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Autore: Klaineinlove    09/10/2012    17 recensioni
Cosa succederebbe se potessi decidere il tuo futuro?
Se in un singolo momento potessi scegliere il tuo destino?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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PASSATO

 

 

 

Blaine si sistemò nella camera di suo cugino Benjamin. Quest'ultimo era partito per Chicago, quindi la camera era libera, ma Blaine non riusciva a restare lì dentro. Voleva vedere Kurt, ma sua madre gli aveva chiesto di restare almeno un week-end con lei e Blaine non poteva dirle di no, aveva bisogno di lui dopo la scoperta del tradimento di suo marito.

Così Blaine passò tre giorni con sua madre aiutandola nelle piccole faccende o semplicemente le stava accanto quando la vedeva triste. In particolare domenica sera. Blaine stava per infilarsi in camera quando vide la madre con gli occhi lucidi sul divano.

“Va tutto bene?” le domandò avvicinandosi.

“Hey, tesoro” disse la donna tirando su con il naso e aprendo le braccia per avvolgerle intorno a suo figlio.

“Riguarda papà, vero?” domandò lui appoggiando la testa sulla spalla della madre.

“È solo che non posso crederci che per tanto tempo lui sia riuscito a nascondere la situazione. Ha fatto trasferire due famiglie a Lima ed io sono stata così stupida da non accorgermi di nulla. Forse ho fatto semplicemente finta di non accorgermene.”

Blaine strinse sua madre in un forte abbraccio non sapendo esattamente cosa dirle.

“Sai una cosa però?” fece lei sorridendo “ho te, questo è la cosa più importante e so che un giorno vorrai, anzi dovrai, andare via. Promettimi solo che verrai sempre a trovare la tua mamma”

Blaine rise “Lo farò sicuramente. Vuoi una cioccolata calda? Ci metto un minuto a farla”

La donna scosse la testa “Vai, sono certa che Kurt starà aspettando una tua chiamata”

Blaine sorrise ringraziando la madre e corse in camera.

Lui e Kurt parlarono tutta la notte al telefono ma la mattina seguente Blaine era eccitato, finalmente avrebbe rivisto Kurt ed erano passati poco più di tre giorni.

Fece a stento colazione e poi si infilò in macchina. Arrivò nel parcheggio del McKinley, era praticamente vuoto, così ne approfittò per bersi il caffè che la madre gli aveva dato prima di uscire di casa.

La scuola cominciò a popolarsi, Blaine iniziò a sentirsi in ansia, fino a che non vide l'auto di Kurt.

Quando il suo ragazzo, il suo ragazzo, uscì dall'auto, Blaine lo guardò come se fosse la cosa più bella che i suoi occhi avessero mai visto. Si avvicinò a Kurt senza però prenderlo per mano ma solo guardandolo negli occhi, poi sorrise “ Bagno del piano inferiore?” domandò facendogli l'occhiolino

“Non aspettavo altro” rispose Kurt

e insieme corsero incuranti del pericolo che li stava aspettando.

 

 

PRESENTE

 

“Uccidi me, sparami!” urlò Kurt.

“No, Kurt no!” fece Blaine tirandolo a sé, Kurt cominciò a piangere.

“Lasciami Blaine, non voglio vivere in un futuro per stare insieme ad una persona che non amo e ferire tutti solo perché so benissimo che mi pentirò di non averti salvato. Ho promesso di salvarti Blaine”

“C-Cosa?” Blaine non riusciva a collegare le parole di Kurt dal momento che Tyler aveva puntato l'arma sul suo ragazzo.

“Blaine ti amo, ma davvero io-”

Si sentirono diversi colpi d'arma da fuoco.

Blaine e Kurt caddero entrambi a terra, Tyler fece lo stesso. Quest'ultimo era stato colpito dalla polizia che era arrivata...purtroppo troppo tardi, perché lì, tra l'acqua dei tubi rotti, su quel pavimento di quel maledetto bagno, Blaine reggeva tra le braccia un Kurt insanguinato e incosciente. Blaine continuava a schiaffeggiarlo.

“Rispondimi, rispondimi Kurt!” continuava ad urlare disperato.

 

 

“L'assassino è stato ucciso. Fate entrare immediatamente i paramedici” comunicò un poliziotto, altri due invece portarono via Blaine.

“Lasciatemi” continuava ad urlare cercando di raggiungere Kurt rimasto lì a terra circondato dai paramedici.

 

 

Dall'esterno dell'istituto tutti udirono le urla.

“Blaine!” urlò Melanie sorpassando insieme a Richard il nastro della polizia. Blaine venne trascinato dai poliziotti sotto gli occhi scioccati delle persone fuori dalla scuola.

