Tra le lacrime e una tazza di tè provava a riprendersi dallo sconforto.

Ogni amore ha una fine, soprattutto quegli adolescenziali.

Ma tu non ragioni, ti butti, non ci pensi, il cuore ti comanda.

E' tutto più istintivo.

Quello che succede succede.

E alla fine? lacrime.

Emily era arrivata a questo e anche  a peggio.

Insomma, Mark era così bello, come non si poteva rimanere colpiti da lui?

Quello sguardo così penetrante in grado di leggerti dentro, quel sorriso capace di farti sciogliere come un ghiacciolo sotto il sole, e il biondo dei suoi capelli.

Quando un ragazzo ti arriva a dire 'Non ne posso più, finiamola qui' il dolore ti assale.

La tristezza ti assale, il rancore ti assale, tutto ciò che è di negativo ti assale.

Una limetta e la forza del dolore.

Il suo modo di sfogarsi, il suo modo di eliminare il dolore, il suo modo di stare bene.

Ma lei non stava bene.

Almeno non lo dava a vedere.

Ed era questa la cosa positiva di Emily, riusciva a nascondere le emozioni che provava.

La notte il pensiero fisso di pendere quella limetta e spingerla contro la sua pelle era tormentante.

'Non devo farlo' si ripeteva mentre premeva.

'Sii forte' si ripeteva mentre prendeva la limetta da sotto il cuscino.

Ma lei non era forte.

Un 'ti amo' avrebbe cambiato tutto.

Le avrebbe fatto aprire gli occhi.

Le avrebbe fatto capire non c'era solo una vita piena di dolore.

Doveva imparare a guardare avanti.

Doveva imparare a non soffrire.

Ma quale essere umano non soffre?

2 settimane dopo.

Era l'unica ragazza che a Maggio portava costantemente la felpa.

A nessuno è mai venuto il dubbio di chiederle perchè la teneva.

Nessuno si è mai premurato per lei.

A nessuno non è mai importato.

3 settimane dopo.

Appena tornava a casa alle lacrime si aggiungevano i tagli.

Un'ossessione.

Così si può chiamare.

Qualcosa di cui non puoi farne a meno.

Qualcosa che ti aiuta a sopravvivere.

Ma questo non l'avrebbe aiutata a sopravvivere.

'Sono sola' si ripeteva.

'Sono triste e sola' urlava.

Le sue lacrime erano piene di sofferenza.

La solitudine non fa bene a nessuno.

4 settimane dopo.

'Ciao'.

Tutto era iniziato così.

'Ciao'.

Aveva risposto timidamente lei portandosi i capelli dietro alle orecchie.

'Mi chiedevo perchè tieni sempre la felpa.'

3,2,1. Distrutta.

Come se una bomba fosse scoppiata nel suo stomaco.

Come se fosse arrivato un meteorite addosso a lei.

Come se per la prima volta avesse dovuto affrontare la realtà, faccia a faccia.

'Ho sempre freddo.'

Tagliò corto lei.

Fine.

'Ciao.'

'Ciao.'

Tutto concluso così.

Ma lei aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di essere salvata e non da una limetta.

Aveva bisogno di essere ascoltata e amata.

Aveva bisogno di amore.

Un'amore vero, come nelle favole.

Un'amore sincero.

Un'amore vivo.

Pieno di speranza.

Pieno di gioia.

5 settimane dopo.

Era uscita alla sua timidità.

Ma ancora quella limetta le faceva compagnia.

Come un' amicanemica.

Quel 'Ciao' si era evoluto e trasformato in un 'Oggi studiamo insieme?' 'Usciamo oggi pomeriggio'.

Un'amicizia.

6 settimane dopo.

Il suo nome era Daniel.

Aveva capito.

Quei tagli.

Non era il gatto.

Non era un graffio fatto per sbaglio.

Era lei.

Era il suo dolore.

Era la solitudine.

Un abbraccio.

Un sospiro.

Non era più sola.

8 settimane dopo.

Un bacio.

Un rapporto.

Non era sola.

Un ragazzo l'aveva cambiata.

Dentro.

E' la forza dell'amore.

Era cambiata.

L'amore l'aveva cambiata.

Aveva iniziato a vivere.

Non più a sopravvivere.

 

'Aveva il sorriso sulle labbra, ma le cicatrici sui polsi.'