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Autore: Umiko_chan    08/10/2012    2 recensioni
Dal testo: Quelle lunghe passeggiate nel bosco che si concedeva erano un vero toccasana. Adorava immergersi nel verde più puro e incontaminato, magari per fare due chiacchiere con qualche albero.
Anche se, quel giorno, le piante sembravano più vivaci del solito. Parlottavano tra loro, scambiandosi informazioni e pettegolezzi. Era divertente ascoltarle. Ma quel giorno il loro tono di voce era particolarmente sommesso. Doveva essere qualcosa di davvero grosso.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grover Underwood, Percy Jackson
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Ad Anna, alias “Fulminata”,
la migliore figlia di Zeus che si
sia mai vista sull’Olimpo e sulla Terra.

 

Di satiri, alberi pettegoli e fraintendimenti vari

 

Lo zoccolo caprino colpì il sassolino, spedendolo a lato della strada, nascosto da un ciuffo d’erba verde smeraldo. Era incredibile che un satiro autorevole come lui dovesse prendere ordini da un incompetente come Sileno. La cosa gli dava sui nervi.
Grover Underwood, rifletté, era un satiro di tutto rispetto, con tanto di corna. E non si sarebbe fatto mettere i pie… ehm, gli zoccoli in testa così facilmente.
Affondò le mani nelle ampie tasche dei jeans, continuando a calciare la sventurata pietruzza. Tirò fuori dallo zaino una lattina ed iniziò pigramente a sgranocchiarla.
Quelle lunghe passeggiate nel bosco che si concedeva erano un vero toccasana. Adorava immergersi nel verde più puro e incontaminato, magari per fare due chiacchiere con qualche albero.
Anche se, quel giorno, le piante sembravano più vivaci del solito. Parlottavano tra loro, scambiandosi informazioni e pettegolezzi. Era divertente ascoltarle. Ma quel giorno il loro tono di voce era particolarmente sommesso. Doveva essere qualcosa di davvero grosso.
Grover tese l’orecchio, per cercare di captare qualche parola. La curiosità lo stava corrodendo da dentro. Ed era fastidiosa.

“Hai saputo di Helen?”
Una quercia. L’albero più pettegolo di tutto il bosco. Scoop assicurato.

“Cosa? Quella figlia di Afrodite?”
E un faggio. Estremamente curiosi.
“Sì, quella appena arrivata al campo. Hai saputo?”
Il faggio aspettava trepidante il racconto. Grover percepì la sua impazienza.
La quercia abbassò la voce. Il satiro dovette sforzarsi di capire più parole possibile.

“Pare che tale Helen abbia baciato un suo compagno!”
Queste furono le parole sommesse della quercia. Ma, ovviamente, non furono quelle che giunsero alle orecchie del giovane satiro.
Helen era scivolata nel bagno? Poverina, chissà se si era fatta male! E comunque, avrebbe dovuto parlare con Percy. Doveva smetterla di
giocare con l’acqua come un bambino. Non era la prima volta che qualcuno finiva dritto in infermeria.

“Sul serio?”
“Oh, assolutamente!”
“E com’è questa Helen?”
“Be’, è davvero carina: d’altronde, è una figlia di Afrodite. Bionda, occhi azzurri… un classico. E tiene molto alla pulizia.”

Cosa? La polizia? Allora era una cosa seria! Doveva essere successo qualcosa di grosso!
“E dimmi: come è successo?”
La quercia rise. Evidentemente non ci credeva neanche un po’.
“Lei dice che è stato un caso…”
Un caso? Allora era successo sul serio qualcosa di brutto! Cosa ne era stato di Helen? Cosa le era successo?
I due alberi, però, non risposero alle sue domande. Probabilmente si erano accorti che Grover stava origliando. Agli alberi non piaceva essere ascoltati.
Il satiro morse per l’ultima volta la sua lattina e si allontanò, per niente soddisfatto di quella conversazione.

 

Il campo sembrava in subbuglio. Dozzine di semidei facevano dozzine di cose nel caos più totale. I figli di Apollo si allenavano con archi e frecce. Grover lo trovava estremamente stupido: in fondo, non ne avevano alcun bisogno.
Le figlie di Afrodite chiacchieravano e si truccavano specchiandosi nel laghetto. I figli di Atena erano al tavolo da lavoro, progettando chissà che cosa. Grover notò che Annabeth non era con loro. In quell’ultimo periodo Annabeth spariva spesso. E anche Percy, a pensarci bene. Il perché, era un mistero.
E, a proposito di misteri… Gli tornarono alla mente le parole dei due alberi. Il satiro aveva tutta l’intenzione di scoprire cosa era successo alla povera Helen. Certo, la faccenda non gli era del tutto chiara, ma era suo dovere saperne di più.
Forse le figlie di Afrodite sapevano qualcosa. Forse, i figli di Apollo…
Indeciso sul da farsi, si avviò verso la Casa Grande, senza uno scopo preciso. Probabilmente avrebbe chiesto a Chirone. Di sicuro ne sapeva più di lui.
Attraversò i campi di fragole. Alcuni satiri lo salutarono calorosamente. Costeggiò il laghetto, ignorando le ninfe che lo abitavano.
Ovviamente, non aveva notato Percy che, sull’altra sponda, stava giocherellando con una bolla d’acqua delle dimensioni di un pugno.
- Ehi, Grover!
Il satiro sobbalzò, perdendo l’equilibrio. Cadde goffamente in acqua, scatenando le risate dell’amico e qualche piccola onda.
- Tutto bene? - chiese il figlio di Poseidone, cercando di frenare le risa.
- Ero solo distratto - si giustificò Grover, facendo leva sulle braccia per tirarsi su ed uscire dall'acqua. - Niente di che.
Percy si sedette accanto all’amico che scuoteva le zampe caprine per liberarle dall’acqua.
- Dai, spara. -
Il satiro attese qualche secondo prima di rispondere.
- Be’, vedi… - attaccò. - Ero nel bel mezzo della mia passeggiata quando ho sentito due alberi che…
- Aspetta, - si intromise Percy. - Tu parli con gli alberi?
Al figlio di Poseidone scappò un risolino. Mormorò qualcosa come: “E’ assurdo!” e scoppiò in una vera e propria risata.
 - Sì, ridi pure! - lo prese in giro il satiro, per nulla divertito. - Certo non sono io quello che parla con i cavalli!
Il figlio di Poseidone smise di ridere.
- Stavi dicendo? - chiese.
- Che fai, cambi discorso adesso? - lo schernì ancora Grover, facendosi sfuggire un risolino.
- Oh, ma figurati! Non faccio mai cose del genere!
- Allora non ti dirò niente del misterioso caso che è accaduto qui al Campo!
- C-caso? Di cosa stai parlando? Guarda che qui non-…
Ma il satiro si era già alzato e saltellava via, fiero del suo segreto. Era martedì: e martedì era giorno di enchiladas.

 

 

Angolo autrice: Mi ero ripromessa di scrivere qualcosa di pazzo, ma mai avrei pensato di scrivere una cosa del genere e, soprattutto in questo Fandom!
Immagino che sarà la prima di tante One-shot - e, chissà?, magari anche qualche long-fic -, perciò state pronti! Semidio avvisato, mezzo salvato!
Dunque, alla prossima. Eternamente vostra,

 

 Umiko_chan

   
 
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