle camicie che dava l'ospedale.
Lui arrossi' leggermente, poi punto' anche lui un dito contro di me - E tu non hai ancora risposto alla mia domanda, lentiggini.- Disse divertito abbassando il viso per nascondere il rossore.
Scoppiai a ridere a quella scena - Non ti ho mai visto arrossire!- Esclamai ammiccando con lo sguardo.
Lui alzo' un sopracciglio - Mi stai per caso prendendo in giro?- Chiese divertito.
Io feci una faccia che doveva sembrare indignata - Ma chi, io? Lo avrei fatto due mesi fa, ma adesso non mi permetterei mai.- Dissi con voce seria, anche se mi veniva da ridere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mess'
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Erano passati ormai due mesi da quel giorno.
La scuola andava alla grande, il football pure. L'atletica era stata cancellata per colpa dei soli due partecipanti. Con i ragazzi mi sentivo sempre e solo a scuola, perche' abitavano dalla parte opposta della citta'. E con Logan... Beh, non mi dava piu' fastidio, non mi perseguitava piu', si era isolato da tutti, scacciava chiunque gli si voleva avvicinare e scompariva a ogni ricreazione e ora buca.
I ragazzi lo prendevano in giro dicendo che preferiva stare con quelle piu' grandi di lui, ma io non ridevo mai a quelle battute, sorridevo leggermente, e incominciavano a darmi leggermente fastidio, senza una ragione precisa.
- Jenny? Terra chiama Jenny.- Sentii esclamare Carlos.
Mi riscossi e lo guardai - Scusate ragazzi, ero nel mondo delle nuvole.- Dissi sorridendo.
Loro risero - Si, lo avevamo capito.- Disse James sorridendo.
- Che stavate dicendo?- Chiesi curiosa, mentre mi sistemavo la borsa a tracolla sulla spalla.
- Ti stavamo chiedendo se vorresti venire con noi al concerto dei Maroon 5. Mio padre e' l'addetto al suono, quindi ha ricevuto biglietti per tutta la famiglia, ma visto che mamma non vuole venire e nemmeno i miei fratelli, ho tre biglietti in piu'.- Mi informo' Kendall sorridendomi e passando un suo braccio attorno alle mie spalle.
Io ci pensai un po', poi annuii sorridendo - Certo, mi piacerebbe molto.-.
I ragazzi sorrisero e si scambiarono un cinque. - Cosi' si ragiona!- Quasi urlo' James, facendoci ridere.
In quel momento vidi passare Logan con una custodia di chitarra sulla spalla.
- Hey, Henderson, provi ad imparare a suonare la chitarra? Non provarci, e' troppo complicato per uno come te.- Disse Kendall, scoppiando a ridere.
Logan si limito' a guardarci, soffermandosi particolarmente su di me. La mia espressione era sicuramente dispiaciuta. Si giro' e prosegui' verso la sua destinazione.
Mi rivolsi con sguardo severo verso i tre - Lo sapete che questo e' bullismo? Voi non eravate cosi'.-.
- Suvvia, contro Logan Henderson non esistono atti di bullismo.- Esclamo' Kendall con un'espressione del tutto tranquilla.
Lo guardai male - Quando rimetterete le teste a posto sapete dove abito. E invita qualcun'altro al concerto.- Risposi fredda, allontanandomi dal gruppo.
Iniziai a camminare per i corridoi, ormai quasi vuoti, visto che la campanella era suonata e io avevo ora di buca.
Era bello camminare fra i corridoi quasi vuoti. Era silenzioso e si poteva pensare, con il ritmo dei propri passi che scandiva la seguenza dei ricordi.
Avevo deciso di andare a sedermi sotto un albero, all'ombra, per ascoltare musica e ripassare.
Camminavo sorridendo, mentre frugavo nella borsa per trovare il mio MP3.
Ma quando arrivai vicino all'aula di musica mi bloccai di colpo.
Il dolce suono di una chitarra classica proveniva dall'aula; dopo un po', cominciai a sentire una dolce voce aggiungersi alla melodia.
