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Autore: __lesbianquinn    07/10/2012    1 recensioni
Sequel di A dream that never will happen.
Dalla one shot: La guardo di nascosto, come ogni volta,
i miei occhi non riescono a staccarsi dalla sua figura.
Sto seduto al Lima Bean, godendo il dolce calore del bar,
tenendo tra le mani una tazza di cioccolata calda,
quando succede qualcosa.

Noah Puckerman/Sorpresa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Noah Puckerman/Puck
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maybe it's not impossible.

Il vento freddo sbatte forte contro il suo viso,
facendo così ondeggiare i suoi splendidi capelli neri.
La lingua si muove lentamente, percorrendo quelle labbra tanto invitanti.
I suoi occhi azzurri, tanto chiari da sembrare due pezzi di ghiaccio,
sono puntati sulla vetrina di fronte a lei.
Le sue mani sono coperte da due guanti bianchi,
coordinati con la sciarpa avvolta al suo collo che,
a sua volta, è coordinata con il cerchietto tra i suoi capelli.
 
La guardo di nascosto, come ogni volta,
i miei occhi non riescono a staccarsi dalla sua figura.
Sto seduto al Lima Bean, godendo il dolce calore del bar,
tenendo tra le mani una tazza di cioccolata calda,
quando succede qualcosa.
 
Lentamente si volta, mi sento come in un film:
i suoi occhi di vetro si posano su di me;
le sue sopracciglia sottili prima si abbassano
e poi si rialzano, con assoluta lentezza;
le sue labbra si piegano verso l'alto,
facendo si che un sorriso si dipinga sul suo volto.
 
Sgrano gli occhi.
 
Non posso crederci, sta davvero guardando me?
Sono così perso nei suoi occhi che, come un vero stupido,
mi brucio le labbra con il liquido scuro contenuto nella tazza.
- Cazzo - impreco, posando la tazza sul tavolo e leccandomi le labbra,
distogliendo lo sguardo dalla ragazza dei miei sogni.
 
Mi volto di nuovo verso la finestra e lei non c'è più.
Sospiro pesantemente e scuoto la testa,
portando poi una mano tra i miei capelli.
 
Da quando mi sono ridotto così?
Per una volta ho l'autostima sotto ai piedi.
Sono più che convinto di non poterle piacere,
lei è diversa dalle altre,
non mi posso avvicinare a lei e provarci,
come se fosse una semplice ragazzina da conquistare.
 
Frugo nelle tasche, in cerca dei miei soldi.
Non ho più voglia di stare lì, voglio solo
andare a casa e farmi una doccia bollente,
sperando di dimenticarmi di quel diavolo vestito da angelo.
 
Mentre sto ancora cercando di trovare i miei soldi
sento dei passi che si avvicinano al mio tavolo,
il ticchettio dei tacchi si fa sempre più vicino.
Sbuffo, ma non alzo lo sguardo.
Deve essere la solita ragazza che tenta di abbordarmi,
ma oggi proprio non sono in vena di conquiste.
 
Sento una mano posarsi delicatamente sulla mia spalla,
per togliersi subito dopo, segno che lo aveva fatto
per attirare la mia attenzione.
Inspiegabilmente, sento il cuore accelerare i battiti.
Alzo la testa e quasi non mi prende un colpo.
 
Due occhi grandi, occhi di ghiaccio, mi fissano;
labbra rosse sono piegate verso l'alto, in un sorriso divertito;
la mano bianca si sposta sul suo collo, muovendosi piano.
 
- Posso sedermi? - La sua voce.
Dio, la sua voce è così melodiosa,
mi entra in testa, mi penetra nel petto.
 
E' troppo bello per essere vero,
infatti non lo è.
 
D'avanti a me c'è una ragazza che conosco troppo bene,
ma non è lei, non è la donna dei miei sogni.
 
Sospiro pesantemente e
passo una mano tra i capelli,
non posso crederci, sono addirittura
arrivato a sognare ad occhi aperti?
 
La mora d'avanti a me aggrotta le sopracciglia,
poi incrocia le braccia sotto il seno,
guardandomi quasi sconvolta.
- Puck? Sei ancora su questo mondo?
O sei tornato al tuo pianeta d'origine: Marte? -
 
La sua voce è secca, acida, ironica, come sempre, del resto.
Sospiro ancora e punto i miei occhi nei suoi.
 
- E' sempre un piacere vederti, Santana. -
Ribatto, senza neanche provare a trattenere l'ironia.
Sul suo volto si dipinge un sorriso, ma è falso,
lo fa solo per prendersi gioco di me, ormai la conosco bene.
Si siede di fronte a me e accavalla le gambe,
portando una mano ad aggiustarsi i capelli.
 
Le sue labbra si muovono,
sicuramente mi sta dicendo qualcosa,
ma la mia attenzione è stata catturata da altro,
ovvero dall'entrata di un angelo al Lima Bean.
 
E' lei. Questa volta per davvero.
E, purtroppo, è in "dolce" compagnia, affiancata
da un ragazzo alto, biondo e senza muscoli.
 
