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Autore: _FrenkieFaye_    07/10/2012    4 recensioni
MISSING MOMENTS 7X05:
Ma quando si ritrova di fronte alla piccola Amelia Pond, per un attimo — un misero e meraviglioso attimo— ritorna ad ascoltare i suoi cuori e capisce che può essere quell'uomo ancora per un po’, per Amelia può farlo.
Più tardi ci sarà spazio per la disperazione, la solitudine, per il vecchio pazzo egoista che viaggia con la sua cabina blu in giro per l’universo a fare danni.
Non sarà mai del tutto solo a se stesso, non lo è mai stato dopotutto.
Tutti continuano a vivere dentro di lui.
Rose, Martha, Donna, Sarah Jane, Jack, Amy e Rory.
I suoi amici sono sempre stati la parte migliore di lui.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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~

 “There’s a little girl waiting in a garden. She’s going to wait a long while, so she’s going to need a lot of hope. Go to her. Tell her a story.

Tell her, this is the story of Amelia Pond, and this is how it ends”

 

Quando il Dottore atterra col suo Tardis nel giardino di Amelia Pond sa che sta lasciando andare una parte di se stesso. Qualcosa dentro di lui è andato in frantumi.

L’aria trasognante e spavalda da bambino ha fatto spazio a quella di un uomo stanco, ferito e solo, ancora una volta.

Un uomo a metà con due cuori muti, adesso che lei non c’è più.

Adesso che quella magica e meravigliosa cabina blu, più grande all’interno che all’esterno, è sterile e silenziosa come un campo raso al suolo da una battaglia che non ha concesso sconti.

E ritorna da lei, dalla bambina dai capelli rossi e il nome da favola, non perché Amy gliel’ha chiesto nella sua lettera d’addio, no.

Ritorna per puro egoismo, per paura di smarrire se stesso nella confusione che adesso ha dentro.

Come un funambolo in equilibrio precario che fa appello a una forza al di sopra della gravità, che lo arresti in caduta libera portandolo in salvo.

Amelia Jessica Pond. La ragazza che ha aspettato tutta la notte in giardino il ritorno del suo amico immaginario. Il Dottore stropicciato, il suo Dottore stropicciato.

La bambina, la ragazza, la donna che ha salvato la sua vita tante volte, in tanti modi diversi.

 

"Because you’re the first. First face this face saw. You’re sealed onto my hearts, Amelia Pond. And you always will be. I'm running to you, and Rory, before you fade from me."

 

Perfino i vestiti che indossa adesso sembrano diversi, inappropriati.

Il farfallino è forte, questo dove ammetterlo, non ci rinuncerebbe per niente al mondo.

A lei sarebbe piaciuto, anche se avrebbe finto di trovarlo ridicolo.

Immagina la sua risata chiassosa e il silenzio di quel Tardis troppo vuoto richiama l’eco della sua solitudine, investendolo di tristezza, rabbia, senso di colpa.

Stupido, vecchio Dottore, sapevi che sarebbe successo, succede sempre, e anche questa volta ti ha ucciso di dolore. Ma quando la porta del Tardis si apre e la vede —l’aria corrucciata e impaziente, seduta sulla valigia a scrutare il cielo alla ricerca della cabina blu—  il peso di undici rigenerazioni con cui convivere non sembrano poi così insopportabili.

Mi stai salvando ancora una volta, Amelia Pond.

Mentre tutto cade a pezzi.

 

Odia i finali. Odia gli adii. Non è mai stato bravo in queste cose: a mettere un punto, a voltare pagina, a lasciarsi andare tutto alle spalle.

Non è riuscito neanche a dire addio a Rose a Bad Wolf Bay, a dirle che l’amava... ed era vero;

e quando ha avuto la possibilità di incontrarla di nuovo l’ha lasciata andare ancora una volta, le ha permesso un futuro che lui non avrebbe mai avuto. Le ha augurato una vita lunga e tanta felicità al fianco della sua metacrisi umana. Un Dottore uguale a lui in tutto e per tutto ma per metà umano, con un solo cuore, con la possibilità di invecchiare al suo fianco, mano nella mano.