Mi portai automaticamente una mano all'orecchio per vedere se magicamente qualcuno mi avesse messo delle cuffiette, quasi come se il mio subconscio pensasse che quella voce fosse di un cantante, ma le mie dita non trovarono niente di duro e fatto di plastica.
Lasciai perdere la borsa e il mio progetto di uscire nel giardino e ascoltare musica.
Mi avvicinai alla porta dell'aula, mentre la voce si faceva sempre piu' chiara.
Quella voce mi era famigliare, ma non mi veniva in mente chi potesse essere.
Aprii piano la porta giusto per vedere qualcosa.
Quasi la mia mente non volle crederci quando intravide la figura di Logan seduta sulla scrivania.
Sul volto aveva un'espressione concentrata, rilassata; gli occhi chiusi tramandavano uno strano senso di tranquillita'.
Le dita si muovevano leggere sulle corde della chitarra, posata sulle sue gambe che erano a penzoloni.
L'ultima cosa, e anche piu' bella, le sue labbra di muovevano sinuose, facendo uscire la sua voce che intonava le parole della canzone.
Entrai silenziosamente nella stanza, chiudendomi la porta alle spalle, per poi andare a sedermi su un banco.
Era bello stare seduti ad ascoltarlo cantare.
Sorrisi involontariamente quando suono' l'ultima nota.
Apri' gli occhi e fece un balzo sulla scrivania, spostando velocemente la chitarra accanto a se.
- Jennifer, che ci fai qui?- Chiese sorpreso mentre scendeva dalla scrivania con un agile salto.
Io alzai le spalle - Avevo ora di buca e volevo andare in giardino ad ascoltare la musica, ma lei e' venuta da me.- Dissi sorridendo - Non sapevo che tu sapessi cantare e suonare. Hai davvero una bella voce.- Mi complimentai scendendo dal tavolo.
Lui sorrise leggermente. - Grazie. Ma ti prego, non dirlo a nessuno. Nessuno sa che io canto, nemmeno i miei genitori, e se lo venissero a sapere mi prenderebbero sicuramente in giro.- Disse mentre prendeva la chitarra e incominciava a rimetterla nella custodia.
Misi una mano sulla sua e gli sorrisi quando giro' la testa verso di me.
- Ok, io non diro' nulla a nessuno... A patto che tu canti di nuovo.-  Dissi sorridendo, per poi notare il gesto che avevo fatto.
Ritrassi velocemente la mano, arrossendo di nuovo senza motivo, per poi risedermi su un banco.
- A proposito di prese in giro- mormorai per cambiare discorso -mi scuso per il comportamento dei ragazzi. Non so cosa li sia preso.- Mi scusai davvero dispiaciuta.
Lui mi guardo' con il suo solito mezzo sorriso, che aveva un non so che di malinconico, mentre si sistemava la chitarra sulla coscia destra.
- Non preoccuparti, ma grazie lo stesso per le scuse.- Mormoro' piano, con lo sguardo abbassato sulle corde della chitarra.
Ne io ne lui aggiungemmo nulla, lasciando completamente lo spazio al suono delle corde pizzicate dalle sue dita.
Io chiusi gli occhi proprio mentre la sua voce prendeva di nuovo possesso dell'aria che ci circondava. Non so come, e nemmeno perche', ma mi ritrovai a pensare che la sua voce fosse davvero fantastica, degna di avere come proprietario uno di quei cantanti che si vedono sfilare sui Red Carpent.
Ad un tratto sentii la melodia cambiare e la sua voce interrompersi.
Lo sentii scendere dalla cattedra e avvicinarsi a me.
Aprii gli occhi e me lo trovai davanti con un bel sorriso che lo faceva diventare ancora piu' bello.
Si, bello, perche' non si poteva assolutamente dire che fosse un brutto ragazzo.
- Che canzone era quella che hai appena cantato?- Chiesi a bassa voce, sorridendo.
Anche lui sorrise mentre si girava per rimettere la chitarra nella custodia - Era "Far Away". Bella, vero?- Chiese girandosi leggermente verso di me.
