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Autore: Chanelin90    07/10/2012    1 recensioni
Il mondo sembra impazzito..
Gli avvenimenti attuali descritti in chiave hetaliana.
Un'analisi dei nostri tempi e ciò che accade nei nostri giorni nel mondo, costantemente aggiornati, sebbene filtrati da ciò che io percepisco.
I punti di vista appartengono alle Nazioni, o a quello che vogliono far trasparire, ma lo scopo è informare/analizzare, certamente non di offendere.
Alcune situazioni saranno trattate in maniera più approfondita, altre in maniera più superficiale.
L'importante è sviluppare senso critico durante la lettura ed, eventualmente, interagire attraverso un dibattito costruttivo.
I personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya e il proposito non è a scopo di lucro.
Genere: Avventura, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LA CRISI EUROPEA– Parte Seconda

Germania ruppe la tazzina di caffè contro il muro, sparpagliando liquido e frammenti ovunque.
Rimase con lo sguardo opaco e l’affanno, a fissare il vuoto.
Austria entrò velocemente e fissò l’amico – Per l’amor di Dio! Germania! Cosa è successo?-
Ludwig afferrò l’austriaco per le spalle e studiandone le pupille espose:
- I dati peggiorano! Ha i soldi fino a novembre! Hai capito?-
- Ah! Parli di Grecia!- comprese Roderich, mettendogli una mano sulla schiena, nella speranza che si calmasse.
- Ma l’hai sentito? “Rischiamo una Repubblica di Weimar così!” Ma cosa vuole insinuare? Che, siccome vogliamo evitare il ritorno del nazismo, IO, colui che è stato dichiarato il maggior colpevole del secolo scorso, dovrei prestare i soldi dei miei contribuenti a fondo perduto, mentre LORO CONTINUANO A SPRECARE o a NON RIFORMARSI???- si sfogò il tedesco.
- La Grecia non se la sta passando troppo bene ultimamente, Germania! Cerca di capire!- tentò conciliante l’austriaco.
- Io.ci.provo! Ma mi stanno stancando sinceramente! Facciano quello che devono fare senza sconti temporali, né tagli di debito, né altri prestiti, né niente!- protestò Ludwig.
- Adesso calmati però!- lo assecondò Roderich.
- Le regole che TUTTI abbiamo accettato prevedono che non sia possibile finanziare direttamente gli Stati! Così dev’ essere!- proclamò risoluto Germania e guardò severo Austria.
- Rischiamo di perdere anche la nostra reputazione finanziaria che, fin’ora, è sempre stata eccellente!- sibillò il tedesco.
Poi si mise una mano sulla fronte, calmandosi,  mentre l’altra la poggiò sulla scrivania di legno per reggersi.
Dopo un po’, Austria lo vide afferrare il telefono.
- Che stai facendo?- chiese sospettoso l’austriaco.
- Chiamo Spagna! Vorrei capire che diavolo vuole fare! Se vuole usufruire degli aiuti di Esm o quant’altro! Comunque devo saperlo! Bisogna valutare le condizioni!-

Roderich abbandonò la stanza, lasciano Ludwig a innervosirsi al telefono.
“ Ultimamente, non lo capisco nemmeno io! Ma cosa spera di ottenere facendo così? Avrà pure le sue ragioni…ed è vero che molti paesi sono stati irresponsabili! Ma perchè sembra sempre che noi, Paesi più piccoli, dobbiamo ADEGUARCI alle sue decisioni?  Perché  lui è più grande ed economicamente forte di tutti noi?”
Passeggiò per il corridoio, non accorgendosi nemmeno del saluto festoso di Feliciano.
“ Si! Lui sarà pure la locomotiva d’Europa, sebbene stia rallentando! Ma io non sono da meno! Tengo i miei conti in ordine e sono in salute! O l’Europa è composta da 27 membri, presto 28, quindi anche di noi più piccoli oppure è composta da 26 membri più Germania che l’indirizza tutti!”
Uscì all’aria aperta, percependo la brezza del vento.
- Tsk..ora capisco la scelta d’ Inghilterra!- commentò fra sé, guardando il cielo e gli stormi librarsi in cielo.

