Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    07/10/2012    0 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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IV
 

Qualcosa è andato storto    



«Tu sei il diavolo» disse allora Guglielmo.
Jorge parve non capire. Se fosse stato veggente direi che avrebbe fissato il suo interlocutore con sguardo attonito. «Io?» disse.
«Sì, ti hanno mentito. Il diavolo non è il principe della materia, il diavolo è l'arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio.
Il diavolo è cupo perché sa dove va, e andando va sempre da dove è venuto. Tu sei il diavolo e come il diavolo vivi nelle tenebre.» 
-Umberto Eco-



La mattina seguente mi destai da un sonno agitato e colmo di incubi. Non ebbi subito il coraggio di aprire gli occhi, temendo ciò avrei potuto scorgere. Ma quando mi resi conto che non potevo rimanere nel letto in eterno, con un sospiro di sollievo constatai che la mia camera era vuota e il suo profumo famigliare mi tranquillizzò.
"Visto? Era solo un sogno" mi rassicurai mentalmente.
Mi alzai di scatto dal letto, per niente riposata. Aprii l'armadio con le ante a specchio e mi tolsi il pigiama.
"Però era così reale. Ho ancora quella strana sensazione sul corpo. Mi sentivo così maledettamente bene, come se mi stessi sciogliendo".
Mi tornò in mente il suo sguardo, così intenso e magnetico.
"Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi. Sembravano capaci di vedermi dentro. Quelli erano gli occhi di un predatore".
Appena finii di infilarmi l’uniforme scolastica costituita da una camicia bianca, una giacca verde e una gonna appena sopra il ginocchio dello stesso colore,  chiusi lo sportello dell'armadio in modo da potermi specchiare.
Non riuscii a trattenermi e lanciai un grido acuto.
Nello specchio, dietro il mio riflesso, c'era l'oscura figura di un essere alato.
Era vestito completamente di nero e l'unica macchia di colore erano gli occhi, fatti di un rosso talmente intenso da sembrare fuoco.
Le labbra pallide e carnose della creatura si aprirono in un tremendo sorriso.
- Ben svegliata mia cara, dormito bene?-
Sperai con tutto il mio cuore che quelle parole e l'immagine riflesse nello specchio fossero frutto di un incubo e pregai con tutta me stessa di svegliarmi. Ma come fai a svegliarti da un incubo quando non stai dormendo?
Tentai di allontanarmi da lui, ma indietreggiando non feci altro che andare a sbattere contro la parete, trovandomi ancora più in trappola di prima.
Lui, alquanto divertito dal mio goffo tentativo di fuga, si avvicinò a me e mi afferrò per un braccio.
- Non toccarmi, demonio!-  ringhiai io tentando di liberarmi.
- Non fare tanto la difficile; questa notte potrò toccarti quanto voglio -
"Ma allora è vero. Gli ho venduto la mia verginità ..."
- Ma perché? Perché sei venuto proprio da me? Io non possiedo alcuna bellezza e il mio corpo è ancora come quello di una bambina, cosa ci trovi di tanto interessante?-  ero imbarazzata solo a dirlo, ma dovevo capire.
La creatura mi guardò negli occhi, come se cercasse la risposta in essi.
- Io non sono come gli esseri umani, ossessionati da cose effimere come l'aspetto esteriore. Io mi nutro della purezza del corpo e dell'anima – rispose senza smettere di fissarmi.
Tutto ciò suonava come un complimento. Arrossii.
"Sono una cretina." Mi insultai da sola.
Poi il suo sguardo, da rosso come le rose di maggio, divenne presto carminio come il sangue.
- Coraggio, va a verificare che io abbia fatto la mia parte - mi esortò con un sorriso inquietante - Non hai scampo -
 
 
Uscii di casa senza neanche aver fatto colazione, troppo spaventata per rimanere in un posto dove sapevo fosse passata la presenza maligna di quella creatura.
Corsi a rotta di collo fino a scuola e piombai immediatamente nella cappella.
Mi inginocchiai sulla panca e incrociai le mani in preghiera.
- Dio, ti scongiuro, proteggi la mia virtù! Non voglio che il demonio me la porti via. Ti prego, privalo del suo potere, non voglio più che Amamiya corrisponda il mio amore! - pregai in lacrime.
"Accidenti, per cosa sto pregando adesso?"
- Perdonami Dio, devo averti confuso – mi scusai guardando il crocifisso.
- Manami- mi chiamò qualcuno alle mie spalle. Sentendo pronunciare il mio nome mi voltai di scatto.
"Amamiya!" si mise ad urlare il mio cervello.
- Stavi pregando, scusami, non volevo interromperti ma devo - disse lui imbarazzato.
Rimasi inebetita: una parte di me era terrorizzata, l'altra segretamente compiaciuta.
- Non so se dirtelo o meno, ma probabilmente te ne sarai già resa conto da sola...-
- No! Aspetta Amamiya non dire più niente, ti stai sbagliando!- tentai di zittirlo io agitando le mani di fronte alla sua meravigliosa faccia.
- Ma no che non mi sbaglio - disse lui leggermente intimidito dal mio gesticolare.
- Ti prego non dire niente! So che non vuoi dirlo. Sì è trattato di un errore, io non lo sapevo che sarebbe potuta accadere una cosa del genere!- cercai di spiegargli mentre mi veniva un’altra crisi di pianto.
- Manami, ma fra cinque minuti cominciano le lezioni: e' meglio che ti sbrighi. Non te l'ho detto subito perché ti vedevo così immersa nella tua preghiera, scusami se ti ho interrotto-
"Eh? è questo che voleva dirmi?"
- Ti accompagno nella tua aula se vuoi. Che classe frequenti? Sei più piccola di me, vero?- mi chiese lui con fare cordiale - A proposito, prima ... cosa pensavi che stessi per dirti?-
Arrossii all'istante.
- Ma no, niente, non farci caso- gli risposi tentando di rivolgergli un sorriso. Stavo quasi per svenire dal sollievo  – Comunque, grazie di avermi avvisata  Amamiya -
Mi voltai e mi fiondai fuori dalla cappella.
 
