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“There’s
a little girl waiting in a garden. She’s going to wait a long
while, so she’s
going to need a lot of hope. Go to her. Tell her a story.
Tell her, this is the
story of Amelia Pond, and this is how it ends”
Quando
il Dottore atterra col suo Tardis nel giardino
di Amelia Pond sa che sta lasciando andare una parte di se stesso.
Qualcosa
dentro di lui è andato in frantumi.
L’aria
trasognante e spavalda da bambino ha fatto
spazio a quella di un uomo stanco, ferito e solo, ancora una volta.
Un
uomo a metà con due cuori muti, adesso che lei non
c’è più.
Adesso
che quella magica e meravigliosa cabina blu, più
grande all’interno che all’esterno, è
sterile e silenziosa come un campo raso
al suolo da una battaglia che non ha concesso sconti.
E
ritorna da lei, dalla bambina dai capelli rossi e il
nome da favola, non perché Amy gliel’ha chiesto
nella sua lettera d’addio, no.
Ritorna
per puro egoismo, per paura di smarrire se
stesso nella confusione che adesso ha dentro.
Come
un funambolo in equilibrio precario che fa appello
a una forza al di sopra della gravità, che lo arresti in
caduta libera
portandolo in salvo.
Amelia
Jessica Pond. La ragazza che ha aspettato tutta
la notte in giardino il ritorno del suo amico immaginario. Il Dottore
stropicciato, il suo Dottore
stropicciato.
La
bambina, la ragazza, la donna che ha salvato la sua
vita tante volte, in tanti modi diversi.
"Because you’re
the first. First face this face saw. You’re sealed onto my
hearts, Amelia Pond.
And you always will be. I'm running to you, and Rory, before you fade
from
me."
Perfino
i vestiti che indossa adesso sembrano diversi,
inappropriati.
Il
farfallino è forte, questo dove ammetterlo, non ci
rinuncerebbe per niente al mondo.
A
lei
sarebbe piaciuto, anche se avrebbe finto di trovarlo ridicolo.
Immagina
la sua risata chiassosa e il silenzio di quel
Tardis troppo vuoto richiama l’eco della sua solitudine,
investendolo di
tristezza, rabbia, senso di colpa.
Stupido,
vecchio
Dottore, sapevi che sarebbe successo, succede sempre, e anche questa
volta ti
ha ucciso di dolore. Ma
quando la porta del
Tardis si apre e la vede —l’aria corrucciata e
impaziente, seduta sulla valigia
a scrutare il cielo alla ricerca della cabina blu— il peso di undici
rigenerazioni con cui
convivere non sembrano poi così insopportabili.
Mi
stai
salvando ancora una volta, Amelia Pond.
Mentre
tutto cade a pezzi.
Odia
i finali. Odia gli adii. Non è mai stato bravo in
queste cose: a mettere un punto, a voltare pagina, a lasciarsi andare
tutto
alle spalle.
Non
è riuscito neanche a dire addio a Rose a Bad Wolf
Bay, a dirle che l’amava... ed era vero;
e
quando ha avuto la possibilità di incontrarla di
nuovo l’ha lasciata andare ancora una volta, le ha permesso
un futuro che lui
non avrebbe mai avuto. Le ha augurato una vita lunga e tanta
felicità al fianco
della sua metacrisi umana. Un Dottore uguale a lui in tutto e per tutto
ma per
metà umano, con un solo cuore, con la possibilità
di invecchiare al suo fianco,
mano nella mano.
Sei
felice adesso, Rose? Spero tu lo sia, spero che la
vita ti abbia regalato tutto quello che sognavi.
Non
è riuscito a evitare nemmeno che Donna lo
dimenticasse.
Meravigliosa,
folle, testarda e logorroica Donna Noble,
che ancora la notte si alza di soppiatto dal letto e guarda le stelle,
non
riuscendo a capire perché le lacrime affiorano sempre mentre
lo sguardo si
perde in quell’infinita distesa blu, perchè ha come la sensazione che
qualcuno abbia
bisogno di lei.