Sei felice adesso, Rose? Spero tu lo sia, spero che la vita ti abbia regalato tutto quello che sognavi.

 

Non è riuscito a evitare nemmeno che Donna lo dimenticasse.

Meravigliosa, folle, testarda e logorroica Donna Noble, che ancora la notte si alza di soppiatto dal letto e guarda le stelle, non riuscendo a capire perché le lacrime affiorano sempre mentre lo sguardo si perde in quell’infinita distesa blu, perchè  ha come la sensazione che qualcuno abbia bisogno di lei.

É stato egoista anche con Martha, l’ha voluta al suo fianco ad ogni costo, cieco dalla perdita di Rose...e non ha capito quanto male le stesse procurando.

Quanto dolore, quanta morte e distruzione ha disseminato nel corso della sua lunga vita.

 

Ma quando si ritrova di fronte alla piccola Amelia Pond, per un attimo — un misero e meraviglioso attimo— ritorna ad ascoltare i suoi cuori e capisce che può essere quell’uomo ancora per un po’, per Amelia può farlo. Più tardi ci sarà spazio per la disperazione, la solitudine, per il vecchio pazzo egoista che viaggia con la sua cabina blu in giro per l’universo a fare danni.

Per il momento è solo l’amico immaginario di una bambina speciale.

 

Amy salta giù dalla valigia e gli va incontro. Il Dottore deve trattenersi per non lasciarsi andare alle lacrime. Si piega sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza.

 

«Sei tornato, Dottore.... credevo che avrei aspettato il tuo ritorno fino a diventare vecchia. Perché ci hai messo tanto?»

Il Dottore non risponde, guarda affettuosamente i suoi disordinati capelli rossi raccolti in una cuffietta, i suoi grandi occhi verdi, il sorriso furbo. La stringe goffamente per sentirla ancora vicina, portandosela al petto. Amelia si lascia stringere, affonda la faccia nell’incavo del suo collo, quieta e in pace.

 

«È un TARDIS in rodaggio, Pond. L’ho portata a fare un giro su Marte, adesso è pronta per i grandi viaggi!» Quando la rimette a terra, Amelia per un attimo storce il naso in una buffa espressione mentre lo guarda.

 

«Sei diverso dall’ultima volta...».

«Diverso, dici? In meglio o in peggio?»

«Sei vestito in modo diverso! E...quello?» chiede, allungando una mano e alzandosi sulle punte per arrivare a indicare qualcosa. «L’ultima volta non c’era!»

 

«È un farfallino... i farfallini sono forti!»

«È orribile, Dottore».

Amelia Pond adesso ride e il mondo torna a girare nel verso giusto.

 

«Tornerò ancora da te, Pond, tornerò sempre da te. Te lo prometto.»

 

Il Dottore mantenne la sua promessa. Tornò a trovare Amelia, e lo rifece ogni qual volta la speranza sembrava vacillare pericolosamente in un baratro senza fondo.

Tornava da lei per tornare a respirare di nuovo.

Insieme giocarono con i pupazzetti dalle loro fattezze, che la bambina aveva costruito in sua assenza. Mangiarono bastoncini di pesce fritto e crema pasticcera in giardino, seduti fianco a fianco a guardare le stelle in cielo.

 

Il Dottore le raccontò una storia: una ragazza che aveva paura di crescere era fuggita più lontano di quanto qualunque altro essere umano avrebbe mai potuto sperare, in giro per lo spazio infinito e nel tempo che è una trottola vacillante impazzita; aveva vissuto avventure inimmaginabili: aveva salvato una balena nello spazio, combattuto contro dei veri pirati su una nave, incontrato il più grande pittore di sempre, Vincent Van Gogh, e gli aveva donato un caldo ricordo da custodire nel cuore fino al momento della sua morte.

E quando fu pronta, e smise di scappare, si innamorò di un uomo che aveva aspettato duemila anni prima di rincontrarla, vegliando su di lei come la cosa più preziosa dell’intero universo.

 

«Dottore... posso venire con te? Anch’io voglio vivere avventure come queste...» disse Amelia dopo aver ascoltato attentamente la storia con occhi lucidi.

