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Autore: Marge    07/10/2012    1 recensioni
L'instancabile Midori è alle prese con approfonditi studi nel Bosco Girandola. Secondo episodio della vita di Midori, questo nuovo personaggio che sta invadendo la mia ispirazione e la mia fantasia! Stavolta con lei un Gloom di nome Oddish, l'inseparabile Take ed un incauto allenatore disperso.
Scritta con il prompt "Sul tappeto di foglie illuminato dalla luna" della piscinadiprompt per il 1° turno della Staffetta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'Gotta heal 'em all!'
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EFFETTI DELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE SULL’EVOLUZIONE DI EEVEE IN LEAFEON.


Il sole calava all’orizzonte, illuminando d’arancione la foresta.
“Midori, la cena è pronta!”
La ragazza sollevò gli occhi dal suo taccuino con lo sguardo vacuo.
“È pronto. Non hai fame?” ribadì Take. “Se aspettiamo si raffredderà. Cyndaquil, può bastare, grazie.”
Il piccolo pokémon ritirò le proprie fiamme, e Take si mise a dividere ordinatamente la cena in diverse ciotole.
“Gloom, hai fame?” chiese porgendone una al pokémon erba, che sedeva in un angolo esibendo la solita faccia triste.
“Si chiama Oddish, non Gloom” lo rimproverò Midori, arrivando in quel momento. “È già abbastanza sconsolato di suo, senza che anche tu ti metta a cambiargli il nome. Come ti sentiresti se di punto in bianco io ti chiamassi in un altro modo, che so… Gen?”
“Ma Gen è un nome bruttissimo.”
“Il primo che mi è venuto in mente. Il concetto non cambia.”
“Sì, ma io non sono cambiato. Lui, invece, è diverso…”
“È sempre il mio adorato Oddish!” esclamò la ragazza prendendolo tra le braccia e stritolandolo. Il Gloom ostentò un sorriso bavoso. “E ben presto, quando avrò trovato una Pietra Solare, diventerà bellissimo. Un bellissimobellossom. Non è vero?”
Gloom!”
Risero insieme, mentre Take lanciava loro un’occhiata conciliante.
“Bene. Cosa c’è per cena?”
“Stufato di rape.”
“Adoro le rape!”
Take sorrise: non sarebbe mai riuscito a far crollare l’inguaribile ottimismo della sua ragazza; non per niente, da giorni vivevano accampati nel Bosco Girandola, raccogliendo campioni di terreno, analizzando la composizione delle acque e campionando la varietà di piante. Midori trovava quella vita estremamente soddisfacente, per nulla abbattuta dalle scomodità; a Take sembrava quasi di sentirla ripetere, nella propria testa: “Cosa c’è di meglio di un tappeto di foglie illuminate dalla luna, per dormire?”
Uno scricchiolio improvviso fece alzare loro gli occhi: nella luce scarsa del crepuscolo comparve una figura in ombra.
Il Cyndaquil si mise immediatamente in posizione di attacco.
“Scusate l’interruzione” disse la voce di un ragazzo. “Il mio nome è Gen. Sono un allenatore di pokémon, ma sfortunatamente io e miei amici abbiamo perso la strada. Sapere dirmi dove siamo?”
Take si rilassò, e si alzò in piedi tendendo la mano allo sconosciuto.
“Il mio nome è Take, e lei è Midori. Anche noi siamo allenatori – più o meno.”
“Piacere!” esclamò subito la ragazza. “Questo è Oddish!”
“Ma è un Gloom…” balbettò il ragazzo, che dimostrò avere più o meno la loro età.
“Ma il suo nome è Oddish! A te piacerebbe se di punto in bianco ti chiamassero, che so, Ta…”
“Midori, smettila” la implorò Take, e lei, riconoscendo il tono, sedette composta e riprese in mano ciotola e cucchiaio.
“Ci troviamo nel Bosco Girandola, non molto in profondità, a dir la verità.”
“Sapreste indicarmi il modo per uscirne?”
“Senza alcun dubbio” bofonchiò Midori, tra una fetta di pane ed una cucchiaiata. “Ma credo sia meglio che tu vada domani mattina, con il sole. Vuoi un po’ di zuppa?”
Il ragazzo sembrò esitare, ma Take rinnovò l’invito, ed infine si sedette con loro.
“Questa zona è lontanissima dalla mia città, e davvero non mi raccapezzo. Voi siete di qui?”
“Veramente no, ma siamo qui da un bel po’ di tempo…” sospirò Take, tuttavia divertito. Lanciò uno sguardo acceso alla compagna.
“Mmm” confermò lei, continuando a mangiare voracemente. “Stiamo facendo degli studi.”
“Ah…studi? Non vi allenate?”
