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Autore: Flurry    09/10/2012    9 recensioni
E se Kurt e Blaine non si fossero conosciuti sulla scalinata della Dalton? Sette one-shot sulla struttura dell'alternate meeting; sette prompt, sette AU, sette possibili modi in cui i nostri amati fringuelli si sarebbero potuti conoscere, secondo i prompt della KLAINE WEEK. Enjoy! ;)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Buona Klaine Week a tutti!

Stavolta non mi dilungo in spiegazioni (tanto dubito che qualcuno le legga! xP) e passo subito al sodo! ;)


PROMPT: Roommates

RATING: Verde

PERSONAGGI: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Burt Hummel, Wes Montgomery


***


Sto cercando un coinquilino per la seconda camera da letto del mio appartamento a partire dal 1 Settembre 2012. L'appartamento è completamente ammobiliato, la camera libera è vuota, ma può essere arredata se necessario. Armadio ENORME! Camera molto spaziosa e luminosa.

Cerco qualcuno che sia pulito, preciso, rispettoso, ecc. Sino molto flessibile e tranquillo, ma anche rispettoso degli spazi personali e del tempo altrui. Non ho problemi con ospiti che rimangono a dormire. Non ho problemi con le sigarette, a patto che vengano fumate all'esterno dell'appartamento.

L'affitto è comprensivo di tutto – riscaldamento, acqua calda, elettricità, connessione internet. La caparra serve a coprire il primo mese di affitto. C'è un bellissimo parco proprio dall'altra parte della via. A pochi minuti dalla metropolitana e a due isolati dalla fermata B47.Ci sono almeno tre supermercati a pochi minuti di cammino, e svariate caffetterie e qualche ristorante.

Se interessati contattatemi via email per discutere dei particolari.

Astenersi razzisti, omofobi, xenofobi, ecc!

Blaine Anderson, bowtieman@Gmail.com



Era questo uno degli annunci che si era trovato davanti Burt Hummel quando, con il prezioso aiuto di Carole, aveva deciso di passare il suo mercoledì sera a cercare appartamenti abbordabili a New York per suo figlio. Una serata che, se poteste chiedere a lui, probabilmente descriverebbe come 'straziante', passata a navigare nei meandri misteriosi di internet, tra topaie presentate come castelli e strani siti che continuavano a proporgli pillole di viagra. Ma tra tutte le fregature, qualcosa di buono erano riusciti, faticosamente, a selezionare.

Ed era stato così che si era ritrovato da solo nel traffico newyorkese, settimane dopo, con uno zaino in spalla, una cartina stroppicciata in una mano, ed un plico di annunci di case in affitto nell'altra.


“Scusi, posso...?” aveva chiesto, tentando invano di fermare un signore in giacca e cravatta che sembrava avere troppa fretta, ricevendo in cambio solo un'occhiataccia. Ripensando a quello che Kurt diceva sempre sulle persone di quella città; -sono impegnati, papà, sono newyorkesi, è normale!- si era rassegnato a fermare chiunque gli capitasse a tiro per chiedere informazioni su come raggiungere la via del primo appartamento che avrebbe dovuto vedere. Purtroppo però non aveva avuto fortuna e dopo un paio di turiste cinesi che si erano convinte che lui fosse un monumento turistico ed avevano insistito per farsi almeno dieci foto con lui, ed una vecchietta con il deambulatore che gli aveva raccontato per filo e per segno la vita dei sette nipoti, si era finalmente arreso ad arrangiarsi da solo.


Maledicendo la sua continua lotta contro la tecnologia e tutti i suoi termini incomprensibili -Burt, ha ragione tuo figlio; cosa ti ci vuole a prendere un navigatore, uno smart phone con le mappe, un tablet?- , aveva camminato a lungo, fino a raggiungere, stanco e piuttosto nervoso, il primo appartamento della giornata.

Il quartiere era carino, poco distante dall'indirizzo scarabocchiato sui suoi fogli, si intravedeva il parco di cui aveva parlato il ragazzo dell'annuncio, e non sembravano esserci strani individui in giro. Compiaciuto per la sua scelta, aveva suonato al campanello che riportava 'Blaine Anderson'.


Aveva suonato una volta.... e non aveva ricevuto risposta.

Aveva suonato una seconda volta... e non aveva ricevuto risposta.