Feliciano vide Roderich farfugliare e sbuffare nel corridoio.
Provò a salutarlo, ma l’austriaco era talmente preso dalle sue preoccupazioni che nemmeno lo notò.
“ Potrebbe essere importante! Non voglio disturbarlo!” assodò l’italiano proseguendo.
Entrò nello studio di Germania.
Ludwig lo vide arrivare: “ Ci mancava lui!” constatò il tedesco, squadrando l’italiano da capo a piedi.
- CIAO DOIT..cioè..GERMANIA!- salutò entusiasta Italia.
- Ciao Italia! Hai adempiuto scrupolosamente ai tuoi doveri?- chiese senza scomporsi il tedesco.
- Sto portando avanti l’agenda che abbiamo preparato insieme!- affermò sicuro l’altro.
- Questa è una buona notizia!- ammise Germania.
Italia ridacchiò soddisfatto.
Finalmente il suo lavoro era gradito anche dal tedesco.
- Mi aspetto che l’opera di riforma del tuo Paese vada avanti senza intoppi e prosegua anche oltre la primavera- continuò il tedesco, serrando gli occhi.
Italia deglutì.
Feliciano era ben contento di essere preso nuovamente in considerazione come una Nazione seria, dopo un passato particolarmente leggero e burrascoso.
Agli occhi di tutti gli altri, questa versione d’Italia era migliore, ma quanto poteva essere tollerata dalla sua gente che soffrivano sempre di più i suoi rigidi provvedimenti d’ austerità che sembravano non portare altro che disperazione.
Moralmente erano a pezzi.
Ma poi queste misure erano veramente ideali per gli italiani?
Come poteva garantire a Germania di proseguire su questa strada, se il suo popolo rischiava di chiederne un’altra nell’arco di pochi mesi, oramai?

- Italia! Sto parlando con te!- grugnì Ludwig, esaminandolo severo.
Italia trasalì, risvegliandosi dai suoi tormenti.
Non poteva garantirlo!
 Non democraticamente, s’intende! Oppure..
- La linea da tracciare è stata segnata !- riprese il tedesco, segnando con una penna rossa alcune note su dei fogli – Devi portare avanti i compiti che ti sono stati assegnati!-  disse guardandolo inflessibile e austero negli occhi.
- Germania..come ben sai..la mia è una Repubblica parlamentare..- balbettò l’italiano.
- Quindi?- domandò l’altro, alzando un sopracciglio.
- Come tu hai chiesto alla Corte Costituzionale la legittimità dei nostri accordi..io devo chiedere conferma alla mia gente se..- mormorò Feliciano.
- Abbiamo BISOGNO di un’Italia sobria e seria! Basta giochetti!- minacciò Ludwig.
- Ma come potrei…-
- Accertati che dopo l’espressione popolare, le varie forze appoggino un ‘Italia..sobria!-
- Non so come il mio popolo possa percepire questa scelta!- tentennò l’italiano.
- IL DESTINO EUROPEO RISIEDE NELLE TUE MANI, ITALIA! Non è più tempo di trastullarsi, ma di adempiere ai propri obblighi e doveri!- sbottò il tedesco.
-  Questo lo so, ma che posso..-
- Vuoi mandare tutto all’aria? E’ così?-  s’infuriò Germania.
- NO! Certo che no!- guaì l’italiano.
- Allora vedi di comportarti bene! Non tollererò altre deviazioni di percorso!-
- Se Germania fosse un po’ più flessibile, io…-
- GLI ERRORI SI PAGANO, ITALIA!- urlò il tedesco.

Italia rimase immobilizzato.
Ludwig si rese conto di aver esagerato.
Il tatto non era il suo forte.
Non era certo sua intenzione spaventarlo in quel modo.
“Se solo Italia fosse più responsabile, forse ci capiremmo di più” si addolorò.
- Basta così! Puoi andare!- decretò Germania, rammaricato, senza più guardarlo.
Italia alzò la testa e, costernato, si volse verso la porta.
Con un filo di voce, lo salutò.
Fece per uscire, ma la voce del tedesco lo interruppe: “ Ci vediamo lunedì per la riunione!” mormorò con tono apprensivo e un po’ più addolcito.
Italia si cacciò con l’indice una lacrima e annuì con la testa.
Dopo che fu uscito, si mise a correre con gli occhi pieni di lacrime, verso casa sua.

