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Autore: Sorella Grimm    08/10/2012    1 recensioni
Chi può citare un caso più ''Cold'' per un Detective di quello di una ragazzina addormentata da secoli e dispersa in un fantomatico palazzo nella foresta.
Potrebbe essere il caso della vostra vita se siete alle prime armi e cercate fama con cui vendervi meglio, il mondo del lavoro è davvero spietato!
Gli asmatici e gli aracnofobici si astengano dalla lettura potrebbe risultare troppo forte per loro.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La stanza risultava quasi totalmente buia quando il detective vi fece il suo ingresso. La porta di legno si era aperta scricchiolando riempiendogli i capelli di dense ragnatele e provocandogli una reazione nervosa nel cercare di districarcisi in mezzo spazzolandosi con gesti isterici eliminando eventuali creatori. Un alta finestra dal vetro smerigliato e multicolore risultava l'unica fonte di una fioca luce filtrante da una tenda socchiusa e pesante di polvere. Il fascio di sole tagliava di traverso la stanza illuminando la pavimentazione di pietra grezza, un tappeto di ricca foggia ma troppo ingrigito di polvere per essere veramente definibile come tale. In fine cadeva, risalendo verso l'alto, sul bordo finale di un letto a baldacchino delineando una colonna tortile intagliata in modo da risultare un insieme di animali aggettanti pronti al balzo.
Fu verso quella colonna che il ragazzo si mosse lisciandosi l'impermeabile beige come a cercare di darsi un contegno prima di virare e dirigersi verso la finestra e un altro nugolo di ragnatele.

''Io amo il mio lavoro...io amo il mio lavoro''

La sua voce risuonò nel silenzio irreale della stanza in quella nenia autosuggestionante mentre le mani titubanti già scavavano tirando via i fili polverosi di bava aracnidea liberando un varco per la tenda. La luce filtrò come un lampo accecante di mille colori mentre un nugolo di polvere e ragnatele fatto uomo si andava muovendo nervoso nella stanza da troppo tempo sopita

''Cento anni. Dovevo immaginarlo che avrei trovato tutta questa polvere. Perché non ho portato il Ventolin? E se mi viene l'asma? Morirò qui da solo...me lo sento''.

Nuovamente la sua voce si spande per la stanza risuonando di un timbro acuto e profondamente giovanile per quanto gradevole all'udito, se solo ci fosse qualcuno ad ascoltarlo. Con il diradarsi della nube polverosa il giovane appare meglio alla vista e se ne delineano i tratti più peculiari, come quell'aggrottarsi a tratti delle sopracciglia sopra lo sguardo vigile che abbraccia immediatamente l'ambiente in cui si trova ispezionandolo a fondo. Gli occhi si soffermano in brevissime pause su quel oggetto, quel colore come saggiandone la fattura o cercandovi qualcosa. Una mano sporca si alza a scostare una ciocca di capelli scuri ripiegandola dietro l'orecchio prima di proseguire, seguita dalla gemella, a stringere l'elastico che ferma le altre ciocche in una folta coda di cavallo. Le tasche dell'impermeabile sembrano piene di oggetti di cui si scorge solo una bitorzoluta sporgenza tranne per un fascicolo di fogli arrotolato e infilato di traverso nell'asola che dovrebbe ospitare la cintura. Sotto un semplice paio di jeans chiari striati di fili di ragnatela baluginanti e una semplice camicia bianca conditi da un paio di scarpe in pelle poco prima lucida di pregievole fattura.

''Cosa diavolo..?!''

Il giovane schizza nervoso verso un angolo della stanza in cui ora si può nettamente scorgere una sedia a dondolo, un alto armadio con specchiera del secolo precedente, un basso comodino reso violaceo dalla luce dei vetri riflessa sula lampada rosea posata su di esso.
Sulla sedia il particolare che ha provocato l'invettiva del giovane. Una donna.
Il viso solcato da alcune rughe, gli occhi chiusi, la bocca aperta ormai probabile tana di qualche animale, il ventre rotondo sotto una veste di lino verde ricamata d'oro e contornata anch'essa dei decori lanuginosi dei sarti a otto zampe. La mano del detective si allunga a tastare il polso pallido della donna, il viso teso e contratto che subito si rilassa con uno sbuffo di sollievo prima di rialzarsi e grattarsi la testa passandosi poi la mano sulla coda.

''Signora lei non è di certo la prima addormentata che vedo in questo palazzo ma di certo è quella che mi è sembrata più morta di tutte . Se lo faccia dire...ha una cera orribile...''