Aveva suonato -sbuffando- una terza volta... e in risposta aveva ricevuto una serie inquietante di tonfi sonori e imprecazioni. Curioso e incredulo, aveva fatto qualche passo indietro per sbirciare quello che presumeva essere il balconcino dell'appartamento. E proprio da dietro l'inferriata aveva visto saettare una massa di capelli scuri e arruffati. Prima che il suo scetticismo potesse indurlo a correre via a gambe levate, però, il portone si era aperto e Burt aveva pensato che a quel punto valeva la pena vedere con i propri occhi. Aveva salito la prima rampa di scale e, una volta aperto il portone accostato, si era trovato davanti ad una scena quantomeno... inaspettata.

A quanto pare infatti la massa di capelli informe che aveva appena intravisto, apparteneva al proprietario della casa, il quale, in canottiera, pantaloncini e calzini spaiati, era rimasto paralizzato al centro del corridoio, colto nel palese, quanto vano, tentativo di nascondere un cumulo di cartacce e lattine accartocciate. Il povero ragazzo sembrava davvero un cervo in autostrada.

Burt si era limitato ad alzare il sopracciglio destro, in perfetto stile Hummel, e immediatamente il giovane aveva stipato il suo carico in una busta lì vicino, e si era diretto verso la porta con l'espressione più mortificata che l'uomo avesse mai visto. Talmente disperata che per poco non gli aveva chiesto scusa lui stesso. Per poco.

“Lei deve essere il signor Hummel. Ehm... I-io sono Blaine. Mi creda, davvero, sono mortificato. Non... Questo di solito... Io... ok. Voglio solo dire che mi dispiace che lei debba vedermi in questo stato; il fatto è che ieri sera era il mio compleanno e-e i miei amici sono venuti per farmi una sorpresa. Sono venuti qui dall'Ohio, sa? Perchè anche io vengo da lì, cioè, da Westerville. Lei è-è di Lima vero? Comunque... Era il mio compleanno e, giuro, non sapevo che sarebbero venuti, e sa, io non reggo l'alcol, non sono abituato, non bevo mai, ed è bastata una birra per mettermi k.o... Mr Hummel, mi creda, mi dispiace moltissimo...” aveva detto, senza quasi fare pause per respirare ed aggiungendo così al suo già pessimo aspetto, un colorito rosso e inquietante. Quando finalmente Burt lo aveva interrotto poggiandogli una mano sulla spalla, aveva gli occhi sgranati e lucidi ed il fiatone. L'uomo aveva sinceramente fatto fatica a trattenere una risata davanti alla sincerità disarmante del ragazzo.

“Ehi, ehi, frena. Mi stai facendo venire il mal di testa.” aveva detto, cercando di riprendere il controllo della situazione. Aveva fatto vagare lo sguardo per l'appartamento, cercando di valutare se le parole che aveva appena ascoltato fossero sincere. In effetti la casa era un caos di buste di patatine, lattine cadute a terra e qualche residuo di quelli che un tempo forse erano tramezzini; tutti oggetti imputabili ad una festa. Probabilmente il ragazzo aveva detto la verità e, ad onor del vero, le lattine di birra erano gli unici alcolici presenti; ma ciò di certo non gli vietava di divertirsi un po' e vedere di che pasta fosse fatto il possibile futuro coinquilino di suo figlio. In fondo è compito di un buon padre accertarsi che i propri figli siano al sicuro, no?

Ghignando in quella che Kurt avrebbe probabilmente definito 'maniera minacciosa', aveva detto a Blaine che gli concedeva un'altra possibilità e che voleva vedere l'appartamento. Cercando di capire se lo sguardo del ragazzo fosse di sollievo o di completo terrore, si era fatto portare in giro per la casa, in un sentiero tortuoso composto dai residui della sera precedente, condito con le scuse imbarazzate e a getto continuo del povero proprietario di casa.


Il tour era durato sorprendentemente a lungo e alla fine il giovane aveva assunto un colorito tendente al giallo, aveva iniziato a sudare, e sembrava incapace di smettere di tremare. Non aveva certo una bella cera e a quel punto non riusciva davvero più a contrastare i postumi della sbornia. Burt aveva deciso di avere pietà di lui, voleva risparmiargli l'inevitabile e imbarazzate corsa verso il bagno; diamine era stato giovane anche lui un tempo!

E poi era sicuro di aver stressato il poveretto a sufficienza, con tutte le domande sugli elettrodomestici durante la -sofferta quanto lunga- visita in cucina

“Ma sei sicuro che questa macchinetta per il caffè funzioni veramente? Perchè mio figlio, devi saperlo, è piuttosto fissato con quella roba. Gli piace quella roba che non sa di niente, con il latte zuccherato e la schiuma...”