Alcuni applaudirono perché era vivo, altri sembravano gioire ma quando sentirono l'urlo straziante di Blaine, che invocava il nome di Kurt, cadde di nuovo il silenzio.

Burt osservò da lontano, i muscoli tesi ed era certo che gli stava per arrivare un attacco di cuore.

“Kurt, lasciatemi andare da Kurt!” urlava Blaine cercando di liberarsi da quelle braccia che lo tenevano stretto. Melanie salì le scalinate dell'istituto e lo strinse a sé.

“Lo ha colpito, mamma. Si è fatto sparare per me” urlò Blaine tra le lacrime.

 

“Burt, Burt rispondi” urlò Carole. Non poteva essere vero, suo figlio non poteva abbandonarlo, era ancora il suo bambino, non poteva andarsene via così presto.

 

 

 

 

 

 

 

Blaine guardava fuori dal finestrino dell'auto. Quel giorno non pioveva, era strano, di solito nei film, ai funerali, piove sempre e tutti sono vestiti di nero con gli ombrelli per coprirsi mentre il povero parroco è costretto a bagnarsi mentre divulga le parole del suo Signore.

Lo sguardo di Blaine era triste. Erano passate più di due settimane da quella tragedia. Organizzare i funerali per tutti quegli studenti era stato difficile, ma era stato ancora più difficile provare ad uscire di casa.

Blaine aveva la casa praticamente circondata da giornalisti per avere anteprime e riflessioni su quel momento così tragico vissuto da lui. E Blaine capì che non tutte le persone hanno una cuore, non avevano una coscienza, perché pur di avere uno scoop, torturavano un ragazzo che aveva visto tutta la sua vita sgretolarsi dinanzi ai suoi occhi.

Blaine sospirò poggiando la testa sul vetro dell'auto.

“Hey ragazzo, siamo arrivati” fece Burt spegnendo il motore dell'auto e dando un leggero buffo sulla gamba di Blaine. Quest'ultimo annuì e poi scese dall'auto.

“Possiamo stare al sicuro?” domandò prima di aprire la portiera posteriore.

“I giornalisti hanno un ordine restrittivo, non si avvicineranno, vuoi un aiuto?”

“Posso farcela” sorrise Blaine.

“Okay, vado a vedere se tua madre e Carole sono arrivate” Burt si allontanò e Blaine si infilò nei sedili posteriori dell'auto.

Kurt stava dormendo con la bocca appena aperta e con un respiro calmo. Blaine gli poggiò una mano sulla fronte, scottava, ma era normale aveva detto il medico.

“Amore, siamo arrivati” fece Blaine lasciando un leggero bacio sulla guancia calda del suo ragazzo.

“Saresti dovuto rimanere in ospedale” si lamentò Blaine.

“Sta zitto, sto bene. Non potevo non salutarli per l'ultima volta” fece Kurt con la bocca impastata “sono questi medicinali che mi fanno dormire”

“Vuoi che ti prenda la sedia a rotelle? Burt l'ha messa nel cofano”

“No, la gente ricorderebbe Artie, posso farcela con le stampelle, stai tranquillo”

Blaine aiutò Kurt ad uscire dall'auto. Quest'ultimo aveva un braccio fasciato e così anche la gamba destra.

La polizia e Tyler avevano praticamente sparato nello stesso istante e il ragazzo aveva colpito Kurt sul lato destro ferendolo ad un polmone, gamba e braccio.

L'operazione al polmone era durata più di quattordici ore, Kurt aveva avuto bisogno di un macchinario che l'aiutasse a respirare per due giorni, ma era vivo.

Lentamente i due ragazzi si avvicinarono alla folla nel retro della scuola dove si preparavano a celebrare la messa per le vittime del McKinley.

Tutti fecero spazio a loro due non appena li videro e Kurt venne fatto subito sedere su una sedia. Blaine aveva detto a tutti cosa aveva fatto il suo ragazzo, di come si fosse sacrificato per lui, era diventato il piccolo eroe di Lima e Blaine, adesso, si sentiva così riconoscente nei suoi confronti che tutto quello che faceva per lui non era mai abbastanza. Ma per Kurt non era così, lui non rimpiangeva di essersi sacrificato, lo avrebbe fatto ancora, ancora e ancora.