Le mani di lui gesticolano leste nell'aria sottolineando la frase con un alzata sprezzante di sopracciglio prima di indietreggiare andando a sbattere contro lo zoccolo di una capra intagliata, una di quelle delle colonnine del letto, facendolo sobbalzare ed in risposta alzare subito le mani.

''Chi è lei? Che vuole da me? Sono solo un misero detective....indago su casi rimasti nella polvere per anni...e giuro la cosa non mi piace neanche! La prego non mi uccida! Devo ancora fare troppe cose nella mia vita!!''

Il tono che ha subito un sfumatura isterica ad un alto livello di decibel mentre il ragazzo tenta di sbirciare dietro per scorgere l'aggressore...che non c'è. Ed è con una risata nervosa che si accorge della capretta puntata alla sua schiena mentre tira giù le mani strizzandosele l'un l'altra.

''Una capra intagliata.....questa meglio non raccontarla al ca...''

Ma la voce gli muore in gola mentre scorge la figura avvolta nelle trine del letto, adagiata su di esso e protetta da ragni e plovere grazie ad una zanzariera trasparente calata su tutto il suo corpo. Il viso roseo illuminato dalla luce a far risplendere le lunghe onde dorate dei capelli cresciuti fino a coprirle quasi interamente il corpo lasciando però a vista le forme tonde dei seni e un lieve azzurro dell'abito che li fascia

''Oh santi numi.........allora sei vera!''

Saltando su come una molla corre a scostare la zanzariera incastrandocisi dentro ad ogni mossa nervosa del corpo rischiando di ruzzolarle addosso. Liberatosi da quella gabbia delicata posa reverenzialmente una mano sul collo della giovane testandone le pulsazioni prima di prendere il fascicolo dalla tasca e aprirlo alla terza pagina quasi interamente occupata da una foto di un quadro, un ritratto di famiglia in cui il viso sorridente di una ragazza bionda e dalle gote rosse risplende di grazia mentre fissa lo spettatore con due caldi occhi grigi. Lo stesso viso che ora, addormentato, è posato sui cuscini dell'enorme letto, a pochi centimetri dal detective.

''Ho fatto il colpaccio...ce l'ho fatta!! Sradicare tutti quei rovi e bucarmi le mani, trovarmi i ragni anche nelle mutande e farmi venire l'asma saranno valsi a qualcosa!!''

Una pausa mentre il fascicolo viene spiegazzato e portato al petto prima che il sorriso sul volto del giovane si affievolisca

''Si ok...ma ora cosa dovevo fare? Ah si..aspetta...''

Sfoglia di nuovo le pagine scorrendo un piccolo paragrafo nelle pagine finali con l'indice.

''Oh....bè...provar non nuoce....e visto che sei così bella non mi dispiace nemmeno tanto!''

Detto ciò il corpo dell'uomo si china su quello della donna accostando viso a viso e poi labbra a labbra legandole in un bacio delicato mentre la mano corre ad accarezzare i capelli della donna scoprendo un polsino da sotto la manica del soprabito su cui riluce un gemello d'oro con uno stemma raffigurante una corona intrecciata di foglie. Improvvisamente il sole sembra brillare più forte, la camera viene inondata dall'aria fresca mentre la finestra si spalanca e la polvere viene risucchiata all'esterno in un turbinare di ragni volanti e foglie morte. Il giovane nasconde e protegge la ragazza con il suo corpo e nello stesso tempo cercando di guardare la scena attraverso gli occhi socchiusi e attoniti.

''Ahi....!!''

Una voce femminile vibra nell'aria lievemente ovattata da un braccio protettivo che subito schizza nell'aria.

''Oh.....ha funzionato!! No cioè...scusa.....ti ho fatto male?''

La ragazza sbatte gli occhi tirandosi lentamente su e fissando il viso del giovane poi la stanza e la fata che , seppur più rosea di prima prende continua a dormire sulla sedia ora russando sonoramente.

''Vecchina? Vecchina...ma come sei cambiata...'' 

Una mano piccola e fragile si tende a sfiorare il volto del giovane che rimane in estatica attesa senza proferire più parola per guidare la bella principessa ex addormentata ora alquanto confusa ma che già stà soccombendo davanti al fascino dell'uomo in impermeabile. Gli occhi di lei calano su un dito privo di alcun segno e poi le iridi intrecciano nuovamente quelle dell'uomo che in un lento sospiro e con le sopracciglia ora aggrottate sussurra.

''Promozione assicurata ma...ora come lo spiego questo a mia madre? ''

   
 
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