“Ehm... sì, sì, funziona. Almeno a me non dispiace...” Allo sguardo perplesso di Burt, si era sentito in obbligo di offrirgliene una tazza. Erano stati cinque minuti faticosi per Blaine, il cui stomaco aveva protestato violentemente contro l'odore forte della bevanda, ma alla fine aveva avuto la netta sensazione di essersi guadagnato un punto con il suo ospite. A quanto pareva la disinvoltura con cui stava affrontando il suo malessere aveva dato i suoi frutti.

Dopo lo stomaco, era stata messa a dura prova anche la testa, quando Burt aveva insistito per mettere in funzione tutti gli elettrodomestici più rumorosi; dal frullatore a immersione, al mixer; dando a Blaine la netta impressione che tutta quella puntigliosità servisse più a fargli scontare gli eccessi della sera prima, che a testarli davvero. Per qualche strano motivo però, aveva apprezzato l'atteggiamento dell'uomo, il fatto che lo stesse mettendo alla prova per il bene di suo figlio era ammirevole; il fantomatico Kurt doveva essere un ragazzo fortunato.


“Bene, ragazzo, credo sia ora per me di andare, direi che ho visto abbastanza” aveva detto infine Burt avviandosi verso il portone. Blaine aveva annuito, sforzandosi di ricacciare indietro l'ondata di nausea che minacciava di travolgerlo, per mettere insieme qualche ultima frase di convincimento. “S-sì, sì, certo... ehm, Mr. Hummel, volevo dirle ancora che questa è stata davvero un'eccezione; non conosco suo figlio, ma da quello che mi ha detto lei, sono sicuro che andremmo d'accordo... E poi lei è praticamente l'ultima persona interessata alla stanza... Spero- spero che mi tenga comunque in considerazione.” aveva detto, appoggiandosi pesantemente allo stipite della porta e cedendo ai giramenti di testa. Burt aveva sorriso appena, cedendo alla genuinità del giovane.

“Sarò sincero... Non era proprio questa la situazione che mi sarei aspettato, ma la casa è bella, il prezzo buono, e voglio che sia Kurt ad avere l'ultima parola su di te. È bravo a giudicare le persone, mi fido di lui. Credo proprio che ci sentiremo presto, Blaine. Ciao e... buon riposo giovanotto.” Aveva detto ghignando e poi era uscito, lasciandosi alle spalle Blaine Anderson ed il suo post-sbornia. In risposta aveva ricevuto soltanto il rumore di passi affrettati, senza dubbio verso il piccolo bagno dell'appartamento; se c'era un momento in cui Burt Hummel non aveva desiderato avere di nuovo vent'anni, ed essere nei panni del ragazzo, era sicuramente quello.


...Un mese dopo...


“Wes! Wes! Wes! Smettila di prendermi in giro e AIUTAMI!” Aveva strillato nel cellulare Blaine la mattina del fatidico appuntamento con Burt Hummel e figlio, mentre finiva di annodare il papillon che aveva scelto. “È una cosa seria; l'ultimo tizio che è venuto a vedere la camera era una specie di rocker satanista, era vestito tutto di nero e l'unica volta che ha aperto la bocca, è stata per chiedermi se le pareti della stanza fossero insonorizzate e se qualche inquilino del palazzo avesse gatti neri! Gatti neri Wes! Se questa volta non riesco a convincere il Signor Hummel sono fregato... E poi la colpa è tutta vostra, se non mi aveste fatto bere...”

“Ok, ok, calmati però, mi metti ansia così!” aveva risposto l'amico facendo fatica a reprimere una risata. “E poi cosa ne potevamo sapere noi che la tua tolleranza alla birra è ancora quella di un dodicenne, Blainers? Pensavamo che il college ti avesse fortificato almeno un pochino!”

“Non. Mi. Sei. D'aiuto.” aveva ringhiato il ricciolo, contento che nessuno potesse vederlo arrossire.

“Oh, quanto sei melodrammatico! Cooomunque; riepiloghiamo il piano 'Blaine Anderson: Modalità Gentiluomo'. Allora; vestiti da damerino?”

“Io non mi vesto da damerino...”

“Blaine, rispondi e basta.”

“Ok, sì”

“Capelli soffocati dal cemento?”