“Non siamo propriamente degli allenatori” spiegò Take. “Lo siamo stati per diversi anni, ma poi abbiamo preso strade diverse; io sono uno storico dei pokémon, mentre Midori sta per laurearsi come dottoressa.”
“Ma è fantastico! Guarirai i pokémon?”
“Mmm. La mia specializzazione sono i pokémon erba.”
Gen si illuminò: “Io ho un Cacnea!”
“AAAH!”
I due ragazzi sobbalzarono all’urlo, poi Take posò sconsolato una mano sulla spalla del compare: “Non preoccuparti, è normale. È solo una tipa molto…entusiasta. Le farai vedere il tuo Cacnea, dopo cena?”
“Va bene…”
“Evviva!” trillò lei, e per festeggiare la notizia saltò in piedi e si versò un’altra abbondante porzione di zuppa dalla pentola.
“Hai mai sentito parlare della Pietra Muschio?” chiese. Gen scosse la testa.
“È una pietra particolare che si trova qui vicino, nella foresta. Quando un Eevee si trova qui, nei pressi di questa pietra, e sale di livello, si evolve in un Leafeon. La Pietra però non è l’unica condizione necessaria: frammenti di questa, portati altrove, non producono lo stesso effetto. Nel mio studio spero quindi di dimostrare cos’altro, qui nel Bosco Girandola, contribuisce all’evoluzione.”
“E come riesci a far ciò?”
Midori alzò le spalle: “Al momento, procedo a tentoni. Sto analizzando la composizione del terreno e delle acque, nonché la vegetazione, e tutto ciò con cui un Eevee può entrare in contatto stando qui. Sto cercando anche di capire se è necessario che sia qui da qualche tempo –e quindi si tratta di qualcosa che deve venir metabolizzato, in qualche maniera- o siano sufficienti pochi secondi di esposizione. Spero di arrivare a qualcosa di concreto entro qualche mese…”
“Sembra molto interessante…” mormorò il ragazzo, con l’aria di chi non ha capito nulla; cercò lo sguardo comprensivo di Take e si ributtò poi sulla zuppa, affamato.
“E tu, invece?” gli chiese lei.
“Io veramente non so. Sono partito con il mio primo pokémon da pochissimi mesi, ho deciso tardi di voler fare l’allenatore. Ora ne ho quattro, ma sono tutti di livello base.”
“Domani potremmo fare un incontro” propose Take.
“Ma tu non facevi lo storico?” buttò là Gen, tentennando. Quei due gli incutevano un po’ di timore, ma se non altro lei, forse, sarebbe stata in grado di guarire i suoi pokémon a seguito dell’inevitabile disfatta.
“Non preoccuparti” indovinò Take, “ho portato con me solo un Cyndaquil appena nato, ed ovviamente il mio Flareon.”
“Hai…hai un Flareon?”
“Sì” si intromise la ragazza con tono da rimprovero, “e l’ha fatto evolvere senza ascoltarmi! Poteva servirmi per i miei studi, ed invece niente, ha dovuto per forza tramutarlo in una fornace spara-fuoco senza alcuna utilità.”
“A me piace così” si difese Take, e Gen, senza sapere a chi dare ragione, ridacchiò stupidamente.
Terminarono di cenare, Gen mostrò loro i suoi pokémon e poco dopo si rintanarono nei rispettivi sacchi a pelo.
“Take, psss…ehi, Take!”
“Midori, che c’è?”
Rinchiusa nel sacco a forma di Kakuna, Midori strisciò fino da lui e gli si accoccolò di fianco.
“Hai visto? Si chiama Gen!”
“Se non fai silenzio ti sentirà.”
“Ma no, dorme! Si chiama proprio come io avevo detto di volerti chiamare!”
Ridacchiò tra sé e sé, e suo malgrado Take sorrise.
“Come si sta bene, qui sulle foglie…”
“…illuminate dalla luna, sì, lo so.”
“Stai imparando a leggermi nel pensiero?”
“Più o meno.”
La ragazza sorrise sorniona: “E cosa sto pensando, ora?”
“Non credo sia molto rispettoso nei confronti del nostro ospite.”
Midori mise il broncio: “Ma dai! Solo un bacio…” e si avventò su di lui a labbra protese, come fosse un Jynx. Take la lasciò fare, beato.




***
Secondo episodio della vita di Midori! Ci sto decisamente prendendo gusto. Come intuibile dalla storia, questa cronologicamente si colloca molti anni prima di “A lezione di storia”. Credo che procederò un po’ così, a caso, narrando piccoli episodi sporadici della sua vita. Adoro questo personaggio, ed anche Take mi piace molto :D
Il prompt (Sul tappeto di foglie illuminato dalla luna, orfano, dalla piscinadiprompt) era mio (becero autofill), anche se in realtà la paternità originale è del sommo Italo Calvino. Anche questa storia è stata scritta per il 1° turno della Staffetta.
  
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