Lovino stava raccogliendo i frutti del campo di pomodori quando vide suo fratello schizzargli accanto in lacrime.
“ VENEZIANO!” urlò.
Ma il ragazzo si fiondò in casa.
“ Ci risiamo” mormorò fra sé e lo seguì nella loro abitazione, trovandolo in camera da letto a piangere.
Posò il cestino di pomodori sul tavolo e si sedette sul bordo del letto.
-Veneziano..- sussurrò pacato.
- Possibile che qualunque cosa faccia non va mai bene?- si lamentò Feliciano, colpendo il cuscino con un pugno.
- Elementare. Il crucco trae giovamento dai tuoi sensi di colpa!- sogghignò Lovino alzando gli occhi al cielo.
Italia fissò accigliato il fratello maggiore.
- Non mettere in mezzo Ludwig, fratello! Lui non c’entra niente! La colpa è MIA!- sibillò e si riprese a singhiozzare.
Lovino lo guardò con un misto di biasimo e compatimento.
- Italia..non capisci che questa situazione non possiamo risolverla noi?! E’ il sistema che è andato in panne! Qualunque cosa facciamo è destinata a peggiorare!- sentenziò gelido.
- Se noi ci comportiamo bene..- cominciò Feliciano stringendo il cuscino.
- Se noi “obbediamo”- corresse il fratello.
Italia continuò stizzito:
- Questi sacrifici ci permetteranno di portare avanti riforme che poi, in futuro, ci modernizzeranno e  ci renderanno migliori! Faranno bene al nostro popolo!- asserì convinto Italia.
- Questa austerità non farà altro che peggiorare la nostra già precaria situazione!- affermò Lovino e si avvicinò all’orecchio del fratellino:
- Queste misure servono alle banche, soprattutto tedesche e francesi, per succhiarci gli ultimi risparmi e ad appropriarsi di settori  strategici e beni preziosi- sussurrò ambiguo.
Poi prese la testa di Nord Italia tra le mani e lo fissò dritto negli occhi -Servono a renderci schiavi, Veneziano!- bisbigliò.

- SEI UN BUGIARDO! GERMANIA NON LO FAREBBE MAI!- urlò Feliciano, scostandosi dal fratello.
- Italia! A quel figlio di puttana non importa un fico secco di te! Vuole solo comandare e, possibilmente, riprendersi i soldi che ha investito sul nostro debito! Una volta terminata l’operazione, ti abbandonerà!- assicurò sprezzante l’italiano più grande.
- Ma cosa dici? Noi siamo un’ UNIONE! UN’ UNIONE!-  smentì Italia sgomentato.
- A parole! Ma quando si mettono di mezzo gli interessi economici..non ci sono valori che tengano!- sbuffò l’altro.
- La prosperità di Germania, lo sa, dipende dalla solidarietà che gli hanno mostrato gli stati europei dal 1945!- ribadì senza dubbi Feliciano.
- Veneziano! Il dopoguerra è finito! Germania..ha dimenticato!- replicò Lovino poggiandogli una mano sulla spalla.

A quel punto, Italia si alzò bruscamente e fece per andarsene.
- Basta! Non voglio più sentire le tue sciocchezze!-
Il fratello maggiore lo bloccò, afferrandolo prontamente per un braccio.
- Tutti sono indebitati! Anche il tuo prezioso mangia-patate!-
Italia girò il capo, trovandosi di fronte gli occhi inquisitori di Lovino.
- Lo sai perché sono tutti indebitati, Veneziano?- domandò a bassa voce.
Feliciano negò lentamente col capo.
- Siediti!-

- Questo è un pomodoro!-
 Lovino afferrò un pomodoro dal cestino.
- Facciamo finta che tu non possa produrli e che, quindi, tu debba acquistarli dal sottoscritto!- e lo porse in mano al fratellino che se lo rigirò tra le mani.
- Per produrre questo pomodoro io spendo 1, ma, quando te lo presto, ti dico che questo frutto ha il valore di 10-
- Romano! Stai dicendo cose senza senso!- stabilì con pena l’altro.
- Italia! CONCENTRATI su questo fottutissimo pomodoro!-
Feliciano si concentrò per seguire il discorso del fratello.
- Non solo! Ti dico che me lo devi restituire con un interesse di 5 pomodori !- continuò riprendendo in mano il frutto.
- Morale della favola: Tu sei costretto a chiedere in prestito un bene, di cui io stabilisco il valore e che tu non puoi produrre, e che mi devi restituire con un gli interessi! Ci sei?-
Feliciano annuì incerto.
- Quindi io ricavo ciò che ti ho prestato più una ricchezza maggiore mentre, a te, non rimane niente! Se non ce la fai, io mi prendo le tue pere e le tue mele! Ci sei?-
Italia si mise le mani sulle tempie.
- Credo..credo di si! Ma, voglio dire, nessuno mi costringe a chiedere i pomodori in prestito!-
Lovino continuò.
- Una volta, erano le Nazioni ad avere la possibilità di produrre pomodori quindi, comunque andasse, i pomodori rientravano nelle casse del Paese e questo si arricchiva. Se invece io, Romano, inteso come persona fisica umana privata, mi arrogo un diritto che appartiene a una Nazione..-
- Tu..tu ti arricchisci e la Nazione…s’impoverisce!- completò Feliciano.
- Ci siamo!- dichiarò Lovino, rimettendo il pomodoro al suo posto.
- Questo è quello che accade con la moneta da quando le banche stampano denaro per conto di privati e non come banche statali!- terminò Lovino con un sorriso.