“WES! ...Sì”

“Occhioni da cucciolo in overdose da zuccheri?”

“Oh Dio, perchè continuo ad ascoltarti?”

“Perchè mi ami e senza di me saresti un hobbit disorganizzato e sperduto nella vastità della terra di mezzo!”

“...uhm... ” prima che potesse pensare ad una risposta di eguale follia, il campanello aveva suonato. Era giunto il momento della verità. Aprendo il portone, aveva congedato Wes, promettendogli di fargli sapere l'esito dell'incontro. Si va in scena!


“Salve, Mr. Hummel, è un piacere rivederla!” Aveva esordito, non appena l'uomo aveva messo piede nell'appartamento, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi e offrendogli una stretta di mano.

“Oh... Uhm... Buongiorno, Blaine.” Aveva replicato Burt, l'ombra di un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. “Vedo che questa mattina sei più in forze dell'ultima volta, bene! Questo è mio figlio Kurt” così dicendo, si era spostato appena e da dietro di lui aveva fatto capolino il ragazzo più bello che Blaine avesse mai visto.

No, sul serio, era stupendo; tutto gambe lunghe e occhioni azzurri, con le labbra rosee stese un sorriso timido che aveva colpito Blaine al cuore... Facendo prima una capatina nello stomaco, un cenno ai polmoni e una visitina di cortesia alla gola, tanto per essere educati, per poi esplodere nel suo cervello in una coloratissima pioggia di coriandoli, arcobaleni e materia celebrale. In poche parole, il ragazzo era perso, andato, finito, kaput, amen.

Durante il fulmineo processo che aveva portato Blaine ad accettare di essersi appena innamorato per la prima volta –e a scegliere il nome dei loro tre figli e del loro cane- Burt aveva continuato a parlare e, a giudicare dal suo sguardo basito e dal silenzio imbarazzate, il giovane non aveva fatto un gran lavoro nel seguire il suo discorso.

Arrossendo e cercando di motivare il suo cervello a funzionare di nuovo, si era finalmente spostato per chiudere del tutto la porta. “Ehm... L-la ringrazio Mr.Hummel. Kurt, è un piacere conoscerti di persona.” aveva detto, senza avere però il coraggio di incontrare di nuovo lo sguardo del ragazzo, e ringraziando tutti gli Dei conosciuti e sconosciuti, di essersi vestito 'da damerino' quella mattina.

“Posso offrivi qualcosa da bere?” aveva proseguito, facendo strada verso la cucina, sotto lo sguardo sempre più divertito di Burt.

“Perchè, hai ancora della birra avanzata dal mese scorso, ragazzo?” lo aveva interrotto l'uomo, prendendolo in contropiede. Fortunatamente Kurt era accorso in suo aiuto, dando una gomitata al padre e fulminandolo con lo sguardo. “Non farci caso, tende ad essere un tantino iper-protettivo; sai, tutta la storia di essere gay in uno posto come Lima, Ohio...” aveva detto con una voce sorprendentemente lieve, melodiosa, sorridendo appena, e Blaine aveva faticato a trattenersi dal lanciarsi in una ridicola danza della vittoria, perchè, insomma, Kurt non solo sembrava uscito da un set fotografico di VOGUE, ma era anche gay! Doveva essere il suo giorno fortunato.

“Già, nessuno lo sa meglio di me, credimi...” aveva risposto invece, schiarendosi la voce e congratulandosi mentalmente con se stesso per la lucidità mostrata. “Comunque volevo offrirvi dell'acqua, del succo, oppure del caffè. Tuo padre mi ha detto che ti piace, così mi sono permesso di prepararlo in anticipo. Non-fat mocha, giusto?” Kurt l'aveva guardato con la bocca appena aperta per lo stupore e gli occhi sgranati, ed un adorabile rossore gli aveva tinto le guance.“Wow... Sai già come prendo il caffè?” aveva detto, afferrando la tazza.

Burt si era limitato a ghignare, tra il divertito e lo sconcertato, “Hai appena guadagnato mille punti ragazzo, lasciatelo dire... Adesso cosa ne dici di farci vedere la camera?”

“Oh, s-sì, certo...” poi li aveva guidati in un tour dell'appartamento, cercando di non arrossire troppo ogni volta che Kurt gli faceva qualche domanda, o gli passava vicino, o lo guardava per più di dieci secondi, o respirava la sua stessa aria... Ovviamente i suoi sforzi erano stati piuttosto vani, anche se Kurt sembrava esserne più lusingato che infastidito; aveva anche riso alle sue battute di ispirazione tolkeniana -colpa di Wes-, e ciò era evidentemente un segno del destino.

