20/04/2007
10 recensioni LA PALADINA E IL PRINCIPE
Londra,13 Gennaio 2007
Una bellissima ragazza correva per la strade della città per non arrivare in ritardo a scuola. “ corricorricorricorricorri” si ripeteva mentre il suo corpo iniziava a dare i primi cenni di cedimento a quella corsa sfrenata “ giuro che uccido Sota! Mi farà arrivare in ritardo anche il primo giorno di scuola” pensava a quella mattina quando il fratellino le aveva detto che poteva restare a dormire tanto era ancora presto quando invece mancavano solo 20 minuti all’inizio delle lezioni; lei si era alzata di scatto, dopo aver guardato la sveglia, e si era preparata velocemente per poi uscire di casa e correre fino al grande edificio che ora le si stagliava davanti. Era stato costruito solo l’anno prima ed era un istituto privato, lei si poteva permettere di andarci grazie al padre che, sebbene non si fosse mai fatto vedere, le aveva sempre pagato la retta scolastica nelle migliori scuole. Arrivata li si accorse di aver fatto in tempo e appena vide una faccia familiare le si avvicinò e,sedendosi su un muretto, si concesse qualche minuto per riprendersi. Kagome era una delle ragazze più richieste della scuola e non solo per la sua bellezza ma anche per la sua dolcezza e gentilezza anche se quando si arrabbiava era una furia. Aveva lunghi capelli neri come la pece e occhi color del cioccolato così intensi che ci si poteva perdere dentro, era slanciata e formosa nei punti giusti, era perfetta. La sua migliore amica aveva dei capelli marroni che le superavano di poco le spalle, occhi del medesimo colore; era un po’ più alta di Kagome ma anche lei era molto richiesta. Entrambe però non volendo la popolarità ignoravano tutti e questo le rendeva ancora più affascinanti agli occhi dei ragazzi, inoltre loro sognavano il principe azzurro e infatti non erano fidanzate e non avevano mai ricevuto il primo bacio.Di carattere erano identiche solo che la mora era più precisa e adorava gli sport, Kagome invece era un tipo super solare e rendeva felici tutti quelli che le stavano intorno. La loro amicizia era unica e indistruttibile, si erano conosciute da bambine e da allora erano amiche per la pelle. -Kagome ma che hai?! Sembra che hai appena fatto una maratona!- le aveva detto la ragazza scrutandola attentamente -Lo so Sango, ma tu prova a fare la strada da casa mia a qui e poi vediamo se hai il mio stesso aspetto- - scusa ma ti sei svegliata tardi anche oggi che è il primo giorno di scuola dopo le vacanze ?- - non è colpa mia! Ma di quel piccolo mostro, Sota questa mattina mi ha presa in giro dicendomi che era ancora presto- - oh Kagome non cambierai mai!- disse Sango avvicinandosi all’entrata dell’istituto,- eih! lo devo prendere per un complimento?- - certo! Comunque ora andiamo che è suonata la campanella- - OK arrivo!!!!- le due ragazze entrarono e raggiunsero la palestra dove il preside avrebbe tenuto il suo discorso davanti a tutti gli studenti. Quando il preside salì sul piccolo palchetto tutti tacquero per sentire cosa diceva l’uomo paffutello. -bene ragazzi, bentornati! Spero che le vacanze siano andate bene?!- disse sorridendo e dopo ciò un boato si levò nella stanza ma ad un cenno della mano del signore il silenzio calò di nuovo. - a giudicare dalle vostre grida direi di si!Ora…- aveva pronunciato l’ultima parola con un tono serio cosa che fece incuriosire gli studenti; - devo fare un annuncio: la Shikon, come voi sapete è un organizzazione che si occupa della salvaguardia del passato, oggi è qui per vedere se c’è qualcuno che può salvare questo presente e il futuro- tutti i ragazzi si guardavano attorno non capendo cosa volesse dire quella frase. - Sango secondo te cosa vuol dire?- - non ne ho idea- -ma…- Kagome venne interrotta dalla voce del preside;- ora la dottoressa Kagura vi spiegherà meglio questa faccenda- disse spostandosi per lasciare il posto ad una donna con un ventaglio in mano. - grazie per la parola preside, vedete ragazzi io sono il capo della Shikon e vi informo che ultimamente sui nostri libri di storia sono presenti alcune lacune riguardanti l’epoca Sengoku e questo vuol dire che da parte di qualcuno a noi sconosciuto c’e stata un’interferenza con il reale passato e quindi il presente si sta modificando- si fermò un attimo mentre osservava le facce impaurite, sorprese, sperdute degli studenti. Dopo un respiro riprese la parola - ho girato tutte le scuole del mondo e questa è l’ultima possibilità, voi verrete esposti ad un raggio innocuo prodotto dalla Shikon, la pietra da cui l’organizzazione prende il nome, e si spera che due di voi abbiano i requisiti giusti per diventare le paladine o i paladini del passato altrimenti svanirà tutto-. Mentre gli scienziati sistemavano sul palchetto un piccolo scrigno con dentro la pietra, Kagome e Sango si guardarono e si sorrisero, sentivano che da quel giorno tutto sarebbe cambiato.