 
 
- Non ha funzionato! Grazie Dio, grazie! Giuro che non farò più cretinate e che la smetterò di spendere tutti i soldi in libri -
Gridavo come una pazza, agitando le braccia per aria come una forsennata nel bellissimo giardino della scuola.
"Qualcuno mi fermi!"
Era fuggita via dalla cappella dopo che Amamiya mi aveva proposto di accompagnarmi in classe.
Ci ripensai su e la cosa mi rattristò non poco.
"Non sembra molto interessato a me, visto che non sa neppure in che classe sono ... è inutile negalo, non faccio e non farò mai parte del suo mondo." Pensai piena di tristezza.
All'improvviso sentii un fruscio alle mie spalle, proveniente dalla folta chioma della quercia che mi stava dietro.
Senza neanche voltarmi capii istintivamente di chi si trattava come se il percepire la sua presenza mi fosse stata tramandata nei miei geni.
- Come è andato il tuo incontro amoroso?- domandò una voce che pareva provenire da dentro una caverna.
Era un suono cupo e scuro eppure allo stesso tempo caldo e vellutato.
Non volevo girarmi a guardarlo. Non volevo più incontrare quello sguardo carminio acceso di odio.
Come poteva una creatura contenere dentro di sé tutta quella oscurità?  Quanto odio può avere dentro il proprio cuore a patto che ne abbia uno? L'odio si riforma da solo, come la coda della lucertole? Con lo scorrere del tempo diventa più profondo o si spegne lentamente? E commettendo i delitti di cui ogni minuto si macchiava, faceva uscire l'odio da sé o si avvelenava ancora di più?
- Non è innamorato di me, non gli interesso per niente, è quasi da ridere. Mi ha solo chiesto se fossi più piccola di lui, nient'altro - anche se non volevo, dal mio tono traspariva l'immensa tristezza che mi opprimeva il petto.
Una lacrima bastarda mi sgorgò da un occhio - Mi dispiace per te ma hai fallito!- conclusi.
Lo sentii balzare giù dall'albero e planare con le due immense ali nere.
Con un gesto calmo e risoluto, mi prese per una spalla e mi fece voltare.
Di fronte alle mie lacrime la sua espressione feroce si calmò e i suoi lineamenti angelici si distesero.
- Ho pregato per questo e so che Dio è dalla mia parte. Non accadrà mai! Neanche la magia nera può fare in modo che lui si innamori di me!-
Detto questo mi voltai ma sentii la sua morsa di ferro sul mio braccio che mi impediva di procedere.
- Lasciami!- tentai di divincolarmi.
Inutile. La presa sul mio braccio aumentò e con un gesto brusco mi attirò a se. Sentii il suo viso vicinissimo al mio. Poi cambiò traiettoria  come se volesse darmi un bacio sulla guancia. Ma anzi che un bacio sentii la sua lingua calda e umida che leccò nel punto in cui era scesa la mia lacrima.
- Deliziose lacrime di vergine – disse semplicemente.
Poi si passò la lingua sulle labbra e mi lasciò il braccio.
- Dici che Dio è con te? Interessante. Se il mio maleficio non è stato efficace troverò un altro modo; adempirò sicuramente al nostro patto. Il cuore di quel ragazzo sarà tuo, te lo assicuro, ma fino a quel giorno conserverai per me la tua verginità -
Detto questo la sua immagini prese a scomparire.
- No! aspetta! Non è che possiamo sciogliere il patto? - tentai.
Ma lui era già scomparso.
"Non ci capisco più nulla.  Dio ha veramente ascoltato la mia preghiera? Boh ... l'unica cosa che so è che mentre Satan asciugava le mie lacrime, nel mio cuore ho sentito un grande calore ..."

 
 

 
Salve ragazzi? Come state?
Perdonatemi se la scorsa settimana non ho pubblicato nulla ma non avevo il mio computer a disposizione.
Comunque che ve ne pare di questo capitolo? Vi piace? Sono curiosa di saperlo.
Alla prossima
Piccola Pirata


 
  
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