-Re del blu re del mai, non ho più dentro me
quella voglia di terrore e di guai-

-Quando è notte i passi miei fanno quel tic tac
che ti angoscia finché griderai.
Piccolissimi trucchetti per stupirti un po’
fantasie arcane il venerdì.
Quando mormoro ciao, o lo rantolo
treman tutti e si disperano cosi-
 

Jack aveva l’abilità naturale di far paura solo alzando una mano.
I suoi passi, cosi lenti e scricchiolanti incutevano terrore.
La sua voce, cosi fredda e senza vita, che più volte si trasformava in un bieco sussurro scheletrico faceva disperare e fuggire di paura chiunque.

 
-E tutto va via, è la mia routine
e mi sento stanco di quest’aria qui-
 

Ogni giorno della sua vita era come il precedente.
Noioso, prevedibile e senza nuove emozioni.
Sempre a pianificare progetti per Halloween, giorno dopo giorno.

 
-E io Jack! Fantasma re.
Son stufo ormai e non so perché-
 

Jack era il re. Il re del paese di Halloween e su di lui gravava ogni tipo di responsabilità.
Forzava sorrisi, ghigni malefici e ingegnose trovate ogni singolo giorno, maledicendosi dal profondo della sua anima.
Era stufo.
Stufo marcio di quella noiosa quotidianità.

 
-Ho dentro me, che cosa non so.
Un vuoto che non capirò.
Lontano da quel mondo che ho, c’è un sogno che spiegarmi non so.-
 

Jack aveva un sogno nascosto.
Nascosto persino a lui.
Sentiva il vuoto crescere e penetrare fin nelle profondità delle sue ossa.
Lui non sapeva spiegare agli altri quello che in quel momento stava provando.
 

-Ahi che brivido avrai, quando m’incontrerai
e l’angoscia avrà vinto anche te.
Tu sarai incantato, avrai visto e toccato il più grande terrore che c’è-
 

Lui era il migliore, il re della paura e su tutti gli altri mostri sovrastava.
Al solo vederlo il fiato si mozzava, le gambe cedevano e il sangue smetteva di scorrere nelle vene.
Jack era superiore agli altri.

-Sono morto giacché la mia testa non c’è
ma ti declamerà Shakespeare a memoria.
Non ridere di me, ma grida perché
la mia furia si rivestirà di gloria.-

Jack a differenza degli altri aveva una cultura, una passione per la letteratura e un sofisticata conoscenza del mondo delle arti.
Era il re e il solo ridere di lui poteva essere considerato un eresia.
Più la sua furia investiva qualcuno, più la sua gloria cresceva.
 

-Mai più io, comprenderò il perché,
ma perché son io delle zucche il re!-
 

Perché tra tutti proprio lui era il re?
Perché era stato scelto per quell’ingrato e impegnativo compito?

 
-Chi mai capirà quanto io mia sento giù?
E un regno cosi non mi basta più?-
 

Mai nessuno era al suo livello.
Mai nessuno capiva quanta sofferenza si nascondesse dietro a quel mucchio d’ossa.
E lui?
Lui era stanco di quel regno che ormai non gli bastava più
Lui voleva altro.
 

-Ho dentro me, che cosa non so
un vuoto che non capirò,
lontano da quel mondo che ho, c’è un sogno che spiegarmi non so-
 

Il vuoto che lo riempiva non poteva scomparire se fosse rimasto ancora in quel regno.
Aveva un sogno legato a quel vuoto.
Un sogno che forse avrebbe trovato presto.