Sento qualcosa muoversi dentro di me,
una stretta alla bocca dello stomaco,
forte, come se mi avessero sferrato un pugno.
Vorrei tanto alzarmi e spaccare la faccia a quel tipo,
ma, purtroppo, non posso farlo.
 
La latina seduta di fronte a me nota la mia distrazione,
è inutile anche solo tentare di fregarla,
lei ha una specie di radar, riesce sempre a capire tutto.
 
Alza un sopracciglio,
poi si volta, posando il suo sguardo
sulla figura della ragazza,
la quale si è appena seduta,
accavallando le gambe e portando
le mani sul tavolo, sorridendo.
 
Santana si volta di nuovo verso di me.
Sul suo volto è spuntato un sorriso.
Ma non uno normale. No.
Uno alla Santana Lopez.
E questo mi spaventa.
 
- La tua nuova preda? -
Mi chiede, senza neanche immaginare
quanto poco abbia azzeccato.
Scuoto la testa e gioco con la tazza, ormai vuota.
- Non merita di essere una mia preda. -
Rispondo con tranquillità apparente,
ma la voce bassa e leggermente tremolante le
fanno capire che c'è qualcosa che non va.
 
- Non merita? Beh, per me si. -
Dice lentamente, leccandosi le labbra,
per poi sorridere maliziosa.
Alzo un sopracciglio e la guardo, serio.
- Non provarci, Lopez. Lei è troppo.
Sia per te ... che per me. -
Non sono mai stato così serio in tutta la mia vita.
Mai mi sono tirato indietro quando c'è da conquistare qualcuno.
Eppure ho paura. Non riesco ad alzarmi e andare da lei, a provarci.
 
Sposto lo sguardo sul tavolo della ragazza;
la stretta che avevo allo stomaco svanisce,
forse perché il suo accompagnatore si è alzato,
l'ha salutata con un cenno della testa e se n'è andato via.
 
- E' sola. -
La voce della latina mi fa tornare alla normalità.
Aggrotto le sopracciglia e torno a guardarla, confuso.
- E' il momento migliore per provarci, no? -
Mi chiede, alzando un sopracciglio e guardandomi,
come a farmi capire che era una cosa più che ovvia.
Sbuffo e appoggio la testa sul palmo della mano destra,
distogliendo lo sguardo e puntandolo sul tavolo.
 
Rimaniamo per un attimo in silenzio,
poi il rumore della sedia che si sposta
mi distrae dai miei pensieri.
Santana si è alzata;
mi sorride maliziosa e si aggiusta il giubotto di pelle.
- Sta attento, Puckerman, e guarda come si fa. -
Mi dice, poi mi fa l'occhiolino e si allontana.
 
No, non può davvero fare quello che penso io.
Non è all'altezza, non può neanche pensare di provarci
con una ragazza tanto bella come ... come lei.
Invece Santana si avvicina al suo tavolo,
sedendosi successivamente d'avanti alla ragazza.
 
Passa qualche minuto ed io non posso fare altro che
stringere con forza un fazzoletto tra le mie mani e stropicciarlo,
per evitare di alzarmi e rovinare tutto prima ancora che potesse nascere qualcosa.
 
La Lopez si alza, dopo aver lanciato un occhiata eloquente alla ragazza,
si avvicina lentamente a me, ondeggiando i fianchi.
Mi sorride maliziosa, si lecca le labbra e posa la mano aperta sul tavolo.
Si sporge verso di me, sempre con quel sorriso.
- Un piccolo regalo. - sussurra, poi se ne va, senza dire nulla.
 
Alzo un sopracciglio, sempre più confuso.
Noto un foglietto proprio dove prima c'era la mano di Santana.
Allungo un braccio e afferro quel pezzo di carta, per poi spostare lo sguardo lì.
 
Sento il cuore battere forte, sempre più forte.
Harmony Pearce.
3384838413*
 
Mi volto spontaneamente verso la ragazza
e quello che vedo è inaspettato.
 
Quella ragazza, Harmony, è girata verso di me;
i suoi bellissimi occhi di ghiaccio puntati su di me,
le sue labbra rosse piegate in un sorriso,
le sue dita lunghe giocano con quei, sicuramente morbidi, capelli.
 
Poi, come se nulla fosse, si volta, dandomi le spalle;
si alza e, lentamente, in modo aggraziato,
si avvicina alla porta del bar, per poi andarsene.
 
Forse non è proprio un sogno irrealizzabile,
ma ora devo trovare la forza di chiamarla.
 

Spiegazioni:
 
* Il numero di telefono che ho scritto è inventato da me, su due piedi, non appartiene a nessuno.

Ciao a tutti. Questa one shot, di 1.331 parole, è il seguito di A dream that never will happen. E qui si scopre chi è la ragazza della quale Noah è innamorato. Questa volta c'è un piccolo accenno di Pucktana, ma in amicizia, anche se non sembra che sono amici ... fidatevi, lo sono. Almeno nella mia storia.

Vi chiedo di darmi il vostro parere, di commentare anche solo per dire che non vi piace. Mi farebbe davvero piacere.

 
Distinti saluti.
LesbianQuinn.
   
 
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