Annuii - Molto. E' fantastica.- Dissi anch'io sorridendo.
Stava per aggiungere qualcosa d'altro, ma venne interrotto dal forte e chiaro suono della campanella che segnava l'inizio dell'ultima ora.
- Il tempo e' volato stando qua- dissi mentre prendevo la borsa da terra - ed e' stato davvero molto piacevole stare qui con te, ma adesso ho inglese che mi aspetta.- Conclusi salutandolo con una pacca sulla spalla.
Quando arrivai in classe trovai il professor Anderson seduto sulla scrivania.
- La prego, mi dica che non sono in ritardo.- Dissi con un'espressione supplichevole.
Lui rise e scosse la testa. - No signorina Brown, come al solito non siete voi ragazzi ad arrivare in ritardo, ma sono io ad arrivare in anticipo. E adesso vada pure a sedersi.- Disse scherzando e facendoci ridere.
Feci come aveva detto il professore e andai a sedermi, mentre lui si alzava.
- Ragazzi, oggi, invece di fare lezione faremo un... Bonus, ecco.- comicnio', dopo aver pensato alla parola giusta. - Ieri, mentre ascoltavo una canzone dei Nickelback..Ebbene si, ascolto musica rock.- ando' fuori argomento per colpa di alcune facce stupite, mentre rideva. -Stavo dicendo..Mentre ascoltavo "If today was your last day" mi e' venuto quasi naturale pensare " E i ragazzi cosa farebbero?". Per questo oggi ne parleremo in classe, va bene? Altrimenti possiamo sempre tornare all'argomento che abbiamo lasciato in sospeso.- Disse ridendo, mentre un coro di "No" si alzava da tutta la classe.
Il professore annui' soddisfatto, incominciando a parlare.
L'ora passo' velocemente. Le lezioni del professor Anderson erano davvero fantasiose ed era davvero divertente sentire le cose inventate sul momento che vorrebbero fare i ragazzi se fosse il loro ultimo giorno di vita.
Prima del suono della campanella il proffessore ci fermo'.
- Compito per casa: scrivere un tema sull'argomento di cui abbiamo parlato oggi.- Annuncio' sorridendo, per poi allargare le braccia. - E vi auguro buon fine settimana. Ci vediamo la prossima settimana.- Ci saluto' per poi uscire con calma dalla classe, con noi che lo seguivamo.
Andai al bar della scuola per comprarmi qualcosa da mangiare, senza aspettare i ragazzi come avrei fatto poche ore prima.
Mangiai velocemente il mio panino e controllai l'ora: tredici e quarantacinque.
Mi alzai velocemente, per poi dirigermi verso gli spogliatoi del campo di football per cambiarmi.
Quando uscii dagli spogliatoi femminili tutti gli altri ragazzi stavano gia' facendo allenamento.
- Sbrigati Jennifer o sarai indietro con i riscaldamenti.- Urlo' il nostro coach dall'altro lato del campo.
Sospirai e infilai il casco e il paradenti, per poi mi aggiunsi al gruppo che stava correndo.
La stagione del football stava per iniziare e il coach stava iniziando a darci del filo da torcere.
Era la terza mini partita che facevamo e incominciavamo a iniziare ad essere tutti stanchi.
Lanciai un'occhiata a Logan.
Aveva mantenuto il suo ruolo di capitano, anche perche' aveva cominciato a giocare davvero bene, ma in quel momento mi sembrava piu' stanco di tutti. Aveva persino rallentato la corsa, cosa che capitava molto raramente.
Afferrai la palla lanciatami da Alan e cominciai a correre, ditogliendo lo sguardo da Logan.
Dopo una dozzina di metri mi trovai accerchiata e cercai con lo sguardo qualche compagno libero a cui potessi passare la palla.
L'unico era Logan, cosi' la lanciai a lui.
Appena la sua mano tocco' la palla, lui cadde in ginocchio, appoggiando i pugni chiusi a terra.
Tutti rimasero immobili, spaventati.
Fui la prima a reagire, facendomi largo fra i ragazzi. Mi tolsi il casco mentre correvo nella sua direzione.