Il tour della casa era finito solo quando Burt aveva interrotto la sua dettagliata spiegazione del funzionamento degli infissi del balcone, facendogli notare come fosse già passata più di un'ora. Blaine aveva avuto la decenza di arrossire, ma d'altronde chi poteva biasimarlo per aver tentato di prolungare quell'incontro il più a lungo possibile?

Sotto lo sguardo divertito di Burt si era rassegnato ad accompagnarli alla porta.

“Okay, allora... Spero di avervi spiegato bene tutto e... sì, insomma che siate ancora interessati alla camera.” aveva detto aprendo il portone, mentre spostava il peso da un piede all'altro, nervoso. “Vorrebbe dire molto per me, visto che ho escluso tutti gli altri possibili interessati. Non che vi dobbiate sentire obbligati, certo! Cioè, io sarei felice, ma...” poi si era imposto di smettere di parlare, altrimenti rischiava seriamente di mettersi in ginocchio e chiedere a Kurt di sposarlo e vivere insieme a lui per il resto dei suoi giorni, amarlo nei secoli dei secoli, vivere per sempre felici e contenti e... Sì, doveva decisamente mettere un freno al suo cervello impazzito.

Perso nei suoi scenari da favola disney, non si era quasi accorto del sorriso compiaciuto che era comparso sul volto di Kurt.

“Blaine, ti dispiacerebbe lasciarci un attimo da soli? Vorrei parlare di una cosa con mi padre.” aveva detto, chiudendo piano la porta. Blaine aveva subito annuito ed era corso in camera, indeciso se essere preoccupato o speranzoso.


I seguenti minuti li aveva passati a mangiarsi le unghie e a saltellare agitato, incapace di stare fermo. Aveva anche girato contro il muro i pochi peluches che aveva, era evidente che quegli occhietti malvagi lo stavano giudicando. In effetti non era mai stato così nervoso, con nessuno; lui era quello sempre calmo e posato, quello che aveva la situazione sotto controllo, ma per qualche strano motivo, poteva già immaginare come sarebbe stato vivere con Kurt, e non riusciva ad impedirsi di sperare.

Non era passato molto tempo prima che il nuovo protagonista delle sue fantasie bussasse piano e facesse capolino nella stanza, ovviamente scegliendo l'esatto momento in cui Blaine era impegnato a flettere le braccia davanti allo specchio, cercando di capire se la camicia che aveva scelto mettesse abbastanza in evidenza spalle e pettorali. Ovvio, il suo karma era sempre stato pessimo.

“Ehi, volevo solo dirti che non credo tu debba preoccuparti di cercare nuovi coinquilini... La camera mi piace, la zona è perfetta per la mia università e la compagnia... diciamo che è decisamente apprezzabile.” aveva detto Kurt, sorridendo e facendo finta di non aver notato cosa stesse facendo Blaine. Blaine che, dal canto suo, era stato solo capace di sorridere come un idiota perchè, insomma aveva appena detto che lo trovava decisamente apprezzabile!

“Oh, bene, bene! Che bello! Uhm... C-ci sentiamo presto allora?” aveva detto, senza riuscire a trattenersi dal manifestare la sua gioia. Kurt si era limitato e ridacchiare piano e ad avviarsi di nuovo verso il salotto “Credo proprio di sì... E tranquillo, la camicia è perfetta.” aveva bisbigliato prima di raggiungere suo padre al portone, fare un cenno di saluto ed uscire.

Blaine era rimasto qualche secondo paralizzato sul posto, giusto il tempo di assimilare il complimento, poi aveva abbandonato ogni parvenza di sanità mentale e si era lanciato in una spericolata danza della vittoria, finalmente libero di saltare dal divano al tavolino da caffè per celebrare.

In fondo il suo karma non era poi tanto male.


***

Bene, anche il secondo giorno è andato. ^^
Grazie a tutti quelli che hanno letto la OS di ieri, adesso mi metto a rispondere per bene alle recensioni <3

Spero davvero che anche questa OS vi sia piaciuta, è stato un piacere scriverla =)


A domani, prompt: HEROES


PS: La pagina autore è sempre quella, se volete, mi trovate qui:http://www.facebook.com/Flurryefp


Baci, Sara

   
 
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