É
stato egoista anche con Martha, l’ha voluta al suo
fianco ad ogni costo, cieco dalla perdita di Rose...e non ha capito
quanto male
le stesse procurando.
Quanto
dolore, quanta morte e distruzione ha
disseminato nel corso della sua lunga vita.
Ma
quando si ritrova di fronte alla piccola Amelia
Pond, per un attimo — un misero e meraviglioso
attimo— ritorna ad ascoltare i
suoi cuori e capisce che può essere quell’uomo
ancora per un po’, per Amelia
può farlo. Più tardi ci sarà spazio
per la disperazione, la solitudine, per il
vecchio pazzo egoista che viaggia con la sua cabina blu in giro per
l’universo
a fare danni.
Per
il momento è solo l’amico immaginario di una
bambina speciale.
Amy
salta giù dalla valigia e gli va incontro. Il
Dottore deve trattenersi per non lasciarsi andare alle lacrime. Si
piega sulle
ginocchia per arrivare alla sua altezza.
«Sei
tornato, Dottore.... credevo che avrei aspettato
il tuo ritorno fino a diventare vecchia. Perché ci hai messo
tanto?»
Il
Dottore non risponde, guarda affettuosamente i suoi disordinati
capelli rossi raccolti in una cuffietta, i suoi grandi occhi verdi, il
sorriso
furbo. La stringe goffamente per sentirla ancora vicina, portandosela
al petto.
Amelia si lascia stringere, affonda la faccia nell’incavo del
suo collo, quieta
e in pace.
«È
un TARDIS in rodaggio, Pond. L’ho portata a fare un giro su
Marte, adesso è
pronta per i grandi viaggi!» Quando la rimette a terra,
Amelia per un attimo
storce il naso in una buffa espressione mentre lo guarda.
«Sei
diverso dall’ultima volta...».
«Diverso,
dici? In meglio o in peggio?»
«Sei
vestito in modo diverso! E...quello?» chiede, allungando una
mano e alzandosi
sulle punte per arrivare a indicare qualcosa.
«L’ultima volta non c’era!»
«È
un farfallino... i farfallini sono forti!»
«È
orribile, Dottore».
Amelia
Pond adesso ride e il mondo
torna a girare nel verso giusto.
«Tornerò
ancora da te, Pond,
tornerò sempre da te. Te lo prometto.»
Il
Dottore mantenne la sua
promessa. Tornò a trovare Amelia, e lo rifece ogni qual
volta la speranza sembrava
vacillare pericolosamente in un baratro senza fondo.
Tornava
da lei per tornare a respirare
di nuovo.
Insieme
giocarono con i pupazzetti dalle
loro fattezze, che la bambina aveva costruito in sua assenza.
Mangiarono bastoncini di pesce
fritto e crema pasticcera in giardino, seduti fianco a fianco a
guardare le
stelle in cielo.
Il
Dottore le raccontò una storia:
una ragazza che aveva paura di crescere era fuggita più
lontano di quanto
qualunque altro essere umano avrebbe mai potuto sperare, in giro per lo
spazio infinito
e nel tempo che è una trottola vacillante impazzita; aveva
vissuto avventure
inimmaginabili: aveva salvato una balena nello spazio, combattuto
contro dei
veri pirati su una nave, incontrato il più grande pittore di
sempre, Vincent
Van Gogh, e gli aveva donato un caldo ricordo da custodire nel cuore
fino al
momento della sua morte.
E
quando fu pronta, e smise di
scappare, si innamorò di un uomo che aveva aspettato duemila
anni prima di
rincontrarla, vegliando su di lei come la cosa più preziosa
dell’intero
universo.
«Dottore...
posso venire con te? Anch’io
voglio vivere avventure come queste...» disse Amelia dopo
aver ascoltato
attentamente la storia con occhi lucidi.
«Non
ancora Pond, non ancora... ma
ti prometto una cosa: alza gli occhi al cielo e sorridi,
perché un giorno tutte
queste stelle potrai vederle da vicino più di chiunque
altro. Te lo prometto.»
Un
pomeriggio, mentre il Dottore sta
andando via, un bambino suona al campanello.