Appena mi inginocchiai accanto a lui notai che aveva il respiro veloce e faticoso, gli occhi chiusi.
- Logan, cosa diavolo ti succede?-  Chiesi allarmata mettendogli una mano sulla spalla.
Lui cerco' di togliersi il casco, ma riappoggio' il pugno sull'erba - Non..Non mi sento molto bene.- Sussurro' con un filo di voce.
Gli tolsi delicatemente il casco, facendolo distendere con la testa appoggiata alle mie gambe.
- Chiamate un'ambulanza!- Esclamai rivolgendomi al coach.
Notai che stava per perdere coscienza. Non sapevo che fare per tenerlo sveglio, era la prima volta che finivo in una situazione del genere.
Sentii altre due persone accanto a noi, cosi' alzai lo sguardo dal volto pallido di Logan che tenevo fra le mani, trovando Carlos e James con lo sguardo preoccupato.
Carlos avvicino' le manialle guance di Logan, dandogli dei leggeri schiaffi.
Il ragazzo apri' leggermente gli occhi, mentre il suo respiro cominciava a ridiventare regolare...Lentamente, ma cominciava a ridiventarlo.
James gli prese il braccio sinistro e mise due dita sul polso, alzando poi lo sguardo verso di me.
- Ha il battito debole. Se si addormenta adesso potrebbe entrare in un pericoloso stato.- Disse serio, mentre Carlos continuava a dargli leggeri schiaffi ogni tanto.
Io annuii mentre vedevo il coach rimandare tutti negli spogliatoi, venendo poi verso noi quattro.
- Tra cinque minuti un'ambulanza sara' qui.- Ci informo', sedendosi accanto a noi.
Io annuii e accarezzai la guancia di Logan, facendogli aprire gli occhi. Mi guardo' e mi sorrise leggermente, posando in seguito una mano tremante sulla mia.
L'ambulanza arrivo' in cinque minuti esatti.
I paramedici portarono con loro una barrella, permettendo a noi ragazzi di alzarci.
Carlos e James si alzarono e rimasero a guardare, mentre io mi sfilai velocemente tutte le protezioni, avviandomi subito dopo a prendere il mio zaino.
Quando rientrai in campo i paramedici stavano gia' caricando la barrella con Logan nell'ambulanza.
Mi avvicinai ai due ragazzi, mentre il coach parlava con uno dei medici.
- Sapete cosa gli e' successo?- Chiesi a bassa voce.
I ragazzi scossero la testa - Non lo sappiamo. Non ci hanno detto nulla.- Disse Carlos con le braccia incrociate sul petto.
- Spero che si riprenda.- Sussurro' invece James, mentre il professor Smith si avvicinava a noi.
- Io vado all'ospedale con Logan. Carlos vieni con me?- Chiese fermandosi accanto a noi.
Carlos stava per annuire, ma la voce di uno dei paramedici lo precedette prima che potesse concludere il gesto.
- Signor Smith, il ragazzo e' entrato in uno stato di dormiveglia e continua a mormorare il nome di una certa Jennifer. E' possibile farla venire all'ospedale?- Chiese da lontano, facendomi distogliere l'attenzione da Carlos e James.
Mi scambiai un'occhiata con il professore e i ragazzi, poi sospirai - Professore, avverto io i suoi genitori. Siamo vicini di casa, chiamo mio padre e gli dico di avvertirli.- Sussurrai mentre mi dirigevo verso l'ambulanza.
I paramedici ci fanno salire e io mi siedo alla sinistra di Logan che, pur stando in uno stato di incoscienza, continua a mormorare il mio nome insieme ad un altro. Continua a chiamare una cera Erin.
Scacciai le domande che mi erano venute in modo spontaneo e presi la sua mano, stringendola leggermente - Sono qui.- Dissi a bassa voce, mentre la sua presa si faceva piu' forte.
Il viaggio fu del tutto silenzioso, oltre al "Bip" che facevano i macchinari medici, monitorando lo stato di Logan.