«Non ancora Pond, non ancora... ma ti prometto una cosa: alza gli occhi al cielo e sorridi, perché un giorno tutte queste stelle potrai vederle da vicino più di chiunque altro. Te lo prometto.»

 

Un pomeriggio, mentre il Dottore sta andando via, un bambino suona al campanello.

È vestito in un modo assurdo: una lunga e larga giacca di tweed gli scivola fino ai piedi e un farfallino rosso brillante fascia il suo collo piccolo e magro.

Quando Amy apre la porta di casa e lo vede, sorride.

 

«Bravo! È proprio così che lui si veste, non è assurdamente strano?» dice, mentre gli sistema il cravattino e il bambino arrossisce e farfuglia, incapace di parlare.

 

«Forza Rory, sali sopra, svelto, sento il rumore delle molle del materasso del mio letto. Scommetto che Mels ci sta di nuovo saltando sopra. Andiamo» e prendendogli la mano lo trascina dentro prima di chiudere la porta. Rory non può vederlo, neanche Amy lo sa, ma il Dottore in giardino assiste alla scena e sorride, li guarda giocare per un po’ prima di andare via.

Rory Arthur William e Amelia Jessica Pond.

L’ultimo Centurione Romano e la Ragazza che ha aspettato.

 

"I just have to blink, right? It'll be fine. I know it will … I-I'll be with him. Like I should be … Me and Rory, together.”

 

Dice addio a una parte di se stesso, al Dottore stropicciato, compagno d’infanzia di Amelia Pond, mentre il TARDIS vola via verso nuove avventure.

Tira fuori dalla giacca la lettera spiegazzata, la stira alla meglio con un gesto della mano, inforca gli occhiali da vista che Amy gli ha lasciato l’ultima volta, quando gli angeli hanno preso Manhattan, non ha fatto in tempo a restituirglieli. Rilegge le sue ultime parole.

 

“By the time you read these words, Rory and I will be long gone, so know that we lived well, and we’re very happy, and above all else, know that we will love you. Always.

Sometimes I do worry about you, though. I think, once we’re gone, you won’t be coming back here for a while and you might be alone, which you should never be.

Don’t be alone, Doctor

Non sarà mai del tutto solo a se stesso, non lo è mai stato dopotutto.

Perché tutti continuano a vivere dentro di lui.

 

Rose, Martha, Donna, Sarah Jane, Jack, Amy e Rory, e tutti i meravigliosi compagni che gli sono stati accanto nelle più straordinarie e indimenticabili avventure di sempre.

Il Dottore ha subito delle perdite, ha sofferto fino a impazzire... ma ha anche amato.

I suoi amici sono sempre stati la parte migliore di lui.

E questa è la ricchezza di un Signore del Tempo.

 

 

Fine

 

Considerazioni sparse a random:

 

Questa è la mia prima storia nel fandom di DoctorWho.

Quindi... benvenuta a me!! *ehehe*

È la prima volta che mi avvicino a questi personaggi e racconto le loro storie, questo per me è stato un piacere oltre che una grande emozione. Inutile girarci attorno, arrivo al punto: maledetto Steven Moffat, troll man che non sei altro, sadico e adorabile psicopatico.

L’episodio 7x05 mi ha distrutta a livello psicologico ed emotivo, non sarò mai pronta a dire davvero addio ai Ponds. Perché loro sono stati i miei primi companions, così come Eleven è stato il mio primo Dottore e, per questo, avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Scrivere mi ha aiutato a salutare in modo personale Amelia e Rory, mi ha aiutato a superare la depressione post-Ponds.

Questo è quello che ne è venuto fuori.

Alla fine di “Angel Take Manhattan” mi sono ritrovata a piangere per una scena solo immaginandola. Il Dottore che torna da Amy bambina... come se già i nostri cuori non fossero spezzati.... *sigh* ç_ç

Fatemi sapere cosa ne pensate, spero di poter continuare a scrivere in questo fandom...  questo non dipende da me. È risaputo, infatti, che l’ispirazione mi coglie raramente e mi trova sempre impreparata a mettere nero su bianco le idee che mi vengono (e raramente sono idee buone e realizzabili).

E, ancora, a questo si aggiunge una pigrizia da far schifo... ma questa è un'altra storia...

A presto! J

   
 
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