- Non mi hai ancora spiegato perché dovrei chiedere i soldi in prestito!- dichiarò Feliciano scettico.
- VENEZIANO, ASCOLTAMI! Una volta il denaro cartaceo era legato a un bene riconosciuto di valore da tutti: l’oro!- disse Sud. Italia afferrando un candelabro placcato in oro.
- Adesso sono veramente confuso!- si depresse l’italiano.
- Oramai, stampano carta senza che vi sia un’eventuale riserva aurea! Lo sai questo che significa?-
- Noooo!- urlò Feliciano esasperato.
- Che possono produrre denaro, in realtà senza valore perché non coperto da un bene di valore, in quantità industriali! Loro si arricchiscono con il ritorno e gli interessi! Se non pagano ipotecano i beni materiali del debitore- profetizzò Lovino.

- Romano…io..-
- C’è di più, Veneziano! Le banche hanno deciso di comprarsi il debito, senza valore, tra di loro, accollando le perdite allo Stato! Mentre il profitto è privato!- affermò il fratello.
Feliciano si afferrò la testa tra le mani.
- E lo sai perché?-
Si sentiva la testa esplodere.
- Perché gli Stati non possono far fallire le banche, perché se fallisce una banca…se va in default..-
- Anche le altre ..- comprese Italia.
- Per questo la Bce presta denaro alle banche e questelo usano per ripianare i loro debiti, invece di darli alla società- Lovino si poggiò al tavolo- ..Oppure investono in altri cazzo di titoli di Stato per trarne maggior profitto!-
- BASTA ROMANO!- gridò Feliciano-
- Se la Bce smette d’immettere liquidità nelle banche…- sogghignò il fratello maggiore.
- ROMANO!- urlò Italia.
-.. Vi sarà una BANCAROTTA a catena!- proclamò Lovino, mozzicando un pomodoro.
- Queste sono cose assurde e inaudite!- s’inalberò il fratellino.
- E questo genererebbe il Caos perché più nessuno elargirebbe crediti e nemmeno pensioni o stipendi! Scoppierebbe un’enorme guerra civile! Salterebbero molte teste! E per impedirlo…-
- E’ UNA FOLLIA!- serrò i pugni irritato Italia.
- ..per impedirlo accollano i loro debiti alle popolazioni europee e vengono finanziati dalla Bce!-
- ADESSO BASTA!- e gli tirò il cuscino in faccia.

Feliciano ansimava pesantemente- Stai..stai delirando!-
- E’ una fottutissima truffa, Italia! E noi, col fiscal compact di quello stronzo di crucco, la recessione e senza poter effettuare investimenti, a causa delle regole sempre del crucco che non vuole che la BCE finanzi direttamente gli Stati,.. Noi..abbiamo un cappio al collo. Non ci sarà alcuna dannatissima ripresa! Nessuna cazzo di luce in fondo al tunnel!-
Lovino abbassò lo sguardo e guardò vagamente il vuoto.
- Se falliamo noi..ci portiamo il mondo al seguito. Primo fra tutti Germania!-