Entro dieci minuti mi ritrovai in sala d'aspetto da sola, visto che il professore era dovuto scendere per firmare alcuni documenti, con il cellulare appiccicato all'orecchio, aspettando che papa' accettasse la chiamata.
- Ciao tesoro! Come mai mi chiami? Non dovresti essere alli allenamenti di football?- Sentii finalmente la sua voce dall'altra parte della cornetta, dopo cinque squilli.
Io sospirai sorridendo a un dottore che stava passando - Papa', non c'e' tempo per i convenevoli. Logan si e' sentito male, siamo in ospedale. I suoi genitori non sanno ancora nulla e forse e' meglio se li avverti tu.- Spiegai velocemente mentre vedevo un medico uscire dalla camera di Logan -Scusa papa', sta arrivando il medico che ha fatto i controlli. Avvisa immediatamente i suoi genitori. Ci vediamo dopo.- Conclusi chiudendo la chiamata, proprio mentre il medico si fermava accanto a me - Lei e'...?- Chiese mentre sfogliava la cartella.
- Un'ami..- ci pensai bene - Compagna di scuola e vicina di casa.- Spiegai, ricordandomi un'altra cosa - I suoi genitori saranno qui a momenti-.
Lui grugni' qualcosa, poi alzo' gli occhi su di me - Non posso dirle molto. Sono autorizzato solo a dirle che e' sveglio e cosciente. Posso anche lasciarla entrare a patto che non faccia fare sforzi al paziente.- Spiego' con una voce che sottolineava che fosse la frase che diceva in continuazione
Io annuii sorridendo lievemente - Grazie dottore, prometto che non gli faro' fare sforzi.- Dissi dirigendomi poi verso la stanza.
Aprii la porta e ci infilai dentro la testa, vedendo Logan disteso sul letto che sorrise appena mi vide.
- Jennifer, che ci fai qui? Prego, entra.- Esclamo' invitandomi con una mano ad entrare.
Io sorrisi mentre entravo e mi sedevo su una sedia accanto al suo letto, poi lo guardai confusa. - Non ti ricordi? Sono venuta con te in ambulanza. Mi hai pure stretto la mano.- Mormorai.
Lui ci penso' un po', poi scosse la testa, dispiaciuto - Mi dispiace, non me lo ricordo. Il dottore mi ha detto che potrei avere quslche vuoto di memoria.- Mi spiego', tenendo il suo sguardo fisso sulla sua mano.
- Mi dispiace Logan, molto. Il dottore ti ha detto cosa hai?- Chiesi mentre posavo quasi d'istinto la mia mano sulla sua.
Scosse la testa alzando lo sguardo sul mio - No, ha detto che vuole prima parlarne con i genitori.- Disse sbuffando - Come se avessi cinque e non diciotto anni.- Esclamo' indignato.
Risi leggermente - Su, non prendertela.- Dissi con un sorriso.
Sorrise anche lui, rimanendo poi in silenzio per qualche minuti.
- Perche' lo stai facendo?- Chiese ad un tratto, spiazzandomi completamente con quella domanda.



Angolo autore.
Salve curmaglia! (?)
No, tornando seri...Secondo voi, le cose stanno cambiando in modo tropoo radicale?Perche' se e' cosi;, beh, dovrei riscrivere tre capitoli, e sinceramente, non ho molta fantasia in questo periodo...O meglio, non ho molto tempo.
Capitemi, lunedi', mercoledi', giovedi', venerdi' e sabato devo dare correpetizioni ad un mio compagno di classe, di martedi' e di venerdi' ho le ore pomeridiane di scuola e di sabato ho pure il catechismo e solitamente qualche partita a calcio. Cerco di ritagliarmi un pezzo di tempo libero, ma diventa sempre piu' difficile..
Tornando al punto, perdonatemii se trovate qualche errore di scrittura, battitura o qualunque altra cosa, ma non ho avuto modo di rileggere il testo. Se volete, avvisatemi che c'e' qualche errore e correggo, non ci sono problemi.
Detto questo, grazie a tutti quelli che continuano a leggere e a seguire 'sta schifezza. Vi amo.
Buona serata a tutti.

   
 
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