La cerimonia fu lunga e più volte Kurt rischiò di addormentarsi sulla sedia. Aveva dolori ovunque ed era costretto a prendere numerosi medicinali. I dottori gli avevano sconsigliato, quasi vietato, di uscire dall'ospedale, ma a Kurt non importava, aveva bisogno di dare un ultimo saluto a quelle persone che aveva visto ogni giorno tra i corridoi, a quelle con cui aveva scambiato una parola o che si erano allenati con lui nei Cheerios, inoltre suo padre gli aveva fatto sistemare la camera in modo appropriato per la sua guarigione e avevano assunto un infermiere che avrebbe dovuto osservarlo in continuazione. Burt aveva dovuto affrontare parecchie spese, ma avrebbe venduto pure il suo cuore per aiutare suo figlio.

Quando la messa finì tutti andarono a portare dei fiori sulle croci bianche.

“Vado a prendere l'auto, non muoverti di qui” fece Blaine.

“Blaine, come potrei muovermi?” domandò Kurt.

“Scusa, hai ragione” Blaine si allontanò e Kurt rimase lì ad aspettare. Guardandosi in giro Kurt notò che accanto a lui c'era un ragazzo, aveva un viso familiare ma Kurt non riusciva a ricordare dove l'avesse visto.

“Avevi amici o parenti?” domandò al ragazzo che era rimasto immobile a fissare la terra sotto ai suoi piedi.

“Nessuno” rispose l'altro senza alzare la testa.

“Allora perché sei qui?” domandò Kurt curioso.

“Sono di Lima, mi sembrava giusto venire a salutare questi ragazzi.” finalmente il ragazzo alzò la testa e sorrise a Kurt. Quest'ultimo lo guardò fisso negli occhi, quel viso era troppo familiare.

“Jamie, possiamo andare!” urlò una voce maschile a pochi metri di distanza. Il ragazzo salutò Kurt con un cenno e si allontanò fino a prendersi per mano con l'altro ragazzo e insieme, abbracciati, scomparirono dietro le mura dell'istituto.

“Eccomi” fece Blaine aiutando Kurt ad alzarsi.

Kurt fece una smorfia non appena si mise dritto, poi si mise in equilibrio con le stampelle.

“Andiamo a casa”

 

 

 

 

Blaine era visibilmente distrutto: ogni lamento di Kurt, ogni medicina presa, ogni pianto per il dolore, erano una fitta al suo cuore. E lui non voleva piangere di fronte a Kurt, il suo ragazzo era stato così coraggioso da sacrificarsi.

“Mamma dice che ti vuole a pranzo non appena starai meglio” disse Blaine tenendo una mano di Kurt tra le sue e baciandone le nocche.

“hmm” mormorò Kurt già assonnato “sonno”

“Hai ragione, dormi, io vado fuori” gli disse Blaine ma Kurt già stava dormendo, così Blaine uscì accasciandosi sul pavimento.

“Hey ragazzo, va tutto bene?” domandò allarmato Burt avvicinandosi a lui.

“No, per niente”

 

 

Blaine si ritrovò seduto nel salotto con Burt, sarebbe stato piuttosto imbarazzante se non fosse che Blaine si sentiva tremendamente triste.

“Mi sento in colpa a vederlo in quel modo, mi dispiace signor Hummel, davvero”

“Hey, smettila. Conosco mio figlio, è un tipo impulsivo. Anche se lui...lui...” e Burt a pronunciare “se lui fosse morto”, erano parole troppo difficili da dire, “non ti avrei mai incolpato. Però adesso siete entrambi salvi e dovete buttare tutto il passato alle spalle, passo per passo, insieme.”

Blaine annuì tirando su con il naso e Burt lo avvolse in un abbraccio lasciandolo sfogare.

“Grazie” rispose Blaine stringendosi a lui.

 

Blaine tornò in camera da Kurt con la cena pronta.

“Che dormita magnifica” disse beato Kurt

Blaine sorrise poggiando il vassoio sul comodino accanto al letto e poi sistemò un fazzoletto intorno al colletto del pigiama di Kurt. Quest'ultimo fece una smorfia.

“Non lamentarti” lo minacciò con un sorriso Blaine prima di prendere il piatto e cominciare ad imboccare del brodino al suo ragazzo.

“K-Kurt, c'è una cosa di cui non abbiamo discusso. Io non vorrei riprendere l'argomento ma-”

“Puoi parlare Blaine, siamo vivi, possiamo superare anche questo” disse con un sorriso Kurt per poi farsi imboccare.

“Quando T-Tyler” Blaine sospirò pesantemente “-hai detto delle cose tu, non ci ho capito molto visto la situazione e-mi chiedevo...”

Kurt allungò il mento per permettere a Blaine di pulirlo “Si dice che quando una persona è sul punto di morte rivive tutto il suo passato, giusto?” domando Kurt.

Blaine annuì.