Italia afferrò il fratello maggiore .
- Romano! Queste tue affermazioni sono solo il frutto di paure e complottismi. Ti sei fatto condizionare! Facile cercare un colpevole al di fuori di noi stessi!- lo consolò dolcemente.
- Il nostro popolo dovrà pagare un debito non suo e soffrirà enormente a causa di ciò!- profetizzò Lovino cinicamente.
- Ne usciremo!- dichiarò speranzoso l’altro.
- Certamente! Solitamente si risolve con una bella guerra!-
 Italia mollò la presa scioccato.
- Cosa?-
- Ma non una piccolina..una di quelle che fanno milioni e milioni di morti!- mormorò beffardo Lovino.
-  CI DEVE ESSERE UN’ ALTRA SOLUZIONE! NON PUÒ VERAMENTE ANDARE COSì!- urlò Feliciano sconvolto.
- Bisogna vedere se le Nazioni decidono di mettersi d’accordo o preferiscono mandare i loro popoli alla morte!- schernì aspramente l’altro, incrociando le braccia.
- NON E’ VERO! Questo meccanismo non può proseguire all’infinito!- constatò Italia impallidendo.
- Finirà quando gli interessi raggiungeranno il livello dei debito dello stato. Poi crollerà!- terminò distaccato Lovino.

Feliciano rabbrividì e corse via.
Suo fratello non voleva fare sacrifici e cercava solo di dare una spiegazione inverosimile agli eventi, però, la sua rassegnata convinzione, l’aveva impensierito non poco.
“ Non ho tempo per queste cose! Domani ho una riunione importante! Devo pensare a una soluzione per Grecia e Spagna!”

Lovino era rimasto appoggiato sulla scrivania, a fissare cinicamente il vuoto.
Spagna comparve al suo fianco.
- Mi accompagni?- bisbigliò all’orecchio dell’italiano.
- Ci picchieranno anche questa volta?- domandò Lovino senza scomporsi.
- Probabilmente!- sorrise lo spagnolò, realista.
- Non vedo l’ora!- ricambiò compiaciuto l’italiano.
E presero l’occorrente per accamparsi.

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I temi affrontati in questo capitolo sono tutt’altro che semplici ma necessari per capire perché vi sono tutte queste rimostranze nei confronti delle banche e perché molte forze politiche europee basano la loro campagna elettorale sul contrasto a questi istituti, adesso.
Mi odierete ma ho dovuto semplificare parecchio il discorso, nella speranza di favorire un intendimento più facile .
Capisco ci siano imperfezioni.

Premetto col dire che, inizialmente, ho accennato ad Austria, in quanto, in questo Paese, stanno nascendo forze politiche contrarie alle soluzioni caldeggiate dalla Germania.
La cosa che appare interessante è che è sempre stato un Paese sostenitore e  molto vicino alle idee politiche ed economiche dei tedeschi, mentre ora, a causa delle tensioni che stanno nascendo in Europa, oltre a essersi ammorbidito, vede una situazione di potenziale ingovernabilità per un futuro governo e i dibattiti sulla soluzione della crisi europea non si sprecano, spesso in contrasto con quelle della Germania.

Ho sottolineato la spaccatura che si sta vivendo all’interno del nostro Paese.
Un’Italia che si sente colpevole, pronta a sopporsi ad altre misure di austerità pur di non vedere più certi soggetti e un’Italia che, invece, ritiene ingiuste o dannose le soluzioni e  che afferma che non si può ridurre la politica a un mero calcolo economico.
La Germania, credo sia scontato, gradirebbe un Monti-bis.
Sarebbero garantiti sulla stabilità e sulla serietà del Paese, oltre che sui debiti.
Credo siano seriamente terrorizzati dal ritorno del Cav.
Probabilmente, questa primavera, rischiamo una situazione d’ingovernabilità, però, ancora, c’è troppa nebbia e incertezza per fare delle previsioni credibili.
Certo, la politica, almeno buona parte, vorrebbe ancora nascondersi dietro il governo tecnico per pararsi dai tempi duri, le difficili riforme e, poi, affibbiare la colpa ai professori, così sancendo la loro totale inutilità sempre di più.
Ne vedremo delle belle..

La terza parte riguarda l’argomento, così definito, del Signoraggio Bancario.
Chiaramente, preso molto alla lontana.
 E’ un tema molto avvincente, oltre che di difficile comprensione perché molto tecnico.
L’argomento, purtroppo, non è chiaro e molti elementi ci sfuggono.
Si rischia facilmente di cadere in luoghi comuni.
Ritenete che le preoccupazioni di Romano siano infondate o deliranti, oppure, effettivamente, il sistema presenta qualche cosa che non va?

L’ultima parte fa un accenno agli indignatos.
Successivamente, magari, gli dedicherò un capitolo, anche per spiegare il perché i vari Paesi mediterranei stiano reagendo in maniera differente, gli uni dagli altri,alle misure imposte.

Restate sintonizzati!
 





  
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