Una luce che nei primi giorni di Settembre ti illumina di un’aria rinfrescata.
Sono gemme di autunno, che rispondono ai tenui germogli che la primavera aveva portato.
Cammino per una salita, che tante volte ho percorso, e quindi tanto significa per me.
Un selciato ora grigio e ora rosso incontra le mie suole, mentre intanto una cabina viaggia
una salita più limpida della vita.
 
 
Ma quante volte, affacciandomi, mi sono scorso in questo mondo.
Ma quante volte mi sono buttato, camminando vicoli, moli, salite, crêuze e discese.
E quante volte, dal basso, mi perdevo nei sentieri che mi erano tanto cari.
E ora, dall’alto, ritrovo ricordi dei giorni più cari, dei momenti i più mitici, e sogno di tempi
e persone che forse non erano se non nella mia imaginazione, nel perdurare di desideri passati
e incompiuti.
 
 
Ma gli odori, i gusti, le sensazioni, la tramontana che perdurava è la stessa di sempre e la stessa che io ricordo.
Non tutto il mito fu inesistente.
Ci furono giorni e momenti di un limpido da sciogliere l’anima, momenti che valeva la pena
nascere.
 
 
Sono mille, e mille e mille i ricordi deposti su ogni singola pietra.
Momenti indelebili che non torneranno, ma neppure mai se ne sono mai andati.
E sei grato di questo, grato che le finestre si aprano per te, grato di poter sempre tornare, e sempre ritrovare.
E ora che parto, è che la speranza di trovare altre finestre, e altri miti.