“Per me è stato diverso Blaine. Ho visto un futuro senza te, un futuro dove io mi sarei pentito e avrei fatto le cose più impensabili. Un futuro dove avrei deluso mio padre e sarei realmente impazzito. Son certo che mi sarei ammazzato, magari con delle pillole.” Sorrise “Ti ho promesso che ti avrei protetto Blaine” disse Kurt come se fosse una cosa così ovvia.

“Ti amo” gli disse Blaine prima di avvicinarsi a lui e baciarlo.

“E-e voglio” continuò Kurt “voglio guarire e andare via da questo posto. Ci sono ancora tante cose che dobbiamo fare, sempre che tu voglia farle con me”

“Non dubitarne” rispose subito Blaine con tono deciso.

“Voglio andare via, conoscere nuovi luoghi, fare follie, assaggiare la cucina francese, fare l'amore con te”

Entrambi arrossirono a quelle parole.

“Faremo tutto Kurt. Ora sono io a farti una promessa”

“Sentiamo” fece divertito Kurt sistemandosi sul cuscino.

“Prometto di renderti felice”

“Non vale Blaine” rispose subito Kurt, ridendo “tu mi rendi già felice”

 

 

Blaine dovette tornare a casa, così Kurt rimase con il suo infermiere fino a che non gli tornò il sonno. L'infermiere che l'assisteva era appena andato via e sarebbe tornato all'alba, ma ci fu una visita da parte di una persona che Kurt non si sarebbe mai aspettato di vedere.

“S-Sebastian, che ci fai qui?” domandò Kurt non appena aprì gli occhi. Osservò la sveglia, erano le undici passate ormai.

“Non mi ricordavo che dormissi con la bocca così tremendamente spalancata” scherzò il ragazzo, ma dalla sua voce si poteva capire che aveva pianto.

“Non ti sei fatto più vedere” disse con tono accusatorio Kurt. Sebastian si alzò e lo aiutò a bere.

“Non sono venuto a scuola quel giorno. Ero andato ad ubriacarmi la sera prima e non riuscivo ad alzare la testa dal cuscino”

“Per una volta sono felice che tu non sia venuto” fece Kurt e già nei suoi occhi spuntarono delle lacrime al solo ricordo di quel maledetto giorno.

“Mi dispiace di averti trattato in quel modo. No, in effetti, pensandoci non mi dispiace per niente, te lo meritavi. Solo perché hai rischiato la morte non vedo perché io debba cominciare a fare il sentimentale”

Kurt rise a quelle parole, Sebastian era chiaramente imbarazzato. “Perché eri geloso di Blaine?” domandò Kurt dopo pochi minuti di silenzio.

Sebastian sospirò “Quel nano ti ha portato via da me in poco tempo”

“Io non ti appartengo Sebastian” precisò subito Kurt.

“Lo so” disse in tono triste l'altro “ma ci ho sempre sperato” alzò lo sguardo per fissare Kurt “lui ti renderà felice, ne sono certo. Forse io e te saremmo state delle macchine da sesso sfrenato ma ti dovrai accontentare di quel nanetto” rise Sebastian, in realtà non gli aveva detto quanto fosse stato male non appena aveva saputo la notizia di Tyler, non gli aveva detto le lacrime che aveva versato mentre sua madre lo stringeva a sé come un bambino.

“Dormi Kurt” disse Sebastian alzandosi per poi poggiare lievemente le sue labbra su quelle di Kurt.

“Non sparire Sebastian, non farlo più”

Sebastian lo guardò e poi sorrise, “Non lo farò”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: posso ufficialmente dichiarare che non lavoro con i RIB e che non sono sadica,bastarda e senza cuore come loro (si mi riferisco alla 4x04)

Allora, cosa ne pensate?

Facciamo un po' due chiarimenti: Nel film, Kurt sarebbe dovuto morire, ma io fin dall'inizio avevo intenzione di lasciarlo vivo (sopratutto dopo Remember Me, ci capiamo no?) quindi si, lui è vivo così come Blaine.

Il Futuro: il futuro lo ha immaginato Kurt, niente di tutto quello che avete letto è realmente accaduto, ma erano solo i pensieri di Kurt di una vita senza Blaine.

Jamie. Jamie è reale. Mi dispiace lasciare questo personaggio in quel modo, quindi gli ho dato una storyline anche a lui, una felice almeno :)

Vi capita mai di sognare persone che non vedete da anni o che semplicemente avete incontrato per strada? Beh ecco cosa è accaduto a Kurt.

Il prossimo capitolo probabilmente è l'ultimo, vi avviserò con una nota all'inizio se dovesse essere così.

Il Kurtbastian finale è dedicato alla mia beta. Sei una santa,sappilo.

Pareri?

   
 
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