È
vestito in un modo assurdo: una
lunga e larga giacca di tweed gli scivola fino ai piedi e un farfallino
rosso
brillante fascia il suo collo piccolo e magro.
Quando
Amy apre la porta di casa e
lo vede, sorride.
«Bravo!
È proprio così che lui si
veste, non è assurdamente strano?» dice, mentre
gli sistema il cravattino e il
bambino arrossisce e farfuglia, incapace di parlare.
«Forza
Rory, sali sopra, svelto, sento
il rumore delle molle del materasso del mio letto. Scommetto che Mels
ci sta di
nuovo saltando sopra. Andiamo» e prendendogli la mano lo
trascina dentro prima
di chiudere la porta. Rory non può vederlo, neanche Amy lo
sa, ma il Dottore in
giardino assiste alla scena e sorride, li guarda giocare per un
po’ prima di
andare via.
Rory Arthur
William e Amelia Jessica Pond.
L’ultimo
Centurione Romano e la
Ragazza che ha aspettato.
"I just have to blink, right? It'll be fine. I
know it will … I-I'll be with him. Like I should be
… Me
and Rory, together.”
Dice
addio a una parte di se stesso, al Dottore
stropicciato, compagno d’infanzia di Amelia Pond, mentre il
TARDIS vola via
verso nuove avventure.
Tira
fuori dalla giacca la lettera spiegazzata, la
stira alla meglio con un gesto della mano, inforca gli occhiali da
vista che
Amy gli ha lasciato l’ultima volta, quando gli angeli hanno
preso Manhattan,
non ha fatto in tempo a restituirglieli. Rilegge le sue ultime parole.
“By
the time you read these words, Rory
and I will be long gone, so know that we lived well, and
we’re very happy, and
above all else, know that we will love you. Always.
Sometimes
I do worry about you, though.
I think, once we’re gone, you won’t be coming back
here for a while and you
might be alone, which you should never be.
Don’t
be alone, Doctor”
Non
sarà mai del tutto solo a se stesso, non lo è mai
stato dopotutto.
Perché
tutti continuano a vivere dentro di lui.
Rose,
Martha, Donna, Sarah Jane, Jack, Amy e Rory, e tutti i
meravigliosi compagni che gli sono stati accanto nelle più
straordinarie e
indimenticabili avventure di sempre.
Il
Dottore ha subito delle perdite, ha sofferto fino a impazzire... ma
ha anche amato.
I
suoi amici sono sempre stati la parte migliore di lui.
E
questa è la ricchezza di un Signore del Tempo.
Fine
∞
Considerazioni
sparse a
random:
Questa
è la mia prima storia nel fandom di DoctorWho.
Quindi...
benvenuta a me!! *ehehe*
È
la prima volta che mi avvicino a questi personaggi e
racconto le loro storie, questo per me è stato un piacere
oltre che una grande emozione.
Inutile girarci attorno, arrivo al punto: maledetto Steven Moffat,
troll man
che non sei altro, sadico e adorabile psicopatico.
L’episodio
7x05 mi ha distrutta a livello psicologico ed
emotivo, non sarò mai pronta a dire davvero addio ai Ponds.
Perché loro sono
stati i miei primi companions, così come Eleven è
stato il mio primo Dottore e,
per questo, avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Scrivere mi
ha
aiutato a salutare in modo personale Amelia e Rory, mi ha aiutato a
superare la
depressione post-Ponds.
Questo
è quello che ne è venuto fuori.
Alla
fine di “Angel Take Manhattan” mi sono ritrovata a
piangere per una scena solo immaginandola. Il Dottore che torna da Amy
bambina... come se già i nostri cuori non fossero
spezzati.... *sigh* ç_ç
Fatemi
sapere cosa ne pensate, spero di poter continuare
a scrivere in questo fandom... questo
non dipende da me. È risaputo, infatti, che
l’ispirazione mi coglie raramente e
mi trova sempre impreparata a mettere nero su bianco le idee che mi
vengono (e
raramente sono idee buone e realizzabili).
E,
ancora, a questo si aggiunge una pigrizia da far
schifo... ma questa è un'altra storia...
A
presto! J