Epoca Sengoku
- Miroku! Io ti ammazzo!!!!!!!- a parlare era stato un hanyou mentre inseguiva un ragazzo all’apparenza normale. - ok Inuyasha non te la prendere, pensavo ci tenessi alla compagnia della contessa Kikio- disse ridendo l’umano, - ma lo sai che io non la sopporto! Invece ieri ho dovuto passare tutto il tempo con lei perché TU le hai detto che non avevo niente da fare!- - ma come e io che pensavo che vi amavate nel profondo, o almeno lei così mi ha detto- disse stuzzicandolo - io ti uccido- disse il mezzodemone mentre scattava velocemente verso l’amico, lo stava per prendere quando… - principe, il re desidera parlare con voi- - digli che sto venendo Miyoga-. Inuyasha era il principe dei demoni e degli umani, i rapporti tra queste due “ razze” erano buoni anche se ultimamente stavano nascendo dei conflitti.Lui era un hanyou e non era molto apprezzato dal suo popolo. Aveva lunghi capelli argentei e due tenere orecchiette canine, occhi ambrati e profondi, aveva un carattere molto riservato e l’unica persona con il quale riusciva ad aprirsi e che non aveva mai dubito di lui era la madre, morta quando lui era ancora piccolo. Aveva un fratello maggiore,Sesshomaru, con il quale non andava d’accordo e una sorellina, Rin, che adorava. Miroku era il migliore amico di Inuyasha, era un monaco ed era stato accolto a palazzo molti anni prima in seguito alla distruzione del suo villaggio e alla morte dei suoi genitori, quella stessa notte un demone di nome Naraku gli aveva inflitto una maledizione: il vortice del vento, un vortice che veniva sprigionato dalla sua mano che risucchiava tutto e che, prima o poi, avrebbe risucchiato anche lui; per questo motivo la teneva sempre coperta con una specie di guanto. Aveva i capelli castani raccolti in un piccolo codino e occhi chiari, era alto quanto l’amico e, sebbene la sua vita non era stata tutta rose e fiori, aveva un carattere estroverso ma l’unico suo problema era la grande attrazione che provava verso le fanciulle e il fatto che non riusciva mai a tenere la bocca chiusa. I due seguivano il demone pulce verso lo studio del re Inu Taisho e quando vi entrarono poterono notare il grande demone seduto su una grande poltrona con al fianco Sesshomaru. - sedetevi- aveva detto con voce imperiosa il re, i due fecero come ordinato (Miroku può partecipare a questa riunione perché oltre a essere amico del principe era anche il suo consigliere); - perché mi avete fatto chiamare padre- chiese il figlio con voce piena di rispetto. - davvero non te lo immagini Inuyasha - l’aveva detto finendo in una risatina - ti ho convocato perché sono molo arrabbiato con te! Si può sapere perché non prendi in moglie la contessa Kikio, è un buon partito- Inuyasha era scattato in piedi - sarà anche bella, ricca ma io non la amo e non ho intenzione di sposarmi e dividere il resto della mia vita con lei!- - avete sentito padre, la parte umana di vostro figlio si è risvegliata!- a parlare era stato il fratello e dopo una risatina maligna - TU sei solo un debole- Inuyasha tremava di rabbia e, dopo aver estratto Tessaiga dal suo fodero, aveva caricato e si era lanciato sul suo accusatore - stai zitto Sesshomaru! Non ti permetto di parlarmi in questo modo!!- le spade cozzarono e per la troppa potenza i due fratelli erano finiti in giardino a lottare e a riempirsi di insulti. Oltre al padre e Miroku anche un’altra persona li guardava e con le lacrime agli occhi urlò – BASTA! Fratelloni, basta litigare!- era stata Rin, Inuyasha si era girato e l’aveva vista piangere, aveva riposto la spada nel suo fodero ed era andato a consolarla mentre Sesshomaru se ne era andato via, come suo solito. Inuyasha per farsi perdonare aveva passato tutto il pomeriggio con la sorella, erano stati al lago e ora mentre la piccola faceva una coroncina di fiori, lui si era addormentato sotto un albero. Vide una ragazza dai lunghi capelli neri e occhi scuri che sorrideva, era bellissima, pensò che fosse un angelo – tra un po’ ci incontreremo- aveva detto e poi la sua immagine era scomparsa lasciando il vuoto; Inuyasha si svegliò, era stato il sogno che ormai faceva tutte le volte che si addormentava, rimaneva sempre colpito dalla sua bellezza e di giorno pensava sempre a lei. Si era innamorato follemente di una fanciulla bellissima che vedeva solo nei sogni.
Fine 1° capitolo!!!!!!!!!!!!!! Che vi è sembrato? Io direi che è carino solo che devo prendere un po’ la mano perché questa è la mia prima fanfic. So che la storia è un po’ diversa e perdonatemi se ho fatto qualche errore di grammatica o ho scritto male qualche nome ma io non sono molto pratica. UN SALUTO!!!!! Imera P.S. recensiteeeeeeeee!